Era giugno e faceva un gran caldo
Almirante affamato sbuffava
Di mangiare a Bologna sperava
E al suo autista ordinò di frenar
Fermò al Motta di Cantagallo
Per pranzare e per fare benzina
Ma il gran caldo di quella mattina
Per un pezzo dovrà ricordar
Coi suoi bravi sedette era stanco
Poi si alzò per andare nel bagno
Ma lo vide un barista compagno
E la lotta improvvisa scattò
“C’è Almirante” si sparge la voce
è arrivato coi suoi camerati
e si aspettan di essere serviti
ma oggi in bianco dovranno restar
Basta un cenno e tutti i compagni
Dal self service ai distributori
“Per fascisti e fucilatori”
gli gridavan “qui posto non c’è.
Marzabotto è ancor troppo vicina
Faccia presto ad alzare le suole
Nelle fogne può dir quel che vuole
Ma a Bologna non deve parlar”.
Fu così che schiumante di rabbia
Se ne andò la squadraccia missina
Pancia vuota e senza benzina
Cantagallo dovette lasciar
Era giugno e sull'autostrada
ma che caldo che caldo faceva
Almirante affamato spingeva
nelle fogne a piedi tornò.
Ed adesso, com’è naturale,
“Il Carlino” offeso si lagna.
“Poc da fèr mo’ què a Bulagna
pr’i fasesta an’gn’è gnanc un panein. *
Almirante affamato sbuffava
Di mangiare a Bologna sperava
E al suo autista ordinò di frenar
Fermò al Motta di Cantagallo
Per pranzare e per fare benzina
Ma il gran caldo di quella mattina
Per un pezzo dovrà ricordar
Coi suoi bravi sedette era stanco
Poi si alzò per andare nel bagno
Ma lo vide un barista compagno
E la lotta improvvisa scattò
“C’è Almirante” si sparge la voce
è arrivato coi suoi camerati
e si aspettan di essere serviti
ma oggi in bianco dovranno restar
Basta un cenno e tutti i compagni
Dal self service ai distributori
“Per fascisti e fucilatori”
gli gridavan “qui posto non c’è.
Marzabotto è ancor troppo vicina
Faccia presto ad alzare le suole
Nelle fogne può dir quel che vuole
Ma a Bologna non deve parlar”.
Fu così che schiumante di rabbia
Se ne andò la squadraccia missina
Pancia vuota e senza benzina
Cantagallo dovette lasciar
Era giugno e sull'autostrada
ma che caldo che caldo faceva
Almirante affamato spingeva
nelle fogne a piedi tornò.
Ed adesso, com’è naturale,
“Il Carlino” offeso si lagna.
“Poc da fèr mo’ què a Bulagna
pr’i fasesta an’gn’è gnanc un panein. *
* (poco da fare, ma qui a Bologna,
per i fascisti non c’è nemmeno un panino)
per i fascisti non c’è nemmeno un panino)
envoyé par Adriana e Riccardo - 2/9/2006 - 12:29
Il sig. Willy avrà senz'altro notato che non ho inserito i suo i commenti (che poi consistevano in due articoli, di cui uno tratto da Wikipedia). Questo perché non li ritengo minimamente pertinenti. Detto in due parole: non mi interessano i contatti tra Berlinguer e Almirante (che tra l'altro si recò a omaggiare la sua salma nel giugno del 1984). Non c'è nessun bisogno di voler dimostrare alcunché. Nutro peraltro la più profonda disistima sia nei confronti di Berlinguer (quello dell' "Ombrello della NATO", vorrei ricordarlo), sia dell'intero Partito Comunista Italiano. Questa è una canzone che parla della reazione spontanea di un gruppo di lavoratori di una zona che, solo 27 anni prima (siamo nel 1971), aveva visto una strage nazifascista con 1800 morti. E il signor Giorgio Almirante stava "anema e core" nella "Repubblica Sociale" le cui milizie davano quasi sempre una discreta mano ai Kappler e ai Reder, quando non si occupavano da sole della bisogna. Poi, all'interno del sistema politico "democratico" italiano potrà avere avuto contatti palesi o segreti con Berlinguer, con il rag. Ugo Fantozzi, con Pippo, con Paperino e con Gesù morto in croce; nulla di cui stupirsi, né da una parte, né dall'altra. Ma non me ne importa assolutamente nulla. Saluti. [RV]
Riccardo Venturi - 5/9/2006 - 00:09
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Parole di Janna Carioli
musica di Emal
si veda anche Almirante al Cantagallo di Piero Nissim.
E Almirante dovette andare a fare il pieno da un’altra parte. Naturalmente quella insolita forma di protesta sollevò grande scandalo e conquistò i titoli dei giornali per diversi giorni. Il risultato fu anche che 16 lavoratori dell’Autogrill furono denunciati e occorreva trovare denaro per il processo. Il nostro contributo per raccogliere soldi, fu incidere un 45 giri al volo col racconto di quella giornata e regalarlo ai lavoratori dell’autostazione. Il disco venne venduto “sottobanco” dagli addetti ai distributori e dai baristi. Si sparse voce che esisteva questa canzone e parecchia gente andava al Cantagallo apposta per acquistarlo. I sedici lavoratori incriminati furono assolti due anni più tardi.
Janna Carioli è una storica cofondatrice del Canzoniere delle Lame di Bologna. La salutiamo con piacere assieme a Gianfranco Ginestri. Il testo è tratto dal suo sito.[RV]