« Kleier galv e Sant Malo, e Roazhon ha Naoned,
Pep lec'h e Kerne Izel, kastilli gwalldanet,
Tud luch tro va c'hastell, capriole et pied droit largy,
Pelec'h kavout skoazell? Pied droit largy mes Dames.
Tud luch tro va c'hastell, capriole et pied droit largy,
Pelec'h kavout skoazell? Pied droit largy mes Dames.
Surentez ebet er vro. Chaulnes, petra' ra ar Frañs?
Savet 'zeus bet testennoù a-enep d'an noblañs.
Galvet'm eus an arme, capriole et pied droit largy,
Sioulaet 'vo ar vro-se. Pied droit largy mes Dames. »
Galvet'm eus an arme, capriole et pied droit largy,
Sioulaet 'vo ar vro-se. Pied droit largy mes Dames.
« Chomit dinec'h markizez, an holl a vo krouget,
O fenn Sebastian ar Balp ar c'hentañ vo lazhet.
Petra chomo neuze, capriole et pied droit largy,
Eus an tropad moc'h-se? Pied droit largy mes Dames. »
Petra chomo neuze, capriole et pied droit largy,
Eus an tropad moc'h-se? Pied droit largy mes Dames.
« D'an nav a viz Mezheven, e tro kreiz ar minti
'M eus klevet ar c'hleier galv e kostez Kastellin.
La Coste zo bet harzhet, lalalala lalenola
Ha bet goulennataet. Lalalala laleno.
La Coste zo bet harzhet, lalalala lalenola
Ha bet goulennataet. Lalalala laleno.
Ar markiz 'neus prometet nullañ an editoù.
N'hon eus fiziañs ebet e seurtoù promesaou;
Ar stourm vo kendalc'het, lalalala lalenola
Eus Brest betek Naoned. Lalalala laleno.
Ar stourm vo kendalc'het, lalalala lalenola
Eus Brest betek Naoned. Lalalala laleno.
Gant tud eus kostez Poher, 'vo ruz ar bonedoù,
Glas'vint e Bro-Vigoudenn, goveliet 'vo armoù;
Savet 'vo un arme, lalalala lalenola
Ouzh ar papier timbré. Lalalala laleno.
Savet 'vo un arme, lalalala lalenola
Ouzh ar papier timbré. Lalalala laleno.
Ha dre ar c'hod pesovat ma c'houlennomp frankiz,
Lemel tailhoù an noblañs ha muioc'h a justiz
Embannomp hor gwirioù, lalalala lalenola
Dirak an holl vroioù. Lalalala laleno.
Embannomp hor gwirioù, lalalala lalenola
Dirak an holl vroioù. Lalalala laleno.
Anavezet eo hor stourm er Frañs a-bezh hep mar.
Hor penn Sebastian ar Balp ha markiz Montgaillard
A zougo hor mouez, lalalala lalenola
Ha klevet 'vimp un deiz. Lalalala laleno.»
A zougo hor mouez, lalalala lalenola
Ha klevet 'vimp un deiz. Lalalala laleno.
Pep lec'h e Kerne Izel, kastilli gwalldanet,
Tud luch tro va c'hastell, capriole et pied droit largy,
Pelec'h kavout skoazell? Pied droit largy mes Dames.
Tud luch tro va c'hastell, capriole et pied droit largy,
Pelec'h kavout skoazell? Pied droit largy mes Dames.
Surentez ebet er vro. Chaulnes, petra' ra ar Frañs?
Savet 'zeus bet testennoù a-enep d'an noblañs.
Galvet'm eus an arme, capriole et pied droit largy,
Sioulaet 'vo ar vro-se. Pied droit largy mes Dames. »
Galvet'm eus an arme, capriole et pied droit largy,
Sioulaet 'vo ar vro-se. Pied droit largy mes Dames.
« Chomit dinec'h markizez, an holl a vo krouget,
O fenn Sebastian ar Balp ar c'hentañ vo lazhet.
Petra chomo neuze, capriole et pied droit largy,
Eus an tropad moc'h-se? Pied droit largy mes Dames. »
Petra chomo neuze, capriole et pied droit largy,
Eus an tropad moc'h-se? Pied droit largy mes Dames.
