Manche tanzen manchmal wohl ein Tänzchen
immer um den heißen Brei herum,
kleine Schweine mit dem Ringelschwänzchen,
Bullen mit erschrecklichem Gebrumm.
Freundlich schaun die Schwarzen und die Roten,
die sich früher feindlich oft bedrohten.
Jeder wartet, wer zuerst es wagt,
bis der eine zu dem andern sagt:
(Volles Orchester)
»Schließen wir nen kleinen Kompromiß!
Davon hat man keine Kümmernis.
Einerseits – und andrerseits –
so ein Ding hat manchen Reiz ...
Sein Erfolg in Deutschland ist gewiß:
Schließen wir nen kleinen Kompromiß!«
Seit November klingt nun dies Gavottchen.
Früher tanzte man die Carmagnole.
Doch Germania, das Erzkokottchen,
wünscht, dass diesen Tanz der Teufel hol.
Rechts wird ganz wie früher lang gefackelt,
links kommt Papa Ebert angewackelt.
Wasch den Pelz, doch mache mich nicht naß!
Und man sagt: »Du, Ebert, weißt du was:
Schließen wir nen kleinen Kompromiß!
Davon hat man keine Kümmernis.
Einerseits – und andrerseits –
so ein Ding hat manchen Reiz ...
Sein Erfolg in Deutschland ist gewiß:
Schließen wir nen kleinen Kompromiß!«
Seit November tanzt man Menuettchen,
wo man schlagen, brennen, stürzen sollt.
Heiter liegt der Bürger in dem Bettchen,
die Regierung säuselt gar zu hold.
Sind die alten Herrn auch rot bebändert,
deshalb hat sich nichts bei uns geändert.
Kommts, dass Ebert hin nach Holland geht,
spricht er dort zu einer Majestät:
»Schließen wir nen kleinen Kompromiß!
Davon hat man keine Kümmernis.
Einerseits – und andrerseits –
So ein Ding hat manchen Reiz ... «
Und durch Deutschland geht ein tiefer Riß.
Dafür gibt es keinen Kompromiß!
immer um den heißen Brei herum,
kleine Schweine mit dem Ringelschwänzchen,
Bullen mit erschrecklichem Gebrumm.
Freundlich schaun die Schwarzen und die Roten,
die sich früher feindlich oft bedrohten.
Jeder wartet, wer zuerst es wagt,
bis der eine zu dem andern sagt:
(Volles Orchester)
»Schließen wir nen kleinen Kompromiß!
Davon hat man keine Kümmernis.
Einerseits – und andrerseits –
so ein Ding hat manchen Reiz ...
Sein Erfolg in Deutschland ist gewiß:
Schließen wir nen kleinen Kompromiß!«
Seit November klingt nun dies Gavottchen.
Früher tanzte man die Carmagnole.
Doch Germania, das Erzkokottchen,
wünscht, dass diesen Tanz der Teufel hol.
Rechts wird ganz wie früher lang gefackelt,
links kommt Papa Ebert angewackelt.
Wasch den Pelz, doch mache mich nicht naß!
Und man sagt: »Du, Ebert, weißt du was:
Schließen wir nen kleinen Kompromiß!
Davon hat man keine Kümmernis.
Einerseits – und andrerseits –
so ein Ding hat manchen Reiz ...
Sein Erfolg in Deutschland ist gewiß:
Schließen wir nen kleinen Kompromiß!«
Seit November tanzt man Menuettchen,
wo man schlagen, brennen, stürzen sollt.
Heiter liegt der Bürger in dem Bettchen,
die Regierung säuselt gar zu hold.
Sind die alten Herrn auch rot bebändert,
deshalb hat sich nichts bei uns geändert.
Kommts, dass Ebert hin nach Holland geht,
spricht er dort zu einer Majestät:
»Schließen wir nen kleinen Kompromiß!
Davon hat man keine Kümmernis.
Einerseits – und andrerseits –
So ein Ding hat manchen Reiz ... «
Und durch Deutschland geht ein tiefer Riß.
Dafür gibt es keinen Kompromiß!
envoyé par Bernart Bartleby - 19/2/2014 - 11:25
Langue: italien
Versione italiana di Francesco Mazzocchi
LA CANZONE DEL COMPROMESSO
Alcuni a volte ballano un balletto
sempre girando alla larga,
piccoli maiali con la coda a ricciolo,
tori con spaventoso brontolio.
Pacifici guardano i neri e i rossi,
che spesso prima si minacciavano ostili.
Ognuno aspetta, chi osa per primo,
finché uno dice all’altro:
(orchestra piena)
«Concludiamo un piccolo compromesso!
Non c’è problema.
