Aquí esta Heraclio Bernal
el amigo de los pobres
Aquí esta Heraclio Bernal
el azote del Gobierno
Viene dispuesto a mandar
malditos a los infiernos
El día en que yo nací
rugieron cielos y mares
vente conmigo, mi vida,
para calmar mis pesares
Decía Heraclio Bernal
cuando iba a entrar en combate
Oralé mulas maizeras
aquí esta su mero padre!
El día en que me afusilen
les va a costar un tesoro
Cien rifles de pura plata
cargados con balas de oro
Sobre mi tumba no pongan
ni cruz ni piedras, ni nada
que al final se muere una vez
y el que se muere se acaba
Aves de todos los rumbos
vengan conmigo a cantar
versos de un hombre valiente
que fue Heraclio Bernal
el amigo de los pobres
Aquí esta Heraclio Bernal
el azote del Gobierno
Viene dispuesto a mandar
malditos a los infiernos
El día en que yo nací
rugieron cielos y mares
vente conmigo, mi vida,
para calmar mis pesares
Decía Heraclio Bernal
cuando iba a entrar en combate
Oralé mulas maizeras
aquí esta su mero padre!
El día en que me afusilen
les va a costar un tesoro
Cien rifles de pura plata
cargados con balas de oro
Sobre mi tumba no pongan
ni cruz ni piedras, ni nada
que al final se muere una vez
y el que se muere se acaba
Aves de todos los rumbos
vengan conmigo a cantar
versos de un hombre valiente
que fue Heraclio Bernal
envoyé par Bernart - 18/4/2013 - 14:53
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Canzone composta da José del Refugio Sánchez Saldaña, meglio conosciuto come Cuco Sánchez (1921-2000), celebre compositore e cantante messicano.
E’ il brano che dà il titolo al film dedicato alla figura del bandolero messicano impersonato nella pellicola da Antonio Aguilar, “El Charro de México” (1919-2007), importante attore e cantante messicano, che sul set interpretò anche questa canzone.
Nel disco di Chavela Vargas “Corridos de la Revolución”, pubblicato nel 1970.
Nel disco di Cuco Sánchez “Guitars At Twilight” (per il mercato statunitense), pubblicato nel 1958.
Dopo tanti Bandidos rurales argentini, vorrei ora qui presentarvi un grande “bandolero” messicano.
Heraclio Faustino Petronilo Bernal Zazueta nacque nel 1855 in un villaggio del municipio di San Ignacio, nello Stato del Sinaloa. Era un ragazzino sveglio, lo fecero studiare, era indirizzato verso una carriera ecclesiastica ma la mrte dei genitori lo strappò al seminario e finì a lavorare in miniera.
Siccole però era colto ed intelligente fece subito carriera nella compagnia, così velocemente da attirarsi l’invidia di un collega che gli giocò un brutto tiro: Heraclio finì in carcere ingiustamente accusato del furto di alcuni lingotti d’oro e venne condannato a 10 anni di carcere.
In carcere conobbe un detenuto spagnolo, un socialista, che lo iniziò alla lettura di Marx, Bakunin, Lassalle, Saint- Simón, Owen e Proudhon, idee che Heraclio condensò nella convinzione che “todas las riquezas eran producto del robo y los ricos unos ladrones que tenían en la miseria a los trabajadores, legítimos dueños de las riquezas que con su sudor se producían”.
Scappato dalla galera, dopo essersi vendicato di chi ce l’aveva buttato, Heraclio Bernal si diede al banditismo e a forza di assaltare diligenze e proprietà (ma solo quelle dei ricchi “porfiristi”) e di distribuire ai poveri parte del ricavato dalle razzie divenne ben presto l’amato e temuto “Rayo de Sinaloa”. A dire il vero lui cercò ben presto di tornare ad una vita normale ma si era fatto così tanti nemici tra i “poderoros” che non gli fu possibile.
Le sue gesta arrivarono alle orecchie di coloro che tramavano contro il dittatore Porfirio Díaz (che fu ininterrottamente supremo “caudillo” del Messico dal 1876 fino alla Rivoluzione del 1911) e così il bandito divenne un rivoluzionario al fianco di Trinidad García de la Cadena, un ufficiale ex “compadre” di Porfirio Díaz che il dittatore fece assassinare nel 1886. La furia del caudillo si scatenò anche contro Bernal, che fu inseguito dalla truppe porfiriste per più di un anno. Alla fine, stremato, sciolse la sua banda e riparò negli Stati Uniti in attesa che le acque si calmassero.
Tornato in Messico per recuperare dell’oro nascosto, Heraclio Bernal, sulla cui testa ancora pendeva una consistente taglia, fu tradito dalla donna di un amico ed il 5 gennaio 1888 morì crivellato di colpi in un’imboscata tesagli dai porfiristi.
Ad Heraclio Bernal si ispirò dichiaratamente Pancho Villa all’inizio della Rivoluzione…