a. Lyrics in the right Serbian and Romany spelling
Cigani...
Juriš!!!
Bum, bum, bum, bum, bum
Kuc, kuc, ehi, ja
Bum, bum, bum, bum, bum
Kana hi naj kuc, kuc, ehi, ja
Devla, Devla , Devla
Devla, mi džav te mange ando for?
Jek baro Kalašnjikov!
Kalašnjikov!
Kalašnjikov!
Kalašnjikov, Kalašnjikov!
Eeeeeeh...
Bum, bum, bum, bum, bum
Dalakovac, Markovac, Mala Krsna, Lajkovac,
Čhaje šužje, ajde, hopaaaaa
Bum, bum, bum, bum, bum
Vov del ka čudel?
Vov del ka čudel? Kana hi naj pala idir?
Zvončići , zvončići, čhavro, pištoljčići
Čhaje šužje, ajde, hopaaaaa
Bum, bum....
Zoki, Zorice, čhavro, bobonice
Čhaje šužje, ajde, hopaaaaa
Bum, bum....
Dalakovac, Markovac, Mala Krsna, Lajkovac,
Čhaje šužje, ajde, hopaaaaa
Bum, bum....
Zoki, Zorice, čhavro, bobonice
Čhaje šužje, ajde, hopaaaaa
Bum, bum....
Cigani ! Stoj !
a. Lyrics in the incorrect spelling generally available on the Web
Cigani...
juriš!
Boom, boom, boom, boom, boom
................. kutz, kutz ehy ja
Boom, boom, boom, boom, boom
Kana hi naj kutz, kutz ehy ja
Devla, .....................
Devla, ....................
Devla, mi dzav te mange ando for?
Jek bar? kalašnjikov
Kalašnjikov
Kalašnjikov
Kalašnjikov, Kalašnjikov
Eeeeeeh...
Boom, boom, boom, boom, boom
Dalakovac, Markovac, Mala Krsna, Lajkovac,
Caje, suje, ajde, hopaaaaa
Boom, boom, boom, boom, boom
Vov dil ka ciudel?
Vov dil ka ciudel? kana hi naj pala idir?
Zvoncici, zvoncici, cavro pistolcici
Caje, suje, ajde, hopaaaaa
Boom, boom....
Zoki, zorice, cavro bobonice
Caje, suje, ajde, hopaaaaa
Boom, boom....
Dalakovac, Markovac, Mala Krsna, Lajkovac,
Čaje, šuje, ajde, hopaaaaa
Boom, boom....
Zoki, zorice, cavro bobonice
Caje, suje, ajde, hopaaaaa
Boom, boom....
Cigani ! Stoj !
Contributed by Lorenzo Masetti & donquijote82 - 2013/12/24 - 18:42
12 febbraio 2014
Ed ecco la traduzione, con tutta la probabilità la prima in una qualsiasi lingua. È stata fornita di note esplicative e linguistiche che fanno riferimento anche al testo originale. Ad una prima impressione, l'interpretazione come "esplosione di gioia" è confermata; essendo stato in Jugoslavia durante la guerra, e più volte, mi viene a mente in modo preciso la banda jazz di vicino Knin, che si era portata dietro gli strumenti musicali e con la quale mi feci fotografare assieme, appunto, a otto bei Kalashnikov. E qui il Kalashnikov sembra praticmente,anhe lui, uno strumento musicale, assieme ai "campanelli" e ai proiettili. Impressioni, ma alquanto vive. [RV]
Zingari...
All'attacco!
Bum, bum, bum, bum, bum
Quattrini, quattrini, ehi, ja 1
Bum, bum, bum, bum, bum
Quando non ci sono quattrini, ehi, ja 2
Dio, Dio, Dio, 3
Dio, devo andare a cercare in città? 4
Un grosso Kalashnikov! 5
Kalashnikov!
Kalashnikov!
Kalashnikov, Kalashnikov!
Eeeeeeh...
Bum, bum, bum, bum, bum
Dalakovac, Markovac, Mala Krsna, Lajkovac, 6
Belle ragazze, su forza, hopaaaaa 7
Bum, bum, bum, bum, bum
Lui è pazzo quando tira roba? 8
Lui è pazzo quando tira roba? Quando non ne ha voglia? 9
Campanelli, campanelli 10, ragazzi, pistole 11
Belle ragazze, su forza, hopaaaaa
Bum, bum....
Zoki, Zorice 12, ragazzi, caramelline 13
Belle ragazze, su forza, hopaaaaa
Bum, bum...