Da una parte – e dall’altra –
una cosa del genere ha qualche attrattiva...
il suo successo in Germania è sicuro:
Concludiamo un piccolo compromesso!»
Da novembre suona ora questa piccola gavotta.
Prima si ballava la Carmagnole. [1]
Ma Germania, la gran cocottina,
si augura che il diavolo si prenda questo ballo.
A destra si temporeggia a lungo proprio come prima,
a sinistra viene papà Ebert barcollando.
Lava il pelo, ma non bagnarmi! [2]
E si dice: «Tu, Ebert, sai cos’è:
Concludiamo un piccolo compromesso!
Non c’è problema.
Da una parte – e dall’altra –
una cosa del genere ha qualche attrattiva...
il suo successo in Germania è sicuro:
Concludiamo un piccolo compromesso!»
Da novembre si ballano piccoli minuetti,
dove si può picchiare, bruciare, abbattere.
Sereno giace il borghese nel lettino,
il regime infatti sussurra troppo dolcemente.
Anche i vecchi signori si sono fasciati di rosso,
perciò da noi niente è cambiato.
Succede che Ebert va in Olanda, [3]
là parla ad una maestà:
«Concludiamo un piccolo compromesso!
Non c’è problema.
Da una parte – e dall’altra –
una cosa del genere ha qualche attrattiva...»
E per la Germania corre una profonda spaccatura.
Perciò non c’è nessun compromesso!
Alcuni a volte ballano un balletto
sempre girando alla larga,
piccoli maiali con la coda a ricciolo,
tori con spaventoso brontolio.
Pacifici guardano i neri e i rossi,
che spesso prima si minacciavano ostili.
Ognuno aspetta, chi osa per primo,
finché uno dice all’altro:
(orchestra piena)
«Concludiamo un piccolo compromesso!
Non c’è problema.
Da una parte – e dall’altra –
una cosa del genere ha qualche attrattiva...
il suo successo in Germania è sicuro:
Concludiamo un piccolo compromesso!»
Da novembre suona ora questa piccola gavotta.
Prima si ballava la Carmagnole. [1]
Ma Germania, la gran cocottina,
si augura che il diavolo si prenda questo ballo.
A destra si temporeggia a lungo proprio come prima,
a sinistra viene papà Ebert barcollando.
Lava il pelo, ma non bagnarmi! [2]
E si dice: «Tu, Ebert, sai cos’è:
Concludiamo un piccolo compromesso!
Non c’è problema.
Da una parte – e dall’altra –
una cosa del genere ha qualche attrattiva...
il suo successo in Germania è sicuro:
Concludiamo un piccolo compromesso!»
Da novembre si ballano piccoli minuetti,
dove si può picchiare, bruciare, abbattere.
Sereno giace il borghese nel lettino,
il regime infatti sussurra troppo dolcemente.
Anche i vecchi signori si sono fasciati di rosso,
perciò da noi niente è cambiato.
Succede che Ebert va in Olanda, [3]
là parla ad una maestà:
«Concludiamo un piccolo compromesso!
Non c’è problema.
Da una parte – e dall’altra –
una cosa del genere ha qualche attrattiva...»
E per la Germania corre una profonda spaccatura.
Perciò non c’è nessun compromesso!
[1] famosa bellicosa canzone della Rivoluzione francese, dal ritornello «Dansons la carmagnole, / Vive le son du canon!»
[2] modo di dire equivalente al nostro: botte piena e moglie ubriaca
[3] dov’era fuggito l’ex imperatore Guglielmo
[2] modo di dire equivalente al nostro: botte piena e moglie ubriaca
[3] dov’era fuggito l’ex imperatore Guglielmo
envoyé par Francesco Mazzocchi - 7/2/2022 - 11:14
×
Versi di Kurt Tucholsky pubblicati su Die Weltbühne con lo pseudonimo Kaspar Hauser.
Musica di Hanns Eisler
Interpretata da Ernst Busch nel disco “Fromme Gesänge - He! Republik” del 1969 e in varie raccolte successive.
Come più tardi Feldfrüchte, uno dei frequenti attacchi satirici di Tucholsky contro i socialdemocratici tedeschi, primo fra tutti “Papa Ebert”, ossia Friedrich Ebert (1871-1925), leader dell’SPD nei primi anni 20, caloroso interventista nella Grande Guerra, poi mandante della feroce repressione delle rivolte spartachiste e popolari, per cui si avvalse dei servigi dei Freikorps (poi SA) e dei militari filo-monarchici. Morì nel 1925 sulla poltrona di presidente del Reich, riconsegnando la Germania ai monarchici, nella persona di Paul Ludwig Hans Anton von Beneckendorff und von Hindenburg, che fu poi quello che, a sua volta, la consegnò a Hitler…