L’heure patriotique du tirage au sort
A fait vibrer le beffroi légal des mairies,
Les gas aux grands yeux bons sont devenus conscrits
Et leur troupeau dévale par les rues
Sous le geste dur des houlettes tricolores.
En les voyant ainsi passer, les filles belles
Qui s’avancent par la paix fleurie des venelles,
Se demandent en leur naïveté, pourquoi
L’on gaspille ainsi bêtement si belle soie.
“Holà! nos galants aimés. Holà!” disent-elles,
“Baillez-nous l’étoffe jolie de vos drapeaux,
Nous en ferons des robes bleues, rouges ou blanches
Et nous les froisserons aux danses des dimanches
Contre votre cœur qui s’en montrera plus tendre!”
Mais les galants passent et s’en vont sans comprendre
Le bon désir des amantes qui restent seules...
Et demain les drapeaux leur seront des linceuls.
A fait vibrer le beffroi légal des mairies,
Les gas aux grands yeux bons sont devenus conscrits
Et leur troupeau dévale par les rues
Sous le geste dur des houlettes tricolores.
En les voyant ainsi passer, les filles belles
Qui s’avancent par la paix fleurie des venelles,
Se demandent en leur naïveté, pourquoi
L’on gaspille ainsi bêtement si belle soie.
“Holà! nos galants aimés. Holà!” disent-elles,
“Baillez-nous l’étoffe jolie de vos drapeaux,
Nous en ferons des robes bleues, rouges ou blanches
Et nous les froisserons aux danses des dimanches
Contre votre cœur qui s’en montrera plus tendre!”
Mais les galants passent et s’en vont sans comprendre
Le bon désir des amantes qui restent seules...
Et demain les drapeaux leur seront des linceuls.
Contributed by Bernart - 2013/8/26 - 10:43
Language: Italian
Tentativo di traduzione italiana di Bernart.
BANDIERE
L’ora patriottica dell’estrazione a sorte
Fa fremere l’apparato guerresco del potere
I ragazzi dai grandi occhi buoni si sono trasformati in coscritti
Ed il loro gregge dilaga per le strade
Condotto dal duro bastone delle insegne tricolori
Vedendoli passare, le belle ragazze
Che si affacciano dai vicoli di pace fioriti
Si chiedono nella loro ingenuità perché
Tanta bella seta vada così stupidamente sprecata
“Ehi, dolci amati nostri, ehi!”, li apostrofano
“Date a noi la bella stoffa delle vostre bandiere
Noi ci faremo dei vestitini blu, rossi e bianchi
E li indosseremo le domeniche ai balli
Vedrete che il vostro cuore si addolcirà!”
Ma i bei giovani passano e se ne vanno senza capire
Il giusto e sano desiderio delle amanti che restano sole…
E domani per loro quelle stesse bandiere saranno sudari di morte.
L’ora patriottica dell’estrazione a sorte
Fa fremere l’apparato guerresco del potere
I ragazzi dai grandi occhi buoni si sono trasformati in coscritti
Ed il loro gregge dilaga per le strade
Condotto dal duro bastone delle insegne tricolori
Vedendoli passare, le belle ragazze
Che si affacciano dai vicoli di pace fioriti
Si chiedono nella loro ingenuità perché
Tanta bella seta vada così stupidamente sprecata
“Ehi, dolci amati nostri, ehi!”, li apostrofano
“Date a noi la bella stoffa delle vostre bandiere
Noi ci faremo dei vestitini blu, rossi e bianchi
E li indosseremo le domeniche ai balli
Vedrete che il vostro cuore si addolcirà!”
Ma i bei giovani passano e se ne vanno senza capire
Il giusto e sano desiderio delle amanti che restano sole…
E domani per loro quelle stesse bandiere saranno sudari di morte.
Contributed by Bernart - 2013/8/26 - 10:45
Mia madre ricorda che sul finire della seconda guerra mondiale molte donne del suo paese avevano confezionato splendide sottovesti e camicie da notte non solo con la seta dei paracadute alleati ma anche con quella delle bandiere tricolori...
Il cappotto della divisa da dipendente pubblico di suo padre (lei se lo ricorda di uno spesso panno blu scuro) servì per fare due cappottini per lei e sua sorella...
Il cappotto della divisa da dipendente pubblico di suo padre (lei se lo ricorda di uno spesso panno blu scuro) servì per fare due cappottini per lei e sua sorella...
Bernart - 2013/9/4 - 08:41
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Ignoro l’anno esatto in cui Couté compose questa canzone, ma credo che si tratti del 1910 quando, poco prima della sua morte, cominciò a collaborare con la rivista antimilitarista “La Guerre Sociale”, fondata nel 1906 e diretta da Gustave Hervé (1871-1944, personaggio contradditorio che fu prima socialista rivoluzionario e poi simpatizzante nazifascista).
Il brano si trova comunque in “La chanson d'un gâs qu'a mal tourné”, le opere complete di Gaston Couté pubblicate in cinque volumi dalle edizioni “Le vent du ch'min” tra il 1976 ed il 1977 e riedite nel 2013 dalle edizioni “La Matière Noire” (“Drapeaux” si trova nel primo volume).
In ogni caso questa è una canzone che preconizza in modo assolutamente profetico la completa cecità e sordità della “maschia Europa” che di lì a poco farà sprofondare il mondo nell’orrore della Grande Guerra: 24 milioni di vittime, decine di milioni di vedove e di orfani.