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Georges Brassens: Le petit joueur de flûteau

GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCG
Langue: français


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brasschat
[1964]‎
Parole e musica di Georges Brassens, dal suo decimo album conosciuto come “Les ‎Copains d'abord” (dal titolo della canzone che lo apre) pubblicato nel 1964.‎

Les Copains d'abord
Le petit joueur de flûteau
Menait la musique au château
Pour la grâce de ses chansons
Le roi lui offrit un blason
Je ne veux pas être noble
Répondit le croque-note
Avec un blason à la clé
Mon la se mettrait à gonfler
On dirait par tout le pays
Le joueur de flûte a trahi

Et mon pauvre petit clocher
Me semblerait trop bas perché
Je ne plierais plus les genoux
Devant le bon Dieu de chez nous
Il faudrait à ma grande âme
Tous les saints de Notre-Dame
Avec un évêque à la clé
Mon la se mettrait à gonfler
On dirait par tout le pays
Le joueur de flûte a trahi

Et la chambre où j´ai vu la jour
Me serait un triste séjour
Je quitterai mon lit mesquin
Pour une couche à baldaquin
Je changerais ma chaumière
Pour une gentilhommière
Avec un manoir à la clé
Mon la se mettrait à gonfler
On dirait par tout le pays
Le joueur de flûte a trahi

Je serai honteux de mon sang
Des aïeux de qui je descends
On me verrait bouder dessus
La branche dont je suis issu
Je voudrais un magnifique
Arbre généalogique
Avec du sang bleu a la clé
Mon la se mettrait à gonfler
On dirait par tout le pays
Le joueur de flûte a trahi

Je ne voudrais plus épouser
Ma promise, ma fiancée
Je ne donnerais pas mon nom
A une quelconque Ninon
Il me faudrait pour compagne
La fille d´un grand d´Espagne
Avec un´ princesse à la clé
Mon la se mettrait à gonfler
On dirait par tout le pays
Le joueur de flûte a trahi

Le petit joueur de flûteau
Fit la révérence au château
Sans armoiries, sans parchemin
Sans gloire il se mit en chemin
Vers son clocher, sa chaumine
Ses parents et sa promise
Nul ne dise dans le pays
Le joueur de flûte a trahi
Et Dieu reconnaisse pour sien
Le brave petit musicien

envoyé par Bernart - 15/5/2013 - 16:54




Langue: italien

Traduzione italiana di Andrea Gaddini
IL PICCOLO PIFFERAIO

Il piccolo pifferaio
suonava la musica al castello
Per la grazia delle sue canzoni
Il re gli offrì un blasone
‎ “Io non voglio essere nobile”,
rispose lo scrocchianote,
‎“con un blasone in più
il mio La si metterebbe a vantarsi
si direbbe in tutto il paese
che il pifferaio ha tradito

E il mio povero piccolo campanile
mi sembrerebbe appollaiato troppo in basso
e io non piegherei più il ginocchio
davanti al buon
Dio di noialtri
Ci vorrebbero per la mia grande anima
tutti i santi di Nôtre-Dame
Con un vescovo in più
il mio La si metterebbe a vantarsi
si direbbe in tutto il paese
che il pifferaio ha tradito.‎

E la camera dove ho visto la luce
Sarebbe per me una triste dimora
lascerei il mio umile giaciglio
per un letto a baldacchino
cambierei la mia casupola
per una villa in campagna
Con un maniero in più
il mio La si metterebbe a vantarsi
si direbbe per tutto il paese
che il pifferaio ha tradito.‎

Avrei vergogna del mio sangue
degli avi da cui discendo
mi si vedrebbe disprezzare
il ramo da cui provengo
E vorrei un magnifico
albero genealogico
Con del sangue blu in più
il mio La si metterebbe a vantarsi
si direbbe in tutto il paese
che il pifferaio ha tradito.‎

E non vorrei più sposare
la mia promessa, la mia fidanzata
non darei il mio nome
a una qualsiasi Ninetta
mi ci vorrebbe per compagna
la figlia di un grande di Spagna
Con una principessa in più
il mio La si metterebbe a vantarsi
si direbbe in tutto il paese
che il pifferaio ha tradito.”‎

Il piccolo pifferaio
fece la riverenza al castello
senza stemma, senza pergamena
senza gloria si mise in cammino
verso il suo campanile e la sua casupola
i suoi genitori e la sua promessa
Nessuno disse nel paese
che il pifferaio ha tradito

E Dio riconosca come suo
il bravo piccolo musicista

envoyé par Bernart - 15/5/2013 - 16:54




Langue: italien

Versione italiana di Enrico Médail da ‎‎Il pornografo – Omaggio a Georges ‎Brassens
IL MENESTRELLO

