Eίναι βαριά η μοναξιά
είναι πικρά τα βράχια
παράπονο η θάλασσα
και μου ‘πνιξε τα μάτια
Βράχο βράχο τον καημό μου
τον μετράω και πονώ
κι είναι το παράπονό μου
πότε μάνα θα σε δω
Πάρε με θάλασσα πικρή
πάρε με στα φτερά σου
πάρε με στο γαλάζιο σου
στη δροσερή καρδιά σου
Πάρε με να μην ξαναδώ
τα βράχια και το χάρο
κάνε το κύμα όνειρο
και τη σιωπή σου φάρο
Γίνε αστέρι κι ουρανός
γίνε καινούργιος δρόμος
να μην βαδίζω μοναχός
να μην πηγαίνω μόνος
είναι πικρά τα βράχια
παράπονο η θάλασσα
και μου ‘πνιξε τα μάτια
Βράχο βράχο τον καημό μου
τον μετράω και πονώ
κι είναι το παράπονό μου
πότε μάνα θα σε δω
Πάρε με θάλασσα πικρή
πάρε με στα φτερά σου
πάρε με στο γαλάζιο σου
στη δροσερή καρδιά σου
Πάρε με να μην ξαναδώ
τα βράχια και το χάρο
κάνε το κύμα όνειρο
και τη σιωπή σου φάρο
Γίνε αστέρι κι ουρανός
γίνε καινούργιος δρόμος
να μην βαδίζω μοναχός
να μην πηγαίνω μόνος
envoyé par Gian Piero Testa - 17/7/2014 - 19:32
Langue: italien
Versione italiana di Gian Piero Testa
DI SCOGLIO IN SCOGLIO
Opprimente è la solitudine
amari gli scogli
e mi rattrista il mare
che mi ha offuscato gli occhi
Di scoglio in scoglio il mio dolore
lo misuro e provo pena
e questo è il mio cruccio
quando madre ti rivedrò
Prendimi mare amaro
prendimi con le tue ali
prendimi con il tuo azzurro
nella frescura del tuo cuore
Prendimi, che non riveda
gli scogli e la morte
fa' dell'onda un sogno
e del tuo silenzio un faro
Fatti stella e cielo
diventa una strada nuova
che non vada in solitudine
che non cammini solo
Opprimente è la solitudine
amari gli scogli
e mi rattrista il mare
che mi ha offuscato gli occhi
Di scoglio in scoglio il mio dolore
lo misuro e provo pena
e questo è il mio cruccio
quando madre ti rivedrò
Prendimi mare amaro
prendimi con le tue ali
prendimi con il tuo azzurro
nella frescura del tuo cuore
Prendimi, che non riveda
gli scogli e la morte
fa' dell'onda un sogno
e del tuo silenzio un faro
Fatti stella e cielo
diventa una strada nuova
che non vada in solitudine
che non cammini solo
envoyé par Gian Piero Testa - 17/7/2014 - 19:33
Langue: polonais
Versione polacca (cantabile!) di Maciej Froński
Da questa pagina
Da questa pagina
MEJ TĘSKNOTY LICZĘ SKAŁY...
Samotność wielki ciężar ma,
Goryczą skały stoją,
A żal jak morze we mnie łka,
Zalewa duszę moją.
Mej tęsknoty liczę skały,
W bólu lepsze to od słów,
Mój niepokój jest w tym cały:
Czy cię, mamo, ujrzę znów?
O, gorzkie morze, weź mnie, weź,
Na mokrych skrzydłach ponieś,
W swój błękit wprowadź, wciągnij, gdzieś
W swym chłodnym umieść łonie.
Niech widok skał nie męczy mnie,
Do śmierci nie kołysze,
Więc rozpuść fale swe we śnie,
Latarnią uczyń ciszę.
Mym rozgwieżdżonym niebem bądź
I moją nową drogą,
Bym miał w nią kogo zabrać bądź
Odezwać się do kogo.
Samotność wielki ciężar ma,
Goryczą skały stoją,
A żal jak morze we mnie łka,
Zalewa duszę moją.
Mej tęsknoty liczę skały,
W bólu lepsze to od słów,
Mój niepokój jest w tym cały:
Czy cię, mamo, ujrzę znów?
O, gorzkie morze, weź mnie, weź,
Na mokrych skrzydłach ponieś,
W swój błękit wprowadź, wciągnij, gdzieś
W swym chłodnym umieść łonie.