« D'an nav a viz Mezheven, e tro kreiz ar minti
'M eus klevet ar c'hleier galv e kostez Kastellin.
La Coste zo bet harzhet, lalalala lalenola
Ha bet goulennataet. Lalalala laleno.
La Coste zo bet harzhet, lalalala lalenola
Ha bet goulennataet. Lalalala laleno.
Ar markiz 'neus prometet nullañ an editoù.
N'hon eus fiziañs ebet e seurtoù promesaou;
Ar stourm vo kendalc'het, lalalala lalenola
Eus Brest betek Naoned. Lalalala laleno.
Ar stourm vo kendalc'het, lalalala lalenola
Eus Brest betek Naoned. Lalalala laleno.
Gant tud eus kostez Poher, 'vo ruz ar bonedoù,
Glas'vint e Bro-Vigoudenn, goveliet 'vo armoù;
Savet 'vo un arme, lalalala lalenola
Ouzh ar papier timbré. Lalalala laleno.
Savet 'vo un arme, lalalala lalenola
Ouzh ar papier timbré. Lalalala laleno.
Ha dre ar c'hod pesovat ma c'houlennomp frankiz,
Lemel tailhoù an noblañs ha muioc'h a justiz
Embannomp hor gwirioù, lalalala lalenola
Dirak an holl vroioù. Lalalala laleno.
Embannomp hor gwirioù, lalalala lalenola
Dirak an holl vroioù. Lalalala laleno.
Anavezet eo hor stourm er Frañs a-bezh hep mar.
Hor penn Sebastian ar Balp ha markiz Montgaillard
A zougo hor mouez, lalalala lalenola
Ha klevet 'vimp un deiz. Lalalala laleno.»
A zougo hor mouez, lalalala lalenola
Ha klevet 'vimp un deiz. Lalalala laleno.
envoyé par Riccardo Venturi - 3/9/2013 - 21:54
Langue: italien
Traduzione italiana di Riccardo Venturi
4 settembre 2013
La seguente traduzione necessita di un'avvertenza. Le prime tre strofe devono essere intese come una conversazione tra la marchesa Marie de Rabutin-Chantal, più nota come Marchesa di Sévigné, e Charles d'Albert d'Ailly, vale a dire il Duca di Chaulnes (si veda l'introduzione). Le strofe restanti devono invece essere intese come una conversazione tra Jakez Gwilhanton, un membro della famiglia le cui generazioni sono seguite nella storia dall'album dei Tri Yann, e suo cognato che vive a Denez-ar-Bihan. L'album Rummadoù “Generazioni” segue le vicende di una famiglia bretone dal medioevo fino ai nostri giorni, confuse con gli avvenimenti storici. Per una pura coincidenza, l'inserimento della canzone è avvenuto il 3 settembre, data esatta in cui Sébastien Le Balp fu ucciso dal marchese di Montgaillard.
4 settembre 2013
Si vedano le Note alla traduzione
La seguente traduzione necessita di un'avvertenza. Le prime tre strofe devono essere intese come una conversazione tra la marchesa Marie de Rabutin-Chantal, più nota come Marchesa di Sévigné, e Charles d'Albert d'Ailly, vale a dire il Duca di Chaulnes (si veda l'introduzione). Le strofe restanti devono invece essere intese come una conversazione tra Jakez Gwilhanton, un membro della famiglia le cui generazioni sono seguite nella storia dall'album dei Tri Yann, e suo cognato che vive a Denez-ar-Bihan. L'album Rummadoù “Generazioni” segue le vicende di una famiglia bretone dal medioevo fino ai nostri giorni, confuse con gli avvenimenti storici. Per una pura coincidenza, l'inserimento della canzone è avvenuto il 3 settembre, data esatta in cui Sébastien Le Balp fu ucciso dal marchese di Montgaillard.
L'ESTATE DEI BERRETTI ROSSI
“Rintocchi a Saint-Malo, a Rennes e a Nantes,
ovunque, in Bassa Cornovaglia, castelli dati alle fiamme,
gente losca qui attorno al mio castello, capriole et pied droit largi,
dove trovare aiuto? Pied droit largi, mesdames. 1
Gente losca qui attorno al mio castello, capriole et pied droit largi,
dove trovare aiuto? Pied droit largi, mesdames.
