Vorrei un nuovo umanesimo che ci faccia capire
perché siamo così violenti
siamo noi la scimmia assassina
la specie di Caino
E tra le nobili motivazioni dei nostri grandi intenti
dobbiamo chiederci sinceramente che animale è l'uomo
mentre distrugge continua ad amare
l'unica terra che può abitare
E quanto turbamento tra gli istinti
che confondiamo con i sentimenti
ma quello a cui siamo più obbedienti
sono ombre evanescenti
No, non è questo il futuro
non è questo il futuro
il futuro che sognavo quando ancora avevo
un futuro da sognare
Vorrei un nuovo umanesimo che ci faccia capire
perché siamo così dipendenti
da luoghi comuni, sostanze
dai nostri carcerieri
e vogliamo essere schiavi o dominare
non fa differenza
Per paura di restare liberi nei nostri pensieri
ci ubriachiamo di ridicola gloria
non vediamo più neanche la storia
No, non è questo il futuro
non è questo il futuro
il futuro che sognavo quando ancora avevo
un futuro da sognare
Dove sono i viaggi interstellari
e la giustizia sociale
e gli slanci verso l'Utopia
del benessere universale
e quelle macchine per alleviare il sudore
che il lavoro non dovevan rubare
è già sorto il Sol dell'Avvenire
e brucia da far male
No, non è questo il futuro
non è questo il futuro
il futuro che sognavo quando ancora avevo
No, non è questo il futuro
non è questo il futuro
il futuro che sognavo quando ancora avevo
un futuro da cantare
perché siamo così violenti
siamo noi la scimmia assassina
la specie di Caino
E tra le nobili motivazioni dei nostri grandi intenti
dobbiamo chiederci sinceramente che animale è l'uomo
mentre distrugge continua ad amare
l'unica terra che può abitare
E quanto turbamento tra gli istinti
che confondiamo con i sentimenti
ma quello a cui siamo più obbedienti
sono ombre evanescenti
No, non è questo il futuro
non è questo il futuro
il futuro che sognavo quando ancora avevo
un futuro da sognare
Vorrei un nuovo umanesimo che ci faccia capire
perché siamo così dipendenti
da luoghi comuni, sostanze
dai nostri carcerieri
e vogliamo essere schiavi o dominare
non fa differenza
Per paura di restare liberi nei nostri pensieri
ci ubriachiamo di ridicola gloria
non vediamo più neanche la storia
No, non è questo il futuro
non è questo il futuro
il futuro che sognavo quando ancora avevo
un futuro da sognare
Dove sono i viaggi interstellari
e la giustizia sociale
e gli slanci verso l'Utopia
del benessere universale
e quelle macchine per alleviare il sudore
che il lavoro non dovevan rubare
è già sorto il Sol dell'Avvenire
e brucia da far male
No, non è questo il futuro
non è questo il futuro
il futuro che sognavo quando ancora avevo
No, non è questo il futuro
non è questo il futuro
il futuro che sognavo quando ancora avevo
un futuro da cantare
Langue: italien
NUOVO UMANESIMO (IL SEME)
Versione acustica della stessa canzone, con testo diverso
Versione acustica della stessa canzone, con testo diverso
NUOVO UMANESIMO (IL SEME)
Ci vuole un nuovo umanesimo che ci faccia capire
perché siamo così violenti
siamo noi la scimmia assassina
siamo noi Caino
Con le più nobili motivazioni con i migliori intenti
dobbiamo accettare finalmente che è un animale l'uomo
con onestà lo dobbiamo studiare
con affetto dobbiamo capire
che siamo dominati dagli istinti
che poi chiamiamo sentimenti
e i nostri nobili motivanti
sono ombre evanescenti
No, non è questo il futuro
non è questo il futuro
il futuro che sognavo quando ancora avevo
un futuro da sognare
Ci vuole un nuovo umanesimo che ci faccia capire
perché siamo così dipendenti
da luoghi comuni, sostanze
perfino dalle idee
e vogliamo essere schiavi o dominare
non fa differenza
Per paura di volare liberi nei nostri pensieri
come l'amore
quanti sbagli si fan per amore
No, non è questo il futuro
non è questo il futuro
il futuro che sognavo quando ancora avevo
un futuro da sognare
Dove sono i viaggi interstellari
e le stazioni spaziali
dove sono le monorotaie
e il benessere universale
