Ho rovistato nelle pagine dei miei pensieri
una distesa di ricordi in cui camminerò
e ho navigato per un mare che non ha più porti
fino al confine un orizzonte che non rivedrò
ho sputtanato queste braccia e questo cuore in fiamme
in mezzo a questa polvere fatta di nostalgia
ho trafficato tra le nuvole, indosso le mie croci
e la corrente che mi porta, che mi porta via
lasciami andare come una spinta decisa sul ciglio
lasciami andare così
lasciami andare come una foglia in assenza di vento
lasciami andare così
lasciami che sia questo tempo a non farmi fermare
lasciami andare così
Ed ho volato con le ali fatte di canzoni
leggere come un'onda in piena libertà
ed ho fumato un po' di briciole seccate al sole
che prima o poi sto vento se le prenderà
ed ho spacciato queste storie nei buchi della notte
nascondendo questo volto alla pubblicità
ed ho abbracciato sorridendo l'animo degli ultimi
dove si nasconde l'espressione della libertà
lasciami andare come una spinta decisa sul ciglio
lasciami andare così
lasciami andare come una foglia in assenza di vento
lasciami andare così
lasciami che sia questo tempo a non farmi fermare
lasciami andare così
lasciami andare come l'acqua di un fiume che scorre
lasciami andare così
lasciami andare come il vento che muove le foglie
lasciami andare così
lasciami cadere la terra che copre le spalle
lasciami andare così
lasciami andare così
lasciami andare così
una distesa di ricordi in cui camminerò
e ho navigato per un mare che non ha più porti
fino al confine un orizzonte che non rivedrò
ho sputtanato queste braccia e questo cuore in fiamme
in mezzo a questa polvere fatta di nostalgia
ho trafficato tra le nuvole, indosso le mie croci
e la corrente che mi porta, che mi porta via
lasciami andare come una spinta decisa sul ciglio
lasciami andare così
lasciami andare come una foglia in assenza di vento
lasciami andare così
lasciami che sia questo tempo a non farmi fermare
lasciami andare così
Ed ho volato con le ali fatte di canzoni
leggere come un'onda in piena libertà
ed ho fumato un po' di briciole seccate al sole
che prima o poi sto vento se le prenderà
ed ho spacciato queste storie nei buchi della notte
nascondendo questo volto alla pubblicità
ed ho abbracciato sorridendo l'animo degli ultimi
dove si nasconde l'espressione della libertà
lasciami andare come una spinta decisa sul ciglio
lasciami andare così
lasciami andare come una foglia in assenza di vento
lasciami andare così
lasciami che sia questo tempo a non farmi fermare
lasciami andare così
lasciami andare come l'acqua di un fiume che scorre
lasciami andare così
lasciami andare come il vento che muove le foglie
lasciami andare così
lasciami cadere la terra che copre le spalle
lasciami andare così
lasciami andare così
lasciami andare così
envoyé par DonQuijote82 - 25/5/2013 - 17:46
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Santi e delinquienti
La ballata dedicata a Don Andrea Gallo
Andrea Gallo nasce a Genova il 18 Luglio 1928. Fin da piccolo fu attratto dalla spiritualità dei salesiani di Giovanni Bosco tanto che nel 1948 entrò nel loro noviziato di Varazze, proseguendo poi a Roma gli studi liceali e filosofici. Fin dall’adolescenza, fece sua la dedizione di don Bosco di vivere a tempo pieno con gli ultimi, i poveri , gli emarginati.
Nel 1953 chiede di partire per le missioni e viene mandato in Brasile a San Paulo dove compie studi teologici. Il clima per lui insopportabile della dittatura che vigeva in Brasile, lo costringe a ritornare l’anno dopo in Italia, ad Ivrea, dove prosegue gli studi e viene ordinato sacerdote il 1 luglio 1959. Un anno dopo viene nominato cappellano alla nave scuola della Garaventa, noto riformatorio per minori in cui introdusse una impostazione educativa diversa, dove fiducia e libertà tentavano di prendere il posto di metodi unicamente repressivi; i ragazzi parlavano con entusiasmo di questo prete che permetteva loro di uscire, poter andare al cinema e vivere momenti comuni di piccola autogestione, lontani dall’unico concetto fino allora costruito, cioè quello dell’espiazione della pena.
