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Stefano "Cisco" Bellotti
Language: Italian


Stefano "Cisco" Bellotti

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da "La lunga notte" (2006)


All'indomani degli attentati di Madrid dell'undici marzo 2004, Luis Sepulveda scrisse un articolo di grande dolore e impegno civile, su tutto quello che stava accadendo nel mondo.
Quello sfogo ora è una canzone.
(Cisco)



L'articolo di Sepulveda, e di conseguenza la canzone di Cisco, cita nelle prime parole la celebre poesia di Pablo Neruda Explico algunas cosas.
Venite a vedere il sangue in strada a Madrid
Erano tanti, gente comune
La pura e semplice umanità
Che cominciava un altro giorno qualunque
Giorni di sogni di lavoro e speranze
Senza sapere che la volontà assassina di qualche mercante
Avesse deciso che finisse là
Avesse deciso che doveva finir là

Venite a vedere il sangue in strada a Madrid
Assassini controllate
Che se pur forte ci avete colpiti
Di sicuro non otterete guadagno

Venite a vedere i libri e gli appunti
le cose rimaste sparse tra il sangue
venite a vedere il giorno di dolore
di questo paese che ha cercato la pace
di questo paese che vuole la pace

Venite a vedere il sangue in strada a Madrid
E la sua gente che si è data da fare
Con gli aiuti pronti a lavorare
Stretti forte in un abbraccio comune

Scrivo queste righe piene di dolore
Mentre ascolto alla televisione
E penso alle aule nelle scuole vuote
alle famiglie perse nel terrore
le loro case piene di dolore

Venite a vedere il sangue in strada a Bagdad
tra le macerie ignorate dal mondo
che con la follia dei suoi governatnti
è solo riuscito a portare l'orrore

Venite a vedere le pozze di sangue
inginocchiatevi e bagnate le mani
e con questo gesto carico di dolore
scrivete sui muri che vogliamo la pace
andate scrivete la parola Pace.

2006/9/8 - 13:29




Language: Spanish

L'articolo di Sepulveda (in spagnolo)

VENID A VER LA SANGRE POR LAS CALLES

Venid a ver la sangre por las calles de Madrid. Eran mujeres, hombres, niños, ancianos, la simple y pura humanidad que comenzaba un día más, un día de trabajo, de sueños, de esperanzas, sin saber que la voluntad asesina de unos miserables había decido que fuera el último.

Venid a ver la sangre por las calles de Madrid, esa ciudad amada a la que llegan todos y todos son bienvenidos. Venid a ver los apuntes, los libros, las herramientas esparcidas entre los restos de la masacre. Venid a ver un día muerto y el dolor de una sociedad que ha clamado mil veces por su derecho de vivir en paz. Escribo estas líneas mientras escucho los informativos y sólo puedo pensar en la tristeza de las aulas, en la tristeza de las mesas, de los hogares a los que ya no regresarán esos cientos de ciudadanas y ciudadanos, de hermanas y hermanos cuyas vidas fueron segadas en un miserable acto de odio, porque el único afán del terrorismo es el odio a la humanidad, porque no hay causa que pueda justificar el asesinato colectivo, porque no existe idea que avale un genocidio, porque no existe justificación alguna frente a la barbarie.

Venid a ver la sangre por las calles de Madrid, asesinos, y comprobad que si bien es cierto que nos habéis sumido en el dolor, también lo es que con este crimen incalificable una vez más no habéis conseguido nada. El valor de los madrileños que de inmediato se volcaron a socorrer a los heridos, a donar sangre, a facilitar el trabajo de las fuerzas de seguridad y salvamento, fue la inmediata respuesta moral de una ciudad fraterna , de una ciudadanía responsable y solidaria.

Mientras escribo estas líneas sé que los asesinos están en sus guaridas, en sus últimos nauseabundos escondites porque no habrá lugar sobre o bajo la tierra donde puedan ocultarse y escapar al castigo de una sociedad herida. Sé que miran la televisión, escuchan la radio, leerán la prensa para medir los alcances de su cobardía, el infame balance de un acto que repugna y sólo ha encontrado la condena de toda la humanidad.
Venid a ver la sangre por las calles de Madrid, venid a ver un día inconcluso, venid a ver el dolor que desconcierta, a sentir como el aire de un invierno en retirada lleva el ¿por qué? por los amorosos parques, fábricas, museos, universidades y calles de una ciudad cuya única forma de ser es y será siempre la hospitalidad.

