Δέκα παλληκάρια στήσαμε χορό
στου Καραϊσκάκη το κονάκι
πέφταν τα ντουβάρια από το χορό
κι από τις πενιές του Μιχαλάκη (Θεοδωράκη)
Κι όλη νύχτα λέγαμε τραγούδι για τη λεβεντιά (λευτεριά)
κι όλη νύχτα κλαίγαμε γοργόνα Παναγιά
Και το βράδυ βράδυ ήρθαν με τα μας
Μάρκος Βαμβακάρης με Τσιτσάνη
σμίξαν τα μπουζούκια και ο μπαγλαμάς
με τον ταμπουρά του Μακρυγιάννη
Κι όλη νύχτα λέγαμε τραγούδι για τη λεβεντιά (λευτεριά)
κι όλη νύχτα κλαίγαμε γοργόνα Παναγιά
Έβαλα ενα βόλι στο καριόφιλο
κι έριξα τη νύχτα να φωτίσει
κι είπα να φωνάξουν το Θεόφιλο
τον καημό μας για να ζωγραφίσει
Κι όλη νύχτα λέγαμε τραγούδι για τη λεβεντιά (λευτεριά)
κι όλη νύχτα κλαίγαμε γοργόνα Παναγιά
στου Καραϊσκάκη το κονάκι
πέφταν τα ντουβάρια από το χορό
κι από τις πενιές του Μιχαλάκη (Θεοδωράκη)
Κι όλη νύχτα λέγαμε τραγούδι για τη λεβεντιά (λευτεριά)
κι όλη νύχτα κλαίγαμε γοργόνα Παναγιά
Και το βράδυ βράδυ ήρθαν με τα μας
Μάρκος Βαμβακάρης με Τσιτσάνη
σμίξαν τα μπουζούκια και ο μπαγλαμάς
με τον ταμπουρά του Μακρυγιάννη
Κι όλη νύχτα λέγαμε τραγούδι για τη λεβεντιά (λευτεριά)
κι όλη νύχτα κλαίγαμε γοργόνα Παναγιά
Έβαλα ενα βόλι στο καριόφιλο
κι έριξα τη νύχτα να φωτίσει
κι είπα να φωνάξουν το Θεόφιλο
τον καημό μας για να ζωγραφίσει
Κι όλη νύχτα λέγαμε τραγούδι για τη λεβεντιά (λευτεριά)
κι όλη νύχτα κλαίγαμε γοργόνα Παναγιά
Contributed by Gian Piero Testa - 2012/12/12 - 19:30
Language: Italian
Versione italiana di Gian Piero Testa
IN DIECI PRODI RAGAZZI
In dieci prodi ragazzi attaccammo un ballo
nel ritrovo di Karaiskakis
crollavano le pareti per il ballo
e per gli accordi di Michelino (Theodorakis)
E per tutta la notte seguitavamo a cantare una canzone sulla prodezza (sulla libertà)
e per tutta la notte piangevamo una Madonna sirena
E nel cuore della notte si aggiunsero a noi
Markos Vamvakaris e Tsitsanis
si unirono i buzuki e il baglamàs
al tamburo di Makryannis
E per tutta la notte seguitavamo a cantare una canzone sulla prodezza (sulla libertà)
e per tutta la notte piangevamo una Madonna sirena
Caricai a palla una carabina
e sparai per illuminare la notte
e dissi di chiamare Theofilos
per dipingere il nostro dolore
E per tutta la notte seguitavamo a cantare una canzone sulla prodezza (sulla libertà)
e per tutta la notte piangevamo una Madonna sirena
In dieci prodi ragazzi attaccammo un ballo
nel ritrovo di Karaiskakis
crollavano le pareti per il ballo
e per gli accordi di Michelino (Theodorakis)
E per tutta la notte seguitavamo a cantare una canzone sulla prodezza (sulla libertà)
e per tutta la notte piangevamo una Madonna sirena
E nel cuore della notte si aggiunsero a noi
Markos Vamvakaris e Tsitsanis
si unirono i buzuki e il baglamàs
al tamburo di Makryannis
E per tutta la notte seguitavamo a cantare una canzone sulla prodezza (sulla libertà)
e per tutta la notte piangevamo una Madonna sirena
Caricai a palla una carabina
e sparai per illuminare la notte
e dissi di chiamare Theofilos
per dipingere il nostro dolore
E per tutta la notte seguitavamo a cantare una canzone sulla prodezza (sulla libertà)
e per tutta la notte piangevamo una Madonna sirena
Contributed by Gian Piero Testa - 2012/12/12 - 19:31
La mia traduzione, al secondo verso, di "κονάκι" con "ritrovo", mi accorgo che può essere fuorviante, e far pensare che i bravi ragazzi si ritrovino a cantare in un locale intitolato all'eroe dell'Indipendenza. Senza escludere che ce ne sia uno, preciso che "Konaki" indica una residenza provvisoria (un'abitazione, o una tenda) che, nel caso di un generale in campagna, meglio si tradurrebbe con "alloggiamento". Ho quasi finito di leggere le "Ricordanze" di Makryannis, dove il termine ricorre frequentissimo nel senso che ho indicato. Karaiskakis, che comandava sul campo le sfortunate operazioni del 1827 intese a liberare dall'assedio turco i combattenti asserragliati sull' Acropoli, aveva l'alloggiamento nel villaggio di Keratsini, oggi quartiere della conurbazione Pireo-Atene, e fu ucciso da una fucilata mentre vi ritornava dopo un'ispezione allo schieramento, alla cui ala destra c'era lo stesso Makriyannis.
Gian Piero Testa - 2014/1/23 - 00:01
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Στίχοι: Λευτέρης Παπαδόπουλος
Μουσική: Μάνος Λοΐζος
Πρώτη εκτέλεση: Γιώργος Νταλάρας
Δίσκος: «Θαλασσογραφίες», 1970
Testo di Lefteris Papadopoulos
Musica di Manos Loizos
Prima esecuzione di Yorgos Dalaras
LP «Thalassografìes/Marine», 1970
Nel 1970, quando si diffuse questa canzone, la dittatura - e la sua censura - era al suo acme in Grecia. Ma capitava che gli artisti riuscissero ogni tanto a strizzare l'occhio al loro pubblico, il quale capiva al volo le allusioni mascherate sotto altre parole. Uno dei trucchi era di fingere (e non era poi tanto una finzione) di rievocare qualcosa di patriottico, perciò di non criticabile dai militari al comando, e sotto di quello coprire il messaggio attuale. I nomi di Karaiskakis e di Makriyannis, prodi combattenti dell'Indipendenza, in Grecia sono sacri e inviolabili. Ma Lefteris Papadopoulos e Manos Loizos li collegano agli "eroi" della loro musica, la rebetica, e fanno suonare, sulla musica di un Michelino che non può essere altri che il grande Mikis, il buzuki e il baglamas di Vamvakaris e di Tsitsanis all'unisono con il tamburo della patria, per piangere la libertà perduta e incitare a illuminare la notte a fucilate. E vorrebbero pure che arrivasse il grande pittore naïf di Lesbo, Theofilos, a immortalare il bel quadretto. Quando la dittatura finì, la parola chiave fu subito, automaticamente ripristinata, e "levendià", che significa "prodezza", fu sostituita da quella che tutti avevano già capito: "lefterià", che significa "libertà". Ed è così che ancora si canta questa canzone intramontabile. (gpt)