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Magazzino 18

Simone Cristicchi
Langue: italien


Simone Cristicchi

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2013
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Contro l’abbuffarsi di realtà, Cristicchi ci porta ancora una volta a visitare all’umanità dimenticata, in storie nascoste. Ad esempio a riscoprire la complessa vicenda dell’esodo giuliano-dalmata in "Magazzino 18", nome del deposito situato nel porto di Trieste che conserva moltissime masserizie abbandonate da un intera generazione di italiani costretti all’esilio. La canzone farà parte di uno spettacolo teatrale in preparazione per la fine del 2013 per il teatro Stabile di Trieste.
(da simonecristicchi.it)


Gli si darà del fascista?

A questo tizio qui? Ma no. A parte che è quello che, probabilmente, spera; si vede che ultimamente deve avere esaurito i matti e i cori di Santafiora. E cosa c'è di meglio, allora, di un po' di foibe? Vedo che scherza pure sui suoi concerti ai quali "verranno i ragazzi di Forza Nuova", ma se proprio devo essere sincero i suoi concertini li vedo come eran prima: pieni di bravi ragazzi "democratici". La morte sua, come il festival di Sanremo di "leccalecca" fabiofazio! Ad ogni modo, appartengo a coloro che non si stupiscono affatto di codesta sua "conversione"; un buffone era all'inizio, e un buffone rimane. Oltretutto un buffone di una supponenza e di una presunzione che hanno dell'incalcolabile. Dunque, buone foibe; e il prossimo argomento cristicchiano quale sarà? Io gli suggerirei la Vandea! Oppure, chissà, un bell'album o uno spettacolo insieme a Roberto Saviano; una coppia perfetta!
RV
Siamo partiti in un giorno di pioggia, cacciati via dalla nostra terra
che un tempo si chiamava Italia, e uscì sconfitta dalla guerra.
Hanno scambiato le nostre radici con un futuro di scarpe strette,
e mi ricordo, faceva freddo l’inverno del quarantasette...
E per le strade un canto di morte, come di mille martelli impazziti,
le nostre vite imballate alla meglio, i nostri cuori ammutoliti
siamo saliti sulla nave bianca, come l’inizio di un’avventura,
con una goccia di speranza, dicevi “Non aver paura!”.

E mi ricordo di un uomo gigante, della sua immensa tenerezza
capace di sbriciolare montagne, a lui bastava una carezza.
Ma la sua forza, la forza di un padre, giorno per giorno si consumava,
fermo davanti alla finestra, fissava un punto nel vuoto, diceva:

Ah...come si fa? A morire di malinconia per una terra che non è più mia,
che male fa, aver lasciato il mio cuore dall’altra parte del mare...

Sono venuto a cercare mio padre in una specie di cimitero,
tra masserizie abbandonate e mille facce in bianco e nero,
tracce di gente spazzata via dall’uragano del destino,
quel che rimane di un esodo, ora, riposa in questo magazzino.
E siamo scesi dalla nave bianca, i bambini, le donne, gli anziani,
ci chiamavano “fascisti”, eravamo solo italiani,
italiani dimenticati in qualche angolo della memoria,
come una pagina strappata dal grande libro della storia...

Ah...come si fa? A morire di malinconia per una vita che non è più mia,
che male fa, se ancora cerco il mio cuore dall’altra parte del mare...

Quando domani in viaggio arriverai sul mio paese,
carezzami ti prego il campanile, la chiesa, la mia casetta.
Fermati un momentino, soltanto un momento,
sopra le tombe del vecchio cimitero,
e digli ai morti, digli, ti prego,
che no dimentighemo.

envoyé par DonQuijote82 - 19/2/2013 - 17:23


Per inquadrare meglio la storia: un breve ma essenziale riassunto che forse Cristicchi avrebbe potuto leggere prima di scrivere la canzone. Certo invece di basarsi sul libro di Bernas, prima di toccare un argomento così delicato, Cristicchi si sarebbe almeno potuto sforzare di sfogliare le pagine introduttive di "Foibe" di Giacomo Scotti (uno storico di tutto rispetto, di cui vale la pena leggere un'intervista).

Tanto per capire la differenza, Scotti è uno che ha studiato la questione per decenni, e che - pur essendo senz'altro di sinistra e avendo vissuto a lungo in Jugoslavia - non ha mai risparmiato le critiche anche al regime di Tito tanto che è stato il primo a scrivere un libro su Goli Otok . Questo Bernas invece è uno che per vendere il suo libro ha bisogno:

1) di infilare nel titolo le parole "fascisti" e "italiani", così tanto per allargare il target

2) di farsi fare la prefazione da Veltroni

3) di farsi fare la postfazione da Fini

Vogliamo inoltre ricordare che ad inquadrare nella giusta prospettiva la storia di quel periodo ha contribuito anche lo storico Sandi Volk, che spesso è intervenuto anche su questo sito per sfatare alcuni luoghi comuni che circolano in Italia sulla storia della Dalmazia e di Trieste.

Il ricordo delle foibe comincia sempre in una data imprecisata, magari a guerra finita, e viene mescolato al periodo dell’esodo degli italiani. E’ singolare inoltre che dalle terre istriane, nei resoconti odierni, scompaiano i nazifascisti e non si parli più delle loro stragi, dell’italianizzazione forzata e del razzismo anti-slavo che hanno alimentato la voglia di rivalsa, ma rimangano solo “italiani” contrapposti agli “slavocomunisti” di Tito.

Nel 1920 Mussolini dichiarava la necessità di estendere il territorio italiano “… sacrificando 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani”: il fascismo di frontiera era utile per sedare le agitazioni sindacali e risolvere il “problema slavo”. La campagna di italianizzazione vera e propria iniziata nel 1922 impose il divieto di parlare in sloveno, la chiusura delle scuole “non italiane”, il cambio dei cognomi e della toponomastica; furono inoltre devastate le sedi operaie, chiusi i circoli culturali e le associazione sportive slovene. L’azione del governo fascista annullò l’autonomia culturale e linguistica delle popolazioni slave ed esasperò i sentimenti di inimicizia nei confronti dell’Italia.

All’epoca le foibe venivano già utilizzate dagli squadristi per far sparire le teste calde. Tra le due guerre mondiali, inoltre, gli esuli sloveni e croati dalla Venezia Giulia furono oltre 100.000.

Poi ci fu la brutale occupazione del 1941: l’Italia fascista era al seguito dei nazisti che invasero tutta la Jugoslavia. Seguirono stupri, massacri, bombardamenti e deportazioni di massa specialmente a danno di serbi e altre minoranze; violenze di cui l’esercito fascista fu parte attiva con la creazione di campi di concentramento come la Risiera di S. Sabba, a Trieste o il campo di Gonars a Udine. Alla fine della guerra la Jugoslavia conterà circa un milione di vittime di cui 300.000 direttamente attribuibili alle truppe d’occupazione italiane.

Dopo l’8 settembre del ’43, con le sorti della guerra rovesciate, con il fascismo in rotta e con una recrudescenza da parte dei nazisti, le popolazioni slave, oppresse dalla dittatura e dall’occupazione militare, ebbero modo insorgere in un complesso coacervo di motivazioni etniche, nazionali e ideologiche. L’esercito popolare e bande di irregolari intensificarono la lotta contro i simboli della dittatura: contro gerarchi del fascismo, camicie nere e civili collaborazionisti. Come in tutte le guerre ci furono anche vittime innocenti e all’interno dello stesso campo partigiano. Durante la guerra di liberazione dall’invasore avvennero centinaia di fucilazioni e una serie di infoibamenti il cui numero non è mai stato chiarito; non vogliamo fare la conta dei numeri, ma sono cifre che cambiano di anno in anno nei testi di propaganda delle destre post/neo-fasciste. Dopo la fine del conflitto bellico, nessun italiano criminale di guerra è stato processato.

Realtà storica testimoniata e documentata: un fenomeno complesso, con un prima e un dopo, che annualmente diventa un’arma di propaganda per gruppi e associazioni che si rifanno idealmente e/o politicamente al fascismo, alla repubblica di Salò o che fanno direttamente apologia del nazismo; movimenti che riducono tutto all’”odio slavo-comunista contro chi aveva la colpa di essere italiano”; quegli italiani che, a dispetto dei massacri compiuti in Libia, Etiopia e Grecia, sembrano essere sempre brava gente.

Chiunque decida di prendere in considerazione la questione delle foibe deve tenere conto di questo contesto: non per negarle o per ridurne l’importanza, ma per comprenderle. Chi invece rivendica platealmente l’eredità ideale del fascismo e della Rsi, quando parla di “foibe” si deve rivendicare anche l’italianizzazione forzata, la dittatura, la ferocia della guerra e i massacri subiti dal popolo slavo: una vergogna d’Italia che non si cancella nemmeno settant’anni dopo.

Lorenzo Masetti & daniela k.d. - 19/2/2013 - 22:42


Vorrei solo aggiungere: "un tempo si chiamava Italia, e uscì sconfitta dalla guerra."... PER FORTUNA!!!

Lorenzo - 19/2/2013 - 23:04


Forse è sbagliato dire che questa sia una canzone sulle foibe, piuttosto riguarda gli esuli istriani cioè gli italiani (ma anche croati e sloveni) che per motivi "etnici" (nel senso che non volevano rimanere una minoranza italiana in un paese a maggioranza "slava"), "politici" (perché ex fascisti, o solo anticomunisti) o semplicemente perché lavoravano a Trieste come ferrovieri e non volevano perdere il lavoro, decisero di non rimanere in Jugoslavia e di scappare in Italia.

Ora che questa gente abbia subito dei torti e non sia potuta tornare nelle terre dove magari era nata non c'è dubbio. Ma a chi dare la colpa di questo? Secondo me in gran parte allo Stato Italiano il quale ha scatenato una guerra di aggressione e razzista contro la Jugoslavia, annettendosi addirittura gran parte della Slovenia fino a Lubiana (posti quindi dove non c'era mai stata una minoranza italiana). Come risultato di questa e di altre aggressioni il regime fascista ha (fortunatamente) perso la guerra e, in base al trattato di pace, l'Italia ha dovuto cedere dei territori che aveva occupato compresi alcuni tratti come la zona costiera dell'Istria dove viveva storicamente una numerosa comunità italiana.

Comunque l'esodo non fu totale dato che a 60 anni dalla fine della guerra (2005) si contavano ancora 35.000 italiani in Istria. Inoltre come ricorda Scotti dei circa 240.000 esuli almeno 40.000 erano funzionari italiani che erano arrivati in Istria o nei territorri occupati nei 18 anni di annessione all'Italia come maestri elementari, insegnanti, questurini, carabinieri, eccetera. Tra gli esuli c'erano poi 20.000 croati. Anche di questi vogliamo dire "ci chiamavano fascisti, eravamo solo italiani"?

Per completare il quadro ricordiamo che gli indennizzi per i beni rimasti in Jugoslavia sono arrivati a distanza di 40 o 50 anni e con stime irrisorie. Questo il ringraziamento dell'Italia ai propri concittadini che a causa principalmente delle disastrose politiche italiane sono stati costretti ad emigrare e ad abbandonare i propri averi.

Lorenzo - 20/2/2013 - 00:01


Beh, certo, le foibe non vengono citate nella canzone, però è lui stesso che ne parla.
"Quella delle foibe e dell’esodo dall’Istria e dalla Dalmazia è una ferita ancora aperta nella storia del nostro Paese, non capisco la strumentalizzazione che ne fanno alcuni esponenti della sinistra".
Allora vuol dire che infilare la parola "foibe" nella presentazione dell'album, serve allo scopo di provocare qualche minima polemica, sempre utile ai fini pubblicitari.
Il giochetto di scegliere argomenti che sperabilmente suscitino discussioni francamente avrebbe un po' stufato...

daniela -k.d.- - 20/2/2013 - 00:25


Hai ragione, soprattutto più che la scelta dell'argomento dà noia la superficialità con cui è trattato. Visto che il Cristicchi ha anche recentemente straziato a Sanremo "Canzone per te" vorrei dedicargli 1947, una canzone di un grande artista come Sergio Endrigo.