Dalakovac, Markovac, Mala Krsna, Lajkovac,
Belle ragazze, su forza, hopaaaaa
Bum, bum....
Zoki, Zorice, ragazzi, caramelline
Belle ragazze, su forza, hopaaaaa
Bum, bum....
Zingari ! Fermi !
[1] Kuc (trascritto nella “vulgata” come kutz) è l'interiezione serba per “toc toc” (ha dato anche il verbo kucati “bussare, picchiare, fare toc toc”). Ma significa gergalmente anche “quattrini, denaro”: što kuc, to muc “quanti quattrini piglia, tanti ne spende”. Ho tradotto in questo senso alla luce del testo, ma chiaramente c'è anche il senso del “pestare” (vedi “bum bum”).
[2] Qui comincia il testo in romanes: “quando non c'è kuc (= denaro). Annotazione importante: nel romanes balcanico le parole delle varie lingue vengono mischiate liberamente, e quindi è comunissimo che, ad esempio, un rom serbo usi tutte le parole serbe che vuole, e che vengono capite. La stessa lingua romanes è in sé un miscuglio inestricabile di varie lingue (particolarmente numerose quelle turche e greche).
[3] Una delle più note parole di tale lingua: Devla, “Dio”. E' anche comune interiezione e esclamazione.
[4] Interamente in romanes. Alla lettera: “Dio, che forse [mi, particella interrogativa] io cerchi [te mange, congiuntivo del verbo mangel “cercare, questuare, caritare”] nella città [ando for; for è dal greco φόρος]?”
[5] Ancora in romanes. Jek “uno” e baro “grande” sono antichissime parole di origine indiana (pracrita); tuttora in hindi “uno” si dice yek.
[6] Nomi di villaggi e paesi serbi. Dalakovac non l'ho individuato; Markovac è il nome di almeno tre villaggi serbi, di cui uno nella Serbia centrale presso Mladenovac; Mala Krsna è presso Smederevo, ed è famoso per i cerchi bianchi tracciati per le sue strade, che si dice siano un rimedio magico contro dolori e malattie; Lajkovac è una cittadina di 17.000 abitanti circa nella Serbia centrale (distretto di Kolubara).
[7] Romanes. Čhaj “ragazza” (pl. čhaje); šužjo “bello, grazioso” (pl. f. šužje). Ajde, di origine turca ((h)ayde), è un'interiezione “panbalcanica”: è comune, oltre che in turco, in serbo (ajde), in rumeno (aide, haide), in albanese (ajde) e in greco ((χ)άιντε).
[8] Romanes. Il verbo čudel (scritto anche čhudel, chudel) ha una miriade di significati, ma tutti attinenti al “tirare”, “gettare”, “buttare”. Attenendomi all'interpretazione del “tirare” (bicchieri, piatti ecc.) ho tradotto con un generico “tirare roba”.
[9] Alla lettera: “Quando non c'è su di lui [kada hi naj pala] voglia [idir]”.
[10] Serbo. Zvončić (diminutivo di zvonce) significa “campanello”, ma è anche il fiore della “campanula”. Ho tradotto “campanelli” in quanto strumenti di suono e, possibilmente, di baldoria; ma non escludo qualche altro significato gergale che non conosco.
[11] Romanes e serbo assieme. Čhavro è il comune termine romanes per “ragazzo, bambino” (il plurale è invariato; normalmente la grafia è čhavoro); pištoljčići, tradotto qui semplicemente “pistole”, sono le “pistole giocattolo, pistoline” (diminutivo). Dubito comunque fortemente che all'epoca e nelle circostanze della canzone, i “ragazzi” andassero in giro con le pistole giocattolo.
[12] Altri villaggi serbi. Zoki non so dove sia; Zorice è un villaggio in Bosnia.
[13] Bobonice è la resa romanes del serbo bombonice “caramelline” (da bombon). Ma gergalmente significa, come può accadere anche in italiano, “pallottole, proiettili”.
Raf - 2013/12/26 - 15:43
Dietro questa canzone c'è tutta una storia, che, se vi interessa, vi la racconterò un po' più tardi, ma vorrei prima sentire le vostre opinioni, non influenzate dai miei commenti....
Unica raccomandazione per ascolto è: volume max....!!!!
