E siamo incoerenti, e siamo pesanti
e non abbiamo dubbi
di risultare a noi stessi,
anche per nulla
troppo interessanti
e siamo fratelli,
ma per modo di dire
e siamo incapaci di darci una linea,
di provare a soffrire
e poi deformati da nessuna bandiera,
se ce ne danno una sembriamo invasati,
ma sempre
nel fondo
anarchici e sgraziati
e siamo macabri nel nostro luccicare
e il sole copriamo di luce
nel nostro nero danzare
e siamo figli perenni, uguali,
senza promesse
senza ideali.
L'occhio guarda su fra le cornici che si accendono
apre silenzioso il suo sipario ed il teatro esploderà,
anime rissose e indisponenti ad accozzarsi sopra un palco
lugubri momenti intervallati da una goccia di mirage.
L'aria che mi sfiora di deridente compassione
porta un'elemosina di occhi che non vedo neanche bene
certe volte invece mi chiede troppo ed io non posso
non posso soddisfare desideri d'attrazione e clowneria.
Ma quanta gente solitaria tutta insieme ad impedire il mio gentile compromesso
di finire in una stanza incatenato, di finire dentro al cesso.
Ora che è finita la commedia sono pronto a ritirare
l'arido compenso monetario che il padrone mi vuol dare
ma non è per questo che ho iniziato a comportarmi come un divo
ma perché ho capito che se stavo ancora dentro quella stanza ci morivo, ci morivo!
Ma quanta gente solitaria tutta insieme ad impedire il mio gentile compromesso
di finire in un locale alcolizzato e di morire dentro al cesso
Ma quanta gente solitaria tutta insieme ad impedire il mio gentile compromesso
di morire in una stanza incatenato, di morire dentro al cesso.
e non abbiamo dubbi
di risultare a noi stessi,
anche per nulla
troppo interessanti
e siamo fratelli,
ma per modo di dire
e siamo incapaci di darci una linea,
di provare a soffrire
e poi deformati da nessuna bandiera,
se ce ne danno una sembriamo invasati,
ma sempre
nel fondo
anarchici e sgraziati
e siamo macabri nel nostro luccicare
e il sole copriamo di luce
nel nostro nero danzare
e siamo figli perenni, uguali,
senza promesse
senza ideali.
L'occhio guarda su fra le cornici che si accendono
apre silenzioso il suo sipario ed il teatro esploderà,
anime rissose e indisponenti ad accozzarsi sopra un palco
lugubri momenti intervallati da una goccia di mirage.
L'aria che mi sfiora di deridente compassione
porta un'elemosina di occhi che non vedo neanche bene
certe volte invece mi chiede troppo ed io non posso
non posso soddisfare desideri d'attrazione e clowneria.
Ma quanta gente solitaria tutta insieme ad impedire il mio gentile compromesso
di finire in una stanza incatenato, di finire dentro al cesso.
Ora che è finita la commedia sono pronto a ritirare
l'arido compenso monetario che il padrone mi vuol dare
ma non è per questo che ho iniziato a comportarmi come un divo
ma perché ho capito che se stavo ancora dentro quella stanza ci morivo, ci morivo!
Ma quanta gente solitaria tutta insieme ad impedire il mio gentile compromesso
di finire in un locale alcolizzato e di morire dentro al cesso
Ma quanta gente solitaria tutta insieme ad impedire il mio gentile compromesso
di morire in una stanza incatenato, di morire dentro al cesso.
Contributed by Ahmed il Lavavetri - 2013/3/26 - 20:11
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Testo e musica di Davide Giromini
Lyrics and music by Davide Giromini
Album: Apuamater
Dato 1: Non c'era.
Dato 2: Nel primo album di Davide Giromini assieme agli Apuamater è il brano iniziale; precede immediatamente Sottosopra [Inno darmico del cavatore], l' inno darmico del cavatore.
Dato 3: Dal 21 settembre 2011 è la canzone che più cito in assoluto nella mia vita, dato che ho rischiato seriamente di mettere in atto il gentile compromesso, vale a dire di morire dentro a un cesso.
Dato 4: Anarchici e sgraziati. Incoerenti e pesanti.
Dato 5: Siamo anche fratelli, ma per modo di dire.
Dato 6: Senza promesse, senza ideali.
Dato 7: DEFORMATI DA NESSUNA BANDIERA.