Lorenzo - 20/2/2013 - 09:30


Da quealche tempo l'argomento scelto da questo canzonettista pare uscito dalle priorità della comunicazione politica cara all'occidentalame, probabilmente perché i ritorni in termini di suffragi sono stati obiettivamente scoraggianti ed il futuro promette ancora meno di buono.
Un altro dato obiettivo è che la classe politica che condusse il "paese" dove mangiano maccheroni a buttarsi a pesce in una tragedia mondiale cercò, meno di tre anni dopo, di uscirne senza pagare dazio a nessuno.
L'otto settembre 1943 nessuno si interessò dell'esercito, sparpagliato per mezzo mondo (e fatto prigioniero praticamente al completo): l'essenziale era scappare come lepri.


L'Europa uscì dal conflitto letteralmente irriconoscibile. La Germania dovette cedere un terzo del territorio ed affrontare la seria prospettiva di essere ridotta a pascolo, prevista nero su bianco dal piano Morgenthau.
E' probabile che ad una certa memorialistica piagnucolosa che a settant'anni di distanza -e con premesse come queste- lamenta l'abbandono dell'equivalente territoriale di un paio di provincie sia stata fino ad oggi riservata anche troppa attenzione.

Sulle competenze storiografiche di certi custodi della memoria -per lo più autonominati- si veda quanto segue: Achille Totaro uno storiografo capzioso

Il volume di Giacomo Scotti è recensito qui: Giacomo Scotti - dossier foibe

Io non sto con Oriana - 9/3/2013 - 11:20


Intanto, oggi, a Firenze come ogni anno fascisti, fascistoni & fascistelli -naturalmente tutti rigorosamete tricolorati e con la "ggggiòvane" Giorgia Meloni al seguito- si fanno la passeggiatina verso la "piazza Martiri delle Foibe" gentilmente inaugurata e concessa dalla giunta di Renzi (con tanto di assessore "di sinistra", tale Giani, che partecipa al corteo fascista). Chissà che non cantino anche la canzoncina del Cristicchio in croce! Firenze Antifascista risponde con una contromanifestazione in partenza alle ore 15,00 da piazza San Marco. Chi è a Firenze, sa dov'è l'appuntamento!

Riccardo Venturi - 9/3/2013 - 12:28


Scandicci, 30 gennaio 2014: Contestato lo spettacolo di Simone Cristicchi



La nostra settimana del ricordo prosegue: Contestato Simone Cristicchi a Firenze
da Militant Blog

cristicont


Ieri sera siamo stati in quel di Scandicci, dove insieme alla Rete Antifascista di Firenze abbiamo contestato lo spregevole spettacolo revisionista, filo-nazionalista e impregnato di retorica anti-slava di Simone Cristicchi, “Magazzino 18”. Come tante volte ribadito, è proprio questo vasto mondo di intellettualità vicina alla sinistra del PD, apparentemente sincera democratica, che in questi anni ha contribuito a sdoganare i peggiori revisionismi e a veicolare la peggiore feccia nazionalista, buonista e pacificata della storia e delle sue ricadute politiche. Lo strumento dell’artista “di sinistra” in questi anni ha aperto voragini nella cultura politica di questo paese, contribuendo in maniera decisiva a sdoganare discorsi, retoriche, visioni del mondo un tempo appannaggio unicamente dell’estrema destra. Non che il Cristicchi si fosse mai contraddistinto per una sua specifica appartenenza – oggi va di moda l’intellettuale “desengagè”, lontano da qualsiasi possibile organicità politica – ma in ogni caso così è percepito dal vasto pubblico di una certa sinistra salottiera. Purtroppo, lo stesso pubblico presente nel teatro di Scandicci, che infatti dapprima ha scambiato la contestazione per una provocazione della destra, poi capito il guazzabuglio politico nel quale si trovava ha comunque reagito ricordando i bei tempi del fu PCI: nessun nemico a sinistra, e l’intellettuale vicino al partito non si tocca, men che meno da gruppi della sinistra radicale che in fin dei conti sono simili ai fascisti. Ieri erano tutti istriani, dalmati, con almeno un parente ucciso nelle foibe, così come da Pansa erano tutti partigiani da otto generazioni. Peccato che gli istriani, quelli veri – comunisti – ieri sera stavano con noi a contestare il Cristicchi nazionale, tagliando le gambe anche alle scontate diatribe su chi aveva vissuto in prima persona le vicende che “Magazzino 18” si incaricava di reinventare. Peccato anche che ieri, oltre a noi come Collettivo e come Rete nazionale Noi Saremo Tutto, c’era anche tutta la Firenze antifascista, quella che ancora si mobilita e impedisce alle destre di ogni forma e definizione di prendersi tutti quei spazi che un certo tipo di “sinistra” concederebbe loro.

Non reputiamo neanche opportuno addentrarci nel merito della visione storica proposta dallo spettacolo, talmente raffazzonata da risultare indigesta anche al più fervente anti-comunista. L’Istria dipinta come italiana da sempre, tanto italiana che anche vecchie canzoni popolari, come dice Cristicchi, la ritraggono come terra dove “anche le pietre parlano italiano”. Peccato che la canzone citata nello spettacolo, addirittura cantata, sia “Di là dall’acqua” della “compagnia dell’anello”, storico gruppo neofascista. Altro che canzoni popolari: Cristicchi ha ripreso un po’ di ideologia patriottica alla Alleanza Nazionale, un po’ di neofascismo, e ci ha costruito sopra uno spettacolo stracolmo di invenzioni storiche, prima fra le quali il forzatissimo legame causa-effetto tra foibe ed esodo, viste come un continuum temporale-politico per cui l’uno discenderebbe dall’altro. Fandonie un tanto al chilo, come abbiamo cercato di spiegare nel tentativo di ricostruzione storica e politica di quelle vicende qualche giorno fa. Buone per qualche discorso pacificatorio alla Napolitano o alla Smeriglio, ma non certo utili a chiarire quegli aspetti della storia decisivi per il nostro paese e per la coscienza delle popolazioni di confine.

Chiudiamo augurandoci che da oggi in poi, dovunque vada, il nazionalista Cristicchi venga accolto come merita, smascherando la sua triste operazione politica e ideologica e ribadendo che la verità storica alberga da altre parti, distanti anni luce dal suo spettacolino superficiale.

In calce a questo post, il volantino distribuito ieri al teatro. A breve anche il video della contestazione. Morte al fascismo, libertà ai popoli! Contro la giornata del ricordo, noi ricordiamo tutto!

volafir

Ahmed il Lavavetri - 31/1/2014 - 11:46


Alcune recensioni che mettono in luce, oltre alla parzialità, la scarsissima qualità dello spettacolo. Povero Endrigo che si e' visto utilizzare a questi scopi una sua bella canzone.

31/1/2014 - 13:19


E il fascista Cristicchi incassa la "solidarietà" dei suoi camerati

Non ci è voluto molto perché il "compagno" Simone Cristicchi, nuovo campione dei "fascisti del terzo millennio", incassasse la sentita "solidarietà" dei "Fratelli d'Italia" di Larussa & co. Il capogruppo di FdI al comune di Firenze, Torselli (punto di riferimento di "Casaggì"), ha infatti appena presentato un'interrogazione che parla da sola. E' bene che accadano cose del genere; da dei fascisti tricolorati come quelli di "Fratelli d'Italia" non è infatti niente di inattendibile, mentre uno come Cristicchi è bene che getti, finalmente, la maschera assieme ai "sinceri democratici" che lo sostengono e vanno a vedere il suo miserevole spettacolino. Spiace solamente per l'incolpevole coro dei minatori di Santafiora che si è esibito a lungo assieme a un personaggio del genere.

Ahmed il Lavavetri - 31/1/2014 - 16:06


Invito a leggere anche il delirante resoconto pubblicato dalla "Nazione" di Firenze. Un vero capolavoro di stampa di regime, che la dice molto, ma molto lunga sull' "operazione" messa in piedi da Cristicchi e Bernas. Con la "chicca" finale: il 10 febbraio, "giornata della memoria", Cristicchi sarà nientepopodimeno ospite di Bruno Vespa a "Porta a porta" (la morte sua, verrebbe da dire...), e di seguito Rai 1 trasmetterà l'intero spettacolino "lungimirante" (così lo ha definito l'articolista della "Nazi(one)". Ma la cosa è ovvia: più il nazionalismo italico è di bassa lega e ammiccante al fascismo (altro che "memoria": casomai la memoria viene cancellata!), più viene spalleggiato, foraggiato, pubblicizzato, finanziato. Qui, invece, la recensione dello spettacolo di Claudia Cernigoi, che sarà bene leggere con estrema attenzione. Un'ultima parola su Simone Cristicchi: per quel che mi riguarda, avevo già individuato l'estrema ambiguità del personaggio già dal suo esordio sanremese, quello della canzone che qualcuno ha definito (giustamente) "Minchia signor matto". Ora spero che sarà cessato di dargli credito, specialmente da chi ha veramente a cuore la realtà storica e la lotta senza quartiere ai nazionalismi di ogni specie. Che rimanga pure l'idolino di "Fratelli d'Italia" e della "Nazione"; un servo dei padroni come tanti. Molto, molto meglio gli autori dichiaratamente fascisti e/o di destra, come del resto qua dentro ne abbiamo. Di finti e di bugiardi come Cristicchi ne abbiamo piene le tasche, vadano a pigliare per il culo i "sinceri democratici" che affollano i teatri a sentire le sue cazzate.

Riccardo Venturi - 31/1/2014 - 19:17


"La Nazione"? Una garanzia.
Impossibile farne a meno, in un mondo dove le garanzie sono sempre più scarse.

Mamma mia... www.lanazione.it

Io non sto con Oriana - 31/1/2014 - 21:26


Perchè non costruite una macchina del tempo che vi porti nel dopoguerra e seguite i 2000 monfalconesi al parco divertimenti di Goli Otok?
Dubitavo esistessero simili siti di ignoranti cerebrolesi.
Gli "istriani veri" guardano lo spettacolo e non badano a una trentina di poveracci che si sentono i custodi della verità.

Ma non vi preoccupate, siamo tutti cattivi e ignoranti, voi siete gli unici buoni e depositari della verità, e per dimostrarlo andate a sventolare stracci arcobaleno e cantare bella ciao a degli anziani che dopo 70 anni vogliono solo ascoltare la loro storia nascosta troppo a lungo.
Ah dimenticavo fossi in voi radunerei gli altri kompagni della Duma e proporrei SU-BI-TO di espellere il coordinatore dell'Anpi Vento Angelini che ha osato fare un incontro con gli squadristi dell'Anvgd ammettendo gli errori compiuti verso gli esuli
(La Zecca è in estinzione)

Ci attendevamo ovviamente il commentino del fascista di turno su questa pagina, dopo gli eventi dei giorni scorsi; pubblichiamo questo "commento" come rappresentativo, come standard del livello di tutti gli altri. Per averne una silloge più consistente, consigliamo di andare sul sito di Militant, dove la questione è sviscerata a dovere. Aggiungendo magari che, per chi conosce l'ANPI almeno nelle sue leve dirigenziali, tutto si può fare fuorché stupirsi del suo pappa-e-ciccia con l'ANVGD.

Naturalmente si sottolinea ancora una volta come Simone Cristicchi sia diventato il "campione" di tutto questo coacervo di gente; la morte sua. Per quel che ci riguarda, continueremo a lottare contro il nazionalismo revanscista in ogni sua forma, di cui tutta questa gente si è fatta strumento. Da Cristicchi a certe componenti dell'ANPI, dall'intero sistema politico italiano fino all'ultimo dei fascistelli anonimi come questo quasi da macchietta (ci ha pure l'immancabile "zecca", come fascista poteva almeno sforzarsi di essere un po' più originale).