Sicurezza zero nel paese. Chaulnes, che fa la Francia?
Sono stati redatti dei testi contro l'aristocrazia.
Ho chiamato l'esercito, capriole et pied droit largi
questo paese sarà calmato. Pied droit largi, mesdames.”
Ho chiamato l'esercito, capriole et pied droit largi
questo paese sarà calmato. Pied droit largi, mesdames.”
Non vi preoccupate, marchesa: tutti saranno impiccati,
il loro capo, Sébastien Le Balp, sarà il primo a essere ucciso.
Che ne resterà allora, capriole et pied droit largi
di questo branco di porci? 2 Pied droit largi, mesdames.
Che ne resterà allora, capriole et pied droit largi
di questo branco di porci? Pied droit largi, mesdames.
“Il nove del mese di giugno, verso metà mattina,
ho sentito i rintocchi dalla parte di Châteaulin.
La Coste è stato arrestato, lalalala, lalenola
ed è stato interrogato. Lalalala, laleno
La Coste è stato arrestato, lalalala, lalenola
ed è stato interrogato. Lalalala, laleno
Il marchese ha promesso di annullare gli editti.
ma non ci fidiamo per nulla di queste promesse;
la lotta continuerà, lalalala, lalenola
da Brest fino a Nantes. Lalalala, laleno
La lotta continuerà, lalalala, lalenola
da Brest fino a Nantes. Lalalala, laleno
Quelli del Poher 3 porteranno berretti rossi,
quelli del Pays Bigouden 4 azzurri, si creeranno delle armate;
un'armata insorgerà, lalalala, lalenol
contro la carta bollata. Lalalala, laleno
Un'armata insorgerà, lalalala, lalenola
contro la carta bollata. Lalalala, laleno
E col Codice Contadino, dove chiediamo la libertà,
di eliminare le tasse per i nobili, e più giustizia,
noi proclamiamo i nostri diritti, lalalala, lalenola
dinanzi al paese intero. Lalalala, laleno
Noi proclamiamo i nostri diritti, lalalala, lalenola
dinanzi al paese intero. Lalalala, laleno
La nostra lotta è conosciuta senz'altro in tutta la Francia.
Il nostro capo Sébastien Le Balp e il marchese di Montgaillard 5
porteranno le nostre voci, lalalala, lalenola
e saremo intesi un giorno. Lalalala, laleno”
Porteranno le nostre voci, lalalala, lalenola
e saremo intesi un giorno. Lalalala, laleno
“Rintocchi a Saint-Malo, a Rennes e a Nantes,
ovunque, in Bassa Cornovaglia, castelli dati alle fiamme,
gente losca qui attorno al mio castello, capriole et pied droit largi,
dove trovare aiuto? Pied droit largi, mesdames. 1
Gente losca qui attorno al mio castello, capriole et pied droit largi,
dove trovare aiuto? Pied droit largi, mesdames.
Sicurezza zero nel paese. Chaulnes, che fa la Francia?
Sono stati redatti dei testi contro l'aristocrazia.
Ho chiamato l'esercito, capriole et pied droit largi
questo paese sarà calmato. Pied droit largi, mesdames.”
Ho chiamato l'esercito, capriole et pied droit largi
questo paese sarà calmato. Pied droit largi, mesdames.”
Non vi preoccupate, marchesa: tutti saranno impiccati,
il loro capo, Sébastien Le Balp, sarà il primo a essere ucciso.
Che ne resterà allora, capriole et pied droit largi
di questo branco di porci? 2 Pied droit largi, mesdames.
Che ne resterà allora, capriole et pied droit largi
di questo branco di porci? Pied droit largi, mesdames.
“Il nove del mese di giugno, verso metà mattina,
ho sentito i rintocchi dalla parte di Châteaulin.