Senza fornirgli alcuna spiegazione dopo tre anni i superiori salesiani lo rimuovono dall’incarico e nel ’64 Andrea decide di lasciare la congregazione salesiana chiedendo di entrare nella diocesi genovese: “la congregazione salesiana, dice Andrea, si era istituzionalizzata e mi impediva di vivere pienamente la vocazione sacerdotale”. Successivamente viene inviato a Capraia e nominato cappellano del carcere: due mesi dopo viene destinato in qualità di vice parroco alla chiesa del Carmine dove rimarrà fino al 1970, anno in cui verrà “trasferito” per ordine del Cardinale Siri. Un normale avvicendamento di sacerdoti a prima vista, ma non vi furono dubbi per nessuno: “La predicazione di Andrea irritava una parte di fedeli e preoccupava i teologi della Curia, a cominciare dallo stesso Cardinale perché, si diceva, i suoi contenuti ‘non erano religiosi ma politici, non cristiani ma comunisti’”, si legge nel sito della comunità di san Benedetto .
Nella parrocchia del Carmine don Andrea fece scelte di campo con gli emarginati e la parrocchia divenne un punto di aggregazione di giovani e adulti, di ogni parte della città, in cerca di amicizia e solidarietà per i più poveri, per gli emarginati che trovano un fondamentale punto di ascolto, e per la sua chiara collocazione politica, divenne un punto di riferimento soprattutto per molti militanti della nuova sinistra, cristiani e non.
L’episodio che scatena il provvedimento di espulsione è un incidente verificatosi nel corso di una predica domenicale: nel quartiere era stata scoperta una fumeria di hashish e l’episodio aveva suscitato indignazione nell’alta borghesia del quartiere: Andrea, prendendo spunto dal fatto, ricordò nella propria predica che rimanevano diffuse altre droghe, per esempio quelle del linguaggio, grazie alle quali un ragazzo può diventare “inadatto agli studi” se figlio di povera gente, oppure un bombardamento di popolazioni inermi può diventare “azione a difesa della libertà”.
Qualcuno disse che Andrea era oramai sfacciatamente comunista e le accuse si moltiplicarono affermando di aver passato ogni limite: la Curia decide per il suo allontanamento dal Carmine.
Questo provvedimento provoca nella parrocchia e nella città un vigoroso movimento di protesta ma, la Curia, non torna indietro e il “prete scomodo” deve obbedire: rinuncia al posto “offertogli” all’isola di Capraia che lo avrebbe totalmente e definitivamente isolato.
Lasciare materialmente la parrocchia non significa per lui abbandonare l’impegno.
Qualche tempo dopo venne accolto dal parroco di San Benedetto al Porto, don Federico Rebora, e insieme a un piccolo gruppo diede vita alla sua comunità di base, la Comunità di San Benedetto al Porto. Da allora si è impegnato sempre di più per la pace e nel recupero degli emarginati, chiedendo anche la legalizzazione delle droghe leggere: nel 2006 si è fatto multare, compiendo una disobbedienza civile, fumando uno spinello nel palazzo comunale di Genova per protestare contro la legge sulle droghe.
Canzoni dedicate a Don Andrea Gallo:
La lunga notte di Stefano "Cisco" Bellotti, Angelicamente anarchico di Joe Natta, Lasciami andare di Andrea Sigona, Anarcangeli di Marco Rovelli, Mi hanno rubato il prete degi Altera, Banditi nella sala degli Assalti Frontali, Ho conosciuto un uomo di Luca Bassanese, Sant'Andrea di Filippo Andreani, Don Gallo di Stefano "Cisco" Bellotti.