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Back Home In Derry

Christy Moore
Language: English


Christy Moore

List of versions


Related Songs

Viva la Quinta Brigada!
(Christy Moore)
Give Me Three Grains of Corn, Mother
(Amanda M. Edmond)
Slap!
(Chumbawamba)


[1984]
To the tune of The Wreck Of The Edmund Fitzgerald by Gordon Lightfoot
Lyrics by Bobby Sands

Musica: Sull'aria di The Wreck Of The Edmund Fitzgerald di Gordon Lightfoot
Testo di Bobby Sands


Bobby Sands.
Bobby Sands.
"Back Home in Derry" was written by Bobby Sands (who also used the pen name Marcella). Sands is an Irishman who is more famous (or one should say: notorious) for his involvement with the IRA & as a hunger striker than he is as a poet & songwriter.

As authority, may I cite the great Christy Moore? Christy includes this song in his repertoire and acknowledges Sands as the creator of the song. In his book "One Voice: My life in Song" Christy writes that he first came across the song when "I was staying in a house in Derry after an H-block concert and a young lad recently released sang this song..."

That this eloquent and poignant song of resistance and rebellion in Irish history was in fact created by a man involved with terrorism in the here-and-now adds a further level of meaning and a very unsettling edge to the ballad. It also made the song highly controversial & got it banned, but Christy goes on to note that "despite it being banned it has entered the national repertoire and has been recorded by a thousand ballad bands and will long outlive its detractors and severest critics."

I was struck by this extraordinary song when I first heard it (which is saying something as the album I heard it on (Christy Moore's "Ride On") is chockablock with fabulous songs). Glancing at the sleeve notes I saw that Christy himself hadn't written it, but that one "B. Sands" was the creator, but at the time, I didn't think much of this.

It took a while before I realized that B. Sands esq. - eloquent bard & poet - was the famous IRA man, & (like many people I suspect in the North or the mainland), my jaw hit the floor and I was quite shocked (though I knew Christy was famous for his pro-Republican sympathies). Christy himself said that he'd been lambasted by people for including a "terrorist's song" in his repertoire.

It's also kind of surprising to discover that this great song has a modern provenance, rather than stemming from the period of Irish history it ostensibly depicts: the forced deportation of Irish rebels to Australia. The lyrics draws on history and tradition, yet was created in modern times. This, and also the creator's direct connection with terrorism/freedom fighting, does (I think) add another dimension to the song,. It makes the ballad and the sentiments of sorrow and fierce rebellion it expresses all the more vivid, immediate and controversial; even as I said - disturbing. It is however - at the end of the day - a beautiful piece of work & I'm sure both Bobby Sands & Christy Moore would be happy with the song spreading on napkins for a pint of the black stuff.

P.S. I strongly recommend Christy Moore's fabulous rendition of this song on his 1984 album "Ride On".

James Precious.
In 1803 we sailed out to sea
Out from the sweet town of Derry.
For Australia bound if we didn't all drown
And the marks of our fetters were heavy
In the rusty iron chains we sighed for our weans
Our good women we left there in sorrow
As the mainsails unfurled, our curses were hurled
At the English and the thoughts of tomorrow

Oh....oh, I wish I was back home in Derry.
Oh....oh, I wish I was back home in Derry.

At the mouth of the Foyle, bid farewell to the soil
As down below decks we were lying.
O'Docherty's scream woke him out of a dream
By a vision of bold Robert dying.
The sun burned cruel and they dished out the gruel
Dan O'Connor was down with the fever
Sixty rebels that day bound for Botany Bay
How many would reach there this evening?

Oh....oh, I wish I was back home in Derry.
Oh....oh, I wish I was back home in Derry.

I cursed them to hell, as her bow fought the swell
Our ship danced like a moth on the firelight
Wild horses rode high as the devil passed by
Taking souls into Hades by twilight light
Five weeks out to sea we were now 43
We buried our comrades each morning
And in our own slime we were lost in a time,
Endless days without dawning

Oh....oh, I wish I was back home in Derry.
Oh....oh, I wish I was back home in Derry.