C'era un piccolo menestrello
che un dì si esibiva al castello.‎
Per la grazia d'ogni canzone
il sire gli offerse un blasone
‎"Non mi alletta tale onore"‎
gli rispose il suonatore.‎
‎"Con un bello stemma in un canto‎
io potrei menar troppo vanto".‎
Si direbbe per la contrada
‎"il cantore è uscito di strada".‎

‎"E del borgo mio la chiesetta‎
a me sembrerebbe un po' stretta,‎
non potrei pregare umilmente
il Dio della povera gente.‎
Confessar, vorrei, peccati
ad altissimi prelati.‎
Con un cardinale in un canto
io potrei menar troppo vanto
Si direbbe per la contrada
‎"il cantore è uscito di strada".‎

‎"Vergognoso certo sarei‎
dell'umile sangue dei miei.‎
Penserei, senz'altro arrossendo,‎
agli avi da cui io discendo.‎
Mi sarebbe confacente
un'origine splendente.‎
Con una corona ed un manto
io potrei menar troppo vanto
Si direbbe per la contrada
‎"il cantore è uscito di strada".‎

‎"Son sicuro che la mia bella
dovrebbe restare zitella.‎
Non si unisce una stirpe eletta
ad una qualsiasi ninetta.‎
Vorrei avere per compagna
una nobile di Spagna.‎
Con una duchesssa d'accanto
io potrei menar troppo vanto
Si direbbe per la contrada
‎"il cantore è uscito di strada".‎

Ed il piccolo menestrello
fece l'inchino al castello,‎
senza titolo nobiliare
riprese la via per tornare
al villaggio, alla sua piazza,‎
agli amici, alla ragazza.‎
Non si disse per la contrada
‎"il cantore è uscito di strada"‎
e il buon Dio non perse di vista
il piccolo buon musicista.‎

envoyé par Bernart - 15/5/2013 - 16:55




Langue: polonais

Versione polacca di Jacek Kaczmarski [1974]
Il brano è presente sul disco supplementare all'album "Ale źródło wciąż bije…" del 2002
Il testo da http://www.kaczmarski.art.pl


cover

brassens
GRAJEK

Grajek flet drewniany miał,
Na zamku raz koncert swój dał.
Król w nagrodę za piękną grę –
Dał herb mu i uśmiechnął się.
– Nie chcę herbu Jaśnie Panie –
Grajek rzekł zdecydowanie –
Gdy w kieszeni herb będę miał,
Coraz więcej wciąż mieć będę chciał –
Cały świat opuści mnie –
Świat mi powie – sprzedałeś się.

Skromna, biedna kapliczka ma,
Zbyt nędzna i szara się zda.
Już nie ugnę swoich nóg,
Gdy zgromi mnie z kościółka Bóg.
Mszy zapragnę zamawianej,
Mszy w katedrze odprawianej –
Gdy już będę z Biskupem na ty,
Gdy odpuści mi grzechy i sny –
Cały świat opuści mnie –
Świat mi powie – sprzedałeś się.

Izba ma, gdziem przyszedł na świat,
Okaże się celą bez krat.
Pryczę swą, gdzie pchły gryzą w brzuch –
Zamienię na jedwab i puch.
I zamienię moją norę
Na szlachecki zgrabny dworek –
A gdy dwór ten już będę miał,
Coraz więcej wciąż mieć będę chciał
Cały świat opuści mnie,
Świat mi powie – sprzedałeś się.

Potem będę się wstydził mej krwi –
I przodków – że biedni i źli.
Potem zobaczycie mnie,
Jak uciec z przeszłości swej chcę.
Mieć zapragnę wówczas śliczne
Drzewo genealogiczne,
Gdy błękitną krew będę miał,
Coraz więcej wciąż mieć będę chciał –
Cały świat opuści mnie,
Świat mi powie – sprzedałeś się.

I poślubić nie będę chciał
Tej, której już serce swem dał.
Żadnej z tych, co ścierają kurz
Swych uczuć nie daruję już.
Za to wezmę do domu swego
Córkę Granda Hiszpańskiego –
Gdy księżniczkę będę już miał,
Coraz więcej wciąż mieć będę chciał –
Cały świat opuści mnie –
Świat mi powie – sprzedałeś się.

Grajek, co drewniany flet miał
Zbiegł z zamku, gdzie koncert swój dał.
Bez zaszczytów, herbów i szat,
Bez sławy powrócił w swój świat.
Do swej chaty, do rodziny,
Do swych przodków, do dziewczyny,
Nikt nie powie o nim źle,
Nikt nie powie, że sprzedał się.
Wy osądźcie, bo to nie żart,
Ile dzielny ten grajek był wart.

envoyé par Krzysiek - 8/6/2018 - 17:23


hai avuto un momento extra brassensiano, Bernart? Penso che Brassens sia l'autore con il maggior numero di extra nelle CCG...