La Coste è stato arrestato, lalalala, lalenola
ed è stato interrogato. Lalalala, laleno
La Coste è stato arrestato, lalalala, lalenola
ed è stato interrogato. Lalalala, laleno
Il marchese ha promesso di annullare gli editti.
ma non ci fidiamo per nulla di queste promesse;
la lotta continuerà, lalalala, lalenola
da Brest fino a Nantes. Lalalala, laleno
La lotta continuerà, lalalala, lalenola
da Brest fino a Nantes. Lalalala, laleno
Quelli del Poher 3 porteranno berretti rossi,
quelli del Pays Bigouden 4 azzurri, si creeranno delle armate;
un'armata insorgerà, lalalala, lalenol
contro la carta bollata. Lalalala, laleno
Un'armata insorgerà, lalalala, lalenola
contro la carta bollata. Lalalala, laleno
E col Codice Contadino, dove chiediamo la libertà,
di eliminare le tasse per i nobili, e più giustizia,
noi proclamiamo i nostri diritti, lalalala, lalenola
dinanzi al paese intero. Lalalala, laleno
Noi proclamiamo i nostri diritti, lalalala, lalenola
dinanzi al paese intero. Lalalala, laleno
La nostra lotta è conosciuta senz'altro in tutta la Francia.
Il nostro capo Sébastien Le Balp e il marchese di Montgaillard 5
porteranno le nostre voci, lalalala, lalenola
e saremo intesi un giorno. Lalalala, laleno”
Porteranno le nostre voci, lalalala, lalenola
e saremo intesi un giorno. Lalalala, laleno
NOTE alla traduzione
[1] Si tratta, come è facile intuire, di ordini dati dal maestro di ballo durante una danza: “Capriola e piede destro allargato”, “Piede destro allargato, signore.” Nella traduzione italiana sonoo stati mantenuti in francese, che è e sarà per sempre la lingua dei maestri di ballo; ma l'ortografia è stata modernizzata rispetto a quella seicentesca dei Tri Yann (fenomenali nelle ambientazioni linguistiche, una loro caratteristica).
[2] L'affermazione del Duca di Chaulnes è vendicativa, in quanto i bretoni lo avevano soprannominato “il grasso porco” (v. introduzione).
[3] Il Poher è la regione storica della Bretagna centro-occidentale, con capoluogo Carhaix (l'antica Vorgium romana). Il nome sembra derivare dall'antico bretone Pou Kaer, ovvero “regione della città fortificata”.
[4] Il Pays Bigouden (in bretone: Bro-Vigoudenn) è la zona del Finistère, nel nord-ovest della Bretagna, ad ovest della città di Quimper. Capoluogo del Pays Bigouden è la città di Pont-l'Abbé. E' forse la regione della Bretagna che meglio ha conservato sia l'uso della lingua bretone, sia le antiche tradizioni come il famoso e altissimo copricapo femminile ricamato (la coiffe), simbolo della Bretagna: adesso lo portano usualmente non più di un centinaio di donne, ma negli anni '60 erano ancora in tremila. Dal fermaglio utilizzato per tali copricapi, detto bigoù, deriva il nome di “Bigouden” e anche quello dei “bigodini”, i fermi per la messa in piega.
Il copricapo può essere alto oltre 30 cm e l'origine di questa foggia è legata precisamente agli avvenimenti di questa canzone. Sembra infatti che l'altezza dei copricapi sia dovuta a una forma di protesta delle donne contro lo scapitozzamento dei campanili delle chiese ordinato per rappresaglia dopo la Rivolta dei Berretti Rossi.
[5] Il Marchese di Montgaillard, come detto nell'introduzione, era prigioniero di Le Balp. Nominarlo in quest'ultima strofa della canzone ha un valore storicamente tragico: fu proprio Montgaillard a uccidere Le Balp con un colpo di spada, segnando così la fine della rivolta.
[1] Si tratta, come è facile intuire, di ordini dati dal maestro di ballo durante una danza: “Capriola e piede destro allargato”, “Piede destro allargato, signore.” Nella traduzione italiana sonoo stati mantenuti in francese, che è e sarà per sempre la lingua dei maestri di ballo; ma l'ortografia è stata modernizzata rispetto a quella seicentesca dei Tri Yann (fenomenali nelle ambientazioni linguistiche, una loro caratteristica).
[2] L'affermazione del Duca di Chaulnes è vendicativa, in quanto i bretoni lo avevano soprannominato “il grasso porco” (v. introduzione).