Niech widok skał nie męczy mnie,
Do śmierci nie kołysze,
Więc rozpuść fale swe we śnie,
Latarnią uczyń ciszę.
Mym rozgwieżdżonym niebem bądź
I moją nową drogą,
Bym miał w nią kogo zabrać bądź
Odezwać się do kogo.
envoyé par Krzysiek Wrona - 30/12/2014 - 14:56
Approfittandone per rimettere in ordine sia questa pagina sia l' "antico errore" su Πήρα τους δρόμους τ’ ουρανού, chiederei gentilmente a GPT (e a chiunque) tre piccole cose che potrebbero facilitare un po' il lavoro.
La prima: quella di non citare le canzoni col link diretto. Per rimandare al titolo basta inserire il codice della canzone che si vede nella URL tra doppie parentesi quadre: [[ codicecanzone ]]. Nella URL chiunque lo può vedere nella parte del tipo "lang=it&id=47694" (47694 è ad esempio il codice di questa pagina).
La seconda è quella di citare i titoli delle canzoni greche in alfabeto greco, e non in trascrizione.
La terza e ultima è quella di fare un po' di attenzione alle interlinee tra strofe e tra paragrafi. Soffro notoriamente di vertigini, a volte vedo dei baratri tra le strofe simili al Ginnungagap della Völuspá, e ho una paura tremenda di cascarci dentro.
Grazie!!
La prima: quella di non citare le canzoni col link diretto. Per rimandare al titolo basta inserire il codice della canzone che si vede nella URL tra doppie parentesi quadre: [[ codicecanzone ]]. Nella URL chiunque lo può vedere nella parte del tipo "lang=it&id=47694" (47694 è ad esempio il codice di questa pagina).
La seconda è quella di citare i titoli delle canzoni greche in alfabeto greco, e non in trascrizione.
La terza e ultima è quella di fare un po' di attenzione alle interlinee tra strofe e tra paragrafi. Soffro notoriamente di vertigini, a volte vedo dei baratri tra le strofe simili al Ginnungagap della Völuspá, e ho una paura tremenda di cascarci dentro.
Grazie!!
Riccardo Venturi - 18/7/2014 - 05:21
Ho capito che ti ho fatto passare una nottataccia. Pardon.
(Gian Piero Testa)
(Gian Piero Testa)
Nessuna nottataccia, anzi proprio una bella nottata col fresco e il gatto Nicco che girava. Certo, ora c'è da rifare parecchia roba con Mauthausen... (RV)
Miaooooo da Viola
la nuova coinquilina dell'amministratrice strega
la nuova coinquilina dell'amministratrice strega
Viola e adriana - 18/7/2014 - 11:30
No, mi sa che quello non è il vero Nicco di Riccardo, che la foto risale al 2011...
(ora basta però... a Gaza stanno massacrando la gente e io sono qui che posto foto di gatti...)
(ora basta però... a Gaza stanno massacrando la gente e io sono qui che posto foto di gatti...)
B.B. - 18/7/2014 - 11:54
Questo è il Nicco Gatto "doc", fotografato pochi giorni fa:
Quanto al resto, ben vengano tutti i gatti che si vuole; "stay cat" è uno dei modi principali che conosco per "stay human".
Tra le altre cose, proprio in queste ore sto occupandomi del famoso poeta greco Nikos Gatsos, e direi che dev'essere quasi parente di Nicco Gatto!
Colgo l'occasione per ricordare che il vero e completo nome di Nicco è "Sua Maestà Niccolò Machiavelli"; ma è noto anche sotto il sorprendente soprannome di "El Perro".
Quanto al resto, ben vengano tutti i gatti che si vuole; "stay cat" è uno dei modi principali che conosco per "stay human".
Tra le altre cose, proprio in queste ore sto occupandomi del famoso poeta greco Nikos Gatsos, e direi che dev'essere quasi parente di Nicco Gatto!
Colgo l'occasione per ricordare che il vero e completo nome di Nicco è "Sua Maestà Niccolò Machiavelli"; ma è noto anche sotto il sorprendente soprannome di "El Perro".
