Pardon, monsieur le métayer
Si de nuit je dérange,
Mais je voudrais bien sommeiller
Au fond de votre grange?
Mon pauvre ami, la grange est pleine
Du blé de la moisson,
Donne-toi donc plutôt la peine
D'entrer dans la maison!
Mon bon monsieur, je suis trop gueux,
Quel gâchis vous ferais-je!
Je suis pieds nus, sale et boueux
Et tout couvert de neige!
Mon pauvre ami, quitte bien vite
Tes hardes en lambeaux:
Pouille-moi ce tricot, de suite
Chausse-moi ces sabots!
De tant marcher à l'abandon
J'ai la gorge bien sèche,
Mon bon monsieur, baillez-moi donc
Un grand verre d'eau fraîche!
L'eau ne vaut rien lorsque l'on tremble,
Le cidre… guère mieux:
Mon bon ami, trinquons ensemble,
Goûte-moi ce vin vieux!
Mon bon monsieur, on ne m'a rien
Jeté le long des routes,
Je voudrais avec votre chien
Partager deux, trois croûtes!
Si depuis ce matin tu rôdes,
Tu dois être affamé
Voici du pain, des crêpes chaudes,
Voici du lard fumé!
Chassez du coin de votre feu
Ce rôdeur qui ne bouge.
Etes-vous "Blanc"? Etes-vous "Bleu"?
Moi, je suis plutôt "Rouge"!
Qu'importent ces mots: République,
Commune ou Royauté":
Ne mêlons pas la politique
Avec la charité!
Puis, le métayer s'endormit,
La minuit étant proche.
Alors, le vagabond sortit
Son couteau de sa poche.
L'ouvrit, le fit luire à la flamme,
Puis, se dressant soudain,
Il planta sa terrible lame
Dans… la miche de pain!
Au matin jour le gueux s'en fut
Sans vouloir rien attendre
Oubliant son couteau pointu
Au milieu du pain tendre:
Vous dormirez en paix, ô riches!
Vous et vos capitaux,
Tant que les gueux auront des miches
Où planter leurs couteaux!
Si de nuit je dérange,
Mais je voudrais bien sommeiller
Au fond de votre grange?
Mon pauvre ami, la grange est pleine
Du blé de la moisson,
Donne-toi donc plutôt la peine
D'entrer dans la maison!
Mon bon monsieur, je suis trop gueux,
Quel gâchis vous ferais-je!
Je suis pieds nus, sale et boueux
Et tout couvert de neige!
Mon pauvre ami, quitte bien vite
Tes hardes en lambeaux:
Pouille-moi ce tricot, de suite
Chausse-moi ces sabots!
De tant marcher à l'abandon
J'ai la gorge bien sèche,
Mon bon monsieur, baillez-moi donc
Un grand verre d'eau fraîche!
L'eau ne vaut rien lorsque l'on tremble,
Le cidre… guère mieux:
Mon bon ami, trinquons ensemble,
Goûte-moi ce vin vieux!
Mon bon monsieur, on ne m'a rien
Jeté le long des routes,
Je voudrais avec votre chien
Partager deux, trois croûtes!
Si depuis ce matin tu rôdes,
Tu dois être affamé
Voici du pain, des crêpes chaudes,
Voici du lard fumé!
Chassez du coin de votre feu
Ce rôdeur qui ne bouge.
Etes-vous "Blanc"? Etes-vous "Bleu"?
Moi, je suis plutôt "Rouge"!
Qu'importent ces mots: République,
Commune ou Royauté":
Ne mêlons pas la politique
Avec la charité!
Puis, le métayer s'endormit,
La minuit étant proche.
Alors, le vagabond sortit
Son couteau de sa poche.
L'ouvrit, le fit luire à la flamme,
Puis, se dressant soudain,
Il planta sa terrible lame
Dans… la miche de pain!
Au matin jour le gueux s'en fut
Sans vouloir rien attendre
Oubliant son couteau pointu
Au milieu du pain tendre:
Vous dormirez en paix, ô riches!
Vous et vos capitaux,
Tant que les gueux auront des miches
Où planter leurs couteaux!
envoyé par Dead End - 7/1/2013 - 15:59
Langue: italien
Tentativo di traduzione italiana di Dead End.
IL COLTELLO
Mi scusi, signor mezzadro,
Se le causo disturbo nel cuore della notte,
Ma vorrei chiederle: posso andare a dormire
Al fondo del vostro fienile?
- Mio povero amico, il fienile è pieno
Del grano mietuto,
Fammi piuttosto il favore
Di entrare in casa mia!
Mio buon signore, ma non sono che un poveraccio,
Chissà che disastro vi combinerò!
Sono scalzo, sporco, infangato
E tutto coperto di neve!
- Mio povero amico, togliti svelto
Quegli stracci che hai addosso,
Mettiti questa maglia e poi
Infilati questi zoccoli!
