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Los oprimidos

anonyme
Langue: espagnol


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‎[1825]‎
Corrido dell’indipendenza messicana ma anche di come il processo di liberazione, culminato nel ‎‎1821, lasciò di fatto i “gachupines”, la classe dominante di origine spagnola, padroni di tutto. E i ‎nativi, che pure fin dall’inizio avevano partecipato alle guerre d’indipendenza (fin dal “Grito de ‎Dolores” lanciato nel 1810 da Miguel Hidalgo y Costilla) come carne da cannone, con la speranza ‎che i nuovi dirigenti (e la Virgen de Guadalupe!) riconoscessero il loro diritto alla terra, si trovarono ‎con un pugno di mosche e ancora più “oprimidos” di prima…‎
Voy a cantar un corrido ‎
de esos que hacen padecer ‎
y les suplico, señores, ‎
me perdonen, por favor. ‎

Desde que los españoles ‎
vinieron a este lugar ‎
quedamos esclavizados ‎
sin tener tierra ni hogar. ‎

Tres siglos largos, señores, ‎
el indio triste sufrió, ‎
hasta que luego, en Dolores, ‎
la libertad lo alumbró. ‎

Del cura de Guanajuato ‎
toditos se han de acordar: ‎
murió como buen soldado ‎
por darnos la libertad. ‎

Pero el veintiuno, el Gobierno, ‎
la Independencia nos dio ‎
quedando los españoles ‎
dueños de nuestra nación. ‎

Toda la tierra tomaron ‎
y al indio nada quedó, ‎
sin pensar que por ser dueño ‎
durante once años peleó. ‎

Por eso el indio ha sufrido ‎
miserias, hambre y dolor ‎
esperando le devuelvan ‎
sus tierras que tanto amó. ‎

Ya mejor le pide al cielo ‎
que lo quite de vivir ‎
con eso que, mejor muerto, ‎
ya no tiene que sufrir. ‎

envoyé par Dead End - 22/3/2013 - 09:41



Langue: italien

Traduzione italiana di Meri Lao da “Basta: ‎storia rivoluzionaria dell'America Latina ‎attraverso la canzone”.‎
GLI OPPRESSI ‎

Canterò un corrido ‎
di quelli che fanno soffrire ‎
e vi supplico, signori,
di perdonarmi, per favore. ‎

Da quando gli spagnoli ‎
sono venuti in questo luogo ‎
ci hanno resi schiavi ‎
senza terra né focolare. ‎

Tre lunghi secoli, signori, ‎
l'indio tristemente ha patito, ‎
finché dopo, a Dolores, ‎
la libertà lo illuminò. ‎

Del prete di Guanajuato ‎
tutti dovranno ricordarsi: ‎
è morto da buon soldato‎
pr darci la libertà.‎

E nel ’21, il Governo‎
l'Indipendenza ci diede ‎
ma rimasero gli spagnoli ‎
padroni della nostra nazione.‎

Tutta la terra si presero ‎
e all'indio niente rimase, ‎
senza pensare che per esser padrone ‎
per undici anni aveva lottato. ‎

Per questo l'indio ha sofferto ‎
miserie, fame e dolore‎
aspettando che gli restituissero ‎
le sue terre, che ha tanto amato. ‎

Ormai chiede al cielo
che smetta di farlo vivere ‎
ché è meglio esser morto ‎
per non aver più da soffrire.‎

envoyé par Bernart - 14/5/2013 - 10:41




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