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La Fin du Saint-Empire romain germanique

Hubert-Félix Thiéfaine
Language: French


Hubert-Félix Thiéfaine

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‎[1978]‎
Parole e musica di Hubert-Félix Thiéfaine
Da “...tout corps vivant branché sur le secteur étant appelé à s'émouvoir...”, l’album d’esordio.

...tout corps vivant branché sur le ‎secteur étant appelé à s'émouvoir...

Uno dei primi “deliri” – come denuncia già la copertina - di Thiéfaine, contenente però alcuni versi ‎che trovo straordinari: “Sono figlio di una società chiaramente finita… A mio padre e a quelli ‎della sua generazione che se ne tornavano dalla Germania, hanno detto di darsi da fare a ripopolare ‎il paese, ed è così che sono venuto al mondo io un bel mattino all’alba… La guerra era appena ‎terminata, ci si rivendeva le fortificazioni… Ma con i germi della guerra non si produce altro che ‎dei cerebrolesi…”
Je suis le fils d'une société
Fondamentalement épuisée
Passe-moi ma pipe de marijane
Sinon je me shoote à la banane
Tout comme ses autres copains mon père
S'en revenait de Germany
Quand on leur a dit les petits pères
Faut nous faire de la démographie
Moi c'est comme ça que j'ai débarqué
Par un beau matin aux aurores
La guerre venait de se terminer,
On revendait les miradors
Les miradors...

Avec les germes de la guerre
On ne fabrique que des tarés
Moi j'ai le coeur qui tape à l'envers
Et le cerveau qui a des ratés
Pourtant on m'a donné l'enfance
D'un petit Français bien rassasié
Jusqu'à l'école où Mendès France
Venait nous donner la tétée
Mais si je fus un beau nourrisson
Répondant aux normes Nestlé
Aujourd'hui j'ai l'air tellement con
Qu'on veut pas de moi même dans l'armée
Même dans l'armée...

D'ailleurs je suis toujours mal foutu
J'ai mal aux seins, j'ai mal au...,
Y a guère que dans la naphtaline
Que je trouve un peu de vitamines
Et pour ce qui est des nanas
J'ai même plus le courage de draguer
Quand je les emmène au cinéma
Je m'endors aux actualités
Faut dire que maintenant les starlettes
Ça devient micheton à dégommer
Quand elles cartonnent pas MLF
Elles vous allongent au karaté
Au karaté...

Arné sné connunu palome
Massasné masna en Sodome
Loukoum loukoum de trougaga
Aro snavi rutabaga
Je suis le fils d'une société
Fondamentalement épuisée
Refile moi mon dir-la-da-da
Sinon je me shoote au banania
C'est la fin de mes éructations
J'ai pas le courage d'aller plus loin
Mieux vaut s'arrêter là sinon
Ça va se terminer en boudin
Ouais, en boudin...‎

Contributed by Dead End - 2013/1/10 - 09:43



Language: Italian

Traduzione [?!?] di Riccardo Venturi
10 gennaio 2013

Nonostante le note alla traduzione, questo è e resterà un testo del tutto delirante. Da qui il [?!?]. Le éructations de Thiéfaine sono però, va detto, una delle sue canzoni più amate; notare la voce da briaco con cui la canta, perlomeno nella registrazione originale. Per la traduzione, ho cercato di fare quel che potevo. [RV]
LA FINE DEL SACRO ROMANO IMPERO

Sono figlio di una società
fondamentalmente finita
passami il cilum
sennò mi faccio di banane
coi suoi compagni il mio papà
se ne tornava dalla Cemmània
quando gli han detto : su, paparini,
ci s'ha da ripopolare il paese
è così che son venuto al mondo
un bel mattino all'aurora
la guerra era appena finita
si rivendevano le torrette
di guardia... 1

Coi germi della guerra
non si fabbricano che cerebrolesi
io ci ho il cuore che batte al contrario
e il cervello che perde colpi
eppure mi han dato l'infanzia
di un piccolo francese ben nutrito
fino alla scuola in cui Mendès France
ci veniva a dare la poppa 2
ma se son stato un bel poppante
conforme alle norme Nestlé
ora sembro talmente uno stronzo
che non mi vogliono nemmeno
a fare il soldato...

Del resto son sempre messo male,
mi fanno male tette e culo,
soltanto nella polverina
trovo un po' di vitamine
e quanto alle tipe
manco ho il coraggio di provarci
quando le porto al cine
mi addormento al cinegiornale...
Mbeh, con le tipe ora sei come
uno senza un soldo da sbatter fuori, 3
quando non fanno le superfemministe 4
ti sdraiano a colpi di karatè,
di karatè...

