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1968

Joaquín Sabina
Language: Spanish


Joaquín Sabina

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Album: Inventario



Una canzone su quell'anno formidabile....

Il testo è ripreso da Tlatelolco en la canción comprometida, sebbene soltanto un verso faccia riferimento al massacro di Plaza de las tres Culturas. Per questo motivo non la inseriamo nel relativo percorso. [RV]
Aquel año mayo duró doce meses
tú y yo acabábamos de nacer
y un señor muy serio moría del disgusto.
En la primera página del ABC,
los claveles mordían a los magistrados,
París era un barrio con acordeón,
Marx prohibió a sus hijos
que llegaran tarde
a la dulce hoguera de la insurrección,

La poesía salió a la calle,
reconocimos nuestros rostros,
supimos que todo es posible
en 1968.

Jean Paul Sartre y Dylan cantaban a dúo
jugaban al corro Lenin y Rimbaud,
los relojes marcaban 40 de fiebre,
se hablaba de sexo en la empresa Renault,
dos y dos ya nunca más sumaron cuatro,
sufrió mal de amores hasta De Gaulle,
en medio de Praga crecían amapolas
como un reto rojo al gris hormigón,

La poesía salió a la calle
reconocimos nuestros rostros
supimos que todo es posible
en 1968.

Pero no pudimos reinventar la historia,
mascaba la muerte chicle en el Vietnam,
pisaban los tanques las flores de Praga,
en México lindo tiraban a dar
mientras Che cavaba su tumba en Bolivia
cantaba Massiel en Eurovisión
y mi padre llegaba puntual al trabajo
con el cuello blanco y el traje marrón.

Si ahora encuentro aquel amigo
leo en el fondo de sus ojos
que ya se secaron las flores
de 1968.

Los cuadros hicieron huelga en los museos,
París era rojo, San Francisco azul,
un vagabundo fue elegido alcalde
y la Sorbona estaba en Katmandú,
¡sobreviva imbécil! es el rock o la muerte
beba coca-cola, cante esta canción
que la primavera va a durar muy poco
que mañana es lunes y anoche llovió.

Si ahora encuentro aquel amigo
leo en el fondo de sus ojos
que ya se secaron las flores
de 1968.

Contributed by Riccardo Venturi - 2006/8/8 - 11:28



Language: Italian

Traduzione italiana in parte tratta dal volume "Vent'anni di Sessantotto" a cura di Sergio Secondiano Sacchi, Sergio Staino e Steven Forti
con alcune correzioni (avevano messo Rambo al posto di Rimbaud, attenzione!!) e integrata nelle parti mancanti
1968

Quell'anno maggio durò dodici mesi
tu e io finivamo di nascere
e un signore molto serio moriva di disgusto
sulla prima pagina di ABC [1]
i garofani mordevano i magistrati
Parigi era un quartiere con l'accordeon
Marx proibì che i suoi figli
arrivassero tardi
al dolce falò dell'insurrezione

La poesia uscì per le strade [2]
riconoscemmo i nostri volti
scoprimmo che tutto è possibile
nel 1968

Jean Paul Sartre e Dylan cantavano in duetto
giocavano al girotondo Lenin e Rimbaud
gli orologi marcavano quaranta di febbre
si parlava di sesso alla Renault [3]
due più due non ha mai fatto quatro
ho sofferto il mal d'amore persino De Gaulle
nel centro di Praga crescevano i papaveri
come una sfida rossa al grigio cemento,

La poesia uscì per le strade
riconoscemmo i nostri volti
scoprimmo che tutto è possibile
nel 1968

Però non abbiamo potuto reinventare la storia
nascondeva la morte il chewing-gum in Vietnam
pestavano i carrarmati i fiori di Praga
nel bel Messico sparavano per uccidere
mentre il Che scavava la sua tomba in Bolivia
cantava Massiel all'Eurovisione [4]
e mio padre arrivava puntuale al lavoro
con il colletto bianco e l'abito marrone.

Se ora ritrovo quell'amico
leggo nel fondo dei suoi occhi
che ormai sono secchi i fiori
del 1968

I quadri fecero sciopero nei musei
Parigi era rosssa, San Franciso azzurra
fu eletto sindaco un vagabondo
e la Sorbona stava a Katmandù
sopravvivi, imbecille! è rock o morte
bevi Coca-cola, canta questa canzone
che la primavera durerà assai poco
che domani è lunedì e la scorsa notte ha piovuto.

Se ora incontro quell'amico
leggo nel fondo dei suoi occhi
che ormai sono secchi i fiori
del 1968

[1] Quotidiano conservatore di Madrid

[2] Con ogni probabilità il primo a usare in una canzone questa immagine molto sessantottesca è Leo Ferré in Les Quat'cents Coups

[3] Riferimento agli stabilimenti parigini di Boulogne-Billancourt, occupati il 16 maggio 1968

[4] Massiel vinse il festival dell'Eurovision con la canzone La la la che avrebbe dovuto essere interpretata da Joan Manuel Serrat. Serrat si ritirò essendogli stato proibito di cantarla in catalano.

2019/6/2 - 19:14




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