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Chi fermerà queste croci?

Massimo Bubola
Language: Italian


Massimo Bubola

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instant song - giugno 2013

Chi fermera queste croci


La canzone "Chi fermerà queste croci ?" è concepita come un salmo biblico sul femminicidio, un lungo e straziante elenco di casi, di violenze e di morti femminili avvenute negli ultimi due anni. Ogni verso della canzone ha attinenza a fatti realmente accaduti, come il recente assassinio della giovane Fabiana di Corigliano Calabro il 25 maggio del 2013.
Chi in una radura
Chi nella controra
Chi in ginocchio ferita a pregare
E dal suo amore vedersi bruciare


C'è chi viene uccisa attraverso i propri figli come nell'episodio di Umbertide, quando Mustapha Hajjaji, non trovando la moglie che era separata nella sua casa, sgozzò i loro due figli di otto e dodici anni, nel novembre del 2012.
Chi attraverso i suoi piccoli figli
sgozzati come conigli


C'è Alessia Francesca Simonetta, 25 anni, incinta che viene uccisa davanti al figlio di 14 mesi , nel settembre del 2012 alla periferia di Milano.
Chi aspettando un bambino

C'è chi viene accoltellata incinta e col figlio, perché si è rifatta una vita.
Chi spaventato dalla sua libertà
Dalla sua nuova felicità


C'è Giuseppina che muore investita e bruciata dal marito il giorno di San Valentino a Napoli.
Chi a San Valentino
Chi investita e bruciata per strada
Come da un fiume di lava


C'è la bambina del Montenegro venduta come sposa a 13 anni violentata, segregata e seviziata con un filo elettrico dal futuro marito e dalla madre dello stesso a Marghera, Venezia, nell'agosto del 2012.
Chi venduta bambina
Incoronata di spine
Chi tatuata di ustioni feroci


Scandisce tutto questo la costante e inquieta domanda:
Chi fermerà queste croci? Chi fermerà queste croci?
Sia nel significato di chi fermerà questa strage, sia di chi potrà fermare questa profonda lotta del movimenti che si sono uniti per bloccare questo massacro.


Chi fermerà queste croci?

La canzone Chi fermerà queste croci? E' concepita come un salmo biblico sull'eterno femminicidio.

E' un lungo, doloroso elenco di morti femminili e di violenze avvenute solo negli ultimi due anni in Italia, ma è come se abbracciasse un arco di tempo e di spazio sconfinato. Riguarda un crimine che è avvenuto sistematicamente per secoli, senza quasi mai apparire nella sua fenomenologia di strage senza fine o come inquietante patologia sociale. Sappiamo della strage degli innocenti, dai racconti evangelici e dall'iconografia pittorica di cui è stata uno dei temi più diffusi, ma della carneficina di donne nei secoli non si è mai parlato in maniera diffusa, se escludiamo i tempi crudeli della Santa Inquisizione e della Caccia alle Streghe, quasi mai c'è stata una vera consapevolezza, una preoccupazione delle gerarchie sociali o un'indignazione popolare al riguardo. Basti pensare che il termine uxoricidio, etimologicamente significa uccisione della moglie (dal latino uxor-moglie), ma non c'è l'equivalente nome del reato al contrario, cioè dell'uccisione del marito da parte della consorte, tanto che la parola “uxoricidio” è stata estesa, come termine legale, col significato di uccisione del coniuge, ma l'etimologia sappiamo bene che è un'altra, dimostrando chiaramente qual è il delitto più comune da sempre.

Leggendo quella macabra lista di donne assassinate, avevo la sensazione che, pur nella difformità della ferocia subita, delle diverse età: dalla prima adolescenza, alla vecchiaia, la diversità dei paesi di provenienza, dello stato sociale, al di là di tutto questo insomma, ci fosse una rappresentazione che univa queste vittime in un comune, grande affresco. Così, un po' alla volta, ho visto snodarsi, con la forma a spirale dell'infinito, una processione in cui, nell'interminabile colonna, le vittime, come in un mosaico bizantino, avevano le stesse sembianze e gli stessi vestiti, come se la morte le avesse accomunate in un martirio di testimonianza e di lotta, contro una cultura che non vuole accettare la loro libertà di scelta e quindi la loro felicità, vista come la massima provocazione e minaccia per l' assassino spietato e perduto.

Chi fermerà queste croci? l'ho scritta sia nell'accezione di chi fermerà questa strage, sia nel significato che nessuno potrà mai arrestare questo lontano, paziente, instancabile scalpellio delle donne contro l'antico muro del loro olocausto, coperto da un pulviscolo di nomi, di capelli, di labbra, di forcine, di gocce di sangue e di lacrime.

Massimo Bubola
Chi neanche un nome
chi per religione
chi una stanza d'hotel desolata
chi tra le mura di casa
chi alla sua prima notte
chi dopo anni di botte
Chi attraverso i suoi piccoli figli
sgozzati come conigli
chi trovata in un bosco
chi gettata in un fosso
chi coperta di graffi feroci

Chi fermerà queste croci?
Chi fermerà queste croci?

Chi per il suo coraggio
chi nel mese di maggio
Chi spaventato dalla sua libertà
Dalla sua nuova felicità
Chi a San Valentino
Chi aspettando un bambino
Chi investita e bruciata per strada
Come da un fiume di lava
Chi venduta bambina
Incoronata di spine
Chi tatuata di ustioni feroci

Chi fermerà queste croci?
chi fermerà queste croci?

Chi per morte annunciata
ghermita inseguita e placcata
e poi sbranata da cani feroci

Chi fermerà queste croci?
chi fermerà queste croci?

Chi in una radura
Chi nella controra
Chi in ginocchio ferita a pregare
E dal suo amore vedersi bruciare
Chi o mia o di nessuno
quel sangue coperto di fumo
su un orizzonte di sguardi feroci

Chi fermerà queste croci?
chi fermerà queste croci?

Contributed by DonQuijote82 - 2013/6/18 - 20:37


Ricorda nella struttura Who by Fire di Leonard Cohen...

2013/6/18 - 22:37


Grazie Massimo Bubola .

vivaglialberi@yahoo.it - 2013/8/9 - 10:58




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