Questa canzone è un protesto, un rivolto…. È stata scritta nel più feroce periodo della ultima guerra balcanica, verso ’93 (o giù per lì), specialmente in Bosnia, quando tanti musicisti (rock, pop, folk ed altri), scrivevano numerose canzoni ‘patriottiche’, sia quelle sull’ordinazione, che quelle ‘spontanee’…
I radio, la Tv pullulava delle canzoni che lodavano i croati, l’odio verso i nemici serbi, contro i musulmani…. (in Croazia; in Serbia stessa storia, ma contro i croati e musulmani)… o anche solo tornavano verso le radici, alla tradizione… ad es. una delle più grandi gruppi rock di Zagabria, Prljavo Kazalište, ha scritto una canzone folk (per richiamare la gente verso i loro origini)
- ma c'erano anche di peggio, questa è una delle 'migliori'...!!!!()
Per questo, come la sua risposta, Bregovic si era girato alla lingua dei gitani… per non prendere la parte di nessuno, e di unire tutte due lingue insieme, ha scelto una terza lingua, mischiandole tutte tre insieme… Bregovic è un nostalgico, ancora oggi, rimpiange i tempi quando tutti prima vivevamo insieme, la sua famiglia è una famiglia mista (padre – croato, madre – serba), come numerose altre famiglie nel territorio del ex Jugoslavia (specialmente in Bosnia), e non può mettersi da una parte, negando l’altra…
In altre parole è una canzone anti-guerra: richiama al ballo, al vino, alla grappa (sljivovica!!! ), alla fratellanza (nomina vari piccoli paesini), all’allegria, ai bicchieri rotti (ricordatevi del Dostoevskij, e i bicchieri rotti)…. E tutto con le noti zigane, il loro ritmo…
Bregovic stesso rifiuta di dare una traduzione esatta di questa canzone, dicendo che, visto che non esiste più la lingua serbo – croata, lui non conosce la lingua a quale tradurla (non riconosce la lingua serba, o quella croata)….
‘Kalasnikov’ appartiene al periodo che non è tra i miei preferiti di Bregovic, ed è una delle poche che ascolto da quel periodo…
Le mie preferite sono quelle dei anni ’70 e ’80, di quali lui è un mito, insieme con il suo gruppo Bijelo Dugme (Bottone Bianco)…. Sono nata, cresciuta e vissuta per più di vent’anni con le sue canzoni (mio padre ancora oggi conserva tutti i loro LP originali)…. il suo gruppo era uno dei primi gruppi rock in Jugoslavia (scena Sarajevo)….
Si tratta in primis di ricostruire l'esatto testo nella grafia serba e romanes; cosa che è stata fatta servendomi soprattutto del Romsko-český a česko-romský kapesní slovník (Dizionario tascabile romanes-ceco e ceco-romanes) di Milena Hübschmannová, Hana Šebková e Anna Žigová, pubblicato dalla Štátní Pedagogické Nakladatelství (Casa editrice pedagogica statale) di Praga nel 1991. Tale dizionario, in realtà tutt'altro che "tascabile" e fornito di un'amplissima appendice contenente un'estesa grammatica normativa del romanes, si basa ovviamente sul romanes in uso nell'allora Cecoslovacchia; ma esso non differisce sostanzialmente da quello balcanico, ed ha fornito una chiave esatta per il testo della canzone.
Per il serbocroato si è utilizzato il classico Hrvatsko ili Srpsko-Talijanski Rječnik / Vocabolario croato o serbo-italiano di Deanović e Jernej (Zagreb 1975).
Si procederà in seguito alla traduzione precisa del testo, sul quale lo stesso autore ha evidentemente alimentato una leggenda che lo vuole "intraducibile", "miscuglio di parole" eccetera. Indi per cui, sembra che questa pagina conterrà la prima traduzione integrale di "Kalašnjikov" in una qualsiasi lingua. Seguiranno nelle note testuali volte a chiarire i vari punti del testo.
In quest'unico caso, il testo ricostruito filologicamente secondo le norme linguistiche degli idiomi di appartenenza è stato inserito assieme al testo inesatto che generalmente si trova in Rete, a mo' di confronto. In tale versione "vulgata" anche la punteggiatura è alquanto inesatta e, si direbbe, messa a casaccio.
Riccardo Venturi - 2014/2/12 - 14:32
A mio parere, tutt'altro che un' "accozzaglia di parole serbe, bosniache, croate e romane senza alcun senso"; in questo non posso essere d'accordo con nessuno che ha scritto queste cose.
