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I Contadini di Punta Raisi

Affinità di quarta
Langue: italien



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Ciuri di campo
(Peppino Impastato)
Amore non ne avremo
(Yo Yo Mundi)
Nessuno ci vendicherà
(Peppino Impastato)


2008
Amore non ne avremo
Musica di Paolo Rigano,
Testo di Salvo Vitale,
Voce recitante Consuelo Lupo
Francesca Martino, Orazio Maugeri, Paolo Rigano, Cinzia Guarino, Fulvio Farkas, Daniele Schimmenti, Consuelo Lupo



amore non ne avremo

Ci sono binari sporchi di sangue e brandelli di carne che mai resteranno asciutti e puliti. Quei binari sono quelli della linea ferrata Palermo-Trapani. Quel sangue e la carne dilaniata sono quelli di Peppino Impastato, assassinato con una carica di tritolo il 9 maggio del 1978. Questa raccolta di sue 26 poesie, musicate dal fior fiore di artisti della nostra terra, sono la voce dell’arte che ha coscienza sociale e che non dimentica. Queste poesie sonore sono la testimonianza della speranza per il nostro paese che sta vivendo uno dei momenti più reazionari della storia. Non siamo nel 2008 ma nel 1984 orwelliano. In quest’attuale atmosfera post-apocalittica dobbiamo ascoltare e commuoverci davanti ai sonetti di libertà e amore di un piccolo grande uomo. Peppino è in ognuno di noi, solo che fingiamo di non ascoltarlo, la sua radio Aut continua a emettere delle frequenze che nessuno mai potrà occultare. Si possono sentire in tutte le nuove proteste contro il potere che calpesta i diritti umani del nostro paese. Le 26 gocce di sangue rivoluzionario contro la mafia sono sussurri di pace in chiave rock-pop-folk dove le parole contengono già melodia e armonia. Il rock è nelle parole e non in riff. Quando le parole sono tutto. Le parole di Peppino hanno un peso specifico al di là del tempo e dello spazio, per questo è stato ammazzato. E’ difficile esaltare un brano su tutti. Sono omaggi curati non di occasione, ma canti di dolore sentiti e celebrazione dello spirito libero di Peppino che non è mai morto. Dai 24 Grana ai Marta sui Tubi, da Riccardo Sinigallia ai Perturbazione, da Libera Velo ai Lautari con Carmen Consoli, dai Marlene Kuntz ai Modena City Ramblers, dai One dimensional Man agli Zu, daigli Yo yo mundi ai Bisca, dagli Uzeda agli emergenti Low-Fi si alza una voce, una musica di speranza. Nella memoria di un eroe possiamo ricordare la nostra voglia di ritornare vivi e di non piegarci al sorriso beffardo di chi vende la nostra pelle ogni giorno. Amore non ne avremo se non ascolteremo queste note… queste parole. I suoi cento passi devono diventare i mille nostri di oggi, possiamo ripartire da queste parole. Grazie al Manifesto e alla produzione artistica della Octopus Records.

“Un mare di gente / a flutti disordinati / s’è riversato nelle piazze, / nelle strade e nei sobborghi. / E’ tutto un gran vociare / che gela il sangue, / come uno scricchiolo di ossa rotte. / Non si può volere e pensare / nel frastuono assordante; / nell’odore di calca / c’è aria di festa.” – P. Impastato

Label: Octopus Records – 2008

C.P.F. – A terra vola
Gang – Ricordo d'autunno
Marina Rei feat. A. Canini e D. Senigallia – Nessuno ci vendicherà
Perturbazione – E fora chiovi
I Lautari e Carmen Consoli – Ciuri di campu
Libera Velo – Mamma Felicia
Low-Fi – Compagno
24 Grana – Stancu sugnu
One Dimensional Man – E lui cantava
Le Loup Garou – A pinsari
Giaccone e Congiu – Aria di festa
Bisca – Profumo di maggio
Riccardo Sinigallia – Esenin

Collettivo Musicale Impastato – Amicu di la storia mia
Elia feat E. Diana e G. Giancursi – A pinsari
Marlene Kuntz – E lui cantava
Marta Sui Tubi – Negghia
Yo Yo Mundi – Amore non ne avremo
Modena City Ramblers live 2004 – I cento passi
Taberna Milensis – L’Amuri di lu munnu
Zu – Lunga è la notte
Uzeda – Ventu
Affinità Di Quarta – I Contadini di Punta Raisi
Radio Zapata – Da qui all’eternità (i cento passi)
Analphabet City – Profumo di Maggio
Felicia Impastato + Resina – A matri di Pippinu

losthighways.it

Cade ancora la luna sulla terra del passato.
Vivevamo i mattini di silenzio
mentre il sole tardava.
Buon odore di terra sulle mani.
Buon sapore di brina sopra l’erba.
Le parole dei vecchi
crescevano fanciulli di salsedine
dentro i secoli fermi di lavoro.
Era il mito a gridare
nell’estate mai finita,
sulle strade di polvere e di ulivi,
sulle vaste radure che, la notte,
aprivano nel cuore felicità e paura.
Il presente come allora si vive
dentro un mondo di lotta e di illusioni.
Non c’è niente che possa cambiarci:
gente forte, un po’ triste,
forse troppo ignorante e troppo sola
per tenerci soltanto ciò che è nostro.
Il domani è già buio,
dove passano uccelli di fame
e fanciulli muti,
dove muoiono i vecchi senza un cielo,
mentre cadono uccelli d’acciaio
sul giardino distrutto.

envoyé par DonQuijote82 - 16/5/2013 - 20:35




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