In definitiva, vi presentiamo i veri e propri "Fratelli d'Itaglia", che non sono soltanto quelli del partitino di Ignazio La Russa e della Meloni. Ci sono proprio tutti, da Cristicchi a Renzi, dai "partigiani" alle signore che sbraitavano l'altra sera a Scandicci. Tutti belli in fila al passo dell'oca, col loro "tricolore" e le foibe d'ordinanza. Tutto normale, nella normalità orrenda di questo paese di zombies. [RV]

3/2/2014 - 11:25


Ok, mi scuso per gli insulti, ogni tanto mi capita di giudicare. Se vedo ad esempio uno che entra in autostrada contromano, non lo insulto mica. Si è sbagliato. Se poi gli spiegano che ha confuso entrata e uscita e alla fine lui dice "Eh no, io ho ragione! Sono gli altri 1928 che ho trovato di fronte che han sbagliato" non lo considero una cima.
Ma questo è quello che penso io, magari mi sbaglio.
Intanto cambio nome così nessuno si urtica, su questo c'hai ragione, basta soprannomi stantii.

Ovviamente i fascisti sono fascisti,è un assioma.
Come i post-fascisti di An sono fascisti, come quelli del centro, come quelli tipo Violante e Veltroni, come direi anche il Pd che non prende posizione, Cristicchi è fascista, chi non lo critica è fascista. Gran parte dell'Anpi è fascista.
Quindi se ricostituiscono il partito fascista (sotto falso nome) il 99,2 delle persone lo vota. inquietante.

Conosco la storia degli Esuli, sono un discendente di esuli, e le storie di Vergarola,della Casa del Popolo, della Cossetto, di Goli Otok, le sapevo da solo, senza che dovesse dirmele Cristicchi.Ma visto che queste cose non le sa nessuno, mi fa piacere vengano dette.

Intanto se vuoi, scrollati l'aria di supponenza e rispondimi in 2 minuti a queste domande
1)parliamo solo di comunismo e non di fascismo... è vero secondo te dei 2000 monfalconesi? Basta tu mi risponda "è vero" o "è una montatura".
2) aveva ragione Tito o Stalin nella diatriba che ha visto la divisione tra i due?
3) Hai visto lo spettacolo o lo contesti a priori?
4) "Paese di zombies" se ti fa così schifo hai mai pensato di andartene? Ad esempio in Croazia il costo della vita è inferiore, se impianti un attività gli versi il 25% di tasse e non più, hai meno criminalità.

Duca d'Istria - 3/2/2014 - 15:15


1) Può essere anche che sia vero dei 2000 monfalconesi. Secondo te invece è falso di tutto quel che il fascismo e gli italiani hanno combinato alle popolazioni slave durante il ventennio? Non pensi che la cosa possa avere avuto, chiamiamole così, delle "ripercussioni"? Non pensi che fomentare i nazionalismi abbia prodotto tutto questo? Oppure ti piace la storia slegata a fini propagandistici, come sta avvenendo?

2)Tito secondo me, perché sono un antistalinista viscerale. Poi mi spiegherai che cavolo c'entra, però. Domande come questa mi sembrano quelle di "Vicky di Casapound".

3) L'ho letto attentamente. Essendo un testo teatrale, è pure liberamente scaricabile (qui ad esempio). Ad ogni modo di questo testo di parla qui da un anno esatto, coi testi disponibili (vai a vedere la data di inserimento originale di questa pagina). Non sono abituato a "contestare a priori", e ti garantisco che nessuno dei contestatori lo ha fatto. Non penserai mica che che per essere a conoscenza di un testo occorra andare al teatro di Scandicci, no? Tu se vuoi contestare Shakespeare che fai, prendi la macchina del tempo e vai a teatro in Inghilterra nel XVI secolo...?

4) Se proprio ti interessa sono stato a lungo all'estero, e sono tornato in Italia coscientemente. Ritieni che essere critici col proprio paese sia vietato? Ripeto e confermo che l'Italia attuale è un paese di zombies, anche se è il mio paese e, anzi, ho scelto di tornarci soprattutto per questo. Comodo "starsene all'estero", scappare e riscappare; oppure fare proprio un piacere agli zombies. A questo non sono disposto, e i fuggiaschi mi fanno orrore.

Certo, mi fa un po' sorridere constatare quanti "discendenti di esuli" sono saltati fuori ultimamente. L'altra sera, dentro il teatro di Scandicci, sembrava ci fossero ottocento persone tutte "discendenti" di esuli (indimenticabile quello che urlava "Io vengo dalle foibe!"; forse era uno zombie per davvero...!).

Però se vuoi raccontare la tua storia di discendente di esuli, non hai che da farlo; comincia quindi col declinare il tuo nome e cognome, indirizzo e numero di telefono. Io mi chiamo Riccardo Venturi, nato a Firenze il 25.9.1963, residente attualmente a Firenze, via dell'Argingrosso 65/C; telefono 339.4723095. Se vuoi chiamare però non rispondo a telefonate con numero anonimizzato, bisogna che tu lo sappia. Non sono discendente di esuli istriani o giuliano-dalmati. Non mi stanno simpatici duchi ed altri aristocratici, e i tuoi nomi fittizi non mi interessano. Coi nomi fittizi si può inventare qualunque storia.

Inoltre, continuo a ritenere che le tue domande siano assolutamente non pertinenti con la questione. Sembrano domandine buttate là ad effetto, da "manualetto delle foibe" per chiamarlo così. Se vuoi quindi continuare la discussione abbi il coraggio delle tue azioni e di quello che vai dicendo. Ti saluto per ora e aspetto finalmente di conoscere nome e cognome di un vero discendente di esuli istriani, con tutta la sua interessante storia; altrimenti restatene pure dove sei.

NB. Non ti verranno approvati altri commenti con "nicknames" o nomi di comodo. Se tu non lo avessi ancora capito, sei capitato in un posto un po' particolare. Questo sito non è "Facebook" o altri "social networks" dove ti puoi nascondere bel bello. Le condizioni sono queste; sta a te accettarle o meno. Concludo invitandoti ad elevare un pensiero a tutte le vittime dei fascismi e dei nazionalismi ciechi, italiane e di qualsiasi altra parte del mondo. Spero con questo di trovarci d'accordo. Nella mia visione del mondo non esistono né "Italie" e né "Croazie", esistono solo terre dove chiunque ha il diritto di vivere in pace e senza mistificazioni e forzature della storia, da nessuna parte.

Riccardo Venturi - 3/2/2014 - 18:13


Non entro nella discussione, anche perchè Cristicchi non l'ho mai potuto soffrire e non conosco questo suo spettacolo, e nemmeno sono molto ferrato sul tema dell'esodo giuliano-dalmata... Però mi sembra che la vicenda dell'esodo dei cantierini monfalconesi sia stata citata a sproposito, se non altro perchè si trattò di un esodo al contrario, verso la Jugoslavia, verso "il sol dell'avvenire"... Che poi molti dei cosiddetti "monfalconesi" siano rimasti stritolati nel contrasto tra Tito e Stalin, ammazzati o internati a Goli Otok, questa è un'altra vicenda ancora...

Bernart Bartleby - 3/2/2014 - 21:31


Non ho altro da dire se non che quelle persone meritano rispetto nel ricordo. Aderirono, sembra, alle tesi di Stalin; ecco il perché della domanda del "Duca d'Istria". Facile però farla decenni e decenni dopo, a storia acquisita. Altrimenti, si dovrebbe dedurre dalla sua domanda che pure lui avrebbe aderito alle tesi di Stalin! Comunque ringrazio Bernart per la precisazione anche se il nocciolo della questione rimane sempre un altro. Gli episodi, come questo testè ricordato, possono essere tragici e dolorosi, e su questo non c'è alcun dubbio; si tende però a voler rimuovere in senso nazionalistico i perché di tali episodi. E', in definitiva, quel che accade con tutta la questione dell'esodo giuliano-dalmata, con le foibe eccetera. La rimozione del fascismo italiano, dell'annessione nazifascista dell'intera Slovenia, dell' "italianizzazione" forzata persino dei toponimi e dei cognomi...tutte questioni di cui non si fa la benché minima menzione. Saluti.

Riccardo Venturi - 3/2/2014 - 22:49


Il sottoscritto Duca (soprannome che mi deriva da CALCETTO non da presunte superiorità morali o titoli nobiliari che mi fanno ridere) sono io, Stefano Silli, nato il 27.4.1976 a Treviso e residente in provincia di Treviso, comune di Paese.
Il numero non mi va di scriverlo qui, magari ti invio un sms, non anonimo.
Mi sono sempre rifiutato di avere Facebook e altri social network perchè li detesto profondamente.
Sono figlio di un esule istriano, quelli che "spuntano come funghi". Se se ne sono andati in 350000 convieni che ce ne possano essere un bel pò di discendenti o no?
Credo ci fossero anche prima sai? Ma stavano in silenzio.
Quello che il fascismo ha fatto in Istria è assolutamente vero, ovviamente si devono vergognare tutti gli italiani (le uniche presenze fasciste nel paese di mio padre erano un paio di gerarchi provenienti da Roma) e ovviamente le conseguenze di ciò le han pagate solo gli istriani.
Ora, questi che hanno abbandonato le loro terre in punta di piedi, senza urlare, delinquere,devastare e pretendere nulla dall'Italia (proprio come i migranti di oggi che tanto coccolate, per puro interesse) dopo anni di silenzio e vergogna (per cosa poi?) vedono riconosciuta la loro sofferenza.
Una sorta di certificazione potremmo dire. E ora che ce l'hanno non andranno a riconquistare Fiume,a urlare all'ingiustizia, a parlar male degli slavi o a bruciare i libri di storia.
Certo sarebbe stato bello se lo spettacolo l'avesse progettato Endrigo, ma se serve a scoprire un velo di omertà, raccontare una storia vera di sofferenza e viene fatto in maniera onesta, lo faccia pure Cristicchi, o Pippo Baudo o il Gabibbo.

Non comprendo questa spocchia nel prendere in giro 800 persone che vanno a vedere uno spettacolo, non ho visto ricconi impellicciati, fascisti, bbbborghesi schiavi del gggomblotto gapitalistico o fanatici; a parte un vecchietto che urla, gli unici deliranti fanatici che vedo sono 4 ragazzetti esaltati, imboniti da chissà chi.
Se vuoi anche far passare degli aggressori come delle vittime, fai pure, in un certo senso vittime lo sono. Di chi imbottisce loro la testa di stronzate.
Ma perchè non fanno un loro spettacolo, negazionista, e se lo godono? Io magari penserò che sia delirante, ma non mi sognerò di perdere tempo per andare a contestarlo (anche perchè se entrassi in un centro sociale dicendo quello che penso non mi andrebbe BENE come a loro)

Magari quello che dico io viene comprovato e riconosciuto anche da chi ha vissuto quegli anni e conbattuto nella resistenza, ma per te no, è solo conformismo di comodo, la verità non la dice chi ha vissuto quegli anni, ma la sai te, nato nel '63 e i poveracci col megafono probabili 25-30-35enni fuori corso di scienze politiche, i tipici esemplari che vedevo all'università, studio zero, manifestazioni, soldi di papà, cariche alla pula e poi in questura agnellini, l'avvocato di papà "ma lui passava di là per caso"...sarebbero questi i nuovi resistenti? questi in una guerra si consegnerebbero al nemico dopo 8 minuti, penso che anche Oreste Jacovacci farebbe miglior figura.

E poi dai, per favore, contestare cantando Bella Ciao, qualcosa di più scontato e patetico esiste? Poi dici a me del nomignolo zecche, qui siam presi peggio.

