A group’s gathering, it must be getting close
Gonna get their money’s worth tonight
Are they my enemies, who wanna see me squirm
Or friends, who wanna see me off right
Can’t help but smile at how they do it here
Both sides downstate they thirst for blood
You heard it once, this world is beautiful
That’s what I said, but I’m really thinking
All of you are coming with me
Knots and rope alone won’t get me
You and I will, learn the hard way
And it’s a beautiful world, that’s what I said
To remember me by
And it’s a beautiful world, that’s what I said
But I’m really thinking
All of you are coming with me
Knots and rope alone won’t get me
You and I will, learn the hard way
All of you are coming with me
Knots and rope alone won’t get me
You and I will, learn the hard way
Gonna get their money’s worth tonight
Are they my enemies, who wanna see me squirm
Or friends, who wanna see me off right
Can’t help but smile at how they do it here
Both sides downstate they thirst for blood
You heard it once, this world is beautiful
That’s what I said, but I’m really thinking
All of you are coming with me
Knots and rope alone won’t get me
You and I will, learn the hard way
And it’s a beautiful world, that’s what I said
To remember me by
And it’s a beautiful world, that’s what I said
But I’m really thinking
All of you are coming with me
Knots and rope alone won’t get me
You and I will, learn the hard way
All of you are coming with me
Knots and rope alone won’t get me
You and I will, learn the hard way
Contributed by Bernart - 2013/9/6 - 10:18
Oh, ho temuto proprio che aveste "proibito" questa canzone contro il Proibizionismo (ed il KKK), e invece...
Siete perfidi, un po' lenti, ma sempre tosti & giusti!
Siete perfidi, un po' lenti, ma sempre tosti & giusti!
Bernart - 2013/9/9 - 13:21
It's my fottuting colp, Bernart. E anche dei Tri Yann. Sto trascrivendo all'ascolto da due giorni una canzone del gruppo di Nantes, scritta in francese, e non mi riece di capire tre parole che mi hanno bloccato tutto, pig but woman. Quindi mi è un po' sballata ogni cosa. Nello stesso album, Rummadoù, c'è fra l'altro una bellissima gwerz sulla storia di una banditessa donna bretone, la vedrete spero presto. Comunque ora mi aspetto da te un bel tentativo di traduzione, ché vedo che tenti egregiamente. Good làvor mai frend.
Riccardo Venturi - 2013/9/9 - 15:27
"Pig but woman"?
Non so che canzone tu stia trascrivendo, ma sulla pagina di en. wikipedia dedicata al tema delle leggende popolari sulle Pig-faced women c'è un riferimento ad un'antica ballata bretone (dal "Barzaz Breiz") con quel soggetto...
Magari la pista ti si rivela utile...
Non so che canzone tu stia trascrivendo, ma sulla pagina di en. wikipedia dedicata al tema delle leggende popolari sulle Pig-faced women c'è un riferimento ad un'antica ballata bretone (dal "Barzaz Breiz") con quel soggetto...
Magari la pista ti si rivela utile...
Bernart - 2013/9/9 - 15:47
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Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.
Nell’album intitolato “Learn the Hard Way”
Un’allegra e tirata canzoncina power-pop (e, se si preferisce, pop-punk) da un poco noto gruppo di Carbondale, Illinois, per raccontare la storia singolare di un “outlaw” delle loro parti, Mr. Charles Birger.
Arrivato nella “terra promessa” da bambino, insieme alla sua famiglia, nel 1901 Charlie Birger si arruolò. Sotto le armi si comportò sempre bene e fu poi “honorably discharged” nel 1904. Poi per un po’ fece il cowboy ed il minatore e infine, sposatosi, mise su un saloon a Williamson County, Illinois, proprio nel mentre il governo federale si apprestava a varare il Volstead Act e ad aprire con esso il controverso periodo detto del “Proibizionismo” durante il quale, tra il 1919 ed il 1933, negli USA furono banditi fabbricazione, vendita, importazione e trasporto di alcolici.