Asesinos; vuestra zarpa de odio nos ha causado una herida que no cicatrizará jamás, pero somos más fuertes que vosotros, somos mejores que vosotros, y el horror no interrumpirá ni doblegará esa normalidad cívica, ciudadana, democrática, que es nuestro más preciado bien y el mejor de nuestros derechos.
Venid a ver la sangre por las calles de Madrid y la fuerza de los madrileños. El dolor y la indignación nos une y nos hace más fuertes, el cariño y la solidaridad con las familias de las víctimas es justamente lo que nos diferencia de los asesinos.
Venid a ver la sangre por las calles de Madrid , también el cinismo de los que intentan lucrar con el dolor de todos, de los que manipulan las lágrimas y la desesperanza, de los que no ven huérfanos, viudas, seres atrozmente mutilados sino votos. Venid a ver la sangre por las calles de Madrid, de esta ciudad que gritó PAZ de forma unánime, y su grito fue ignorado por un miserable sirviente del imperialismo norteamericano, por un lacayo del señor de la guerra que pretende gobernar el mundo, y sólo consiguió traer el horror a Madrid, a España, a Europa.

Venid a ver la sangre por las calles de Madrid, el sereno trabajo de los médicos y enfermeras, el gesto triste de los gobernantes solidarios, y también la sonrisa infame de un bufón italiano, el único en el mundo que secundó a Aznar con sus mentiras.

Venid a ver la sangre por las calles de Madrid, moja tus manos en ella, y escribe PAZ en todos los muros de la tierra.

2006/9/8 - 13:45




Language: Italian

L'articolo di Sepulveda (traduzione italiana)

VENITE A VEDERE IL SANGUE PER LE STRADE

Venite a vedere il sangue per le strade di Madrid. Erano donne, uomini, bambini, anziani, la semplice e pura umanità che cominciava un altro giorno, un giorno di lavoro, di sogni, di speranze, senza sapere che la volontà assassina di qualche miserabile aveva deciso che fosse l'ultimo.
Venite a vedere il sangue per le strade di Madrid, questa città amata in cui tutti arrivano e tutti sono benvenuti.

Venite a vedere gli appunti, i libri, le cose sparse fra i resti del massacro. Venite a vedere un giorno morto e il dolore di una società che ha gridato mille volte il suo diritto di vivere in pace. Scrivo queste righe mentre ascolto i notiziari e posso solo pensare alla tristezza delle aule, delle tavole, delle case a cui non ritorneranno più quelle centinaia di cittadini, di fratelli e sorelle le cui vite sono state stroncate in un miserabile atto di odio, perché l'unico obiettivo del terrorismo è l'odio contro l'umanità, perché non c'è causa che possa giustificare l'assassinio collettivo, perché non esiste idea che valga un genocidio, perché non esiste giustificazione alcuna di fronte alla barbarie.

Venite a vedere il sangue per le strade di Madrid, assassini, e verificate che sebbene è certo che ci avete sprofondato nel dolore, lo è altrettanto che con questo crimine inqualificabile una volta di più non avete conseguito nulla. Il valore dei madrileni che immediatamente si sono riversati a soccorrere i feriti, a donare il sangue, a facilitare il lavoro delle forze di sicurezza e di salvataggio, è stata l'immediata risposta morale di una città fraterna, di una cittadinanza responsabile e solidale.

Mentre scrivo queste righe so che gli assassini stanno nelle loro tane, nei loro ultimi nauseabondi nascondigli perché non ci sarà luogo sulla o dentro la terra dove possano nascondersi e sfuggire al castigo di una società ferita. So che guardano la televisione, ascoltano la radio, leggono i giornali per misurare i risultati della loro codardia, l'infame bilancio di un atto che ripugna e che ha trovato solo la condanna dell'umanità intera.

Venite a vedere il sangue per le strade di Madrid, venite a vedere il giorno inconcluso, venite a vedere il dolore che lascia allibiti, a sentire come l'aria di un inverno che si ritira porta il «perché?» per i parchi amorosi, le fabbriche, i musei, le università e le strade di una città il cui unico modo di essere è e sarà sempre l'ospitalità. Assassini; la vostra zampata d'odio ci ha causato una ferita che non si chiuderà mai, però siamo più forti di voi, siamo meglio di voi, e l'orrore non interromperà né piegherà quella normalità civica, cittadina, democratica che è il nostro bene più prezioso e il migliore dei nostri diritti.

Venite a vedere il sangue per le strade di Madrid, anche il cinismo di quelli che hanno provato a lucrare sul dolore di tutti, di quelli che manipolano le lacrime e la disperazione, di quelli che non vedono orfani, vedove, esseri mutilati ma solo voti.