Van Diemen's Land is a hell for a man
To live out his life in slavery
Where the climate is raw and the gun makes the law
Neither wind nor rain care of bravery
Twenty years have gone by and I've ended my bond
My comrades' ghosts walk beside me
Well a rebel I came and sure I'll die the same
On a cold winter's night you will find me.

Oh....oh, I wish I was back home in Derry.
Oh....oh, I wish I was back home in Derry.

Oh....oh, I wish I was back home in Derry.
Oh....oh, I wish I was back home in Derry.

Contributed by Riccardo Venturi - 2006/8/20 - 23:49




Language: Italian

Versione italiana di Riccardo Venturi
21 agosto 2006
VOGLIO TORNARE A CASA A DERRY

Nel 1803 prendemmo il mare
dalla dolce città di Derry.
Diretti in Australia, a meno di non annegar tutti.
Le tracce lasciate dai nostri ceppi erano pesanti,
in rugginose catene di ferro gemevamo di pena
Lasciammo le nostre brave donne nel dolore
e mentre le vele si spiegavano urlammo maledizioni
agli inglesi, e le preoccupazioni per il domani

Oh…oh, voglio tornare a casa a Derry.
Oh…oh, voglio tornare a casa a Derry.

Alla foce del Foyle dicemmo addio al nostro paese
mentre giacevamo distesi sotto i ponti della nave.
O’Docherty si risvegliò urlando da un sogno
dove aveva visto il coraggioso Robert morire.
Il sole bruciava crudele e ci misero la brodaglia nei piatti,
Dan O’Connor era disteso in preda alla febbre
Sessanta ribelli, quel giorno, diretti alla baia di Botany,
quanti di loro sarebbero arrivati a sera?

Oh…oh, voglio tornare a casa a Derry.
Oh…oh, voglio tornare a casa a Derry.

Li maledissi a morte mentre la prua lottava contro l’onda,
la nostra nave ballava come una farfalla alla luce del fuoco
dei cavalli selvaggi caracollavano insieme al diavolo
per portare le anime nell’Ade al crepuscolo
Cinque settimane in mare, eravamo ora quarantatré
seppellivamo i nostri compagni ogni mattina
Sporchi di fango, fuori dal tempo,
giorni infiniti senza un’alba

Oh…oh, voglio tornare a casa a Derry.
Oh…oh, voglio tornare a casa a Derry.

La Tasmania è un inferno per un uomo
per vivere tutta la sua vita in schiavitù
là dove il clima è orrendo e l’arma è legge
e né al vento né alla pioggia importa del coraggio
Sono passati vent’anni e ho scontato la mia pena
i fantasmi dei miei compagni mi camminano al fianco
sono arrivato da ribelle e di sicuro morirò ribelle,
mi ritroverete una fredda notte d’inverno.

Oh…oh, voglio tornare a casa a Derry.
Oh…oh, voglio tornare a casa a Derry.

Oh…oh, voglio tornare a casa a Derry.
Oh…oh, voglio tornare a casa a Derry.

2006/8/21 - 01:04




Language: Italian

Versione italiana di Flavio Poltronieri
POTESSI TORNARE A DERRY

Nel 1803 veleggiammo sul mare
dalla dolce città di Derry,
verso l'Australia
col rischio di annegare tutti.

Portavamo sulla pelle i segni dei ceppi
e addosso catene arrugginite,
piangevamo per i nostri figli,
per le nostre donne lasciate nel dolore.

Mentre le vele si dispiegavano
maledicemmo gli Inglesi
e le preoccupazione per il domani.

Alla foce del Foyle
dicemmo addio alla nostra terra
sdraiati sotto coperta.

O'Doherty urlò
svegliandosi dal sogno
della visione del Coraggioso Robert (1) morente.

Il sole ci bruciava, crudele,
mentre ci spartivamo la nostra sbobba.
Dan O'Connor era sfiancato dalla febbre.