Non faccio domande "di casa pound", non sono fascista solo perchè non la penso come te, con le domande, semplicemente volevo capire da che parte stavi.
Potrei anche chiederti perchè se tutti volevano il bene dell'umanità poi si trucidavano tra loro, visto che ormai il nemico era sconfitto, ma puoi anche non rispondere.

Chiudo e accetto il tuo invito, un pensiero per tutte le vittime del fascismo,del comunismo e di tutti i nazionalismi, e ci aggiungo anche dei fondamentalismi religiosi di ogni tipo

Stefano Silli - 4/2/2014 - 10:08


Caro Stefano Silli,

Prima di tutto grazie per avere aderito al mio invito a venire allo scoperto, ché a carte scoperte si discute notevolmente meglio; per il numero di telefono va benissimo come riterrai di fare. Ma entriamo un po' nel merito delle questioni, “in medias res” come si suol dire.

Come forse avrai capito o intuito, anche io ero l'altra sera al teatro “Aurora” di Scandicci tra i contestatori dello spettacolo di Cristicchi. Ci ero sia a titolo personale, sia come militante antagonista di un “centro sociale”, vale a dire di uno di quei luoghi che, di solito, vengono descritti come frequentati da “ragazzetti imboniti” o roba del genere (definizione alla quale, vedo, ti uniformi). Ora, il problema è che io, di anni, ne ho cinquantuno, vale a dire un bel po' più di te. Tra i cinquanta o sessanta antagonisti presenti l'altra sera a Scandicci c'erano persone di sessanta e rotti anni, che conosco personalmente. Poi, certo, c'erano anche i venti e trentenni. Diciamo che un po' tutte le generazioni sono rappresentate; vivendo praticamente ogni giorno la realtà di un centro sociale fiorentino, si tratta di una realtà che ben conosco. Ma non è questo il punto. Il punto è un termini che tu usi, “imboniti”, che merita qualche attenzione.

Per andare a contestare qualcosa, secondo te, bisognerebbe essere “imboniti”, quindi privi (specie se “ragazzetti”) di qualsiasi coscienza critica verso gli avvenimenti attuali e passati e, per così dire, “plagiati”da qualcun altro (mi vengono i mente i famosi “cattivi maestri” o roba del genere). Il tuo, è pur vero, è un modo di pensare parecchio comune; c'è sempre qualcuno che “imbottisce la testa di stronzate”. Ti sei però mai chiesto qualche volta se qualcuno abbia imbottito di stronzate la tua, di testa? A questo portano diritti il tuo ragionamento e il tuo atteggiamento; definire regolarmente “delirio” e “fanatismo” delle azioni che promanano invece da un'analisi della realtà e della storia. Certo, sulla base di alcune e ben precise posizioni politiche e ideologiche; ma questo dovrebbe essere del tutto normale. Per quel che mi riguarda e che mi è stato ed è dato vedere nella mia esperienza quotidiana, vedo parecchie più testoline (di ogni età) imbottite di stronzate e di ignoranza abissale all'esterno dei centri sociali e delle realtà antagoniste. Senza per questo perdere il senso critico anche verso le realtà che frequento e nelle quali mi riconosco alla mia non più verdissima età.

Vorrei poi capire in che cosa la contestazione dell'altra sera sia stata un' “aggressione”. Sicuramente è stata così presentata dai media “mainstream”, tutti belli uniformati da “destra” a “sinistra”; in questo, certamente, “Repubblica” è identica alla “Nazione” o al “Giornale”. Si è trattato di entrare per dieci minuti all'interno di un teatro, augurando la buonasera a tutti, per leggere un comunicato in cui venivano dette certe cose. Dieci minuti a spettacolo non ancora iniziato, e con l'intenzione di andarsene tranquillamente una volta terminata l'azione, senza la benché minima intenzione di interromperlo o di impedirne l'effettuazione. Te lo posso dire, appunto, perché ero presente (pur non essendo salito sul palco con lo striscione “La storia non è una fiction”); seguendo il tuo ragionamento di prima, mi sembra che in questo caso la tua testa sia stata ben imbottita delle idiozie di giornali e tv varie. Del resto, si tratta di organismi fatti apposta per imbottire la gente di menzogne. C'è, è vero, anche un video girato direttamente dai partecipanti all'azione; un video che è stato peraltro criticato assai, in quanto non rende affatto quel che è accaduto veramente. Come scusante ha però un po' di concitazione del momento. Alcuni spettatori urlavano persino che stavamo “sputando su 350.000 morti”: vale a dire, i 350.000 esuli, per alcuni, sono morti. Tanto così per darti un'idea di quel che circola tra i cristicchianti vari.

Certo, se tu “entrassi in un centro sociale” dicendo quel che hai scritto qua, non ti verrebbe fatta una bella accoglienza. Precisandoti queste cose, intendo permetterti, se lo desidererai, entrare in un centro sociale e constatare di persona (tenendo presente, ovviamente, che i “centri sociali” non sono una massa granitica, e che al loro interno esistono posizioni e modi di fare diversissimi tra di loro); evitandoti però di venirtene fuori con cose come quella dello “spettacolo negazionista”, autentica scempiaggine senza né capo e né coda. Prima di tutto perché nessuno, nelle realtà antagonista, sente il bisogno di mettere in scena spettacolini di qualsiasi natura: bastano e avanzano quelli offerti dai numerosi teatrini di questo paese. Indi di poi, nessuno vuole “negare” proprio niente. Pensi forse che la contestazione derivi dal voler negare che non c'è stato nessun esodo, e che un numero consistente di persone siano state gettate nelle foibe? Si può discutere sui numeri sulla base dei ritrovamenti effettivi e della documentazione storica, ma nessuno nega queste cose. Il giochetto del “negazionismo”, ovvero dell'assimilazione a chi -ad esempio- nega la Shoah, è veramente sporco; e mi sembra, purtroppo, l'ennesima stronzata che “qualcuno” ha ficcato in testa anche a te, caro Stefano Silli da Paese (TV). La percezione che sembri avere della cosa è un perfetto frutto della disinformazione che ti è stata propinata, e della distorsione della realtà; poi, chiaramente, nel tuo caso ci può essere anche un coinvolgimento personale se sei figlio di un esule istriano. Ma se entriamo in un teatro dicendo che “La storia non è una fiction”, vuol dire che rifiutiamo la storia trattata a colpi di sceneggiati televisivi prezzolati e di spettacolini più o meno carini, non ti sembra? Visto l'uso che viene fatto di tali cose, e non soltanto per la questione dell'Istria e delle foibe, non mi sembra una questione di poco conto (a proposito di “imbonimento”).

Il problema non riguarda certo le “negazioni”; anzi, se “negazioni” ci sono, in generale sono effettuate proprio da chi cerca di nascondere, o addirittura di cancellare, le basi storiche di certi avvenimenti. Il problema, caro Stefano Silli, è l'uso politico della storia. Non è certo un caso che la questione delle foibe e dell'esodo istriano siano state in origine cavalcate a spron battuto dal MSI prima, da Alleanza Nazionale poi e da tutte le destre neofasciste prima di far breccia anche nel mondo della “sinistra”. In questo, se tu non lo avessi ancora capito, la contestazione a Cristicchi è stata di natura politica e non ha nulla a che vedere con gli “sputi sugli esuli” o roba del genere. Simone Cristicchi si è prestato a questo sporco gioco, e la sua presentazione del suo spettacolo come “onesto” è veramente ridicola. Ti vorrei a questo punto ricordare che, per quanto riguarda le foibe, le vittime accertate sono a tutt'oggi 798. Questo secondo il resoconto del maresciallo dei Vigili del Fuoco Harzarich, che era un ufficiale fascista e che diede conto di tutti i corpi ritrovati nelle cavità carsiche istriane. 798 persone, tra le quali parecchi militari fascisti che combatterono contro i partigiani italiani e jugoslavi tra il 1943 e il 1945. Fu una guerra antifascista che fece i suoi morti, preceduta da vent'anni di dominazione fascista che, in quelle zone, operò una vera e propria pulizia etnica.

Che tu lo voglia o meno, caro Simone Silli, l'Istria non fu mai “territorio italiano”: lo divenne nel 1920 in seguito ai trattati di pace di Parigi, che assegnarono l'Istria all'Italia come beneficio per la sua entrata in guerra a fianco degli alleati anglo-francesi. La popolazione italiana era una minoranza: nelle campagne ma anche in alcune cittadine predominava la componente etnica slava. Raccontare l'Istria come “terra italiana” è una falsità storica colossale, che del resto è una specialità riconosciuta della destra e del nazionalismo italiano.

Che quello che dici tu venga attualmente “comprovato” anche da “chi ha vissuto in quegli anni e ha combattuto nella Resistenza” non deve peraltro stupire. Ora che la questione, come detto, ha fatto breccia anche nella “sinistra”, bisogna mettere senz'altro in conto che buona parte dell'ANPI è un'obbediente emanazione del PD. Non è certo un caso che Matteo Renzi abbia prontamente aderito all'invito proveniente da “Fratelli d'Italia”, invitando Cristicchi a esibirsi ufficialmente a Firenze col suo spettacolo. Non ho alcun dubbio che, in tale occasione, la sala sarà popolata anche da “partigiani”. L'imprimatur del “partigiano” è necessario al revisionismo, gli conferisce finalmente quell'autorità che manda in visibilio la destra.

Non si tratta quindi, come vedi, di “conformismo di comodo”, ma di andare ad analizzare i meccanismi politici che hanno prodotto tutta la questione, meccanismi che certamente fanno parte di un programma ben più vasto. Vorrei a questo punto sorvolare sull'autentica massa di stantii luoghi comuni che hai sciorinato sui “poveracci col megafono”: dici di non essere fascista, ma perdonami se ti dico che tutte le immaginette sui “25-30-35 enni col megafono fuori corso di scienze politiche” eccetera fanno parte proprio dell'iconografia fascistella a buon mercato che si legge su “Libero” e roba del genere. Ne sai un cazzo che ti porti, tu, di quella gente. C'erano lavoratori e padri di famiglia, c'erano precari e disoccupati. Io stesso ho perso il lavoro lo scorso aprile e attualmente me la sto barcamenando come posso, tra mille difficoltà. C'era gente che si alza alle 5 di mattina per lavorare e che è venuta a manifestare. C'erano due o tre pensionati. Quello col megafono che si vede nel video lavora ai mercati generali. Ti può bastare? Magari la prossima volta, caro Stefano Silli, cerca di non declinare così tante banalità che ti fanno scarsissimo onore.

Posso essere casomai d'accordo su “Bella Ciao”; sopporto pochissimo anch'io quel canto squisitamente democristiano, che peraltro non fu mai cantato da nessuno o quasi durante la lotta Partigiana. I Partigiani veri cantavano “Fischia il Vento” o “Insorgiamo”. Chiaramente non ho deciso io di cantarlo, fosse dipeso da me avrei cantato “Il bersagliere ha cento penne” o “Dalle belle città”.

Per riassumere: la contestazione a Cristicchi ha avuto questa motivazione. Il problema non è che Cristicchi sia più o meno di “sinistra” (ma quando mai, anche lui non lo ha mai precisato), ma la percezione che di lui ha il grande pubblico. Per questi, Cristicchi è “uno di sinistra”, quindi i messaggi che lancia con i suoi spettacoli sono molto più pericolosi perchè trovano ascolto anche in chi non è pregiudizialmente di destra (magari anche tu). Non siamo mai andati a contestare, che so io, uno Storace o una Meloni; casomai, in occasione della loro annuale “sfilata sulle foibe” a Firenze organizziamo una contromanifestazione. Se certe cose le dicono dei fascisti, ce ne freghiamo altamente. Se le dice però un Cristicchi, e tramite a lui giungono ad un pubblico di “sinceri democratici” (chiamiamoli così...) che altrimenti non sarebbero minimamente interessati a tali vicende, allora la cosa è potenzialmente assai più pericolosa, dato che è inserita nella fabbricazione del pensiero unico predominante e nella famosa “coesione”.