[3] Il Poher è la regione storica della Bretagna centro-occidentale, con capoluogo Carhaix (l'antica Vorgium romana). Il nome sembra derivare dall'antico bretone Pou Kaer, ovvero “regione della città fortificata”.
[4] Il Pays Bigouden (in bretone: Bro-Vigoudenn) è la zona del Finistère, nel nord-ovest della Bretagna, ad ovest della città di Quimper. Capoluogo del Pays Bigouden è la città di Pont-l'Abbé. E' forse la regione della Bretagna che meglio ha conservato sia l'uso della lingua bretone, sia le antiche tradizioni come il famoso e altissimo copricapo femminile ricamato (la coiffe), simbolo della Bretagna: adesso lo portano usualmente non più di un centinaio di donne, ma negli anni '60 erano ancora in tremila. Dal fermaglio utilizzato per tali copricapi, detto bigoù, deriva il nome di “Bigouden” e anche quello dei “bigodini”, i fermi per la messa in piega.
Il copricapo può essere alto oltre 30 cm e l'origine di questa foggia è legata precisamente agli avvenimenti di questa canzone. Sembra infatti che l'altezza dei copricapi sia dovuta a una forma di protesta delle donne contro lo scapitozzamento dei campanili delle chiese ordinato per rappresaglia dopo la Rivolta dei Berretti Rossi.
[5] Il Marchese di Montgaillard, come detto nell'introduzione, era prigioniero di Le Balp. Nominarlo in quest'ultima strofa della canzone ha un valore storicamente tragico: fu proprio Montgaillard a uccidere Le Balp con un colpo di spada, segnando così la fine della rivolta.
Anche "Gwerz Goulven Salaun" dal cd "Portraits" descrive la rivolta dei “berretti rossi”, che iniziata con questo rintocco di campane, alla fine costò la vita a 30.000 Bretoni.
Flavio Poltronieri - 28/2/2017 - 19:45
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Lyrics and music: Tri Yann
Paroles et musique: Tri Yann
Testo e musica: Tri Yann
Album: Rummadoù (Générations)
La Rivolta della Carta Bollata del 1675
di Riccardo Venturi
La cosiddetta Révolte du papier timbré (“Rivolta della carta bollata”) è una rivolta popolare antifiscale che scoppiò nella Francia occidentale sotto il regno di Luigi XIV, il Re Sole, tra l'aprile e il settembre del 1675. La rivolta ebbe particolare ampiezza in Bretagna, dove assunse una connotazione più spiccatamente antiaristocratica e passò alla storia come Rivolta dei berretti rossi (in bretone: Emsavadeg ar Bonedoù ruz, in francese: Révolte des bonnets rouges). La causa scatenante fu un aumento delle tasse, tra le quali quella sulla carta bollata, necessaria per gli atti autenticati. Fu chiamata Rivolta dei berretti rossi, perché alcuni insorti portavano dei berretti azzurri o rossi, a seconda della regione di provenienza. E' nota anche come “Rivolta dei Torreben”, dall'espressione bretone torr e ben! (“spaccagli la testa!”), un diffuso grido di battaglia dei rivoltosi.
Nel 1672, il Re Luigi XIV aveva dichiarato guerra alle Provincie Unite (gli attuali Paesi Bassi). La sua intenzione era quella di ripetere una guerra-lampo, come nel caso della Guerre de Dévolution, ma gli olandesi lo sorprendono, rompono le dighe e inondano volontariamente il territorio. L'armata francese rimane, letteralmente, impantanata e la guerra va in stallo. La flotta olandese minaccia le coste francesi, e in particolar modo quelle bretoni; il commercio bretone ne risente pesantemente. Per finanziare la guerra, il Re Sole ricorre a un metodo assai originale: le tasse.
