Oj Abramie, Abrahamie,
takie silne twoje ramię.
Popatrz ich boże w dół przez niebo,
tu Kielce są, a tu jest Hebron
i góra Moria w tamtych czasach,
stoi o dobę przed Hebronem.
Popatrz serdecznie tam na dole,
lecz tuż pod stromym szczytem Morii,
maleńcy tacy dwaj.
Ojcem jest któryś i synkiem któryś,
ich ciałka takie są przy ziemi,
ich główki takie są do góry.
Oj Abramie, Abrahamie,
jakie silne twoje ramię.
Oj Abramie , Abrahamie,
takie silne twoje ramię.
Popatrz ich boże w dół przez niebo,
to próba twa dla Abrahama trwa,
a Izaak o tym nic nie wiedząc,
wskazuje ojcu ptaka,
powoli w krąg szybującego,
nad wszystkim tym kołującego.
Raz ku północy, raz na południu,
"Czy sęp to jest, czy jakiś bocian?
Tato, z długa szyją, może bocian?"
Bo w Jeruzalem ciepły świt,
(choć to się dzieje chyba w grudniu?).
Oj Abramie, Abrahamie,
jakie silne twoje ramię.
(W przerwie ich bóg namyśla się,
w przerwie ich bóg namyśla się),
czy syna mieć, a może dwóch,
a może córkę.
Ale córka pod górę z chłostą i z krzyżem,
a zuch to zuch i więcej strzyma,
a zuch to zuch.
Lecz co Abraham w dole robi?
Lecz co Abraham teraz zrobi?
Oj Abramie, Abrahamie,
jakie silne twoje ramię.
Taka cieńka synka szyjka.
Weź, Ty raczej się przeciwstaw!
I Ty, w Kielcach też Mieczysław!
takie silne twoje ramię.
Popatrz ich boże w dół przez niebo,
tu Kielce są, a tu jest Hebron
i góra Moria w tamtych czasach,
stoi o dobę przed Hebronem.
Popatrz serdecznie tam na dole,
lecz tuż pod stromym szczytem Morii,
maleńcy tacy dwaj.
Ojcem jest któryś i synkiem któryś,
ich ciałka takie są przy ziemi,
ich główki takie są do góry.
Oj Abramie, Abrahamie,
jakie silne twoje ramię.
Oj Abramie , Abrahamie,
takie silne twoje ramię.
Popatrz ich boże w dół przez niebo,
to próba twa dla Abrahama trwa,
a Izaak o tym nic nie wiedząc,
wskazuje ojcu ptaka,
powoli w krąg szybującego,
nad wszystkim tym kołującego.
Raz ku północy, raz na południu,
"Czy sęp to jest, czy jakiś bocian?
Tato, z długa szyją, może bocian?"
Bo w Jeruzalem ciepły świt,
(choć to się dzieje chyba w grudniu?).
Oj Abramie, Abrahamie,
jakie silne twoje ramię.
(W przerwie ich bóg namyśla się,
w przerwie ich bóg namyśla się),
czy syna mieć, a może dwóch,
a może córkę.
Ale córka pod górę z chłostą i z krzyżem,
a zuch to zuch i więcej strzyma,
a zuch to zuch.
Lecz co Abraham w dole robi?
Lecz co Abraham teraz zrobi?
Oj Abramie, Abrahamie,
jakie silne twoje ramię.
Taka cieńka synka szyjka.
Weź, Ty raczej się przeciwstaw!
I Ty, w Kielcach też Mieczysław!
Contributed by Krzysiek Wrona - 2013/7/29 - 01:16
Language: Italian (Laziale Romanesco)
Versione italiana alla lettera (stilizzata) di Krzysiek Wrona
22.05.2014
22.05.2014
MORIAH
Oi Abramo, oi Abramo,
è così forte il tuo braccio.