Se vuoi quindi capire “da che parte sto”, credo di averti dato tutti gli elementi necessari. Ci accusa di “non sapere le storia” principalmente chi la storia se la fa raccontare dalle fiction e da Cristicchi: mi sembra una delle migliori barzellette del secolo. Se la contestazione a Cristicchi ha avuto un risultato, è consistito nel far emergere (se mai ce ne fosse stato ulteriore bisogno) non soltanto tutta una serie di posizioni chiaramente fasciste, ma anche e soprattutto un nazionalismo spicciolo tra chi difende lo spettacolo e il suo autore. Oltre, naturalmente, a sputtanare definitivamente Cristicchi, uno che si faceva vedere a Casa Cervi e ai festival partigiani; i suoi estimatori, attualmente, si trovano tra fascisti orgogliosi, nazionalisti beceri, razzisti riconosciuti, “democratici” del PD, renziani e quant'altro. Buon pro gli faccia e se li tenga, dato che è a queste posizioni che il suo spettacolo dà legittimità e spazio pubblico.

Il pensiero alle vittime del fascismo, dei nazionalismi, dei totalitarismi di ogni colore e dei fanatismi religiosi non può, a mio parere, prescindere da queste considerazioni. Non può essere un pensiero di comodo. E' un pensiero che ha bisogno di una collocazione storica ben precisa, senza la quale si trasforma in propaganda mainstream. E' un pensiero che è legato agli avvenimenti e che non tollera guazzabugli, come hai fatto tu infilandoci la vicenda dei “cantierini di Monfalcone” per poi porre domande se “avesse ragione Tito o Stalin” e su Goli Otok. Questi sono tentativi di confondere le acque nei quali, vorrei fartelo definitivamente presente, non cado.

Mentre ero nella sala di Scandicci giovedì scorso, mi veniva da pensare che, in fondo, anche a chi è stato gettato nelle fosse comuni delle foibe pensavamo più noialtri che ottocento persone la maggior parte delle quali hanno sentito parlare per la prima volta di tali avvenimenti da una fiction televisiva. Saluti.

Riccardo Venturi - 4/2/2014 - 16:15


Veramente la "fiction" o la "fiaba" me l'hanno raccontata i libri di storia scritti da chi ha vinto (anzi da chi crede di aver vinto) la guerra.
E' la stessa storia... prima lo slogan era "Kompagni!Le foibe non sono mai esistite!" se avessimo fatto questa discussione 15 anni fa tu staresti a negare la loro esistenza...poi però non si possono più negare e allora "contrordine compagni! le foibe sono esistite, ma solo per rappresaglia e solo i fascisti" e quindi ora discutiamo di numero di morti come se i numeri bassi o altri giustificassero ciò che è accaduto.
Ho aperto gli occhi grazie alle testimonianze di persone che hanno vissuto in quell'epoca e a saggi di storici (non di destra) che hanno studiato il fenomeno e confermato tutte le porcate del tuo idolo Tito.
Che ha avuto il merito di unificare a bastonate la Jugoslavia questo sì, infatti dopo che è morto un popolo non proprio di santarellini ci ha messo circa 10 anni a sfaldarsi sanguinosamente.
I libri li puoi trovare dappertutto, Pupo ad esempio, (preciso si tratta di Raoul Pupo, non di Enzo Ghinazzi, non lo preciso per te ma per gli intellettuali con la mente illuminata di cui ti circondi).
Poi è fantastico che il 90% dell'universo di sinistra riconosca quello che è avvenuto dopo la guerra, anche in Italia, ma naturalmente ha ragione il 10% che minimizza l'accaduto o urla alla lesa maestà. Tu però per avvalorare le tue tesi citi le parola di un fascista.
Mancava solo che mi citavi la Kersevan (che sta alla storia come il sottoscritto al cricket) ed eravamo a posto.
Non so se ti sei reso conto che citare uno storico un generale o un sito di parte non fa di quello che dici la verità.
Perchè se io sostengo che la luna è fatta di marzapane e si può sgranocchiare, stai sicuro che su 1000 scienziati uno lo trovo che mi da ragione e allora posso citare l'eminente scienziato a sostegno delle mie deliranti tesi.
Il comunismo forse non sarà stato peggio del fascismo, ma in quanto a insabbiare,nascondere,inventare balle, girare la frittata è il campione assoluto.
Il caso di tromboni ipocriti tipo Dario Fo è un esempio del comportamento tipico del comunista,cavalcare il 25 aprile e versare sopra lacrime per vendere libri e biglietti in più...poi si scopre che era un ragazzo di Salò...prima reazione "tutte balle!!!" poi gli mostrano i documenti , seconda reazione "si è vero, ma ero una spia dei partigiani" i partigiani smentiscono questa stronzata e allora arriva l'ultima reazione "va beh è vero ma ero ragazzo".
O i libri di Pansa, ad esempio ("libri di merda" commento di uno dei paladini della giustizia tratto dal sito, letti tutti scommetto). Non parliamo del contenuto, diciamo solo i libri di Pansa. "Tutte balle!" ringhiano all'inizio. Poi Pansa quello che scrive lo dimostra con documenti e testimonianze e allora arriva la reazione 2 "si sapevano già queste cose non occorreva che le scrivesse lui l'avevano già scritto tizio e caio negli anni 70".
Domanda : sono balle allora o non sono balle ma si sapevano? E se si sapevano che male c'è a scriverne? Se ti piace te lo compri se non ti piace no.

I centri sociali esistono da lungo tempo a Padova dove ho studiato, erano specializzati nello scassare i gazebi di altre parti politiche (che magari stavan lì a protestare contro la riforma economica) nell'organizzare conferenze deliranti ("il marxismo è la soluzione dei problemi dell'umanità"), ce n'era anche uno nel veneziano, quello in effetti un pò meno politicizzato, organizzavano bei concerti e vendevano bei panini senza versare una palanca di tasse (loro potevano), io se organizzavo il carnevale in oratorio e mettevo 30 minuti di musica dovevo versare fior di quattrini agli usurai della Siae.
Sono andato sul sito di quelli che hanno protestato, ho trovato commenti profondi di ragazzi che si sono abbeverati alla fede della verità storica, uno fa la faccina sorridente perchè ha sentito che han tagliato le gomme a Cristicchi a Pirano, uno dice che sono tutti ignoranti quelli che lo vanno a vedere (tanti, allora!), uno invece dice che è tutta propaganda perchè "ha sentito" (sic...) che non c'è mai molta gente e spesso ci sono posti vuoti.
Poi il leit motiv, insulti al Pd che ormai è diventato "fascista", e a Cristicchi che "si arricchisce" (prima i soldi non ce li aveva?)
Naturalmente nessuno ha visto lo spettacolo ma "avete letto la sceneggiatura", eh già, potrei dirti che occorrerebbe VEDERE lo spettacolo per poter capire e criticare, ma che te lo dico a fare.
Sai per me Otto e Mezzo di Fellini è una cagata, non l'ho visto ma ho letto la trama su Wikipedia e le frasi su Wikiquote.

Comunque bisogna ringraziarvi, prima della settimana scorsa il Tg1 faceva le marchette a qualunque cantante tranne Cristicchi, poi era uscito qualche articolo di giornale ma niente di che, ora grazie al vostro coraggioso intervento tutti ne parlano e lo spettacolo avrà ancora più successo, come i libri di Pansa dopo le contestazioni.
Fosse per me questo non succederebbe, io queste contestazioni non le menzionerei neppure,non chiamerei alcun poliziotto nè permetterei atti violenti contro i manifestanti, semplicemente prendere per le orecchie, accompagnare fuori e con un calcio nel sedere "vai a studiare ignorante"
Ribadisco che sono grato a Cristicchi per aver portato a teatro una cosa che conoscevo già, ma con onestà intellettuale e coraggio, la fiction "il cuore nel pozzo" invece è stata una cavolata pazzesca, edulcorata, errata storicamente,e non è piaciuta a nessuno che io conosca (intanto Leo Gullotta è stato comunque minacciato da qualche altro custode della verità).

Sai chi siete voi? I custodi delle rovine, i guardiani delle patacche false della storia, di monumenti scoperti ormai come falsi di cui a nessuno frega più nulla, dovete cercare di distruggere la verità finalmente alla luce per dare un senso alle vostre patetiche convinzioni.
Siete l'ultimo giapponese rimasto convinto che ci sia ancora la guerra, ma almeno quello ha combattuto veramente con onore, voi non avete visto/fatto/sperimentato nulla sulla vostra pelle.
Siete la risposta dell'umanità a una domanda che nessuno ha fatto, vecchio mio.
E sparirete, quando i tuoi giovani e pusillanimi eroi smetteranno di fare gli arruffapopoli dei miei ciufoli e andranno a lavorare da papino, vi estinguerete.
Fare thee well :-)

Stefano Silli - 5/2/2014 - 09:44


A parte tutte le chiacchiere da bar sport di Stefano Silli basterebbe questa frase del Cristicchio.

«è stata un’esperienza incredibile, mi ha ricordato l’atmosfera del campo di concentramento di Auschwitz. Prima di tutto è necessario un permesso speciale per entrare. Una volta dentro, sono rimasto colpito da un salone enorme, pieno di sedie accatastate una sopra l’altra. Dietro ognuna è riportato il nome e il cognome del proprietario. Una stanza è piena di giocattoli, un’altra di libri, registri e perfino di lettere d’amore. Fa venire i brividi».


Ora paragonare un magazzino pieno di cose appartenute a persone che non se le sono andate a riprendere perché evidentemente non ne avevano bisogno ma che comunque erano vive, seppure fossero dovuti andar via dalla loro città (cosa sempre dolorosa certo), con i magazzini degli oggetti dei prigionieri di Auschwitz che erano stati mandati alle camere a gas nel più grande sterminio di massa organizzato dall'umanità, ecco, solo questo, a prescindere da qualsiasi altra considerazione politica, basta a bollare lo spettacolo come "cagata pazzesca".

E poi non e' vero che delle foibe non se ne parla, se ne parla da più di trent'anni anche se e' vero che all'inizio sia la DC che il PCI non erano interessati ad aprire un dibattito sull'argomento. Qui nessuno ha mai negato i morti delle foibe, dare i numeri serve a contestualizzare l'evento in uno scenario di guerra in cui sono morte decine di migliaia di persone (solo in quella zona) da entrambe le parti. Quello che e' contestato, e che invece il Cristicchi vuole fare passare, e' che si trattasse di una pulizia etnica, cioè che il discrimine fosse l'"italianità" delle vittime. Questo e' falso, come ha ampiamente dimostrato nel "Dossier Foibe" Giacomo Scotti, che pure non può essere accusato di essere particolarmente tenero con il governo comunista jugoslavo visto che e' stato il primo a pubblicare un libro su Goli Otok.

Poi scusa quella del "popolo di santerellini" che ci ha messo 10 anni a scannarsi fra loro quando se ne e' andato il dittatore che li teneva insieme potevi proprio risparmiartela, cerca piuttosto di approfondire le vere cause di una guerra tremenda. Riconosco che la questione sia complicata e controversa per affrontarla inzuppando il cornetto nel cappuccino, ma nonostante alcuni luoghi comuni che spari a ripetizione non mi sembri uno stupido quindi ci puoi provare...

Lorenzo - 5/2/2014 - 10:21


Continuando a non entrare nel merito della discussione, rilevo soltanto come nel suo ultimo intervento il Venturi chiariva il suo punto di vista in modo fermo ma pacato, cercando di riportare la discussione su di un piano civile e non urlato... Il nostro Stefano Silli invece non si è smentito rispetto al suo esordio, e così, continuando a fare di ogni erba un "fascio" (lo metto tra parentesi per non essere frainteso e tacciato di ironia fuor di luogo), ha perduto di nuovo le staffe e la misura, mancando ancora una volta il tema del confronto: lo spettacolo di Cristicchi - pur senza poter pretendere che un artista dia la parola definitiva su di una vicenda storica complessa e discussa - aggiunge qualcosa in termini di verità e conoscenza oppure la sottrae?