Peraltro, il commento di Nicole mi sembra pertinente: la canzone sembra raccontare una specie di "spedizione zingaresca" sia per questuare (cercare soldi) sia per fare casino in città, per bere e per procurarsi armi. Probabilmente senza fare distinzioni tra serbi, zingari e quant'altri. Quanto alle armi, e in particolare al "Kalashnikov", mi sembra che lo si debba intendere più come un modo per fare detto casino, che per ammazzare. E' la funzione dell'arma per vari popoli balcanici e orientali: spesso si sparano raffiche di mitra in aria ai matrimoni o alle feste, ad esempio. Molti anni fa nello Yemen mi è capitato di vedere di persona praticamente tutti i maschi al di sopra dei 14 anni girare tranquillamente col mitra a tracolla; ad una stazione di servizio mi volevano vendere liberamente un bel Kalashnikov usato a 50 dollari. Al ragazzo che entra nell'età virile (verso i 14 anni, appunto), il padre regala un'arma. Potrò sbagliarmi, ma nella canzone e nel suo casino immane vedo tutte queste cose; si va a cercare soldi, alcool, belle ragazze e armi per divertirsi e fare casino, non per fare la guerra.
Ad ogni modo, torno a dirlo, il testo un senso ce l'ha eccome. Paiono, certo, le frasi colte qua e là in una "spedizione in città" (o nei vari paesini), con gente che "dà di balta", briachi come tegoli e magari con gli strumenti musicali. Tutti assieme, accomunati dalla voglia di divertirsi come matti; ad un certo punto sembra che sia più pazzo chi non ne ha voglia, che chi tira roba. Chi non ha voglia di far canaio, forse ha voglia di sparare e di ammazzare; e mi sembra questo il vero significato della canzone.
Riccardo Venturi - 2014/2/12 - 16:51
Non avrei potuto fare mai questa pagina senza il "Dizionario rom-ceco e ceco-rom" di cui ho parlato:
Mi fu regalato molti anni fa, assieme a tanti altri libri incredibili, da un caro amico, il prof. Pier Francesco Poli. Il prof. Poli, importante slavista e lettore di ceco e slovacco alla facoltà di lettere dell'Università di Firenze, è morto all'improvviso nel 1998.
Il prof. Poli è stato co-autore, tra le altre cose, anche di un importante dizionario italiano-ceco. Parlava perfettamente il russo, il ceco e lo slovacco (sua moglie era slovacca di Bratislava; ella stessa parlava correntemente otto lingue). Della stessa collana del dizionario rom-ceco, mi regalò anche un dizionario ceco-mongolo e mongolo-ceco. È una delle persone a cui ho voluto più bene in vita mia.
Anni fa ebbi a ricordarlo, assieme alla nostra comune passione per le lingue, in una cosa che scrissi. E penso che, in fondo, anche questa pagina, la traduzione di "Kalašnjikov" e molte altre cose ancora, abbiano a che fare con le "traiettorie dei gatti".
Riccardo Venturi - 2014/2/12 - 17:15
Krzysiek Wrona - 2014/2/12 - 18:45
Riccardo Venturi - 2014/2/12 - 23:15
Tra l'altro, ho notato che nell'introduzione si dice che la Jugoslavia comunista è stata l'unico paese in cui i rom hanno avuto gli stessi diritti degli altri cittadini ed hanno avuto il proprio posto nella società. Non è che questa affermazione può valere anche per gli altri paesi dell'ex-blocco comunista? So che in Cecoslovacchia era così e continua ad esserlo anche oggi nella Repubblica Ceca. È stato uno dei pochi effetti positivi che il regime ha avuto sulla società. Io quell'epoca l'ho vissuta poco ma ho avuto abbastanza possibilità di valutarla da testimonianze e racconti di persone che l'hanno provata sulla propria pelle, e per rispetto di loro non ne posso parlare bene. Comunque guardando oggettivamente, qualche rara conseguenza positiva c'è stata (come ad esempio anche il miglioramento della posizione sociale della donna, tanto per citarne un'altra). A livello dei diritti sociali i rom infatti erano (e sono) pienamente integrati, godono degli stessi diritti per quanto riguarda la casa, il lavoro, la sanità, l'istruzione, i contributi dallo stato ecc. Peggio è se si considera l'integrazione effettiva; si riscontrano manifestazioni di razzismo ma soprattutto barriere nella mentalità. Spesso i rom sono tra i primi a subire disagi sociali, specialmente in alcune zone dove il tasso di disoccupazione è più alto. Mi ricordo che quando eravamo bambini non ci ponevamo nessun problema. Crescevamo insieme, frequentavamo la stessa scuola, si giocava insieme. Parlavamo ceco, lingua che tutti i rom conoscevano alla perfezione, da madrelingua, ho il ricordo che lo parlavano anche tra di sé e in famiglia. Oltre a quello conoscevano anche la lingua rom (ma forse ormai nemmeno tutti). Mi ricordo che alle elementari una mia compagna mi ha insegnato due canzoni in lingua rom: non le ho mai più risentite e mai cercate ma delle volte mi tornano in mente senza alcun motivo particolare. E scopro che sono ancora in grado di cantarne l'intero testo che a quei tempi ho imparato a memoria, senza minimamente sapere cosa vuol dire...