60 ribelli oggi,
inviati a Botany Bay,
quanti raggiungeranno le guardie?

Oh, potessi tornare a Derry.
Oh, potessi tornare a Derry.

Maledissi le onde
mentre la prua combatteva i flutti.
La nostra nave danzava
come una farfalla alla luce del fuoco.

Cavalli bianchi montavano in alto
mentre il diavolo passava vicino
portandosi le anime all'inferno al crepuscolo.

Dopo cinque mesi sul mare
eravamo adesso in 43,
seppellivamo i nostri compagni ogni mattino.

Eravamo persi in un tempo immobile,
notti senza fine e senza alba.

Oh, potessi tornare a Derry.
Oh, potessi tornare a Derry.

La terra di Van Diemen
è un inferno per un uomo,
passare tutta la vita in schiavitù
dove il clima è crudele
e le pistole dettano legge.

Nè al vento, nè alla pioggia
importa del coraggio.

20 anni sono passati
e io ho finito la mia prigionia.
I fantasmi dei miei compagni
camminano sempre dietro di me.

Ribelle sono arrivato
e sono ancora lo stesso,
nei venti freddi della notte mi troverai.

Oh, potessi tornare a Derry.
Oh, potessi tornare a Derry.
Oh, potessi tornare a Derry.
Oh, potessi tornare a Derry.
(1) Robert Emmett

Contributed by Flavio Poltronieri - 2014/5/27 - 22:40




Language: Italian

Versione italiana dei Bededeum

Album:Oltre il sipario

Bededeum



Abbiamo tradotto in italiano e arrangiato "Back home in Derry", canzone che fu scritta in carcere da Bobby Sands, volontario dell'IRA, imprigionato dagli inglesi nel terribile carcere di Long Kesh, dove morì, il 5 Maggio 1981, dopo un lungo periodo di sciopero della fame.
La canzone tratta della deportazione in Tasmania (un tempo nota come Van Diemen's Land) dei rivoluzionari Irlandesi che avevano preso parte al fallito tentativo insurrezionale anti-inglese guidato da Robert Emmet nel 1803.
LE VOCI DI DERRY

Salpammo da Derry, i polsi nei ceppi,
l'Australia la nostra prigione.
La rotta insicura e la nostra paura,
il dolore e l'umiliazione.

Sul ponte in catene cercammo lontano
il ricordo di un figlio smarrito.
Gli inglesi dannati nei nostri cuori feriti;
il Destino e l'Abisso infinito.


Alla foce del Foyle lasciammo l'ultimo addio
rinchiusi là, dentro la stiva.
O'Doherty urlò quando il sogno svegliò
la Morte che Robert rapiva.

Il sole crudele ed un pasto di fiele,
Dan O'Connor… l'agonia sul volto!
60 imbarcati, ribelli dannati;
in quanti vedremo quel porto?...

Oh … Lontane le voci di Derry!

Il mare gridava e la nave rollava,
falena che danza nel fuoco.
Il Demonio rideva, nella notte strappava
la vita dagli occhi dell'uomo.

Cinque mesi passati, quarantatre siam restati:
ogni giorno un compagno nel mare!
Il tempo si ferma in una notte ormai eterna,
l'alba non vuole tornare!...

Van Deimens è l'inferno per chi vive in eterno,
fu quella la nostra prigione:
la legge è il fucile ed il clima crudele,
la Morte una liberazione.

Vent'anni passati, oggi siam liberati
ma il ricordo dei compagni è atroce.
Ribelle son stato e non sono cambiato,
al Vento ho donato la Voce!...

Oh … Lontane le grida di Derry!

Contributed by adriana - 2009/6/1 - 18:28




Language: French

Versione francese di Licorne da Chants pour une Irlande libre
Version française de Licorne d'après Chants pour une libre Irlande
REVENIR A DERRY

En 1803 nous sommes partis
De la douce ville de Derry
Pour l'Australie si nous ne nous noyons pas tous
Et nous portions les marques de nos fers.