Riccardo Venturi - 19/7/2014 - 12:11
×
[1961]
Στίχοι: Δημήτρης Χριστοδούλου
Μουσική: Μίκης Θεοδωράκης
Πρώτη έκτελεση: Γρηγόρης Μπιθικώτσης
Δίσκος: "Πολιτεία"
1961
Testo di Dimitris Christodoulou
Musica di Mikis Theodorakis
Prima esecuzione di Grigoris Bithikotsis
Disco: ""Πολιτεία" ("Città")
Colmo una lacuna. Questa vecchia e non mai dimenticata canzone greca, quando uscì tra iol 1960 e il 1961 con le altre del disco intitolato "Città" (Politia), intendeva probabilmente richiamare, tra le comuni situazioni e i comuni sentimenti di chi stentava la vita nei quartieri popolari delle città, anche il caso non certo infrequente di chi doveva imbarcarsi per trasferire in un paese straniero le sue chance di sopravvivenza. La canzone, sia nel testo sia nella musica, è infatti focalizzata sullo stato d'animo di chi è partito ma ancora non è arrivato: di chi cioè sta arrancando sul mare senza essere marinaio.
I tre autori del disco, Mikis Theodorakis, il musicista, e i due poeti Tasos Livaditis e Dimitris Christodoulos, avevano tutti e tre esperienze di questo genere, non dovute però alla classica emigrazione che oggi è venuto di moda chiamare "economica", ma ai viaggi verso la prigionia nei campi di concentramento posti nelle isole aride ("Τα ξερόνησα": Yaros, Makronissos, Leros, Limnos ecc. ecc.) dell'Egeo, o, come nel caso di Christodoulos, autore dei versi di questa canzone, addirittura nell'Africa Settentrionale (in quel famigerato campo di El Daba istituito dagli Inglesi nel deserto per rinchiudervi i partigiani greci non disposti a ricadere sotto la monarchia e sotto il bastone fascista).
E' probabilmente per questo cupo sentimento di incertezza del destino, ma anche di...disperata speranza, per cui fosche lenti s'interpongono tra l'occhio del migrante e un mare mediterraneo costellato di isole e isolotti, che, solo pochi anni dopo, altri confinati, chi novizio e chi veterano, si sarebbero trovati a canticchiare Βράχο βράχο quasi per un automatismo, mentre erano trasbordati verso qualche isola di sassi e di filo spinato sui battelli noleggiati dalla polizia della Giunta. Parecchi detenuti politici degli anni 1967- 1974 assicurano che questa cosa a loro successe.
Così, non sembra facile attribuire a un preciso campo tematico questa dolente canzone. Nata quasi di certo per "documentare" la ripresa del flusso migratorio dal paese miserabile e devastato nel secondo dopoguerra, la canzone può annoverarsi anche tra quelle in un certo modo "politiche". Il parallelo tra migrazione e confino - dettato da differenti costrizioni, ma pur sempre costrizioni - si offre ancor oggi a semplici ma non banali riflessioni, utili a vincere l'indifferenza diffusa e l'ottuso luogo comune.
All'avvio degli anni Sessanta, Mikis aveva ben chiaro il proprio compito artistico, che - molto sinteticamente - consisteva nell'innestare vecchi e nuovi filoni poetici su quelli musicali scaturiti e stratificatisi in varie forme dal e nel ventre del suo popolo tormentato. Come già sappiamo, la realizzazione procedette spedita, dal primo esperimento di Ἐπιτάφιος sino all'opera regina del periodo antecedente la Giunta: Τò Ἄξιόν Ἐστι. Πολιτεία è il terzo disco di Mikis: l'aveva preceduto Αρχιπέλαγος, che, con la stessa attenzione di Πολιτεία per le esistenze e i sentimenti degli umili, li aveva in quel caso ricercati nell'altra faccia della Grecia, quella rivolta al mare.
Nel nostro sito, due brani di Πολιτεία sono già presenti, e approfitto dell'occasione per ricordarli: Δραπετσώνα e Μετανάστης ("Emigrante"). Di Livaditis abbiamo i testi di Τα Λυρικά , Πήρα τους δρόμους τ’ ουρανού e Φυσάει. Di Christodoulou, quelli di Τον πόλεμο τον κάνουνε , Έχει ο Χάρος σκαλωσιές, Τα τραγούδια του δρόμου, Θα αφήσω τη μανούλα μου, En Méditerranée (traduzione in greco da Moustaki)), Δεν είναι e Κουράστηκα να σε κρατώ.
Βράχο βράχο era cantata da Grigoris Bithikotsis; ma al disco parteciparono anche Stelios Kazantzidis e Marinella. Ho aggiunto anche il link all'interpretazione che ne fece "Stellakis", che fu indiscutibilmente la voce più amata dai Greci dell'emigrazione. (gpt)