Da quanto ho vagato senza meta
Ho la gola davvero riarsa,
Mio buon signore, offritemi dunque
Un bel bicchiere d’acqua fresca!
L’acqua non serve a niente quando si trema dal freddo,
Il sidro, molto meglio:
Mio buon amico, beviamo insieme,
Assaggia questo vino d’annata!
Mio buon signore, lungo le strade
nessuno mi ha gettato nulla da mangiare,
Fatemi la cortesia di dividere con il vostro cane
due o tre bocconi.
- Devi essere affamato,
Ecco del pane, delle crêpes calde,
Ecco del lardo affumicato!
Cacciate dal vostro fuoco
Questo vagabondo che avrebbe dovuto andarsene già da un pezzo…
Ma [toglietemi una curiosità], voi siete repubblicano o monarchico?
Io, a dire il vero, sono un “rosso”, un comunardo!
- Che significano ‘ste parole: Repubblica, Comune o Monarchia?!?
Non confondiamo la politica
Con la carità!
Poi il mezzadro si addormentò
Che era quasi mezzanotte.
Allora il vagabondo tirò fuori
Il suo coltello dalla tasca.
L’aprì, luccicò nel riflesso del fuoco,
Poi, alzatosi all’improvviso,
Piantò la terribile lama
Nella… pagnotta!
All’alba il poveraccio se ne andò
Senza guardarsi indietro
Dimenticando il suo affilato coltello
Piantato nel pane fresco:
Continuerete a dormire in pace, o voi ricchi!
Voi e i vostri sgherri,
Fin tanto che i poveracci avranno delle pagnotte
In cui piantare i loro coltelli!
Mi scusi, signor mezzadro,
Se le causo disturbo nel cuore della notte,
Ma vorrei chiederle: posso andare a dormire
Al fondo del vostro fienile?
- Mio povero amico, il fienile è pieno
Del grano mietuto,
Fammi piuttosto il favore
Di entrare in casa mia!
Mio buon signore, ma non sono che un poveraccio,
Chissà che disastro vi combinerò!
Sono scalzo, sporco, infangato
E tutto coperto di neve!
- Mio povero amico, togliti svelto
Quegli stracci che hai addosso,
Mettiti questa maglia e poi
Infilati questi zoccoli!
Da quanto ho vagato senza meta
Ho la gola davvero riarsa,
Mio buon signore, offritemi dunque
Un bel bicchiere d’acqua fresca!
L’acqua non serve a niente quando si trema dal freddo,
Il sidro, molto meglio:
Mio buon amico, beviamo insieme,
Assaggia questo vino d’annata!
Mio buon signore, lungo le strade
nessuno mi ha gettato nulla da mangiare,
Fatemi la cortesia di dividere con il vostro cane
due o tre bocconi.
- Devi essere affamato,
Ecco del pane, delle crêpes calde,
Ecco del lardo affumicato!
Cacciate dal vostro fuoco
Questo vagabondo che avrebbe dovuto andarsene già da un pezzo…
Ma [toglietemi una curiosità], voi siete repubblicano o monarchico?
Io, a dire il vero, sono un “rosso”, un comunardo!
- Che significano ‘ste parole: Repubblica, Comune o Monarchia?!?
Non confondiamo la politica
Con la carità!
Poi il mezzadro si addormentò
Che era quasi mezzanotte.
Allora il vagabondo tirò fuori
Il suo coltello dalla tasca.
L’aprì, luccicò nel riflesso del fuoco,
Poi, alzatosi all’improvviso,
Piantò la terribile lama
Nella… pagnotta!
All’alba il poveraccio se ne andò
Senza guardarsi indietro
Dimenticando il suo affilato coltello
Piantato nel pane fresco:
Continuerete a dormire in pace, o voi ricchi!
Voi e i vostri sgherri,
Fin tanto che i poveracci avranno delle pagnotte
In cui piantare i loro coltelli!
envoyé par Dead End - 8/1/2013 - 09:11
Anche questa un'ottima traduzione, davvero! Un'unica cosa (ma è una quisquilia): al posto del "lardo affumicato", io metterei "pancetta affumicata". In pratica si tratta del "bacon", insomma. Saluti!
Riccardo Venturi - 8/1/2013 - 12:35
Post Scriptum. Di Thédore Botrel è d'obbligo almeno ricordare la canzone più famosa, vale a dire La Paimpolaise, forse la "canzone folkloristica" bretone più famosa di tutte. La Paimpolaise è nominata, "ad fondellorum presam", in una strofa della perfida Mélanie di Georges Brassens.
Riccardo Venturi - 8/1/2013 - 12:44
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Parole e musica di Théodore Botrel
Interpretata in seguito da molti, tra i quali Roger Pierre e Jean-Marc Thibault ed il gruppo folklorico “Mes souliers sont rouges”.