Stanislava - 2014/2/13 - 00:33
Il tuo intervento, poi, è davvero interessante come testimonianza e mette in luce, in fondo, quanto poco si sapesse "al di qua" delle situazioni della società nei vari paesi socialisti. Della Jugoslavia forse qua si sapeva un po' di più per questioni di vicinanza, e anche perché per molti italiani (io compreso) era il "paese delle vacanze a buon mercato" (anche se non molti si spingevano nelle zone interne, e ancor meno erano interessati un po' a osservare quel che li circondava); da qui, comunque, un po' di coscienza della situazione dei cigani, che a rigore erano indistinguibili dal resto della popolazione. E le guerre jugoslave hanno portato, in generale, alla distruzione di tale situazione.
Per tramite tuo ora si ha una testimonianza anche di come andavano le cose in Cecoslovacchia, e sono belle e importanti parole che vanno a onore sia dell'ex Cecoslovacchia, sia della Repubblica Ceca. A dire il vero, proprio da quel dizionario che mi sono ritrovato ad avere qualche cosa l'avevo intuita; ad esempio, le autrici sono tre rom (una delle quali con un cognome tedesco, Hübschmannová) che nelle brevi schede biografiche appaiono come plurilaureate e titolari di un dipartimento universitario di linguistica romanes. Solo immaginare in Italia un dipartimento universitario del genere è pura fantascienza, tuttora. In Italia, credo che l'unico rom che abbia assunto una certa importanza e notorietà sia un calciatore, Andrea Pirlo (che è un sinti bresciano).
Concludo dicendo che la lingua romanes, in Italia, è pressoché ignorata. Esiste un dizionario italiano-rom e rom-italiano, introvabile e pubblicato peraltro nella ex Jugoslavia, a Bitola in Macedonia; ho la fortuna non di averne una copia personale, ma di averlo a disposizione -non so davvero come!- nella Biblioteca Comunale dell'Isolotto, a pochi passi da casa mia. Ma, forse, è perché a pochi passi da casa ho anche il campo del Poderaccio. L'unica descrizione della lingua romanes che conosco è stata fatta in uno "speciale" (molto ben fatto, devo dire) di "A", la rivista anarchica. Insomma, manca praticamente tutto.
Concludo dicendoti se vuoi per caso farmi avere il testo di quelle canzoni che conosci, magari trascrivendole come te le ricordi, in grafia ceca (che sicuramente le renderebbe più comprensibili); potrei vedere un po' che cosa vogliono dire (e chissà che non ci scappi pure qualcosa per il sito...! :-P)
Saluti cari!
Riccardo Venturi - 2014/2/13 - 10:12
Lorenzo - 2014/2/13 - 10:21
Gian Piero Testa - 2014/2/13 - 11:07
Mi pare comprensibile che certe informazioni sulla vita nei paesi socialisti non fossero di pubblico dominio oltre la cortina di ferro. Per questo trovo assolutamente importante e bella l'esistenza di un sito come questo dove ogni realtà del mondo, sia del presente che del passato, può trovare il proprio spazio e possibilità di esprimersi, confrontarsi, e dove tutti sempre troviamo cose nuove.
Tra l'altro, la situazione nella Jugoslavia di Tito era per certi aspetti differente rispetto agli altri paesi socialisti. Basta vedere che per gli abitanti della Cecoslovacchia era più difficile visitare la Jugoslavia quanto non gli altri paesi. La vacanza al mare in Jugoslavia era una specie di “premio” concesso a chi non era “diffidato”, cioè spesso alle famiglie dei dirigenti o funzionari i quali di regola dovevano essere tutti membri del partito al potere (chi per convinzione – più raro – e chi per convenienza – molto comune) e di cui quindi non si sospettava una possibile fuga. Per un cittadino comune che volesse andare al mare, ad esempio, era più facile ottenere il permesso per andare in Bulgaria che, pur essendo geograficamente più distante, apparteneva alla stessa linea politica.