e quelle macchine per alleviare il sudore
che il lavoro non dovevan rubare
è già sorto il Sol dell'Avvenire
e brucia da morire
No, non è questo il futuro
non è questo il futuro
il futuro che sognavo quando ancora avevo
No, non è questo il futuro
non è questo il futuro
il futuro che sognavo quando ancora avevo
un futuro da sognare
Ci vuole un nuovo umanesimo che ci faccia capire
perché siamo così violenti
siamo noi la scimmia assassina
siamo noi Caino
Con le più nobili motivazioni con i migliori intenti
dobbiamo accettare finalmente che è un animale l'uomo
con onestà lo dobbiamo studiare
con affetto dobbiamo capire
che siamo dominati dagli istinti
che poi chiamiamo sentimenti
e i nostri nobili motivanti
sono ombre evanescenti
No, non è questo il futuro
non è questo il futuro
il futuro che sognavo quando ancora avevo
un futuro da sognare
Ci vuole un nuovo umanesimo che ci faccia capire
perché siamo così dipendenti
da luoghi comuni, sostanze
perfino dalle idee
e vogliamo essere schiavi o dominare
non fa differenza
Per paura di volare liberi nei nostri pensieri
come l'amore
quanti sbagli si fan per amore
No, non è questo il futuro
non è questo il futuro
il futuro che sognavo quando ancora avevo
un futuro da sognare
Dove sono i viaggi interstellari
e le stazioni spaziali
dove sono le monorotaie
e il benessere universale
e quelle macchine per alleviare il sudore
che il lavoro non dovevan rubare
è già sorto il Sol dell'Avvenire
e brucia da morire
No, non è questo il futuro
non è questo il futuro
il futuro che sognavo quando ancora avevo
No, non è questo il futuro
non è questo il futuro
il futuro che sognavo quando ancora avevo
un futuro da sognare
envoyé par Lorenzo Masetti - 4/4/2013 - 23:51
Langue: français
Version française – NOUVEL HUMANISME – Marco Valdo M.I. – 2014
Chanson italienne - Nuovo Umanesimo – Eugenio Finardi – 2012
Ah, dit Lucien l'âne en tournant la tête, avec un pareil titre, on dirait une chanson philosophique...
Et c'en est une, dit Marco Valdo M.I. Je peux te le dire, car je viens de la traduire. Je peux même ajouter qu'elle devrait en quelque sorte te ravir, car elle sonne comme un « mea culpa » prononcé au nom de l'espèce humaine.
En effet, dit Lucien l'âne, d'un certain point de vue, il y a de quoi. Mais c'est de la myopie... Peux-tu d'abord un peu préciser ou détailler ce qu'elle met en avant et ce qu'elle invoque pour ce « mea culpa » spécifique.
Je résume, dit Marco Valdo M.I., pour le reste, tu iras toi-même voir les détails. Elle parle, cette canzone, au nom de l'espèce, elle la décrit violente – l'espèce de Caïn, destructrice (de sa propre terre), dépendante (de ses passions et de ses drogues), peureuse face à la liberté...
Oh, Marco Valdo M.I., tout cela est sans doute exact, mais, et c'était le sens de ma remarque sur sa myopie, c'est qu'il y a au cœur de toute cette réflexion comme une confusion et elle est de taille. Si toutes ces caractéristiques sont exactes, elles ne concernent pas toute l'espèce... Souviens-toi de la Guerre de Cent Mille Ans, on ne saurait mettre dans le même panier – peu importe s'il agit de personnes ou de groupes, on ne peut mettre dans le même sac les assassins et les victimes, les destructeurs et ceux qui luttent pour préserver la planète, les dépendants et les insoumis, les fanatiques autoritaires et les libertaires... Ce mélange des genres fait perdre de vue la réalité, noie le poisson et en finale, empêche toute solution au mal qui est dénoncé.
En somme, on se lamente sur le destin commun, sans en désigner les antagonistes et sans voir qu'il pourrait être différent selon comment on agira – action qui elle-même découle des événements et des déterminismes de cet antagonisme. Ce que tu suggères, c'est que l'espèce n'est pas tout entière celle des singes violents, destructeurs, fanatiques, autoritaires, et pour tenir compte de la Guerre de Cent Mille Ans, exploiteurs, oppresseurs, avides, mercantiles...