Arné sné connu 'na paloma
massasné masnà a Sodòma
lukùm lukùm di trugagà
arò snavì cavolorà 5
Sono figlio di una società
fondamentalmente finita
su dammi la mia papparappà
sennò mi faccio di Bananià 6
ora ho finito di ruttare
e non oso andare oltre,
meglio fermarsi qui sennò
va a finire che diventa
una merdata... 7
NOTE alla traduzione

[1] « HFT » è nato nel 1948, e ripercorre con parecchia autoironia la sua infanzia di « figlio del baby boom » (diventato al momento un trentenne cannato alla grande). Più in là si dà addirittura di « cerebroleso » assieme a tutta la sua generazione. Sono i suoi « rutti » (éructations, termine che fa sicuramente il verso alle famose « élucubrations » di Antoine), in questa canzone seriamente pervasa da una nuvola di cannabis.

[2] L'episodio cui HFT fa riferimento avvenne nel 1954 (cioè quando era più o meno in prima elementare) : Pierre Mendès France (1907-1982), il celebre uomo politico radical-socialista che all'epoca era primo ministro, fece stilare un rapporto sulle condizioni di alimentazione dei bambini francesi dal quale risultò che erano malnutriti e carenti di calcio. Ordinò quindi che nelle scuole materne e elementari fossero distribuite grandi quantità di latte e fatte bere ai bambini ; diventò una specie di rituale, la « poppata di Mendès France ».

[3] Micheton è propriamente il « cliente squattrinato di una prostituta », ovvero colui che va a puttane senza averci un quattrino. Finendo ovviamente sbattuto fuori.

[4] Cartonner è sia « criticare con violenza » che « avere grande successo » (faire un carton) oppure « riuscire a fare benissimo qualcosa ». «M.L.F. » sta per Mouvement de Libération des Femmes (Movimento di Liberazione delle Donne).

[5] Praticamente sono stato tutto un pomeriggio a cercare se queste éructations potessero avere un qualche significato concreto ; dopo aver controllato gli eventuali significati gergali, dopo aver provato se potevano voler dire qualcosa in verlan e dopo aver scrutato ovunque in Rete (dai blog dedicati a Thiéfaine a tutta una serie di agghiaccianti forum adolescenziali), mi sono convinto che non significhino assolutamente una sega nonostante certe assonanze e certe parole esistenti (il loukoum è il lukùm o lukumi, lo stucchevole dolce turco smielatissimo e zuccheratissimo ; il rutabaga può essere chiamato così anche in italiano, ma è una verdura più nota come « cavolorapa » o « cavolo svedese »). Ho deciso quindi di lasciarlo quasi così com'è, « italianizzando » qua e là. Naturalmente, se a qualcuno venisse qualche idea migliore (o trovasse qualcosa in cui se ne parla) è pregato di farlo presente, gliene sarò estremamente grato.

[6] Giustamente, se nella prima strofa HFT si « fa di banane », nell'ultima si « fa di Banania ». Il Banania è il più famoso cioccolato solubile prodotto in Francia (misto a farina di banane, da qui il nome). In pratica, una specie di Nesquik alla banana. E' prodotto fin dal 1906 ed è famoso per il suo « logo » (un tirailleur sénégalais che pronuncia la frase y'a bon, cioè « è buono » in « petit-nègre »), disegnato nel 1936 dall'italiano Giacomo De Andreis. Ora abbandonato, perché accusato di razzismo e colonialismo. Nel 1952, Frantz Fanon, l'autore dei famosi « Dannati della terra », nel suo Peau noire, masques blancs si servì del logo del Banania come esempio di come, nella cultura consumistica, i neri non sono utilizzati soltanto come oggetto, ma addirittura come « oggetto all'interno di un altro oggetto ».

banania


[7] La metafora francese prevede l'uso del boudin, che si suddivide in « boudin nero » e « boudin bianco ». Il boudin nero è un terrificante sanguinaccio fatto con sangue e grasso di maiale e spezie varie, con numerose varianti regionali. Il boudin bianco è invece un salsicciottone fatto con carne tritata varia (vitello e pollo), latte e mollica di pane ; sua « capitale mondiale » riconosciuta è la cittadina di Rethel, nelle Ardenne francesi. Una volta, trovandomici a passare in treno, ho sentito coi miei orecchi il capotreno annunciare dall'altoparlante : Rethel. Gare de Rethel. Capitale du boudin blanc. In entrambi i casi, la metafora corrente è associare al boudin qualcosa che va a finire in merda, vorrà dire pur qualcosa. L'aspetto del boudin nero giustifica del resto appieno la metafora:

boudinnoir

2013/1/10 - 17:47


Felice, Dead End, che tu abbia "scoperto" quel pazzo furioso di Thiéfaine. Forse non gli spiacerebbe, in fondo, sapere quante volte ho cacato con la sua immagine che troneggiava dietro allo sciacquone. Andrà a finire, quando avremo terminato coi suoi deliri, che la canzone sulla Cancoillotte ce la metterò, negli "Extra". Un tributo che gli devo pagare. E forse anche "La fille du coupeur de joints". Una cannetta ce la concederete ogni tanto, no?... Del resto, per mettersi a tradurre Thiéfaine bisogna, appunto, essere dei cannati. Parola mia.

Riccardo Venturi - 2013/1/10 - 14:37




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