Guarda! dio di essi giù, attraverso il cielo,
stiamo a Kielce qua(1), e qui c’è Hebron(2)
e il monte Moriah(3) allora,
stava a distanza di ventiquattro ore prima di esso.
Guarda! cordialmente laggiù,
ma appena sotto la erta vetta di Moriah,
piccini, piccini così, questi due.
Uno sarà il padre e il figlioletto un altro,
i loro corpiccini sono così attaccati alla terra,
i loro testoline sono così in su.
Oi Abramo, oi Abramo,
come è forte il tuo braccio.
Oi Abramo, oi Abramo,
è così forte il tuo braccio.
Guarda! dio di essi giù attraverso il cielo,
è in corso la tua prova per Abramo,
e Isacco non sapendo niente di tutto ciò,
addita al padre un ucello
che in cerchio sta planando lentamente,
volteggiando sopra tutto questo.
Una volta verso nord, un’altra verso sud:
“Sarà un avvoltoio?, oppure sarà qualche cicogna?
Papà, con il collo lungo, forse una cicogna?”
Perchè a Gerusalemme è un’alba calda,
(benché tutto si svolge a dicembre, a quanto pare?)
Oi Abramo, oi Abramo,
come è forte il tuo braccio.
(Nell’intermezzo il dio di essi sta rifletendo,
nell’intermezzo il dio di essi sta rifletendo):
“Avere un figlio, o forse due,
o una figlia magari.
Ma ‘na femmina che cammini su un dirupo, flagellata e con la croce pesante,
invece un maschietto è sempre un maschietto, durerà di più,
Un bravo fijo è un bravo fijo”.
Ma che fà l’Abramo laggiù?
Ma che fà l’Abramo adesso?
Oi Abramo, oi Abramo,
come è forte il tuo braccio.
È così sottile il collicino del fijo.
Arripijaté piuttosto, fermo!
Anche tu, a Kielce, Mieczysław!(4)
Oi Abramo, oi Abramo,
è così forte il tuo braccio.
Guarda! dio di essi giù, attraverso il cielo,
stiamo a Kielce qua(1), e qui c’è Hebron(2)
e il monte Moriah(3) allora,
stava a distanza di ventiquattro ore prima di esso.
Guarda! cordialmente laggiù,
ma appena sotto la erta vetta di Moriah,
piccini, piccini così, questi due.
Uno sarà il padre e il figlioletto un altro,
i loro corpiccini sono così attaccati alla terra,
i loro testoline sono così in su.
Oi Abramo, oi Abramo,
come è forte il tuo braccio.
Oi Abramo, oi Abramo,
è così forte il tuo braccio.
Guarda! dio di essi giù attraverso il cielo,
è in corso la tua prova per Abramo,
e Isacco non sapendo niente di tutto ciò,
addita al padre un ucello
che in cerchio sta planando lentamente,
volteggiando sopra tutto questo.
Una volta verso nord, un’altra verso sud:
“Sarà un avvoltoio?, oppure sarà qualche cicogna?
Papà, con il collo lungo, forse una cicogna?”
Perchè a Gerusalemme è un’alba calda,
(benché tutto si svolge a dicembre, a quanto pare?)
Oi Abramo, oi Abramo,
come è forte il tuo braccio.
(Nell’intermezzo il dio di essi sta rifletendo,
nell’intermezzo il dio di essi sta rifletendo):
“Avere un figlio, o forse due,
o una figlia magari.
Ma ‘na femmina che cammini su un dirupo, flagellata e con la croce pesante,
invece un maschietto è sempre un maschietto, durerà di più,
Un bravo fijo è un bravo fijo”.
Ma che fà l’Abramo laggiù?
Ma che fà l’Abramo adesso?
Oi Abramo, oi Abramo,
come è forte il tuo braccio.
È così sottile il collicino del fijo.
Arripijaté piuttosto, fermo!