Et c'est même une minorité, même si elle entraîne de gré ou de force, par l'appât du gain ou par la chicotte, une grande partie de ses congénères. L'espèce humaine n'est pas uniforme... Elle est au minimum duale – les riches et leurs affidés d'un côté, les pauvres de l'autre. Les riches avec leur main invisible, leur « combat pour la vie » (struggle for life), leur confusion, leur propagande ont intérêt à faire croire que l'homme est unidimensionnel, qu'il est naturellement intéressé, qu'il est naturellement conquérant, dominateur, vil, avide, malhonnête... Alors que tout dans l'Histoire et la préhistoire prouve le contraire. Sans la solidarité, sans des relations pacifiques, pacifiées et pacificatrices et non intéressées, sans un sens commun de ce qui est correct et de ce qui ne l'est pas, sans des comportements débarrassés d'ambition, d'avidité, de domination, de supériorité, d'appartenance... il n'y aurait plus eu d'espèce humaine depuis très longtemps.
Cependant, Lucien l'âne mon ami, je t'assure que la canzone est critique vis-à-vis de monde des riches ; elle rêvait d'un autre monde, elle aspire à un autre monde...
C'est bien pour ça que j'ai parlé de myopie... En deux mots, ce qui pose problème, c'est l'unanimisme de l'humanisme ... Cela dit, elle est très bien, cette chanson. Mais j'arrête là, car il nous faut reprendre notre tâche qui consiste, comme tu le sais très bien, à tisser le linceul de ce vieux monde destructeur, dominateur, mercantile, avide et cacochyme.
Heureusement !
Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane
Chanson italienne - Nuovo Umanesimo – Eugenio Finardi – 2012
Ah, dit Lucien l'âne en tournant la tête, avec un pareil titre, on dirait une chanson philosophique...
Et c'en est une, dit Marco Valdo M.I. Je peux te le dire, car je viens de la traduire. Je peux même ajouter qu'elle devrait en quelque sorte te ravir, car elle sonne comme un « mea culpa » prononcé au nom de l'espèce humaine.
En effet, dit Lucien l'âne, d'un certain point de vue, il y a de quoi. Mais c'est de la myopie... Peux-tu d'abord un peu préciser ou détailler ce qu'elle met en avant et ce qu'elle invoque pour ce « mea culpa » spécifique.
Je résume, dit Marco Valdo M.I., pour le reste, tu iras toi-même voir les détails. Elle parle, cette canzone, au nom de l'espèce, elle la décrit violente – l'espèce de Caïn, destructrice (de sa propre terre), dépendante (de ses passions et de ses drogues), peureuse face à la liberté...
Oh, Marco Valdo M.I., tout cela est sans doute exact, mais, et c'était le sens de ma remarque sur sa myopie, c'est qu'il y a au cœur de toute cette réflexion comme une confusion et elle est de taille. Si toutes ces caractéristiques sont exactes, elles ne concernent pas toute l'espèce... Souviens-toi de la Guerre de Cent Mille Ans, on ne saurait mettre dans le même panier – peu importe s'il agit de personnes ou de groupes, on ne peut mettre dans le même sac les assassins et les victimes, les destructeurs et ceux qui luttent pour préserver la planète, les dépendants et les insoumis, les fanatiques autoritaires et les libertaires... Ce mélange des genres fait perdre de vue la réalité, noie le poisson et en finale, empêche toute solution au mal qui est dénoncé.
En somme, on se lamente sur le destin commun, sans en désigner les antagonistes et sans voir qu'il pourrait être différent selon comment on agira – action qui elle-même découle des événements et des déterminismes de cet antagonisme. Ce que tu suggères, c'est que l'espèce n'est pas tout entière celle des singes violents, destructeurs, fanatiques, autoritaires, et pour tenir compte de la Guerre de Cent Mille Ans, exploiteurs, oppresseurs, avides, mercantiles...
Et c'est même une minorité, même si elle entraîne de gré ou de force, par l'appât du gain ou par la chicotte, une grande partie de ses congénères. L'espèce humaine n'est pas uniforme... Elle est au minimum duale – les riches et leurs affidés d'un côté, les pauvres de l'autre. Les riches avec leur main invisible, leur « combat pour la vie » (struggle for life), leur confusion, leur propagande ont intérêt à faire croire que l'homme est unidimensionnel, qu'il est naturellement intéressé, qu'il est naturellement conquérant, dominateur, vil, avide, malhonnête... Alors que tout dans l'Histoire et la préhistoire prouve le contraire. Sans la solidarité, sans des relations pacifiques, pacifiées et pacificatrices et non intéressées, sans un sens commun de ce qui est correct et de ce qui ne l'est pas, sans des comportements débarrassés d'ambition, d'avidité, de domination, de supériorité, d'appartenance... il n'y aurait plus eu d'espèce humaine depuis très longtemps.
