Langue   

Bring Them Home (Bring Back Our Girls)

Kaliné
Langue: anglais


Liste des versions


Peut vous intéresser aussi...

Candyman
(Siouxsie and the Banshees)
A solo un metro
(Luca Bussoletti)
Natalia
(Enzo Jannacci)


Ha aderito con una foto anche Malala Yousazfai, giovanissima studentessa candidata al premio Nobel, attivista pakistana per il diritto allo studio delle donne nel suo Paese, precisamente nella città di Mingora dove i talebani vietano l’accesso all’istruzione alle donne.
Ha aderito con una foto anche Malala Yousazfai, giovanissima studentessa candidata al premio Nobel, attivista pakistana per il diritto allo studio delle donne nel suo Paese, precisamente nella città di Mingora dove i talebani vietano l’accesso all’istruzione alle donne.



LA REPUBBLICA
Nigeria, rapite studentesse nel nord-est. Sospetti su Boko Haram

Nella serata di lunedì un commando ha attaccato la scuola secondaria di Chibok. Incertezza sul numero di ragazze nelle mani dei rapitori, "numerose" secondo un funzionario, un centinaio per la polizia. Ma la Bbc arriva a calcolarne 200. Avrebbero dovuto sostenere un esame importante. I soldati non sono riusciti a proteggerle
15 aprile 2014

MAIDUGURI (Nigeria) - Uomini armati hanno attaccato una scuola secondaria a Chibok, nello stato del Borno, nord-est della Nigeria, saccheggiando diverse abitazioni dell'area circostante, incendiando le case e portandosi via "numerose" studentesse caricandole a bordo dei loro veicoli. E' accaduto nella serata di lunedì e ne ha dato notizia stamani Emmanuel Sam, responsabile dell'istruzione della città di Chibok. Successivamente la polizia ha riferito di un centinaio di ragazze rapite. Secondo la Bbc, che cita alcuni genitori delle adolescenti, nelle mani del commando sono finite almeno 200 studentesse. Gli uomini armati, prosegue la tv britannica, le hanno costrette a salire su quattro camion e solo poche di loro sono riuscite a fuggire. Sospettati del rapimento gli estremisti islamici di Boko Haram, già accusati delle bombe che ieri hanno ucciso oltre 70 persone ad Abuja.Coperti da anonimato, alcuni abitanti di Chibok hanno raccontato che le ragazze rapite questa settimana erano attese da un esame annuale che dà accesso a un diploma comune a molti paesi dell'Africa anglofona, il Waec. Un testimone ha detto di aver visto arrivare il commando a bordo di un camion e delle moto, "si sono diretti verso la scuola". Tra l'altro, a Chibo erano stati dispiegati soldati proprio con il compito di proteggere le scuole durante lo svolgimento dell'esame, ma "gli uomini armati li hanno dominati e si sono presi le ragazze". Boko Haram, nome la cui traduzione dalla lingua haoussa è ormai tristemente famosa (l'istruzione occidentale è peccato), ha spesso preso di mira le scuole nel corso di una insurrezione che conta ormai miglia di morti dal 2009. In un precedente attacco portato nel Borno, gli assalitori di Boko Haram avevano circondato un'altra scuola femminile, obbligando le liceali a uscire e ordinando loro di far immediatamente ritorno nei loro villaggi.


AFRICA EXPRESS
Boko Haram rivendica il sequestro delle 276 studentesse in Nigeria: “Le venderemo

5 maggio 2014

La setta terrorista islamica estremista ha rivendicato il sequestro delle studentesse rapite a Chibok, nello Stato del Borno nel nord-est della Nigeria. In un video, inviato all’agenzia France Presse, Abubakar Shekau, leader del gruppo terrorista, rivendica il sequestro di duecentosettansei ragazze. “Venderò duecentoventitre di loro come schiave – ha detto il leader terrorista –  perché l’educazione occidentale deve cessare. Le donne devono essere mogli e basta. Non devono essere istruite”.Negli ultimi giorni era circolata voce che molte di loro si trovassero già nel Ciad e nel Camerun; le più grandi sarebbero state costrette a sposare i loro sequestratori. Appena possibile, seguiranno nuovi aggiornamenti.


