“That just reminds me of a yarn,” he said,
And everybody turned to hear his tale.
He had a thousand yarns inside his head.
They waited for him ready with their mirth,
And creeping smiles –
Then suddenly turned pale,
Grew still, and gazed upon the earth.
They heard no tale. No further word was said.
And with his untold fun, half-leaning on his gun,
They left him – dead.
And everybody turned to hear his tale.
He had a thousand yarns inside his head.
They waited for him ready with their mirth,
And creeping smiles –
Then suddenly turned pale,
Grew still, and gazed upon the earth.
They heard no tale. No further word was said.
And with his untold fun, half-leaning on his gun,
They left him – dead.
envoyé par Bernart Bartleby - 7/8/2014 - 13:27
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Versi di Leon Maxwell Gellert (1892–1977), poeta australiano.
Nel disco intitolato “The Riderless Horse - An Australian Impression of World War 1” (2004) in cui i Roweth, musicisti australiani, hanno raccolto più di 30 canzoni e poesie dal primo e dal secondo fronte durante la Grande Guerra.
La morte che arriva improvvisa, il colpo di un cecchino che uccide il più divertente dei propri compagni proprio nel bel mezzo di un racconto o di una barzellette… Mentre tutti intorno a lui si preparavano a ridere, ancora una volta e nonostante la guerra, ecco che la morte fa scendere il suo gelo tra gli uomini nella trincea: “… E con la sua barzelletta rimasta sulle labbra, ancora appoggiato al suo fucile, lo lasciarono lì – morto.”
Una scena che l’autore visse di sicuro direttamente, perchè Leon Gellert combattè nella campagna dei Dardanelli fin dal suo inizio (25 aprile 1915) e nel giugno del 1916 fu gravemente ferito e rimpatriato.