Anche tu, a Kielce, Mieczysław!(4)
Contributed by Krzysiek Wrona - 2014/5/22 - 23:49
Grazie per la specificazzione linguistica, ma non sono sicuro se "arripijaté" si scrive proprio così : )
krzyś - 2014/5/23 - 00:34
magari dopo vediamo di rimetterla un po' a posto. Direi che si scrive così ma senza accento...
CCG Staff - 2014/5/23 - 00:35
Language: Italian
La versione un po' corretta munita di note.
MORIAH
Oi Abram, Abramo,
è così forte il tuo braccio.
Guarda! dio di essi giù attraverso il cielo,
stiamo a Kielce qua(1), e qui c’è Hebron (2)
e il monte Moriah(3) allora,
stava a distanza di ventiquattro ore prima di esso.
Guarda! laggiù cordialmente,
ma appena sotto l’erta vetta di Moriah,
piccini, piccini così, questi due.
Uno sarà il padre e il figlioletto un altro,
i loro corpiccini sono così attaccati alla terra,
i loro testoline sono così in su.
Oi Abram, Abramo,
come è forte il tuo braccio.
Oi Abram, Abramo,
è così forte il tuo braccio.
Guarda! dio di essi giù attraverso il cielo,
è in corso la tua prova per Abramo,
e Isacco non sapendo niente di tutto ciò,
addita al padre un uccello
che in cerchio sta planando lentamente,
volteggiando sopra tutto questo.
Una volta verso nord, un’altra verso sud:
“Sarà un avvoltoio?, oppure sarà qualche cicogna?
Papà! con il collo lungo, forse una cicogna?”
Perchè a Gerusalemme è un’alba calda,
(benché tutto si svolge a dicembre, a quanto pare?)
Oi Abram, Abramo,
come è forte il tuo braccio.
(Nell’intermezzo il dio di essi sta rifletendo,
nell’intermezzo il dio di essi sta rifletendo):
“Avere un figlio, o forse due,
o una figlia magari.
Ma ‘na fija che salga un dirupo, flagellata e con la croce pesante,
invece un maschietto è sempre un maschietto, durerà di più,
Un bravo fijo è un bravo fijo”.
Ma che fà Abramo laggiù?
Ma che farà Abramo adesso?
Oi Abram, Abramo,
come è forte il tuo braccio.
È così sottile il collicino de’ fijo.
Arripijate piuttosto, opponiti, fermo!
Anche tu, anche a Kielce, Mieczysław!(4)
Oi Abram, Abramo,
è così forte il tuo braccio.
Guarda! dio di essi giù attraverso il cielo,
stiamo a Kielce qua(1), e qui c’è Hebron (2)
e il monte Moriah(3) allora,
stava a distanza di ventiquattro ore prima di esso.
Guarda! laggiù cordialmente,
ma appena sotto l’erta vetta di Moriah,
piccini, piccini così, questi due.
Uno sarà il padre e il figlioletto un altro,
i loro corpiccini sono così attaccati alla terra,
i loro testoline sono così in su.
Oi Abram, Abramo,
come è forte il tuo braccio.
Oi Abram, Abramo,
è così forte il tuo braccio.
Guarda! dio di essi giù attraverso il cielo,
è in corso la tua prova per Abramo,
e Isacco non sapendo niente di tutto ciò,
addita al padre un uccello
che in cerchio sta planando lentamente,
volteggiando sopra tutto questo.
Una volta verso nord, un’altra verso sud:
“Sarà un avvoltoio?, oppure sarà qualche cicogna?
Papà! con il collo lungo, forse una cicogna?”
Perchè a Gerusalemme è un’alba calda,
(benché tutto si svolge a dicembre, a quanto pare?)
Oi Abram, Abramo,
come è forte il tuo braccio.
(Nell’intermezzo il dio di essi sta rifletendo,
nell’intermezzo il dio di essi sta rifletendo):
“Avere un figlio, o forse due,
o una figlia magari.