La petizione lanciata su Change.org perchè il presidente della Nigeria faccia tutto ciò che è in suo potere per trovarle e riportarle in libertà è stata firmata da quasi 300.000 persone. In rete l’hashtag #bringbackourgirls si diffonde a macchia d’olio e sono in molte le donne, le attiviste, le artiste, che hanno voluto aderire alla campagna.
Ora so che il rapimento è un gesto particolarmente spregevole, perché oltre a privare della libertà ed esercitare violenza su delle ragazze lo fa per negare loro il diritto all'istruzione, spero che questo movimento globale serva a liberarle, ma so anche che tutta questa attenzione potrebbe portare ad una nuova missione "civilizzatrice" dell'occidente.
Empty beds
empty hearts
we are trying so hard
not to fall apart
Every soul's where we begin
when the words of our lies
We come in peace hand in hand
And we ask back your lifes and we try to understand
...or pain inside
Whom till we have a girl and see them smile

Bring Them Home, back home
bring them home, back home
bring them home,
because home is where they belong
Bring the girls back

Bring them home, we won't rest
and we won't sleep
We keep living, living in this belief
we hope, and we pray
That our girls won't be... more than the day today

Bring Them Home, back home
bring them home, back home
bring them home,
because home is where they belong
Bring the girls back

Bring them home,
we want them home now
we won't give up the time is enough, is enough, is enough
We need them now
don't let....

envoyé par Donquijote82 - 9/5/2014 - 21:37


Everytime I listened to the song,it reminds me of the fact humans like me are in the claws of violence and I pray they return safely.

Sarah Kuponiyi - 18/7/2014 - 15:39


Nigeria, liberate oltre 80 studentesse rapite da Boko Haram
Secondo i media locali, il rilascio è avvenuto al termine di un negoziato tra i miliziani e il governo federale in cui sarebbe stato concordato uno scambio con alcuni militanti dell'organizzazione arrestati nei mesi scorsi. Oltre cento delle 276 ragazze rapite a Chibok nell'aprile del 2014 restano ancora in mano ai terroristi

06 maggio 2017

Sono state rilasciate dopo tre anni 82 delle 276 studentesse rapite in Nigeria dal gruppo qaedista di Boko Haram nel 2014. La notizia è stata confermata da fonti ufficiali. Secondo alcuni media locali il numero delle giovani liberate non sarebbe superiore a 50. Il rilascio è avvenuto in una località vicina al confine con il Camerun e sarebbe il frutto di un lungo negoziato tra il governo federale e i miliziani. Le studentesse erano state rapite da una scuola di Chibok, nel nord del Paese, nell'aprile di tre anni fa. In attesa di essere trasportate nella capitale in aereo, le ragazze si trovano al momento a Banki, nello stato di Borno, roccaforte delle milizie integraliste.

Sul numero delle studentesse rapite c'è sempre stata un po' di incertezza. Secondo un riepilogo fatto dall'agenzia Agi, delle 276 ragazze rapite, 57 riuscirono a scappare poche ore dopo il sequestro ma le rimanenti 219 rimasero ostaggio degli islamisti. A maggio di un anno fa era stata ritrovata Amina Ali: l'esercito l'aveva scovata mentre vagava nella foresta con la bimba avuta durante la prigionia. Altre 21 studentesse erano state invece rilasciate, pare in seguito a uno scambio di prigionieri con 4 guerriglieri di Boko Haram e con la mediazione della Croce rossa internazionale, nell'ottobre scorso. Altre 3 vennero trovate in seguito portando a 195 quelle ancora nelle mani di Boko Haram, scese ora a 113. Anche in quest'ultimo caso il rilascio sarebbe avvenuto con uno scambio di prigionieri.

Per la liberazione delle studentesse di Chibok era nato all'indomani del rapimento un movimento mondiale sotto l'hashtag #bringbackourgirls. Di recente, una di loro che era riuscita a fuggire ai rapitori aveva raccontato in un'intervista a Repubblica il dramma di quell'esperienza.

Le ragazze, riferisce il sito Sahara Report, si trovano al momento nella città di Banki sempre nello stato nord-orientale di Borno. Saranno trasferite in un luogo sicuro e interrogate dalla polizia prima di essere riconsegnate alle loro famiglie. La maggioranza delle ragazze rapite erano cristiane (la Nigeria è sostanzialmente spaccata in due dal punto di vista religioso, al nord vivono i musulmani e a sud i cristiani), ma vennero costrette a convertirsi e spesso a sposare i loro carnefici.

Il governo di Lagos continua a condurre una guerra interna contro Boko Haram. Nei giorni scorsi si era sparsa la voce, rimasta senza conferme, che il capo della milizia islamista fosse rimasto ferito durante i bombardamenti su un villaggio ritenuto una base del movimento. Oggi invece fonti dei servizi Usa e e britannici hanno rilanciato un allarme affermando che i miliziani hanno avuto indicazioni dal loro leader di rapire cittadini stranieri.
repubblica.it

dq82 - 7/5/2017 - 18:25




Page principale CCG

indiquer les éventuelles erreurs dans les textes ou dans les commentaires antiwarsongs@gmail.com




hosted by inventati.org