In primo luogo, il Re fa tassare la carta bollata (aprile 1674), dopo averla resa obbligatoria per tutti gli atti di uso legale (testamenti, contratti di compravendita, certificati di stato civile). La nuova tassa fa aumentare il prezzo degli atti legali per i privati, e al tempo stesso fa calare il volume di affari per i professionisti (avvocati e notai), suscitando uno scontento generale. Dopo di ciò, il Re Sole inventa, primo fra tutti, la tassa sul tabacco (ma senza addurre motivazioni salutiste): stabilisce il regio monopolio e fa prelevare un'accisa sulla vendita del tabacco, creando anche i primi tabaccai. In pratica, stabilisce che solo certe persone siano autorizzate a vendere il tabacco in locali appositi, le quali rastrellano tutto il tabacco disponibile creando vuoti di vendita e l'interruzione temporanea del circuito di libera distribuzione. Lo scontento aumenta; al tempo stesso, la guerra olandese ristagna e mangia denaro, e il Re fa tassare (anche retroattivamente) tutti gli oggetti in stagno, comunissimi allora. La tassa colpisce particolarmente i contadini e fa aumentare i prezzi al consumo. Come “contentino”, il Re tassa anche i ricchi borghesi che avevano acquistato un antico feudo nobiliare; ma la tassa deve essere pagata solo ogni vent'anni.
Queste nuove tasse, assieme alle minacce provenienti dalla flotta olandese, si sommano in Bretagna a una situazione economica già difficile. La Bretagna è allora assai popolata (circa il 10% di tutta la popolazione francese), e non vi si verificano più carestie e epidemie da circa il 1640. Negli anni dal 1660 al 1670 entra in una fase di difficoltà economiche, legate in gran parte agli effetti della politica militare e bellica del Re Sole che provoca l'aumento delle imposte e debolezze strutturali: ad esempio, la diminuzione di due terzi del commercio del vino e delle tele dovuta alle ordinanze fiscali del governatore, il Duca di Chaulnes (che i bretoni soprannominano an hoc'h lart, ovvero “il grasso maiale”). Calano anche i fermages, vale a dire le rendite dei terreni agricoli, provocando una deflazione generalizzata.
La Bretagna è inoltre un paese che mantiene un certo grado di autonomia, dovuta al trattato di unione con la Francia (la Bretagna era stata per secoli un regno indipendente). Conserva degli “Stati” (parlamenti locali) che legiferano, e imposte come quelle sul sale ed altre gabelle non esistono. Il trattato di unione prevede che le nuove tasse debbano prima essere ratificate dai vari “Stati”. Nel 1673, gli Stati Bretoni avevano speso 2.600.000 lire per acquistare la soppressione della Chambre des Domaines, che privava i nobili del diritto di amministrare la giustizia; pagando una somma identica, gli Stati avevano anche acquistato l'invalidazione degli editti reali che istituivano nuove tasse, nonché altre dispense reali per l'enorme totale di 6.300.000 lire. Un anno dopo, la Chambre des Domaine fu ristabilita al pari delle tasse; a spregio, Luigi XIV fa ratificare proprio dal Parlamento di Bretagna le nuove tasse sulla carta bollata e sul tabacco, senza consultare gli Stati locali. Le “libertà bretoni” (così i bretoni dell'epoca chiamavano i privilegi loro concessi in base al trattato d'Unione) sono in pratica soppresse. Le nuove tasse toccano maggiormente i contadini e i ceti popolari urbani; si crea un fronte di scontento contro la sinora inedita brutalità dello Stato francese.
La rivolta inizia però lontano dalla Bretagna. A Bordeaux, dal 26 al 30 marzo 1675, la città cade in mano ai rivoltosi. A causa delle insufficienti guarnigioni militari, il governatore César d'Albret non riesce a ristabilire l'ordine e i cittadini rifiutano la coscrizione. A partire dal 29 marzo, i contadini dei dintorni entrano a Bordeaux per dare man forte ai rivoltosi; il parlamento della città, quindi, in fretta e furia abolisce la tasse per placare la furia popolare. La notizia raggiunge Rennes e Nantes, che insorgono ai primi d'aprie; altre città del Sud-Ovest insorgono ugualmente per le stesse ragioni (Bergerac il 3 e 4 maggio, ecc.) Il 6 aprile il Re Sole, preoccupato, promulga un'amnistia per i rivoltosi di Bordeaux, dato che il governatore non ha i mezzi per riprendere in mano la città.