Ma ‘na fija che salga un dirupo, flagellata e con la croce pesante,
invece un maschietto è sempre un maschietto, durerà di più,
Un bravo fijo è un bravo fijo”.
Ma che fà Abramo laggiù?
Ma che farà Abramo adesso?
Oi Abram, Abramo,
come è forte il tuo braccio.
È così sottile il collicino de’ fijo.
Arripijate piuttosto, opponiti, fermo!
Anche tu, anche a Kielce, Mieczysław!(4)
NOTE:
(1) Kielce è una grande città polacca di 201.815 abitanti, capoluogo del voivodato della Santacroce (Województwo świętokrzyskie). È un importante centro commerciale ed è sede della Fiera Kielce, che occupa il secondo posto nella classifica delle mostre e dei mercati più frequentati in Polonia.
(2) Hebron (Arabo الخليل al-Khalīl, lett. "amico", riferito al patriarca Abramo; Ebraico חֶבְרוֹן, Ebraico standard Hevron, Ebraico di Tiberiade Ḥeḇrôn: derivato dalla parola "amico") è una città della Cisgiordania (Giudea secondo la toponomastica ebraica) di circa 200.000 abitanti (palestinesi) più, circa, 700 ebrei che vivono nell'antico quartiere ebraico della città, a cui si devono aggiungere i circa 7.000 ebrei della contigua Qiryat Arba. Hebron si trova a circa 30 km a sud di Gerusalemme; la città è famosa per le sue uve e per le fabbriche di ceramiche e vetri. La città vecchia è caratterizzata dalle strette e tortuose strade, dalle case di pietra con i tetti piani e dai vecchi mercati. http://it.wikipedia.org/wiki/Hebron]]
(3) Moriah (ebraico: מוריה, Mōriyyā) è il nome dato ad una montagna o catena montuosa nel libro della Genesi, nel cui contesto è indicata come il luogo del sacrificio di Isacco. Anche Noè vi fece sacrifici animali dopo il diluvio. La sua esatta collocazione è attualmente oggetto di dibattito. Tradizionalmente Moriah è stato interpretato come il nome di una specifica montagna, piuttosto che come il nome di una serie o catena di montagne. Mōriyyā significa in ebraico "ordine di JHWH", ed il sacrificio di Isacco da parte di Abramo stava per avvenire per ordine di JHWH in un luogo scelto da JHWH stesso. Secondo questa interpretazione il nome non starebbe dunque a indicare un preciso luogo geografico, bensì il fatto che quel luogo è stato scelto e indicato da JHWH ad Abramo. Sempre la Bibbia, tuttavia, ricorda come Salomone scelse proprio il monte Moriah per costruirvi il Tempio a JHWH.
Ma vedi anche "moria": ) mòria oWitzelsucht (che in greco significa follia) è detta la ricerca patologica del motto di spirito, è una "dipendenza dallo scherzo". Si tratta di un manifestazione di patologia cerebrale organica per cui un paziente racconta compulsivamente giochi di parole, storielle sciocche, spesso accompagnate da comportamento infantile, come meccanismo di difesa per sviare l'attenzione da un deficit di memoria, e altre pagine di disambiguazione
(4) Mieczysław è un nome proprio di persona polacco maschile. È composto dagli elementi slavi miecz (che può significare sia "uomo" che "spada") e slav ("gloria"); può quindi significare "gloria dell'uomo" o "gloria della spada". Varianti: maschili ipocoristici: Mieszko, femminili: Mieczysława, italiano: Miecislao, latino: Miecislas.
(1) Kielce è una grande città polacca di 201.815 abitanti, capoluogo del voivodato della Santacroce (Województwo świętokrzyskie). È un importante centro commerciale ed è sede della Fiera Kielce, che occupa il secondo posto nella classifica delle mostre e dei mercati più frequentati in Polonia.