Venite a vedere il sangue per le strade di Madrid, di questa città che ha gridato «pace» con voce unanime, e il suo grido è stato ignorato da un servo dell'imperialismo nordamericano, da un lacché del signore della guerra che pretende di governare il mondo, ed è solo riuscito a portare l'orrore in Europa.

Venite a vedere il sangue per le strade di Madrid, il lavoro sereno di medici e infermiere, il gesto triste dei governanti solitari, e anche il sorriso infame di un buffone italiano, l'unico al mondo ad assecondare Aznar con le sue menzogne.

Venite a vedere il sangue per le strade di Madrid, bagnateci le vostre mani e scrivete «pace» su tutti i muri della terra.

2006/9/8 - 13:51




Language: Spanish

Articolo originale, tratto da questo sito ha delle differenze con il testo pubblicato qui
VENID A VER LA SANGRE POR LAS CALLES



Venid a ver la sangre por las calles de Madrid. Eran mujeres, hombres, niños, ancianos, la simple y pura humanidad que comenzaba un día más, un día de trabajo, de sueños, de esperanzas, sin saber que la voluntad asesina de unos miserables había decidido que fuera el último.

Venid a ver la sangre por las calles de Madrid, esa ciudad amada a la que llegan todos y todos son bienvenidos. Venid a ver los apuntes, los libros, las herramientas esparcidas entre los restos de la masacre. Venid a ver un día muerto y el dolor de una sociedad que ha clamado mil veces por su derecho de vivir en paz.

Escribo estas líneas mientras escucho los informativos y sólo puedo pensar en la tristeza de las aulas, en la tristeza de las mesas, de los hogares a los que ya no regresarán esos cientos de ciudadanas y ciudadanos, de hermanas y hermanos cuyas vidas fueron segadas en un miserable acto de odio, porque el único afán del terrorismo es el odio a la humanidad, porque no hay causa que pueda justificar el asesinato colectivo, porque no existe idea que avale un genocidio, porque no existe justificación alguna frente a la barbarie.

Venid a ver la sangre por las calles de Madrid, asesinos, y comprobad que si bien es cierto que nos habéis sumido en el dolor, también lo es que con este crimen incalificable una vez más no habéis conseguido nada. El valor de los madrileños que de inmediato se volcaron a socorrer a los heridos, a donar sangre, a facilitar el trabajo de las fuerzas de seguridad y salvamento, fue la inmediata respuesta moral de una ciudad fraterna , de una ciudadanía responsable y solidaria.

Mientras escribo estas líneas sé que los asesinos están en sus guaridas, en sus últimos nauseabundos escondites porque no habrá lugar sobre o bajo la tierra donde puedan ocultarse y escapar al castigo de una sociedad herida. Sé que miran la televisión, escuchan la radio, leerán la prensa para medir los alcances de su cobardía, el infame balance de un acto que repugna y sólo ha encontrado la condena de toda la humanidad.

Venid a ver la sangre por las calles de Madrid, venid a ver un día inconcluso, venid a ver el dolor que desconcierta, a sentir como el aire de un invierno en retirada lleva el ¿por qué? por los amorosos parques, fábricas, museos, universidades y calles de una ciudad cuya única forma de ser es y será siempre la hospitalidad.

Asesinos; vuestra zarpa de odio nos ha causado una herida que no cicatrizará jamás, pero somos más fuertes que vosotros, somos mejores que vosotros, y el horror no interrumpirá ni doblegará esa normalidad cívica, ciudadana, democrática, que es nuestro más preciado bien y el mejor de nuestros derechos.

Venid a ver la sangre por las calles de Madrid y la fuerza de los madrileños. El dolor y la indignación nos une y nos hace más fuertes, el cariño y la solidaridad con las familias de las víctimas es justamente lo que nos diferencia de los asesinos.

Venid a ver la sangre por las calles de Madrid hoy que es 11 Marzo, el día del dolor y del abrazo, el día en que los fanáticos de lo injustificable atentaron por última vez, pero también el día en que la barbarie firmó su propia condena definitiva. Con todo el peso de la Ley y la Razón: ¡A por ellos!

Marzo de 2004

Contributed by Marco - 2006/9/17 - 17:22


non so che dire


(marina zanin)

Cara Marina, nell'attesa che tu sappia cosa dire, ti ricordiamo che questo è un sito "sms-free". Quindi, niente "k". Grazie! [RV]

2007/3/19 - 12:43




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