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Um Comunista

Caetano Veloso
Langue: portugais


Caetano Veloso

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“Un mulatto baiano, molto alto e mulatto, figlio di un italiano e di una nera hauçá, ha imparato a leggere guardando il mondo intorno a lui, facendo attenzione a quello che non si vedeva. Così nasce un comunista. Um mulatto baiano, che morì a San Paolo, ammazzato da uomini del potere militare, nelle fisionomie nate sul suolo americano, la cosiddetta guerra fredda, Roma, Francia e Bahia. I comunisti custodivano sogni. I comunisti! I comunisti!”


Carlos-MarighellaSono le prime due strofe di Um Comunista, il brano più lungo del disco (oltre 8 minuti di una melodia sofferta, come è duramente poetico il testo): canzone dedicata a Carlos Marighella, baiano di origini italiane per padre e africane per madre, amico di Jorge Amado, comunista convinto, che organizzò la lotta armata in Brasile con la sua ALN (Ação Libertadora Nacional) per combattere la dittatura e che fu assassinato a San Paolo nel 1969 dagli uomini del generale Luiz de França Oliveira, potente segretario per la Sicurezza dello stato di Rio de Janeiro.

Caetano non ha conosciuto Marighella, ma, dopo un esilio sotto dittatura, amici torturati e un difficile cammino di riconciliazione nazionale, ha deciso di omaggiare quel mulatto italiano.

“È una canzone tradizionale di protesta”, ha spiegato lo stesso Veloso in un’intervista di qualche mese fa alla Folha de São Paulo, il maggiore quotidiano del Paese. “Volutamente lunga, con un tono narrativo ed esplicativo, anche se poi è più complessa di così”.

L’uscita di Um Comunista (a dicembre in Brasile) “è coincisa con la pubblicazione di una biografia su Marighella del giornalista Mário Magalhães, con un film documentario di Isa Grinspum Ferraz e con il brano hip hop dei Racionais, usato come colonna sonora del film”. Insomma, la generazione di Caetano (e non solo) dopo quasi trent’anni di democrazia, con l’attuale presidente del Brasile, Dilma Roussef, pure lei torturata e incarcerata, sta facendo i conti con quel ventennio di dittatura che massacrò e incendiò il Brasile. Un passo dopo l’altro, per ricordare che i sogni, prima o poi, si realizzano… I comunisti custodivano sogni. I comunisti! I comunisti!

Beppe Ceccato da Rolling Stone Magazine
Um mulato baiano,
Muito alto e mulato
Filho de um italiano
E de uma preta hauçá

Foi aprendendo a ler
Olhando mundo à volta
E prestando atenção
No que não estava a vista
Assim nasce um comunista

Um mulato baiano
Que morreu em São Paulo
Baleado por homens do poder militar
Nas feições que ganhou em solo americano
A dita guerra fria
Roma, França e Bahia

Os comunistas guardavam sonhos
Os comunistas! Os comunistas!

O mulato baiano, mini e manual
Do guerrilheiro urbano que foi preso por Vargas
Depois por Magalhães
Por fim, pelos milicos
Sempre foi perseguido nas minúcias das pistas
Como são os comunistas?

Não que os seus inimigos
Estivessem lutando
Contra as nações terror
Que o comunismo urdia

Mas por vãos interesses
De poder e dinheiro
Quase sempre por menos
Quase nunca por mais

Os comunistas guardavam sonhos
Os comunistas! Os comunistas!

O baiano morreu
Eu estava no exílio
E mandei um recado:
"eu que tinha morrido"

E que ele estava vivo,
Mas ninguém entendia
Vida sem utopia
Não entendo que exista
Assim fala um comunista

Porém, a raça humana
Segue trágica, sempre
Indecodificável
Tédio, horror, maravilha

Ó, mulato baiano
Samba o reverencia
Muito embora não creia
Em violência e guerrilha
Tédio, horror e maravilha

Calçadões encardidos
Multidões apodrecem
Há um abismo entre homens
E homens, o horror

Quem e como fará
Com que a terra se acenda?
E desate seus nós
Discutindo-se Clara
Iemanjá, Maria, Iara
Iansã, Catijaçara

O mulato baiano já não obedecia
As ordens de interesse que vinham de Moscou
Era luta romântica
Ela luz e era treva
Venta de maravilha, de tédio e de horror

Os comunistas guardavam sonhos
Os comunistas! os comunistas!

28/3/2013 - 16:41


Intervista a Caetano Veloso

[...]
"Di base farò in Italia lo stesso show che faccio in Brasile, è il mio brazilian show, con qualche piccola eccezione".

Eccezione? Per quale ragione?
"Beh, per esempio nell'utlimo disco c'è un pezzo che per me è molto importante, ma forse non è del tutto adatto a un concerto italiano. È il pezzo che si intitola Um comunista, dedicato alla storia di Carlos Marighella, un combattente ucciso dalla dittaura militare. Quando la canto in Brasile ci sono reazioni molto forti, la gente canta il ritornello, appalude, urla il nome di Marighella, è un pezzo che piace e il pubblico rispetta la storia che racconto, anche i giovani, trovano commovente raccontare di un comunista che guardava verso un sogno. Io non sono mai stato violento, ma quella storia mi piaceva, nel pezzo ci sono tutte le contraddizioni del caso, non l'ho mai incontrato e non sono mai stato vicino a quelle storie, anche se a un certo punto lo sono stato, più di quanto pensassi, perché una mia amica fu imprigionata e torturata perché faceva parte di quel gruppo, ma per fortuna lei è sopravvissuta ed è ancora mia amica. Mi chiese di aiutarli logisticamente, io dissi si ma non feci granché perché non avevo il tempo e la possibilità di aiutarli realmente".

E perché non vuole proporre il pezzo in Italia?
"Il dubbio è relativo al fatto che è un pezzo molto lungo, e senza capire il testo può essere noioso".

Se ci permette un consiglio, la faccia...
"Vedremo, ci penserò".

17/4/2014 - 09:44




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