Bernart Bartleby - 5/2/2014 - 11:22


Bene, nell'attesa della mia “estinzione” (che avverrà senz'altro, a una certa data), ci siamo potuti godere questa bella e accorata silloge di Stefano Silli da Paese (Treviso). Il quale ha persino deciso che cosa avrei fatto 15 anni fa. Dev'essere una sorta di “viaggiatore nel tempo”, che dire. Per continuare, ha deciso pure che Josip Broz, detto “Tito”, sarebbe il mio “idolo”; e che Alessandra Kersevan (peraltro da me mai nominata in questa discussione) “sta alla storia come lui [il Silli] sta al cricket”. Intanto il Cristicchi, come a questo punto è logico, approda al “Giornale” il quale recensisce il suo spettacolo come “spettacolo che parla delle foibe” quando invece alle foibe non si fa il benché minimo accenno in “Magazzino 18”. O non sarà mica che tutti 'sti grandi indignati non solo non lo hanno visto, lo spettacolo di Cristicchi, ma neppure letto...? Insomma, ecco tutto l'humus di coloro che “hanno aperto gli occhi”. In questi giorni, su questa pagina del sito, la “Storia” con tre esse maiuscole (SSStoria) l'ha fatta da padrone grazie al nostro Silli: lo si vede, ad esempio, dalla sua profondissima analisi delle guerre jugoslave (la quale sembra fatta veramente da Pupo, ma stavolta proprio da Enzo Ghinazzi). Poteva poi mancare Giampaolo Pansa? Bastava aspettare, e infatti eccolo puntuale come la morte. E da qui si vede tutta la “Bildung” del nostro Silli con gli occhi aperti; il quale, ancora, però si è ben guardato -ad esempio- dal raccontarci tutte le storie che ha sentito raccontare (da suo padre o da altri), che sarebbero state senz'altro interessanti e che avrebbero, magari, potuto servire a un dibattito un po' più costruttivo. Nulla da fare; come sempre, i Silli preferiscono i guazzabugli, i calderoni dove deve entrare tutto. Vediamo un po': ecco che arriva persino Dario Fo e il “comportamento tipico del comunista”, la Kersevan (cui viene regolarmente impedito di parlare, peraltro) c'era già, le tesi degli altri sono regolarmente “deliranti” e così via. A scanso di equivoci, vorrei chiarire che il sottoscritto non trova affatto “deliranti” le tesi di chi, seriamente, tenta di dimostrare fatti, cifre e motivazioni anche radicalmente contrarie alle proprie: il fatto è, però, che un serio dibattito storico che tenesse conto di tutti i punti di vista è stato, di fatto, impedito e seppellito. La “verità” è stata imposta per legge e guai ad opporvisi e, soprattutto, a cercare di smascherare quali siano i veri scopi di tutto ciò. Scopi che non hanno assolutamente nulla a che vedere con la ricostruzione oggettiva della storia (e delle storie) di quelle terre e di quei periodi. Per il nostro Silli è tutto molto semplice, però: emblematico come conclude la sua disamina sui libri di Pansa. Ha “documentato” quel che ha scritto (e può anche essere), quindi inutile starne a discutere. “Se ti piace lo compri, se non ti piace no”. Tutta una questione di “comprare” o meno, senza andare minimamente ad analizzare le motivazioni politiche ben precise di tutto questo. Lo stesso vale, naturalmente, per Cristicchi. E' appunto, quel famoso “90%” di cui si parla qui: le cose stanno senz'altro così, ma è assolutamente vietato (e, quindi, represso) cercare di capire come si è venuto a formare negli ultimi quindici o vent'anni, questo “novanta per cento”. In che modo e perché una questione che ha degli scopi politici a mio parere chiarissimi (e che rientrano, non mi scorderò mai di dirlo, in un programma revisionista assai più vasto e -mi si permetta- agghiacciante) è stata imposta come dogma intangibile. Chissà che prima o poi non si passi al “reato di negazionismo” anche per le foibe & company; non me ne stupirei. E lo dico, ci tengo a ripeterlo, da posizioni tutt'altro che negazioniste.

Non so, a questo punto, se continuare questa discussione col Silli su questa pagina. Non perché abbia voglia di tagliare corto, ma perché mi sembra totalmente inutile. Naturalmente invito il webmaster e gli altri admin del sito a non censurare eventuali altri interventi del Silli, che ha il diritto di dire tutto ciò che vuole e che rappresenta comunque un'utile testimonianza di un certo modo di pensare (non solo per quanto riguarda la questione dell'esodo istriano e delle foibe). Venire direttamente a contatto con il “Novanta-per-cento” ha comunque un suo valore, con tutto il mondo fatto di Pansa, di Cristicchi e di un certo “anticomunismo” italico che, come ha detto giustamente qualcuno, è il peggior prodotto del comunismo. Bisognerebbe magari suggerire al Silli, visto che è andato sul “sito di quelli che hanno protestato”, di dare una bella occhiata anche ai commenti raccolti in rete; ce n'è veramente per tutti i gusti, e non nutriamo a questo punto alcun dubbio che anche il nostro Silli ne faccia idealmente parte, anche se “detesta Facebook” (una delle scarsissime cose su cui sono pienamente d'accordo con lui). Ma mi sa che il Silli è andato a vedere soltanto i commenti di chi si è rallegrato per il taglio delle gomme della macchina di Cristicchi a Pirano. A tale riguardo ora potrà stare tranquillo: il bravo cantautore capelluto ora mette sulla sua pagina belle foto di poliziotti in tenuta antisommossa mentre assistono al suo spettacolo. Con la scorta dietro, nessuno oserà più nemmeno avvicinarlo, altro che tagli di gomme e contestazioni a Scandicci. Vorrei però dirgli pacatamente che leggersi la sceneggiatura completa di uno spettacolo non equivale a leggere “trame” e “frasi”: vuol dire affrontare un testo nella sua interezza. Il suo paragone con Wikipedia e Wikiquote è del tutto improprio. Altrimenti, che so io, tutte le pregevoli collane di testi teatrali esistenti in Italia (penso a quella della Einaudi, ad esempio) non avrebbero il benché minimo valore. Non mi riesce capire come mai assistere direttamente allo spettacolo dovrebbe essere così “diverso”. Ma dimenticavo che tale questione è uno dei cavalli di battaglia di Cristicchi in questi giorni, e quindi è impensabile che anche il nostro Silli non vi si rifaccia. Occorre “vedere”, dimenticavo. Madonna come sono sbadato.

Come concludere? Non si può che lodare, in un certo senso, l'atteggiamento da “buon padre di famiglia” del nostro Silli, il quale -bontà sua- non “chiamerebbe alcun poliziotto” né “permetterebbe atti violenti contro i manifestanti” ma si limiterebbe a “prendere per le orecchie e accompagnare fuori”. Sani principi educativi dell'operosa provincia del nord-est, verrebbe da dire; accompagnati persino da una rigorosa coscienza critica (Cristicchi va bene, la “fiction” sulle foibe no ma perché troppo “edulcorata”). Segue l'accorata chiusa finale sui “custodi delle rovine” eccetera, dove si fa uso dell'immancabile epiteto di “patetico” e bla bla bla, con predizioni di “estinzione” . Non è cattivo il Silli, lo disegnano così.

Riccardo Venturi - 5/2/2014 - 15:30


Vedi, Lorenzo, so che, per la questione del LHC, mi sto ora rivolgendo ad un esperto di "estinzioni": dopo che avete rischiato di farci inghiottire tutti dal buco nero, figurati che cosa saranno mai le estinzioni predette da uno Stefano Silli. Il fatto è che a discussioni con simili personaggi, anche se non pregiudizialmente idioti (nel qual caso non avrei nemmeno accettato di discuterci), sono abituato da tempo quasi immemore. Obbediscono, mettiamola così, a regole ben precise e a una sorta di "scaletta"; il loro scopo principale è quello di scatenare la "rissa verbale" infilando, nel canovaccio che si sono fissati, ogni sorta di cose e proponendo "invettive" di stile a volte quasi messianico, come abbiamo visto un esempio prima. Quello che ho spesso chiamato un "guazzabuglio", insomma. Naturalmente, tali discussioni si rivelano ben presto inutili: non c'è nessunissima volontà di confrontarsi, ma soltanto di mostrare i muscoli all' "avversario". Che cosa ti saresti aspettato? Un'analisi del testo e dello spettacolo di Cristicchi? Ma per carità. Oppure, visto che il Silli è "figlio di un esule istriano", sarebbe stato molto interessante venire a sapere che cosa suo padre gli avesse raccontato. Ad esempio dei rapporti tra le popolazioni italiane e quelle slave in Istria durante il ventennio fascista, del modo in cui questo signore viveva tali rapporti, se era a conoscenza di episodi particolari, qual era il suo giudizio su ciò che stava accadendo, quale fossero le cose che si dicevano e si facevano nella sua famiglia. Insomma, tutte cose che il figlio di un esule istriano dovrebbe sapere abbastanza bene. Questa sarebbe stata una discussione proficua, anche tralasciando lo spettacolo di Cristicchi. Scopo del Silli, e di tutti i personaggi consimilari, è esclusivamente quello di "far perdere le staffe"; per questo si servono di tutta una serie di artifici (in massima parte stantii luoghi comuni, frammisti a divagazioni continue, "domande", citazioni di "autorità", esternazioni del tipo "io non sono fascista però", accuse di "ignoranza", tirate varie). Ulteriore scopo sarebbe poi quello di provocare una reazione del tipo "ritratto psicologico": tutte cose, ripeto, cui sono troppo abituato per cascarci. Non farò nessun "ritratto psicologico" del Silli perché proprio non mi interessa, e inoltre non so un bel niente di lui, della sua vita, della sua psicologia e delle sue esperienze. Mi baso soltanto su quel che ha scritto finora qua dentro, concludendone che fa parte di quella maggioranza di persone che non accetta minimamente che si mettano in discussione le cause storiche e, soprattutto, l'uso politico degli avvenimenti. Cosa che, nel caso specifico, è assolutamente lampante e fa parte di tutto un progetto assai più vasto che mira alla cancellazione totale delle responsabilità italiane e fasciste. Ed in che cosa consista realmente tale progetto lo si vede quotidianamente (tanto per dire, si analizzi un po' anche la vicenda dei "nostri marò", che è ugualmente emblematica). In questo, risulta ovvio il tentativo continuo di screditare umanamente (ancor prima che politicamente) chi si oppone e chi effettua addirittura un'azione dimostrativa: al pari dei giornali e delle tv di regime, il Silli non cessa di presentare gli antagonisti dei "centri sociali" come "figli di papà", "ragazzini", "testoline imbonite" e quant'altro. Tutto assolutamente nella norma. Per questo ritengo inutile continuare a fargli presente le questioni sullo spettacolino cristicchiano: dovrebbe casomai riflettere lo stesso Cristicchi a che cosa si sia prestato. Ora ha il "suo pubblico", tra il quale ci starà benissimo anche uno Stefano Silli. Amen. Direi che si possa lasciare il buon Silli in splendida solitudine, almeno da parte mia. E' stato oramai appurato che da un rappresentante di tutta questa fauna del "Novanta per cento" non si può cavare nulla se non le solite banalità. Resta soltanto la soddisfazione di aver gettato un bel sasso nello stagno, anche a costo -è vero- di fare immeritatissima pubblicità ad uno spettacolo di bassissima lega. Saluti cari.

Riccardo Venturi - 5/2/2014 - 18:08


Giusto Riccardo, il problema di queste discussioni in stile facebook per quanto lo Stefano Silli dica di odiarlo, mi danno noia più che altro per l'incapacità di cogliere la complessità di certi eventi storici.