(2) Hebron (Arabo الخليل al-Khalīl, lett. "amico", riferito al patriarca Abramo; Ebraico חֶבְרוֹן, Ebraico standard Hevron, Ebraico di Tiberiade Ḥeḇrôn: derivato dalla parola "amico") è una città della Cisgiordania (Giudea secondo la toponomastica ebraica) di circa 200.000 abitanti (palestinesi) più, circa, 700 ebrei che vivono nell'antico quartiere ebraico della città, a cui si devono aggiungere i circa 7.000 ebrei della contigua Qiryat Arba. Hebron si trova a circa 30 km a sud di Gerusalemme; la città è famosa per le sue uve e per le fabbriche di ceramiche e vetri. La città vecchia è caratterizzata dalle strette e tortuose strade, dalle case di pietra con i tetti piani e dai vecchi mercati. http://it.wikipedia.org/wiki/Hebron]]
(3) Moriah (ebraico: מוריה, Mōriyyā) è il nome dato ad una montagna o catena montuosa nel libro della Genesi, nel cui contesto è indicata come il luogo del sacrificio di Isacco. Anche Noè vi fece sacrifici animali dopo il diluvio. La sua esatta collocazione è attualmente oggetto di dibattito. Tradizionalmente Moriah è stato interpretato come il nome di una specifica montagna, piuttosto che come il nome di una serie o catena di montagne. Mōriyyā significa in ebraico "ordine di JHWH", ed il sacrificio di Isacco da parte di Abramo stava per avvenire per ordine di JHWH in un luogo scelto da JHWH stesso. Secondo questa interpretazione il nome non starebbe dunque a indicare un preciso luogo geografico, bensì il fatto che quel luogo è stato scelto e indicato da JHWH ad Abramo. Sempre la Bibbia, tuttavia, ricorda come Salomone scelse proprio il monte Moriah per costruirvi il Tempio a JHWH.
Ma vedi anche "moria": ) mòria oWitzelsucht (che in greco significa follia) è detta la ricerca patologica del motto di spirito, è una "dipendenza dallo scherzo". Si tratta di un manifestazione di patologia cerebrale organica per cui un paziente racconta compulsivamente giochi di parole, storielle sciocche, spesso accompagnate da comportamento infantile, come meccanismo di difesa per sviare l'attenzione da un deficit di memoria, e altre pagine di disambiguazione
(4) Mieczysław è un nome proprio di persona polacco maschile. È composto dagli elementi slavi miecz (che può significare sia "uomo" che "spada") e slav ("gloria"); può quindi significare "gloria dell'uomo" o "gloria della spada". Varianti: maschili ipocoristici: Mieszko, femminili: Mieczysława, italiano: Miecislao, latino: Miecislas.
Contributed by Krzysiek Wrona - 2014/6/1 - 22:18
Cari tutti! Lo so che il mio saluto si è rivelato alquanto bruscho, per non dire sgarbato. Infatti, vorrei in primo luogo scusarmi con le ragazze, Adriana, Daniela, Stanislava nonché con un gigante come Marco Valdo M.I., che in compania di tanti altri collaboratori storici e odierni è stato ommesso nel mio affrettato addio. In secondo luogo sottoscrivo a pieno le parole di Bernart Bartleby, con cui ha riflettuto su uso a volte insidioso della rete e della tastiera, e tranquillizzare Riccardo sulla mia eventuale adesione a qualche sito dedicato alle marciette militari :=)
Nel terzo e l'ultimo luogo vorrei spiegare solamente che la mia decisione ha un carattere temporale, assicurare tutti che non mi sono sentito per niente offeso e che come vedete sto comunque seguendo il sito delle CCG. Ma per adesso sia Krzysiek che krzyś abbiano bisogno di un po' di pausa, visto che i loro contributi nei tempi recenti stavano diventando sempre più frettolosi e sempre meno curati. Ci sono detti allora che un attimo di disintossicazione da Internet, come dal certo tipo di bevande, gli può soltanto giovare, e a lungo termine essere pure più producente nell'ambito dell'"attività per comunità". Trankilli, prima o dopo mi faccio sentire di nuovo con tanti altri canti carini e con una nube di canarini :)
Ma si sa che non si sa mai, e a 'sto punto meglio un breve Ciau! e tante cose belle.
