E già quasi mezzogiorno, ma
è buio, qui in città.
Verso il cielo di cemento
cresce un albero di gas.
Primavera:
ma il sole dove sta?
Dov'è nascosto,
e quando tornerà?
Ghetto di Varsavia.
Due di maggio del '43.
le SS stanno sempre in guardia:
sanno bene che
oggi è domenica,
domani è lunedì.
Sottoterra:
il sole è ancora lì.
Chiusi sotto le macerie,
stretti in una galleria,
siamo finalmente liberi.
E poi, sia come sia.
Armi in pugno,
ritorneremo su.
Questo è il tempo:
adesso, o mai più.
Qui, nel buio più profondo
che si sia visto mai,
le nostre facce splendono adesso di
tutta la luce del mondo.
Ghetto di Varsavia.
Due di maggio del '43.
Le SS stanno sempre in guardia:
sanno bene che
sottoterra
il sole è ancora lì.
è buio, qui in città.
Verso il cielo di cemento
cresce un albero di gas.
Primavera:
ma il sole dove sta?
Dov'è nascosto,
e quando tornerà?
Ghetto di Varsavia.
Due di maggio del '43.
le SS stanno sempre in guardia:
sanno bene che
oggi è domenica,
domani è lunedì.
Sottoterra:
il sole è ancora lì.
Chiusi sotto le macerie,
stretti in una galleria,
siamo finalmente liberi.
E poi, sia come sia.
Armi in pugno,
ritorneremo su.
Questo è il tempo:
adesso, o mai più.
Qui, nel buio più profondo
che si sia visto mai,
le nostre facce splendono adesso di
tutta la luce del mondo.
Ghetto di Varsavia.
Due di maggio del '43.
Le SS stanno sempre in guardia:
sanno bene che
sottoterra
il sole è ancora lì.
Contributed by Bernart Bartleby - 2014/3/23 - 14:13
×
Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.
[2013]
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.
“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.
Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della persecuzione razzista e del genocidio, i "subumani senza onore" dai quali le truppe di Hitler si attendevano solo viltà e sottomissione. Le undici canzoni del disco, scritte in occasione dell’anniversario, rievocano lo storico episodio da diverse angolature.
1. Canzone del tempo e della memoria
2. Canto dei sarti ebrei della Wehrmacht
3. Devarìm (dal Deuteronomio)
4. Umschlagplatz
5. Benvenuti nel ghetto (Cocktail Molotov)
6. Mordechai Anielewicz
7. Mein name ist Stroop, durch zwei ‘o’
8. Viene un giorno (da Malachia)
9. Il sole sottoterra
10.Es gibt
11.Invocazione
Il sole sottoterra si riferisce a una delle strategie che permisero agli ebrei del ghetto di resistere per settimane: la costruzione di una rete di passaggi e rifugi sotterranei attrezzatissimi, che solo a fatica le SS riuscirono a espugnare.