Capisco che in quanto figlio di esuli istriani (ma se è del '76 credo che sia più probabilmente nipote di esuli), si senta parte in causa fino a desiderare che Pippo Baudo si metta a parlare dell'esodo (francamente ci basta e avanza Bruno Vespa) ma a distanza di tanti anni uno dovrebbe anche cercare di distaccarsi dalle vicende famigliari, che per quanto interessanti, sono necessariamente parziali, soprattutto in un contesto così conflittuale dove ogni parte ha per forza di cose la "sua" verità. Se no anch'io dovrei sentirmi parte in causa perché nella famiglia di mia nonna ci fu chi faceva parte della Resistenza slovena durante il fascismo e pagò con la galera e anche peggio. Ma queste storie le so di seconda se non di terza mano, quindi cerco di attenermi a quello che raccontano gli storici di professione (quindi non il Bernas).

Sulla questione delle foibe (e continuo a non capire perché si insista a parlare di foibe su una canzone dedicata agli esuli istriani) anche il Pupo, quello citato dal Silli non il cantante, scrive chiaramente che l'interpretazione della "pulizia etnica" è soltanto la versione della propaganda neofascista ed è completamente campata in aria, ma rigetta anche la versione ufficiale del governo jugoslavo secondo cui i morti sarebbero esclusivamente soldati fascisti o elementi collusi con il regime. A sostegno di questa tesi porta ad esempio delle vittime delle esecuzioni sommarie che appartenevano al campo antifascista ma per ragioni diverse erano contrarie all'annessione dell'Istria alla Jugoslavia.

Questo può benissimo essere vero, ed è sicuramente difficile etichettare una vicenda così complicata, frutto sicuramente non solo delle direttive centrali ma anche di vendette personali, istanze nazionaliste, eccetera. Insomma una materia in cui si dovrebbe lasciare spazio alla ricerca storica seria e non alla strumentalizzazione politica, che si basa in definitiva sulla decontestualizzazione, come se i "titini" fossero "scesi dalle montagne" per riconquistare una terra abitata da operosi e pacifici italiani, mentre invece la zona era teatro di una guerra terribile e - se si parla del 1945 - sotto occupazione nazista (ecco, non dimentichiamoci che c'era stato l'otto settembre, non si trattava più di una semplice annessione a uno stato autoritario e fascista, c'era una vera e propria occupazione militare da parte di un esercito "terzo", quello tedesco).

Quello che dà più noia, come rilevi giustamente, è l'utilizzo di questo tema ad uso di un nazionalismo da quattro soldi, anche quando non sfocia nel razzismo più becero di quelli che alla presentazione della famosa fiction alla presenza degli alti papaveri di AN urlavano di gioia alla scena del "partigiano slavo-comunista" che veniva ammazzato per salvare i bambini innocenti, eccetera...

Proprio su questa contrapposizione tra slavi e italiani (perché mai poi dire "slavi" non si potrebbe dire sloveni e croati, altrimenti uno potrebbe chiamare gli italiani "latini"...) si basa la propaganda fascista ed è qui che bisogna controbattere con forza ricordando che ci furono antifascisti italiani che combatterono a fianco della resistenza jugoslava, e che gli ustaša - ancora più criminali dei fascisti italiani - erano fieramente croati e quindi "slavi". In fondo sono ottimista in questo senso, credo che le zone di confine tra culture e lingue diverse come sono Trieste e l'Istria possano essere la culla dei peggiori nazionalismi, ma anche della tolleranza, della mescolanza e della reciproca comprensione e uno spettacolo che facesse un discorso del genere invece di rinfocolare vecchie tensioni sarebbe quantomai opportuno. E' invece preoccupante che la cosiddetta "sinistra" diciamo istituzionale (PD e dintorni) si appiattisca su tesi che fino a qualche tempo fa appartenevano alla propaganda della destra nazionalista. Chiaramente a noi (che comunque ci estingueremo) ci interessa il giusto quello che dice il piddì ma dato che la maggior parte della gente forma le sue opinioni solo sui media "mainstream" (che ad ora fanno capo o a centrodestra e berluschini vari o al PD) il risultato garantito è che l'"opinione pubblica" si sposterà ancora di più sulle posizioni nazionaliste.

Credo infine che il giudizio storico non si possa basare sui singoli episodi, per quanto brutali possano effettivamente essere, ma su una visione d'insieme. E' quello che ricorda lo storico statunitense Howard Zinn che negli anni '60 era attivo nel movimento contro la guerra in Vietnam e che per questo fece parte di una delegazione che si recò ad Hanoi per la consegna di alcuni prigionieri di guerra che il governo nord vietnamita aveva deciso di liberare. Zinn ricorda che uno dei soldati, nonostante in occasione del loro incontro avesse affermato di essere stato trattato relativamente bene e con umanità nelle prigioni vietnamite, una volta tornato in patria denunciò maltrattamenti e torture. Zinn dice chiaramente che, qualunque sia la verità, bisogna ricordare che in una situazione di guerra le brutalità, le torture e le esecuzioni sommarie non sono mai confinate a un lato o a un altro delle battaglie ideologiche (dunque neanche la parte che legittimamente consideriamo "giusta" ne sarà mai esente) - e credo che in questo abbia tutte le ragioni.

Lorenzo Maetti - 5/2/2014 - 23:49


Naturalmente non posso sapere se il Silli Stefano sia figlio, nipote o cugino di un esule; usualmente, nelle discussioni, tendo ad accettare come vero quel che mi si dice. Potrebbe anche darsi che il padre del Silli fosse stato un bambino quando è dovuto venire via dall'Istria. Non intendo certamente indagare nella storia familiare di chicchessia, e se poi mi sono state dette delle menzogne la questione riguarda esclusivamente la coscienza di chi le dice. Proprio perché detesto le discussioni “stile Facebook”, non azzardo mai ipotesi su nessuno e su niente. Mi attengo esclusivamente a quel che viene detto (anzi, scritto), e al comportamento che viene tenuto.

Avrei ben poco da risponderti su quel che hai detto, Lorenzo; mi trova completamente d'accordo. Però, a mio parere, l'interesse per eventuali storie familiari (sempre che uno le voglia raccontare, chiaramente; io non forzo mai la cosa) rimane. Proprio nell'ottica di localizzare quel che effettivamente si viveva allora, e anche il modo in cui queste cose sono state raccontate e tramandate in ambito domestico. Di tali cose, torno a ripeterlo, ho il massimo rispetto anche se vanno contro quel che penso; la storia, del resto, non è mai fatta a proprio esclusivo consumo. Disgraziatamente, mi sembra che sia invece ciò che accade in questo paese (ma non solo, chiaramente).

Nell'attesa di estinguerci, come fai giustamente notare, non posso che ricordare che l'Istria attuale, dove vive comunque ancora un discreto numero di italiani, rappresenta all'interno della stessa Croazia un caso del tutto particolare. Anche ai tempi dell'ultranazionalista Tuđman, con la famosa Dieta Democratica Istriana (che raggruppava liberamente croati e italiani) l'Istria era una specie di “isola” che si contrapponeva a tutto il resto del paese. Sarà un' “altra questione”, come si suol dire? Forse. Ma resta sempre la questione di fondo, quella vera: come mai, in Italia, si è voluto totalmente appiattirsi sulle tesi della destra neofascista, fino a coinvolgere la quasi totalità della “sinistra” istituzionale? A mio parere, la cosa ha una spiegazione abbastanza semplice: il nazionalismo di facciata, in ogni sua espressione, è una componente fondamentale del disegno di potere. Anche per questo, anche se la vicenda è apparentemente diversissima, ho citato prima il caso dei “nostri marò”. In un paese come questo, dove oramai esistono dieci destre, il “nazionalismo da foiba” ha la sua precisa funzione. Cercare di metterla in luce e smascherarla provoca reazioni parecchio rabbiose e scomposte.

Per concludere, non mi resta che far notare una caratteristica parecchio curiosa del Silli (limitatamente, è chiaro, a quanto ha mostrato qui dentro). Si è posto come una sorta di “severo educatore” nei confronti dei “ragazzini”, con tanto di prese per gli orecchi; però, considerata la maleducazione da buzzurro con cui è entrato qua dentro, mi sembra veramente il bue che dà del cornuto all'asino. Bisognerà ricordargli che questa non è casa sua, e che in casa d'altri non ci si comporta così, in una maniera tanto puerile, augurando “estinzioni” e compagnia bella. In questo, l'altra sera a Scandicci ci siamo comportati alla perfezione: alcuni, per entrare, hanno persino pagato il biglietto, pensa tu! Ma comunque, faccia un po' quel che vuole. Quali siano i punti della questione, gli è già stato detto e ridetto; poi si vedrà eventualmente il da farsi.

Riccardo Venturi - 6/2/2014 - 01:12


Non capisco perchè è una discussione da facebook quello che scrivo...non ho facebook, cosa vuol dire?
Dovrei scrivere di meno o di più o trasferire la discussione via mail personalmente con Venturi? Ditemi che c'è da fare e lo faccio.

"Se è del '76 dubito che sia figlio di un esule, sarà il nipote" ; un'altra brillante considerazione, frutto di un calcolo nel vostro stile, a spanne, scritto a penna sulla carta del pane.
Invece sulle foibe i morti sono 798, punto e basta.
Siamo nel 2014, abbiamo anagrafi,strumenti di misurazione,gps,satelliti, ma non riusciamo ancora a censire i cinesi ad esempio. Invece 70 anni fa che non c'era nulla di tutto ciò siamo sicuri che erano 798.
Ma va bene, non dobbiamo fare conteggi (per la cronaca qualcuno dei vostri studiosi dice "una cinquantina")
Si è capito che se uno dice quello che pensate voi "è uno storico vero" se 10 dicono il contrario "non sono storici"
Il "bisognerebbe dimenticare le vicende familiari ormai" lo vai a dire a mio padre, guardandolo mentre trascorre le vacanze in Istria, casa sua, e accarezza ogni pietra, senza rancore.

Vi racconto quello che per me vuol dire pacificazione rispetto e onestà.
Ogni anno qui nel trevigiano viene organizzato il raduno degli esuli del paese di mio padre. Partecipano 150 persone (sempre meno purtroppo, l'età) e rievocano il loro paese, la loro infanzia, i loro ricordi; l'anno scorso per la prima volta il raduno è stato organizzato in loco.
Tutto è stato preparato assieme ai discendenti dei "rimasti", sono stati chiesti permessi e presi accordi con il Sindaco, visto che le cose non si fanno di nascosto o irrompendo in casa altrui (come faccio io buzzurro).
In un pranzo ho avuto l'occasione di vedere conversare due persone i cui padri erano stati contrapposti negli anni della guerra con conseguenze tragiche, parlare normalmente, riappacificati, se mai erano andati in disaccordo.
L'insegnamento del rispetto e del riconoscimento dei propri errori, ecco cosa conta, e l'insegnamento di mio padre che non ha mai odiato nessuno, non ha mai alzato le voce, nè votato Msi.
A guardare troppo le ideologie si perdono di vista le persone, vero? A voi non sono mai interessate le masse, il fascismo ha messo i piedi dove li metteva la massa e li ha abbeverati di cagate, il comunismo le masse le ha sempre educate dall'alto giacchè si schifava a mescolarsi con loro.