Ritornando alla lingua romanes, facendo una piccola ricerca su internet ho visto che in Repubblica Ceca vengono fatti dei corsi e sono anche stati pubblicati dei libri di grammatica e insegnamento, uno dei quali è stato scritto da Milena Hübschmannová, co-autrice del tuo dizionario. È interessante anche vedere i cognomi delle tre autrici: solo una di loro ha un cognome che può far pensare alla nazionalità rom, l'altra, credo per puro caso, ha il cognome stesso mio che è un cognome ceco (anche se non tra i più comuni), la terza infine ha un cognome tedesco – i cognomi tedeschi sono molto diffusi in tutto il paese per motivi geografici e storici. Anche questo è una testimonianza che la convivenza storica abbia portato a varie mescolazioni.
Qua ci sono i due testi brevi in romanes che mi ricordo. Ne faccio una trascrizione fonetica con la grafia ceca. Non so dove siano i confini delle parole, magari ci sarà da dividere delle parole o riunirne altre... Vediamo cosa viene fuori. Ad ogni modo mi sa che sarà più facile che tradurre “televisione” in ebraico biblico :)P
La prima canzone (i titoli non me li ricordo):
Džau dromeha džau
mi roji jo tu ke dau
au tu čaje ke mande
au tu čaje ke mande
Me dža ole bare dromeha
me naši zasova
me naši zasova.
La seconda:
A ka na šu so pena va
a ka na šu so pena va
au kema pale
kema kema pale
me tu ha na do dži va va.
Questa seconda canzone aveva anche una seconda strofa in ceco, non so se è la traduzione o un seguito, o magari non c'entra nulla:
Teď poslouchej, co povídám,
až se jednou vrátíš tou cestou, kterou dobře znáš.
(Adesso ascolta quello che sto dicendo,
quando una volta tornerai per quella strada che ben conosci.)
Stanislava - 2014/2/13 - 21:38
krzyś - 2014/2/14 - 02:05
Bregovic è tra i pochi artisti che non si vergognano di criticare e prendere in giro i responsabili della disgregazione della Jugoslavia, inoltre ha sempre rifiutato una qualsiasi etichetta etnica.
Ognjen - 2014/7/24 - 02:01
Riccardo Venturi - 2014/10/31 - 00:35
I carefully read the page related to this song and I want to truly help.
These are the words and.... YES, there's a meaning.. truly sad, ironic and sarcastic as Gypsies always are..
At the same time it wants people to react lively and wildly in joy against stupid "macho wars"!...
... and YES... it has sexually explicit metaphors in "candies", "kalasnikov", "blue tulips" and so on..
because sex is the dance of life, in that culture.. and in mine (not italian) too
I leave to you the translation... it's a discovery...
Boom, boom, boom, boom, boom
Vov dil(O) kutz, kutz ehy ja
Boom, boom, boom, boom, boom
Kana hi naj kutz, kutz ehy ja
Devla, eh lakashov i kangeri
Devla, ke poparov ke me oko hi
Devla, mi dzav te mange an(S) for(O)
Jek bar(O) kalashnikov
Kalashnikov ! Kalashnikov ! Kalashnikov, kalashnikov ! Eeeeeeh...
Boom, boom, boom, boom, boom
Vov dil(O) la kune la .. Vov dil(O) la kune la
Kenelah poi avisah
Dalakovac, Markovac, Mala Krsna, Lajkovac,
(SH)Caje, suje, (P)ajde(RA), hopaaaaa
Boom, boom, boom, boom, boom
Vov dil(O) kutz, kutz ehy ja
Boom, boom, boom, boom, boom
Kana hi naj kutz, kutz ehy ja
Devla, devla ken tuta molina
Devla, a ko vaja ni ke kriah
Devla, mi dzav te mange an(S) for(O)
Jek bar(O) kalashnikov
Kalashnikov ! Kalashnikov! Kalashnikov, kalashnikov! Eeeeeeh...
Boom, boom, boom, boom, boom
Vov dil(O) ka cudel(A) .. Vov dil(O) ka cudel(A)
kana hi naj pala idir(A)?
Boom, boom, boom, boom, boom
Vov dil(O) ka cudel(A) .. Vov dil(O) ka cudel(A)
kana hi naj pala idir(A)?
Zvoncici, zvoncici, cavro pistol-
cici (SH)Caje, suje, (P)ajde(RA), hopaaaaa
Boom, boom, boom, boom, boom
Vov dil(O) ka cudel(A) .. Vov dil(O) ka cudel(A)
kana hi naj pala idir(A)?
