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Alla faccia del padrone

Mè, Pék e Barba
Langue: italien


Mè, Pék e Barba

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[2009]
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Il ballo, la musica per marcare la differenza tra la povertà e la miseria più disperata, per urlare al mondo di essere vivi, di essere uomoni e non bestie da fatica. Alla faccia del padrone.
La strada coperta da salici e pioppi
Il cortile distante, campane, rintocchi
I carri ubriachi di fieno e fatica
Nei fossi le rane, punture d’ortica
Le facce arrossate, scavate, rubate,
nascoste dal cielo che veste di scuro la sera…

La casa maestosa, la torre, le stalle
Il portico vecchio che copre le spalle
Le porte lì aperte a voler ricordare
Un’identica sorte a cui sottostare
Le corse intricate di cani e bambini
Tra poco si mangia, restate vicini
Che dopo la musica riempie la testa
E le gambe son pronte per ricominciare ad andare..

Arriva l’orchestra e con se il suo rumore
Le donne che smaniano un mar di parole
E canta anche il gallo che sembra mattina
Ridammi il mio scialle che sei una bambina
Ma come lo sai che mi piace quel tale
Non bevo che dopo mi vien da sudare
Che dopo se capita facciamo un giro
A odorare la notte che dopo l’incanto d’un tratto diventa mattino..

Ma adesso,
Un valzer tirato che tutto si muove
Poi dopo una polka che brucia le suole
Un tango e si annusano amanti vicini
E i vecchi che ridono e tornan bambini
E poi il suonatore che vuole da bere
La polvere s’alza e gli secca il bicchiere
Io non mi ricordo più il pianto e il dolore
Lasciate nei campi fatica e sudore….
Io non mi ricordo più il pianto e il dolore
Lasciate nei campi la rabbia e il dovere

Alla faccia del padrone…
Alla faccia del padrone
Alla faccia del padrone

envoyé par DonQuijote82 - 4/5/2014 - 15:19




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