Ultime precisazioni se avete voglia di leggere
- Non mi pare d'aver scritto di pulizia etnica.
- Se avessi visto, ah no hai letto lo spettacolo, quindi sai che un monito è quello che ognuno DEVE fare i conti con gli scheletri nei propri armadi, l'han fatto i fascisti, l'han fatto i titini, manca solo lo 0,04 della sinistra italiana (la peggiore del mondo fino a Marte compreso) ben rappresentata da questi discorsi
- Le foibe le hai citate tu dicendo tutti quelli che vanno allo spettacolo "con le loro foibe di ordinanza tutti col passo dell'oca" (quindi dando dei nazisti, altri complimentoni a te)
- Durante lo spettacolo le foibe vengono nominate con l'episodio di "Domenico",non viene citata la quantità dei morti per fare classifiche.
- Pansa l'ho citato come esempio del vostro modo di fare (negare la verità finchè si può, poi minimizzarla quando non c'è altro modo di negarla). Non rispondi alla domanda: scrive balle o scrive cose che già si sapevano ed era inutile riscrivere?
- Mi dici "sono Titino" e durante la contestazione si inneggia a Tito, devo pensare che hai una grande considerazione di un assassino seriale, non mi sognerei mai di dire che sono fascista o sostenitore di Mussolini o di Franco o di Pinochet.
Bello cianciare sulla pace e poi appoggiare simili figure, un pò come mi dicessi "amo le donne, non le toccherei nemmeno con un fiore, le rispetto, manco ci trombo, solo amore platonico...ah si ogni tanto ne stupro qualcuna"

- Non mi sognerei mai di fare gazzarra in uno spettacolo altrui; se io fossi stato a Scandicci non avrei preso per le orecchie nessuno, avrei semplicemente ignorato i contestatori girandomi dall'altra parte, giacchè questa gente non merita alcuna attenzione. Alcuni di voi hanno "anche pagato il biglietto" ? Ma pensa, vi siete evoluti col tempo...

Ultima cosa: ma il vostro modo di giudicare la storia in modo "distaccato" vale anche per le tragedie tipo l'Olocausto? Se ragionate così cosa fate, odiate Schindler's List e Diario di Anna Frank in quanto strappalacrime e ricattatori per una corretta visione della storia? Analizzate i fatti dalla parte dei tedeschi per valutare le loro ragioni? Spero proprio di no

Stefano Silli buzzurro - 6/2/2014 - 09:44


ok mi scuso con Stefano per la cosa del "sarà nipote, non figlio...", una leggerezza sbagliata, magari se vuoi ci puoi raccontare di più della storia di tuo padre, quanti anni aveva quando ha dovuto l'Istria e cosa l'ha spinto, se ha avuto minacce dirette o piuttosto si trattava di una questione di "sentirsi italiano e non jugoslavo" o ancora questioni economiche o lavorative, tutto questo può essere interessante.

Sul racconto del raduno degli esuli che si ritrovano hai scritto delle belle parole e non ho niente da ridire.

Lasciami però dissentire sul fatto che i fascisti abbiano fatto i conti con i loro scheletri negli armadi. Anzi, il postfascista Gianfranco Fini fino a pochi anni fa gettava bottiglie nel mare a Trieste con proclami tipo "Fiume sarai italiana", neanche si credesse D'Annunzio. Più in generale la questione delle foibe viene utilizzata dai neofascisti per farsi passare da vittime con tanto di strade intitolati ai "martiri delle foibe" quando invece il regime fascista fu l'aggressore, questo mi sembra un uso indegno anche nei confronti delle vittime innocenti, che sicuramente ci sono state, di quegli episodi.

Quanto all'esodo, mi piacerebbe sapere (dico seriamente perché non ne so nulla) cosa successe alla popolazione tedesca per esempio in Polonia (dove in effetti storicamente c'era una minoranza tedesca da prima della guerra). Il mio sospetto fu che in quel caso l'equazione tedesco = nazista fu fatta valere molto più prepotentemente che italiano = fascista in Istria. E sicuramente non tutti i tedeschi saranno stati nazisti. Sono cose che accadono in tempo di guerra e per questo dicevo sopra che le responsabilità sono in primo luogo di chi quella guerra l'ha scatenata (e, per fortuna, l'ha persa).

Lorenzo - 6/2/2014 - 10:54


Perfetto, grazie Lorenzo, qua si riesce anche a parlare.
Intanto ti volevo dire che sono d'accordissimo su una cosa che hai scritto "in Italia ci sono 10 destre" che è anche uguale a dire "in Italia non c'è la destra" e infatti io sono di destra ma non mi sento rappresentato da nessuno.
Sono politicamente apolide, mi avete sgamato.
Sulla questione dei tedeschi ci sarebbe da riempire forum per anni, proprio ieri leggevo su un quotidiano l'annosa questione su quanto e cosa sapessero i tedeschi dei campi di sterminio e ancora oggi non riusciamo a darci una risposta esauriente, neppure in Polonia la situazione non era chiara.
Per dire che non è facile dare giudizi ad anni di distanza.

Io credo che con Fiuggi all'epoca Fini avesse rotto i ponti col passato, e anelavo infatti a una destra moderna, peccato che poi tra i colonnelli, i giochi di potere, la rottura tra i leader che ha fatto si che Fini diventasse per qualche mese una brutta copia di Vendola e poi si perdesse in un giusto oblio, ha reso tutto vano.

Eran passati 50 anni è vero, e non son pochi, ma mi sembra che storicamente facciano più fatica o ci mettano più tempo i comunisti ad ammettere non so ad esempio che i carri armati a Praga non avevano sbagliato strada, che Pol Pot coi teschi non dovesse farci migliaia di rappresentazioni dell'Amleto e così via.

A destra sei uscito sconfitto dai totalitarismi e hai avuto dal 1945 in poi per rendertene conto, a sinistra mi sembra che ci sono state millanta occasioni, anche dopo il muro di Berlino per fare un pò di autocoscienza, ammissione di errori, invece ancora si sta a glorificare un'ideologia che sarà stata pure meravigliosa sulla carta ma che dovunque sia stato introdotta ha prodotto lutti,sofferenze (oltre che un architettura deprimente :-).
L'aveste fatto sarebbe stata vinta qualche elezioni in più credo, dal '48 all'altroieri.
Ma se ancora adesso stiamo a dire "perdo perchè l'italia è un paese di merda e sono tutti ignoranti, non come noi che siamo la via,la verità e la vita (non parlo di te, ma di alcuni politici). Chiediti perchè perdi. Chiediti perchè la gente non ti vuole. Chiediti perchè la gente ti ha escluso nel parlamento.

E se uno come Napolitano (che stimo per alcune cose, meno per altre) ha vissuto quei periodi e ammette errori, false valutazioni e omissioni volute della sua parte politica, non penso che a 80 anni (ora 90 ormai) lo faccia per convenienza, de che? Sta lì con la sua megapensione, dubito ne abbia un tornaconto.

Mi da fastidio anche citare Cristicchi come una specie di criminale. Io citavo conduttori a caso per esprimere questo concetto. Occorre parlare con cognizione di causa, quindi il monologo sull'esodo e sugli istriani dovrebbe farlo mio padre, oltre ai suoi amici di cui dicevo prima, però se per anni hanno dovuto stare zitti come si fossero macchiati di chissà quale colpa, a me va bene che esista uno spettacolo che parli dell'Esodo in maniera onesta e a mio parere questo spettacolo lo fa. La fiction il cuore nel pozzo invece no. Punto.
Senza glorificare nessuno.

E quelli che lo vanno a vedere sono sia esuli che anche semplici cittadini, io sono andato a Trieste e a Mestre a vederlo e accanto a me avevo o persone che non sapevano nulla e che dopo lo spettacolo parlavano e discutevano molto interessati (parlando di responsabilità storiche, guerre, non dicendo "brutti schifosi comunisti") ed esuli che piangevano, perchè forse qualcosa di ciò che è stato detto l'hanno vissuto, senza urlare e se ne sono tornati a casa. Non mostri fascisti impregnati di ideologia marcianti col passo dell'oca. Che quindi non hanno il diritto di vedersi dileggiati dal piscialletto di turno che dice loro "lei non sa la storia".

Ribadisco il grazie a Lorenzo, hai espresso le tue idee in modo cortese.

Stefano Silli spero meno buzzurro - 6/2/2014 - 12:27


Oggi al GR1 delle 7 hanno detto che nelle foibe sono stati uccisi "decine di migliaia di italiani, uomini, donne e bambini"... e basta.

Oggi al GR2 delle 7.30 hanno detto che nelle foibe sono stati uccisi "migliaia di italiani"... Poi hanno intervistato Cristicchi che non ha parlato di foibe ma dell'esodo istriano e ha parlato di "bambini morti di freddo nei campi di raccolta" e di persone "morte di malinconia e di alcol, di depressione, si direbbe oggi, perchè sradicati dalle loro terre e dai loro legami sociali"...
Poi hanno intervistato un italiano sopravvissuto alla foibe che ha raccontato che gli jugoslavi, dei giovani croati, legarono lui e altri italiani col filo di ferro e poi lui vide che alcuni prigionieri erano costretti da quei soldati a prendere la rincorsa e a schiantarsi con la testa contro le rocce, e poi venivano risvegliati a secchiate d'acqua o con la baionetta o a calci...

Bernart Bartleby - 10/2/2014 - 09:16


i veri fascisti siete voi che mostrate tutto il vostro odio e la vostra violenza repressa nei vostri scritti

alessandro - 16/2/2014 - 09:45


CCG Staff - 25/2/2014 - 14:46


Segnalo:

Quello che Cristicchi dimentica. Magazzino 18, gli «italiani brava gente» e le vere larghe intese

su GIAP

http://www.wumingfoundation.com/giap/?...

tuco - 3/3/2014 - 21:10


grazie della segnalazione, tuco ma l'abbiamo appena segnalato anche noi (vedi il commento sopra)

3/3/2014 - 21:57


DA SANREMO ALLE FOIBE. FENOMENOLOGIA DI SIMONE CRISTICCHI

Analisi critica dello spettacolo Magazzino 18 di Cristicchi e Bernas.

Trieste/Trst, 3 novembre 2014
alle ore 17.00 presso la libreria Knulp, via Madonna del Mare 7

Hanno garantito finora la loro presenza: Claudia Cernigoi, Piero Purini, Sandi Volk.

da dieci febbraio

CCG Staff - 29/10/2014 - 21:46


CCG Staff - 8/2/2015 - 20:48


Interessante intervista a Federico Tenca Montini e Piero Purini su Radio Onde Furlane

14/1/2016 - 13:44


Su YouTube si vede solo la seconda parte dello spettacolo... mamma mia, è quasi tutto una critica ai comunisti italiani e ai partigiani jugoslavi...

Ma le associazioni degli esuli e gli esuli stessi sono anche peggio. Per loro la storia è iniziata nel 1943 (così da poter parlar male solo dei comunisti, ehehehehe).

Dicono di non essere fascisti o di destra però poi se chiedi loro della politica del regime fascista in zona... (vedasi il fatto che Cristicchi ha dovuto levare l'accenno all'incendio del Narodni Dom)


Eheehehe... gli esuli procurano tanti voti... bisogna sfruttare un po' questa tragedia, evidentemente...

i-pod keroro - 29/1/2016 - 23:34


Senza parlare del fatto che se quasi tutta la Venezia Giulia è finita alla Jugoslavia la colpa è dello Stato che ha dichiarato guerra a quest'ultima.

i-pod keroro - 29/1/2016 - 23:36


E' auspicabile che col declinare delle sorti della formazione politica che più di ogni altra ha basato la propria propaganda su eventi come quelli su accennati declini anche la visibilità della propaganda stessa.
Gli effetti non sempre sono stati quelli voluti.
Marco Tarchi ricorda come i manifesti del MSI che gli toccava attaccare alle sette di sera (la notte la mamma non lo faceva uscire) sulle cantonate di Firenze portassero già allora slogan e parole d'ordine a dir poco marziani. Tra l'altro, La sua carriera di attacchino serale finì quando "la reazione piuttosto scomposta di un sanguigno manovale" (cit.) lo indusse a ripiegare in buon ordine.
Più recentemente e dati elettorali alla mano, venire a Firenze a frignare di foibe non è servito ad altro che ad indicare alla controparte un sistema spiccio ed economico per liberarsi degli avversari politici.

Io non sto con Oriana - 30/1/2016 - 12:35




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