Lorenzo - 15/5/2013 - 17:53


Ciao Lorenzo,

beh, quando trovo un filone cerco di scandagliarlo fino al suo esaurimento... E' per questo che sono diventato ricco, lassù nel Klondike, tanti e tanti anni fa...

Comunque qui ho capito che è meglio avere una accesso/eccesso brassensiano che non uno maicolgecsoniano, n'est-ce pas?

Bernart - 15/5/2013 - 19:04


... e ti dirò, Lorenzo, che ce n'è ancora una che vorrei proporre, ma nemmeno negli Extra, proprio tra le CCG... E' quella, bellirrima, che inizia così:

"J´ai tout oublié des campagnes
D´Austerlitz et de Waterloo
D´Italie, de Prusse et d´Espagne
De Pontoise et de Landernau

Jamais de la vie
On ne l´oubliera
La première fille
Qu´on a pris dans ses bras..."


Che faccio? Oso?

Bernart - 16/5/2013 - 09:43


Osa pure, ma ci vuole una bella spiegazione esauriente perche' qualcuno in Analyse Brassens scrive (credo giustamente)

D'Austerlitz et de Waterloo: "Evidemment GB parle des ses conquêtes féminines, autant de ses victoires que de ses défaites , d'où l'association aux batailles."

Comunque bellirrima, concordo.

Lorenzo - 16/5/2013 - 09:58


Già, ho letto, grazie. Allora soprassiedo, perchè mi pare che l'interpretazione della prima strofa sia davvero più "intima". Oltretutto non mi pare che ci siano state grandi campagne militari a Pontoise et de Landerneau, sicchè pare proprio che Brassens alluda tanto alle sue importanti conquiste e disfatte in amore, quanto alle donne amate en passant...

Bernart - 16/5/2013 - 10:21


Da notare anche che Brassens cita "Landerneau" anche in un'altra canzone: A l'ombre du cœur de ma mie. Non deve stupire: Landerneau è una cittadina bretone, nel circondario di Brest, e Brassens era letteralmente innamorato della Bretagna (tanto da averci comprato una casa e da aver cominciato a imparare la lingua bretone). Inoltre, nella lingua francese, Landerneau fa parte di un paio di famosi modi dire. "Cela va faire du bruit dans Landerneau" (da Brassens "rifatto" in "grand branle-bas dans Landerneau" nel testo della canzone succitata) significa che un dato avvenimento ha suscitato grande scalpore a livello locale, ristretto (sembra che l'espressione sia derivata dai concerti di pentole, coperchi eccetera che la gente andava a fare sotto le finestre di una vedova che si era risposata troppo presto; quello che, in francese, si chiama "tintamarre"). Per esteso, "Landerneau" significa qualcosa come "club ristretto di alto livello, club elitario" (si parla a volte di "Landerneau culturel", "Landerneau économique" e roba del genere). Nota anche l'espressione "La lune de Landerneau": un gentiluomo bretone alla corte di Versailles soffriva di nostalgia e alcuni suoi pari lo accompagnarono nel parco della reggia, dove furono sorpresi da un magnifico chiar di luna piena. Sdegnosamente, però, il gentiluomo rispose: "La luna di Landerneau è molto più grande!" Insomma, Landerneau non ha posto sicuramente nelle campagne militari, ma lo ha nella lingua francese. Un virtuoso della lingua e della versificazione come Brassens ha utilizzato nelle sue canzoni un numero consistente di modi di dire che hanno bisogno di qualche spiegazione...

Post Scriptum. Mi fa davvero molto piacere che Bernart abbia "scoperto" Brassens, anche se non ho dubbi che lo conoscesse già parecchio. E' una fonte inesauribile da qualsiasi angolazione lo si prenda, e non sono certo io a meravigliarmi del numero enorme di "extra" che ha in questo sito (dato che ho contribuito pesantemente alla cosa...)

Riccardo Venturi - 16/5/2013 - 10:52


Oh, moi qui ai toujours pensé que Landerneau était une sorte de bled perdu quelque part à la pointe de la Bretagne, autant dire que ce Landerneau n’est rien d’autre que la Pologne de Jarry : « En Pologne, c’est-à-dire nulle part » ou enfin, presque. Historiquement, la Pologne est un pays à éclipses ; parfois, il existe ; parfois, il est envahi et dépecé – c’était le cas au temps de Jarry, lequel était breton, étant né à Laval et aimait la bicyclette.

Landerneau s’est aussi acquis une certaine célébrité par son épicerie.

Ainsi Parlait Lucien Lane

Lucien Lane - 4/3/2018 - 11:13




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