E lo dice uno che, da sempre si "innamorava di tutto", ma innamorandosi di tutto spesso e volentieri si rischia di non amare niente.
Vi voglio un sacco bene e vi prego di "riappacificarsi", niente panico : )
Salud!
Krzysiek
Nel terzo e l'ultimo luogo vorrei spiegare solamente che la mia decisione ha un carattere temporale, assicurare tutti che non mi sono sentito per niente offeso e che come vedete sto comunque seguendo il sito delle CCG. Ma per adesso sia Krzysiek che krzyś abbiano bisogno di un po' di pausa, visto che i loro contributi nei tempi recenti stavano diventando sempre più frettolosi e sempre meno curati. Ci sono detti allora che un attimo di disintossicazione da Internet, come dal certo tipo di bevande, gli può soltanto giovare, e a lungo termine essere pure più producente nell'ambito dell'"attività per comunità". Trankilli, prima o dopo mi faccio sentire di nuovo con tanti altri canti carini e con una nube di canarini :)
Ma si sa che non si sa mai, e a 'sto punto meglio un breve Ciau! e tante cose belle.
E lo dice uno che, da sempre si "innamorava di tutto", ma innamorandosi di tutto spesso e volentieri si rischia di non amare niente.
Vi voglio un sacco bene e vi prego di "riappacificarsi", niente panico : )
Salud!
Krzysiek
Krzysiek & krzyś - 2014/6/1 - 23:34
Krzysiekk & krzys, grazie di cuore, davvero, pur avendo da poco fatto l'elogio ai polacchi in Swordfishtrombones, non conoscevo questa canzone nè purtroppo tantomeno Jacek Kleyff ma dato il legame così stretto con l'argomento trattato da Leonard Cohen, mi sono davvero emozionato e vorrei contribuire ricordando che del sacrificio di Isacco ha scritto anche il filosofo (o scrittore fuori ruolo, come lui stesso si definiva) danese Soren Kierkergaard in "Timore e Tremore" pubblicato nel 1843 sotto lo pseudonimo di Johannes de Silentio, offrendo ipotesi senza dubbio originali: suggerisce infatti l'idea che Isacco in verità fu ucciso e che Dio, rendendosi poi conto del proprio errore nel chiedere questo ad Abramo, gliene avesse dato un altro, un altro Isacco che sarebbe rimasto per l'eternità perchè non era lo stesso nato da Sara. La storia di Isacco è l'occasione di discussione sulla natura stessa di Dio e della fede smisurata di Abramo ("... non dubitò, non si mise a sbirciare a destra e a sinistra con angoscia, non importunò il cielo con le sue preghiere. Sapeva che era Dio Onnipotente che lo metteva alla prova, sapeva che si poteva esigere da lui il sacrificio più duro ma sapeva anche che nessun sacrificio è troppo duro quando è Dio che lo vuole, e cavò fuori il coltello....") e l'autore pone tra l'altro la domanda se questa obbedienza non trasformi eticamente Abramo solamente in un assassino.
Si può affermare che, secondo la canzone di Cohen, Dio e Abramo facendo questo ad Isacco abbiano creato in realtà il primo soldato israeliano.
Flavio Poltronieri
Si può affermare che, secondo la canzone di Cohen, Dio e Abramo facendo questo ad Isacco abbiano creato in realtà il primo soldato israeliano.
Flavio Poltronieri
Flavio Poltronieri - 2014/6/2 - 09:20
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Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.
Solo pochi giorni fa mi sono accorto che questa canzone richiama la poesia di Leonard Cohen intitolata "Story Of Isaac". E la storia continua...