Dalakovac, Markovac, Mala Krsna, Lajkovac,
(SH)Caje, suje, (P)ajde(RA), hopaaaaa
Boom, boom, boom, boom, boom
Vov dil(O) ka cudel(A) .. Vov dil(O) ka cudel(A)
kana hi naj pala idir(A)?
Zoki, zorice, cavro bobonice
(SH)Caje, suje, (P)ajde(RA), hopaaaaa
Boom, boom, boom, boom, boom
Vov dil(O) ka cudel(A) .. Vov dil(O) ka cudel(A)
kana hi naj pala idir(A)?
Cigani! Stoj!
Contributed by Jacopo - 2017/8/5 - 15:19
As a Russian, I can only transcribe the Latin text to Cyrilic but cannot verify the language.
Бум, бум, бум, бум, бум
Вов дило куц, куц ехи ја
Бум, бум, бум, бум, бум
Кана хи нај куц, куц ехи ја
Девла, ех лакашов и канџери
Девла, ке попаров ке ме око хи
Девла, ми џав те манге ан(С) форо
Јек баро Калашњиков!
Калашњиков! Калашњиков!
Калашњиков, Калашњиков!
Еееееех...
Бум, бум, бум, бум, бум
Вов дило ла куне ла. Вов дило ла куне ла
Кенелах пои ависах
Далаковац, Марковац, Мала Крсна, Лајковац,
Чхаје шужје, (П)ајде(РА), хопааааа
Бум, бум, бум, бум, бум
Вов дило куц, куц ехи ја
Бум, бум, бум, бум, бум
Кана хи нај куц, куц ехи ја
Девла, девла кен тута молина
Девла, а ко ваја ни ке криах
Девла, ми џав те манге ан(С) форо
Јек баро Калашњиков!
Калашњиков! Калашњиков!
Калашњиков, Калашњиков!
Еееееех...
Бум, бум, бум, бум, бум
Вов дило ка чудел(А). Вов дило ка чудел(А)
Кана хи нај пала идир(А)?
Бум, бум, бум, бум, бум
Вов дило куц, куц ехи ја
Бум, бум, бум, бум, бум
Кана хи нај куц, куц ехи ја
Девла, ех лакашов и канџери
Девла, ке попаров ке ме око хи
Девла, ми џав те манге ан(С) форо
Јек баро Калашњиков!
Калашњиков! Калашњиков!
Калашњиков, Калашњиков!
Еееееех...
Бум, бум, бум, бум, бум
Вов дило ка чудел(А). Вов дило ка чудел(А)
Кана хи нај пала идир(А)?
Звончићи, звончићи, чхавро, пиштољчићи
Чхаје шужје, (П)ајде(РА), хопааааа
Бум, бум, бум, бум, бум
Вов дило ка чудел(А). Вов дило ка чудел(А)
Кана хи нај пала идир(А)?
Зоки, Зорице, чхавро, бобонице
Чхаје шужје, (П)ајде(РА), хопааааа
Бум, бум, бум, бум, бум
Вов дило ка чудел(А). Вов дило ка чудел(А)
Кана хи нај пала идир(А)?
Далаковац, Марковац, Мала Крсна, Лајковац,
Чхаје шужје, (П)ајде(РА), хопааааа
Бум, бум, бум, бум, бум
Вов дило ка чудел(А). Вов дило ка чудел(А)
Кана хи нај пала идир(А)?
Зоки, Зорице, чхавро, бобонице
Чхаје шужје, (П)ајде(РА), хопааааа
Бум, бум, бум, бум, бум
Вов дило ка чудел(А). Вов дило ка чудел(А)
Кана хи нај пала идир(А)?
Цигани! Стој!
Words of particular concern: ehy / ехи; (SH)Caje / Čhaje / caje / чхаје; suje / šužje / шужје; čhavro / cavro / чхавро.
Contributed by Šurik - 2017/8/13 - 02:23
Zoki e Zorice soono diminutivi (il secondo anche vocativo) del nome proprio femminile, molto comune in Serbia, Zorica (pron. Zoritsa)
Alessandro - 2021/3/2 - 23:07
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Testo e musica di Goran Bregović
Dalla colonna sonora del film Underground di Emir Kusturica
Mikhail Kalashnikov, inventore dell’arma che Libération definiva «l’invenzione più importante del ’900», è morto il 22 dicembre scorso a 94 anni, a Izhevsk, Russia. Nato in Siberia, famiglia sterminata da Stalin, quando fu ferito all’inizio della della II guerra mondiale cominciò a lavorare su quello che nel 1947 diventerà l’AK-47. Da lì seguirà in prima persona la produzione (100mila pezzi l’anno) fino ai 92 anni, cosa che non gli impedì di appoggiare nel 2006 la campagna mondiale contro la proliferazione delle armi da fuoco. «Quando vedo che civili inermi vengono uccisi da quei mitragliatori — ha detto una volta -, sono preso da ansia e rabbia. Mi tranquillizzo ripetendo a me stesso che ho inventato l’Ak-47 per proteggere la mia patria».