Cependant, Lucien l'âne mon ami, je t'assure que la canzone est critique vis-à-vis de monde des riches ; elle rêvait d'un autre monde, elle aspire à un autre monde...
C'est bien pour ça que j'ai parlé de myopie... En deux mots, ce qui pose problème, c'est l'unanimisme de l'humanisme ... Cela dit, elle est très bien, cette chanson. Mais j'arrête là, car il nous faut reprendre notre tâche qui consiste, comme tu le sais très bien, à tisser le linceul de ce vieux monde destructeur, dominateur, mercantile, avide et cacochyme.
Heureusement !
Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane
NOUVEL HUMANISME
Il faut un nouvel humanisme maintenant
Car nous sommes les violents
Nous sommes les singes assassins
L'espèce de Caïn
Pleins de nobles motivations, en somme
Mais quel animal est donc l'homme ?
Il détruit et continue à aimer
L'unique terre qu'il peut habiter.
Animal aux instincts troubles
Pris pour des sentiments
Auxquels nous sommes obéissants
Nous, les ombres évanescentes.
Non, ce n'est pas le futur
Ce n'est pas le futur
Le futur dont j'ai rêvé
Quand j'avais un futur à rêver
Il faut un nouvel humanisme maintenant
Car nous sommes si dépendants
De nos lieux communs, de nos substances
De nos geôliers
Nous voulons être esclave ou dominer
Mais ça ne fait aucune différence
Par peur de penser et d'être libres
Nous nous soûlons de ridicule gloire
Nous ne voyons même plus l'histoire.
Non, ce n'est pas le futur
Ce n'est pas le futur
Le futur dont j'ai rêvé
Quand j'avais un futur à rêver
Où sont les voyages vers les étoiles
Et la justice sociale
Et les élans vers l'Utopie
Du bien-être intégral
Et les machines à soulager la vie
Que le travail ne devait plus voler ?
Le Soleil de l'Avenir est déjà levé
Et il brûle à faire mal
Non, ce n'est pas le futur
Ce n'est pas le futur
Le futur dont j'ai rêvé
Quand j'avais un futur à rêver
Non, ce n'est pas le futur
Ce n'est pas le futur
Le futur dont j'ai rêvé
Quand j'avais un futur à chanter.
Il faut un nouvel humanisme maintenant
Car nous sommes les violents
Nous sommes les singes assassins
L'espèce de Caïn
Pleins de nobles motivations, en somme
Mais quel animal est donc l'homme ?
Il détruit et continue à aimer
L'unique terre qu'il peut habiter.
Animal aux instincts troubles
Pris pour des sentiments
Auxquels nous sommes obéissants
Nous, les ombres évanescentes.
Non, ce n'est pas le futur
Ce n'est pas le futur
Le futur dont j'ai rêvé
Quand j'avais un futur à rêver
Il faut un nouvel humanisme maintenant
Car nous sommes si dépendants
De nos lieux communs, de nos substances
De nos geôliers
Nous voulons être esclave ou dominer
Mais ça ne fait aucune différence
Par peur de penser et d'être libres
Nous nous soûlons de ridicule gloire
Nous ne voyons même plus l'histoire.
Non, ce n'est pas le futur
Ce n'est pas le futur
Le futur dont j'ai rêvé
Quand j'avais un futur à rêver
Où sont les voyages vers les étoiles
Et la justice sociale
Et les élans vers l'Utopie
Du bien-être intégral
Et les machines à soulager la vie
Que le travail ne devait plus voler ?
Le Soleil de l'Avenir est déjà levé
Et il brûle à faire mal
Non, ce n'est pas le futur
Ce n'est pas le futur
Le futur dont j'ai rêvé
Quand j'avais un futur à rêver
Non, ce n'est pas le futur
Ce n'est pas le futur
Le futur dont j'ai rêvé
Quand j'avais un futur à chanter.
envoyé par Marco Valdo M.I. - 7/2/2014 - 22:48
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E' uscito a ottobre 2012 il video di Nuovo Umanesimo, il brano di Eugenio Finardi scritto insieme a Max Casacci dei Subsonica e tratto dal triplo album Sessanta, con cui Finardi ha celebrato la sua età e i quarant'anni di carriera.
Nell'album ci sono due versioni della canzone. Presentiamo prima il testo della versione del video, arrangiata da Max Casacci, e poi quello della versione acustica (Il Seme)