In Bretagna, le rivolte urbane realmente spontanee si limitano alle due grandi città, Rennes e Nantes. Ovunque la “scaletta” è la stessa: gli uffici di rilascio della carta bollata e dove si marcano le stoviglie in stagno sono saccheggiati e distrutti, e si hanno scontri al grido di “Viva il re detassato!” Una prima rivolta ha luogo a Rennes il 3 aprile, ma la calma è presto ristabilita. Il 18 aprile, però, scoppia a Rennes un'altra rivolta che, stavolta, fa dieci morti e si propaga l'indomani a Saint-Malo. Qui, però, ha vita breve: i Terre-Neuvas, i pescatori di Terranova, sono in partenza o già partiti, e la città è semideserta. Il 23 aprile la rivolta scoppia a Nantes, e di nuovo il 3 maggio a Rennes. Altre città insorgono: Guingamp, Fougères, Dinan e Morlaix.
Le milizie cittadine sono poco affidabili e, talvolta, passano dalla parte dei rivoltosi. L'8 giugno, le truppe inviate a Nantes per ristabilire l'ordine provocano la collera popolare; sotto l'Ancien Régime, infatti, le truppe venivano fatte acquartierare nelle case dei privati cittadini, a spese di questi ultimi. Nantes contava tra i suoi privilegi proprio quello dell'esenzione dall'acquartieramento nelle case private, e si ribella. Il governatore Duca di Chaulnes, il “grasso maiale”, viene assediato nel suo castello dal 9 all'11 giugno ma, a suo onore, si rifiuta di fare sparare sulla folla e fa sloggiare le truppe. Il Duca subisce ogni sorta di umiliazioni: oltre all'assedio, viene preso a insulti e sputi in faccia. Il vescovo di Rennes, altra figura odiata, viene preso in ostaggio e liberato in cambio della scarcerazione di una prigioniera arrestata il 3 maggio. Per questi motivi, il Duca di Chaulnes falsifica i rapporti al Re, nascondendogli le dimensioni della rivolta. Il 19 luglio, l'ufficio bollatura viene di nuovo saccheggiato e dato alle fiamme.
A partire dal 9 giugno, si rivoltano anche le campagne bretoni e l'insurrezione assume un carattere enorme. Focolai della rivolta sono la baia di Douarnenez, Rosporden, Briec e Châteaulin. Il 3 e 5 luglio la rivolta raggiunge Daoulas e Landerneau, il 6 luglio Carhaix, il 12 Brasparts, Callac e Langonnet, il 27 e 28 Faouët e Lanvénégen in occasione del “pardon” di Sant'Urlo. Le città non partecipano, ma vengono attaccate dai contadini: il 21 luglio Pontivy è conquistata. Il governatore, Duca di Chaulnes, è costretto a rifugiarsi a Port-Louis.
Il 23 giugno 1675 scoppiano in contemporanea le rivolte antinobiliari dei parrocchiani. A Combrit, i parrocchiani della chiesa di San Tugdual prendono in ostaggio il signore di Cosquer; poco dopo, gli abitanti di 14 parrocchie del Pays Bigouden cominciano a distruggere tutti gli atti che stabiliscono i privilegi nobiliari. Il 2 luglio 1675, presso la cappella di Nostra Signora di Tréminou, a Plomeur, viene stilato il “Codice Contadino”, primo esempio al mondo di rivendicazioni rurali sotto forma giuridica. I contadini si rivoltano quando si sparge la voce che la gabella sta per essere introdotta nella provincia, e organizzano un assaggio di Rivoluzione Francese più di un secolo prima. Lo stesso Duca di Chaulnes riconosce che “i nobili tartassano troppo i contadini”; i castelli vengono assediati e saccheggati, i nobili aggrediti e uccisi.
Il massimo della violenza viene raggiunto tra la fine di luglio e l'inizio di agosto nel Poher, dove le città di Carhaix e Pontivy, non fortificate, sono attaccate e saccheggiate. I contadini sono guidati, in questa regione, da un notaio: Sébastien Le Balp (in bretone: Sebastian Ar Balp). Sono loro i “Berretti Rossi”, che portano per farsi riconoscere e incutere terrore. All'inizio di settembre, Le Balp e i suoi “Berretti Rossi” attaccano il castello di Tymeur e lo saccheggiano, provvedendo a bruciare tutti gli atti e gli archivi; ma il 3 settembre, il marchese Charles Maurice de Percin de Montgaillard, suo prigioniero, lo uccide di sorpresa con un fendente di spada, proprio alla vigilia dell'insurrezione generale prevista. La morte di Le Balp mette fine all'insurrezione dei Berretti Rossi.
