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Morro Velho

Milton Nascimento
Langue: portugais


Milton Nascimento

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(Milton Nascimento)


‎[1967]‎
Parole e musica di Milton Nascimento
Da “Milton Nascimento”, album d’esordio del grande cantautore cresciuto nel Minas Gerais.‎
Con il gruppo “Tamba Trio”, guidato da Luiz Eça

Milton Nascimento

Il padroncino, quello che prima giocava insieme a tutti gli altri bambini, è diventato grande, è ‎andato in città a studiare.... Ora che è tornato si fa chiamare “Signore” e non rivolge più la parola ‎agli amici di un tempo… Sono cresciuti anche loro, e devono solo lavorare…‎

In questa canzone, “Milton Nascimento osserva le relazioni neri-bianchi sullo stesso campo ‎d'osservazione del sociologo-antropologo Gilberto Freyre: la grande piantagione. Ma mentre Freyre ‎sosteneva che la grande piantagione schiavista, attraverso il mescolamento interetnico e culturale, ‎aveva finito per creare una moderna società ibrida capace di superare i pregiudizi razzisti e classisti ‎propri della stessa società schiavista, Milton non mostra lo stesso ottimismo del sociologo ‎pernambucano. Per Milton le relazioni senza pregiudizi nel mondo rurale (descritte peraltro in ‎maniera sinceramente commovente) durano invece appena il tempo dell'infanzia. E a ristabilire le ‎antiche gerarchie schiaviste paradossalmente ci pensa proprio la "città grande", che attraverso il suo ‎sistema di educazione superiore (spaventosamente classista), costruisce un muro d'incomunicabilità ‎fra chi "porta il nome di dottore" e chi invece non se ne può vantare. In una sola canzone dalle ‎parole estremamente semplici, Milton finisce decostruire due miti sociali profondamente radicati in ‎Brasile: quello che dipinge il Brasile (rurale e urbano) come paradiso interetnico e quello che esalta ‎la metropoli come vettore di "incivilimento" dell'arretrata società rurale brasiliana.”‎
‎(da “I 30 anni di Clube da Esquina”, articolo di Vesa Matteo Piludu da ‎‎MusiBrasilnet)‎
No sertão da minha terra, fazenda é o camarada que ao chão se deu
Fez a obrigação com força, parece até que tudo aquilo ali é seu
Só poder sentar no morro e ver tudo verdinho, lindo a crescer
Orgulhoso camarada, de viola em vez de enxada

Filho do branco e do preto, correndo pela estrada atrás de passarinho
Pela plantação adentro, crescendo os dois meninos, sempre pequeninos
Peixe bom dá no riacho de água tão limpinha, dá pro fundo ver
Orgulhoso camarada, conta histórias prá moçada

Filho do senhor vai embora, tempo de estudos na cidade grande
Parte, tem os olhos tristes, deixando o companheiro na estação distante
Não esqueça, amigo, eu vou voltar, some longe o trenzinho ao deus-dará

Quando volta já é outro, trouxe até sinhá mocinha prá apresentar
Linda como a luz da lua que em lugar nenhum rebrilha como lá
Já tem nome de doutor, e agora na fazenda é quem vai mandar
E seu velho camarada, já não brinca, mas trabalha.‎

envoyé par Bernart - 2/4/2013 - 14:21



Langue: italien

Traduzione (parziale, manca la prima strofa) di Vesa Matteo Piludu da ‎‎MusiBrasilnet
Preferisco non cimentarmi nella traduzione della strofa mancante perchè la mia conoscenza del ‎portoghese è limitata.‎

‎“Morro Vehlo” – letteralmente “Vecchio colle” - è il nome colloquiale con cui nel Minas Gerais ‎viene indicato il compesso minerario aurifero AngloGold Ashanti Brasil Mineração. Qui però si ‎parla di “fazenda” e quindi allude ad una qualche, magari immaginaria, azienda agricola a latifondo.‎
VECCHIO COLLE

‎[…]‎

Figlio del bianco e del nero
Corrono per la strada
Dietro gli uccellini
Dentro la piantagione
Crescono i due bambini
Sempre piccolini
C'è buon pesce nel ruscello
Dall'acqua così limpida
Si può vedere il fondo
L'orgoglioso compagno
Racconta storie ai ragazzini:
‎"Il figlio del signore se ne va,
Tempo di studi nella città grande!"
Parte, ha gli occhi tristi
Lasciando il compagno
Nella stazione distante:
‎"Non dimenticarti, amico, ritornerò"
Sparisce lontano il trenino chissà dove
Quando torna, già è un'altro
Ha portato anche la signora-ragazzina
Per presentarla
Bella, come la luce della luna
Che in nessun luogo brilla come là
Già ha il nome di "dottore"
E adesso nella fazenda
È quello che comanda
E il suo vecchio compagno non gioca più
Lavora

envoyé par Bernart - 2/4/2013 - 14:22




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