Birger, come molti altri, vide subito nel divieto un’opportunità, tanto più che nell’Illinois rurale, pieno zeppo di ruvidi minatori immigrati da ogni angolo della Vecchia Europa, la proibizione dell’alcol non era né capita né sentita né praticata. Siccome però quel po’ di “Legge” esistente sembrava tenerci a farsi rispettare e, soprattutto, diversi altri l’avevano pensata bene come Birger, lui, per sicurezza, preferì trasformare il suo saloon, il “Shady Rest”, in un fortino bel difeso da uomini armati di fucili e mitragliatori.
Il “personale” del Shady Rest Saloon. Charlie Birger è quello a destra, seduto sulla balaustra, che imbraccia un “tommy gun”
Fu così che Birger divenne il capo di una vera e propria gang, in perenne tensione e scontro con i fratelli Carl, Earl e Bernie "Red" Shelton, fondatori e conduttori a Wayne County della famigerata “Shelton Brothers Gang”.
Però per tutti i primi anni 20 le due bande decisero saggiamente di coalizzarsi contro un nuovo comune nemico… Infatti, se il rapporto con i tutori della legge non era poi così problematico (bastava offrire un “bicchiere” ogni tanto), ben presto invece fu il Ku Klux Klan a cominciare a rompere le balle e ad intralciare gli affari. Il KKK supportava entusiasticamente il proibizionismo perché i WASP (White American Anglosaxon Protestant), nella loro visione razzista, vedevano l’alcol come un vizio praticato dagli immigrati cattolici o di altre religioni.
Nel 1923 il Klan cominciò ad organizzare grandi raduni proibizionisti a Williamson County e gruppi di klaners, coordinati da tal Glenn Young, un ex poliziotto federale, cominciarono a violare le proprietà private in cerca di alcol. Se questo veniva trovato, i possessori venivano malmenati e rinchiusi in una “prigione” del Klan. L’abuso era del tutto evidente e, se le autorità federali lo consentivano quando non incoraggiavano, quelle locali si schierarono a fianco dei “bootleggers”, dei contrabbandieri come Birger, tanto che nel gennaio del 1925 il vice sceriffo Ora Thomas si scontrò con Glenn Young e lo uccise insieme a due militanti del Klan. L’anno seguente le gang di Birger e degli Shelton decisero di risolvere a modo loro la situazione e attaccarono il quartier generale del KKK a Herrin, spazzandolo via a colpi di mitragliatore. Il Klan seppellì i suoi morti e scomparve dalla zona.
{{upl/KKk leader.jpg c1 Il capo del KKK Glenn Young, prima…}}
La pace era tornata e gli affari potevano di nuovo prosperare. Ma si trattava pur sempre di una “pax armata” e tra concorrenti non si usava allora confrontarsi con strategie di marketing…
Birger aveva trasformato la città nella “sua” città e comandava a bacchetta, amministrando anche la giustizia. Il suo strapotere era maldigerito dagli Shelton, che decisero di dare battaglia per il controllo del contrabbando nelle contee del sud Illinois. La battaglia ci fu per davvero, e campale questa volta, visto che i due contendenti si costruirono addirittura dei veicoli blindati con i quali effettuare incursioni con raffiche di mitragliatore e lanci di dinamite. Sul campo rimasero molti morti, tra i quali il sindaco di West City Joseph Adams, che appoggiava i fratelli Shelton e che fu ucciso da due sicari di Birger. In tutta risposta, nel gennaio del 1927, gli Shelton fecero saltare in aria lo Shady Rest, sotto le cui macerie rimasero quattro familiari di Birger.
Nel giugno del 1927 Birger fu arrestato per l’omicidio di Joe Adams, ma fu subito liberato perché era lui che controllava poliziotti e carcerieri. Arresti e liberazioni si succedettero numerosi ma Birger peccò di presunzione: dopo l’ultimo, fu condotto in carcere a Franklin, una contea fuori della sua “giurisdizione”. Lì fu processato e condannato a morte.
(Dichiarazione di Birger al Chicago Tribune, pubblicata il giorno successivo alla sua morte)
“I fought the law, and the law won…”
Shachna Itzik “Charlie” Birger fu impiccato nella prigione di Benton, Franklin County, il 19 aprile 1928. Chiese di essere accompagnato al patibolo da un rabbino e che gli fosse messo un cappuccio scuro e non bianco come quello dell’odiato KKK. Allegro e sorridente, strinse calorosamente la mano al boia e si lasciò appendere.
La sue ultime parole furono “It's a beautiful world!”