Tutte le città fortificate (Concarneau, Pont-l'Abbé, Quimper, Rosporden, Brest e Guingamp) formano delle sacche di resistenza: in quest'ultima città, Guingamp, inizia la repressione. Tre rivoltosi, tra i quali una donna, sono impiccati. La “punizione” inizia anche a Nantes, dove le truppe restano acquartierate per tre settimane e dove uno dei capi della rivolta, l'oste Goulven Salaün, è impiccato. Per convincere i contadini a desistere viene messa in campo la chiesa: i missionari e i Gesuiti riescono a trattenere molti contadini, permettendo così l'arrivo dei reggimenti dalla Germania, al comando di Turenne. I reggimenti arrivano a fine agosto, e agiscono a partire da Hennebont e Quimperlé. A Combrit, 14 contadini sono impiccati alla stessa quercia; i capi rivoltosi sono messi a morte dopo essere stati torturati. La campagna repressiva dura per tutto il mese di settembre.
Per lo storico Delumeau, la repressione fu abbastanza misurata dato che il Duca di Chaulnes non credeva all'efficacia di una repressione feroce. Meno di 80 capi rivoltosi furono processati, mentre parecchi ricercati scapparono a Parigi o a Jersey. E' probabile anche che la relativa mitezza nella repressione fosse suggerita dal pericolo che le truppe acquartierate nelle città restassero bloccate. Per altri storici (Cornette, Garlan, Nières) la repressione fu invece molto dura. I principali responsabili furono rinviati ad una commissione straordinaria del Parlamento, la quale emette rapidamente le condanne a morte e alle galere a partire dall'ottobre del 1676. Le comunità rurali sono obbligate a consegnare i capi rivoltosi, sotto la minaccia concreta di rappresaglie collettive, e si applicano comunque le pene simboliche, ma dolorosissime, della rimozione delle campane delle chiese e dello scapitozzamento dei campanili. Il 12 ottobre 1675, il Duca di Chaulnes entra in Rennes con 6000 soldati che vengono acquartierati nelle case private: per un mese la città subisce le violenze della truppa. Gli abitanti della Rue Haute sono sfrattati a forza, e un terzo della strada viene demolito. Il Parlamento di Bretagna viene esiliato a Vannes il 16 ottobre, e non può rientrare a Rennes che nel 1690 dietro pagamento di 500.000 lire; stessa sorte tocca al Parlamento di Bordeaux, esiliato a Condom, poi a Marmande e a La Réole. Qualsiasi tipo di resistenza e opposizione all'assolutismo regio viene annientata. L'anno successivo, gli Stati Bretoni sono obbligati a versare un tributo del 15%, e tutte le ulteriori imposizioni fiscali del governo (comprese le gratifiche a Colbert e alla sua famiglia) devono essere accettate. La Bretagna deve inoltre pagare tutte le spese per le truppe incaricate della repressione, e deve poi fornire un'armata di 20.000 uomini. Il 5 febbraio 1676, però, Luigi XIV accorda un'amnistia. La Rivolta della Carta Bollata è dei “Berretti Rossi” resta comunque la più ampia che sia avvenuta sotto il regno di Luigi XIV, e prima della Rivoluzione Francese.
La Rivolta non è stata comunque dimenticata in Bretagna. Negli anni '70, con la nascita dell'indipendentismo bretone, essa viene presentata come una tappa nella lotta del popolo bretone per la sua emancipazione. Nel 1975, il Partito Comunista Francese organizza una festa a Carhaix per celebrare il 300° anniversario della Rivolta. Nel 2005, il prefetto del Finistère proibisce l'installazione di una segnalazione turistica a Carhaix, la quale raffigura la città accompagnata dall'immagine di un insorto col berretto rosso.