Alle cinque di sera non c’era un torero o un poeta
non c’era un’arena ma un sagrato di chiesa,
di una piazza di luglio assolata
di un altare di vittime a schiera
per una giornata sbagliata.
Io, il potere, ho armato una mano di me
le ho dato intenzione senza un nome e una voce
le ho imposto di agire di mia volontà
conferendo a un proiettile giusto la sua “santità”.
Autorità, che non chiede ragione e passione
ma divise imbottite soltanto di abnegazione.
Resterà nell’aria solo quella vampata
risuonerà sopra l’asfalto del sangue ed un corpo
che diremo commossi una vita spezzata
per sottrarre ghignando d’amore la morte ad un morto.
Alle cinque di sera vedevo divise d’intorno
a difendere il sacro bordello degli otto
e una piazza dal fumo asfissiata
e un altare che chiedeva un morto
per una giornata sbagliata.
Io, Carlo Giuliani, ho armato la mia mano per me
le ho dato intenzione con un nome e una voce
le ho chiesto di agire di sua volontà
senza gloria potere e bandiere, priva di vanità.
La sua pietà, che vuole ragione e passione
mi chiede un motivo e un nemico per creare dolore.
Resterà sotto a un lenzuolo questa giornata
risuonerà appesa al fiato la sua parola
che pensiamo commossi un’ingiuria strozzata
ma incastrata fra crepe di un muro
a noi la gloria e a voi l'infamia,
a noi la gloria e a voi l’infamia.
non c’era un’arena ma un sagrato di chiesa,
di una piazza di luglio assolata
di un altare di vittime a schiera
per una giornata sbagliata.
Io, il potere, ho armato una mano di me
le ho dato intenzione senza un nome e una voce
le ho imposto di agire di mia volontà
conferendo a un proiettile giusto la sua “santità”.
Autorità, che non chiede ragione e passione
ma divise imbottite soltanto di abnegazione.
Resterà nell’aria solo quella vampata
risuonerà sopra l’asfalto del sangue ed un corpo
che diremo commossi una vita spezzata
per sottrarre ghignando d’amore la morte ad un morto.
Alle cinque di sera vedevo divise d’intorno
a difendere il sacro bordello degli otto
e una piazza dal fumo asfissiata
e un altare che chiedeva un morto
per una giornata sbagliata.
Io, Carlo Giuliani, ho armato la mia mano per me
le ho dato intenzione con un nome e una voce
le ho chiesto di agire di sua volontà
senza gloria potere e bandiere, priva di vanità.
La sua pietà, che vuole ragione e passione
mi chiede un motivo e un nemico per creare dolore.
Resterà sotto a un lenzuolo questa giornata
risuonerà appesa al fiato la sua parola
che pensiamo commossi un’ingiuria strozzata
ma incastrata fra crepe di un muro
a noi la gloria e a voi l'infamia,
a noi la gloria e a voi l’infamia.
Contributed by Riccardo Venturi - 2006/8/9 - 13:39
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Dal primo album degli Zarathustra, "Strade".
Dedicata ai fatti di Genova, con accenti lorchiani.