Couverts de chaines rouillées nous soupirions pour nos chariots
Et pour nos femmes que nous laissions à regret.
Et comme les grand-voiles se dépliaient nous maudissions
Les Anglais et les rêves d'avenir.

Oh Oh Oh Oh j'aimerais revenir à Derry.
Oh Oh Oh Oh j'aimerais revenir à Derry.

Je les vouais tous à l'enfer quand l'étrave combattait les vagues.
Notre navire dansait comme un papillon autour d'une flamme.
Les chevaux blancs caracolaient quand le diable passait
Pour emporter les âmes en Hadès au crépuscule.

Cinq semaines de mer et nous étions à présent quarante trois
Nous enterrions nos camarades tous les matins.
Crasseux, hors du temps.
Nuit éternelle, sans aube.

Oh Oh Oh Oh j'aimerais revenir à Derry.
Oh Oh Oh Oh j'aimerais revenir à Derry.

La terre de Van Dieman est un enfer pour l'homme
Qui y est en esclavage.
Quand le climat est rude et quand les armes font la loi.
Ni le vent ni la pluie ne se soucient du courage.

Vingt ans ont passé et j'ai purgé ma peine
Et les fantômes de mes camarades sont derrière moi.
Je suis arrivé rebelle, et je mourrais de même.
Vous me trouverez dans le vent froid de la nuit

Oh Oh Oh Oh j'aimerais revenir à Derry.
Oh Oh Oh Oh j'aimerais revenir à Derry.

Contributed by Riccardo Venturi - 2006/8/21 - 20:58


Bellissime le traduzioni, Bobby Sands scrisse il testo come una poesia durante lo sciopero della fame in carcere e subito dopo la sua morte già circolava una versione cantata; Christy Moore che si trovava nel Derry per una serie di concerti la sentì in più occasioni e trascrisse il testo, fu lui ad abbinarlo con la melodia “Wreak of the Edmond Fitzgerald” di Gordon Lightfoot ( in Summertime Dream 1976 album finito subito nella classifica “Billboard 200” i 200 più venduti negli States).
L’ultima strofa è certamente autobiografica e la colonia penale in Tasmania è in realtà The Maze, il labirinto, la prigione di massima sicurezza del Regno Unito costruita proprio nel 1976 con gli H Blocks. La struttura è stata chiusa nel 2000 e demolita in buona parte, l’area è in attesa di riqualificazione e oggetto di un decennale dibattito per la destinazione a Centro per la Pace

Cattia Salto - 2017/3/27 - 13:47


Esattamente 30 anni fa, il 5 maggio 1981, Bobby Sands moriva nella prigione di Maze, a pochi chilometri da Belfast, a 27 anni, un terzo dei quali passati in prigione. Il primo ministro britannico Margaret Thatcher negò ogni dialogo affermando che i carcerati non rappresentavano nessuno e non avevano dunque alcun diritto ad essere ascoltati e parlò della protesta come dell'”ultima carta dell’IRA”, invece il partito politico legato all’IRA, il Sinn Féin, crebbe fino a diventare il maggior partito dell’Irlanda del Nord.

Flavio Poltronieri - 2018/5/5 - 06:29


Carissimo Flavio, sono sempre stato notoriamente una nullità assoluta in qualsiasi cosa abbia a che fare con le scienze matematiche, però credo che dal 5 maggio 1981 siano passati 37 anni...

Riccardo Venturi - 2018/5/5 - 08:57


Nessuna indulgenza, eh?!...si va beh, mica rileggo e controllo tutto quel che diteggio, conta la sostanza, no? “Se mi sbaglio mi corriggerete”!

Flavio Poltronieri - 2018/5/5 - 09:59


"Se sbaglio mi corrigeréte!"

(un polacco da un balcone a Roma, 16 ottobre 1978)

Alé.





Il sabato mattina in ozio permette anche di farsi due risate...

Io non sto con Oriana - 2018/5/5 - 11:08


Papa Flavio I, 16 ottobre 1978 :-)

Riccardo Venturi - 2018/5/5 - 11:27




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