L'arma a cui ha dato il nome è rinomata per la sua robustezza e semplicità d'uso ed è stata protagonista di praticamente tutte le guerre successive al secondo conflitto mondiale. Anche nei Balcani il Kalashnikov ha fatto il suo dovere e chissà quante delle vittime della guerra fratricida in Jugoslavia sono state falciate dal fucile d'assalto di fabbricazione sovietica.
Allora questa famosa canzone di Bregović è solo una marcia balcanica che ironizza sull'utilizzo dell'arma da parte di una banda di serbi ubriachi? Non esattamente. Per capire esattamente cosa voglia dire questa canzone bisognerebbe capire bene tutte le parole del testo completo, che purtroppo è finora introvabile (i molti puntini segnano le varie parti incomprensibili) ma come vedremo in seguito il significato delle singole parole non è così importante. Cominciamo comunque dai primi versi. Cigani, cioè zingari, juriš cioè in serbocroato "all'attacco" - proprio come nella famosa canzone (slovena) della Resistenza jugoslava (Na juriš!).
Ma con che cosa vanno all'attacco gli zingari? Gli zingari - rom o sinti che siano - sono un popolo di pace, un popolo che non ha mai fatto la guerra a nessuno, ma ha subito le persecuzioni, i pogrom e i lager organizzati da molti altri popoli di antica civiltà europea.
Le scariche più forti gli zingari le hanno fatte a colpi di fanfara. È questa la chiave della canzone.
Nel "concerto di inizio millennio" quando l'orchestra di Bregović si esibì al Palasport di Firenze insieme ai CSI ricordo che allo squillo di tromba di Kalašnjikov il cantante invitò il publico ad andare all'attacco "per la pace". Penso che Bregović, bosniaco figlio di padre croato e madre serba, che per la sua musica deve così tanto alla tradizione zigana, abbia voluto con questa canzone omaggiare sia il popolo rom che il ricordo di una Jugoslavia ormai perduta in cui i vari popoli avevano vissuto pacificamente. E non è un caso che quelli che più rimpiangono la Jugolsavia di Tito siano proprio i rom. Con questo non vogliamo accodarci ai nostalgici che dipingono la Jugoslavia comunista come un paradiso - cosa che senz'altro non era. Va però riconosciuto che è stato sinora l'unico paese che ha concesso ai rom gli stessi diritti degli altri cittadini (nonché delle case - con buona pace del mito del popolo nomade) e la possibilità di avere un posto nella società. Naturalmente tutto queste conquiste sono state spazzate via a colpi di kalashnikov - insieme alla possibilità concreta di convivenza tra i popoli slavi del sud - dalla guerra e dai nazionalismi.
La canzone è stata scritta durante il periodo più feroce delle ultime guerre balcaniche, quando molti gruppi sia croati che serbi si prestarono a interpretare - spontaneamente o su commissione - canzoni patriottiche che incitavano all'odio contro i nemici di altre etnie, oppure canzoni folk che cercavano di recuperare in chiave nazionalista le presunte "tradizioni" fondanti. Queste canzoni venivano trasmesse in continuazione dalle TV e dalle radio, era un vero e proprio bombardamento di messaggi nazionalisti, anche in musica.
Kalašnjikov è una risposta, una reazione a queste canzoni. Per non prendere le parti nessuno Bregović ha scelto una terza lingua minoritaria, il romanes, e l'ha mescoltata a parole serbe croate e bosniache.
Per questo la canzone è contro la guerra: esalta il ballo, il vino, la grappa (sljivovica), la fratellanza (nomina vari piccoli paesini, Dalakovac, Markovac, Mala Krsna, Lajkovac), l'allegria, i bicchieri rotti, e il tutto a ritmo zigano.
Bregović si è sempre rifiutato di fornire una traduzione esatta di questa canzone, dicendo che non esistendo più la lingua serbocroata non saprebbe proprio in quale lingua tradurla.
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