Canzone pertecipante al concorso oltre il muro
Sono trascorsi trent’anni dall’ultima volta che ho visto le stanze di questo luogo
ora sembra tutto diverso, i pavimenti sono ingombri di vetri che riflettono la luce del sole.
Pareti e soffitti si incurvano lievemente in ogni direzione possibile,
e lungo i muri l’intonaco sgretolato si mischia ai frammenti di vetri
capelli e unghie spezzate.
Ricordo ancora come fosse ieri il giorno in cui mi hanno detto che potevo tornare a casa
ho guardato l’infermiere che mi aveva accompagnato fino alla porta
c’era qualcosa che voleva dirmi ma non sapeva come cominciare
le lacrime gli scendevano giù lungo il viso, lo sguardo fisso sulla sua mano destra,
appoggiata alla mia spalla
fuori nella valle c’era solo il vento che sollevava la polvere dalla strada
e scuoteva le cime spoglie degli alberi.
L’angoscia che mi pervade nel rivedere quei luoghi non è molto diversa
da quella che provo ogni giorno da quando sono libero
e solo ora capisco che valore abbiano la libertà
e la mia vita che è stata solo una tra le tante possibili.
Ricordo solo che era estate il caldo era soffocante e non c’era un alito di vento
Mi rimane solo una mappa disseminata di pensieri che rincorrono parole
che non si chiudono mai in una definizione
tutto questo sembra avere un senso ma in realtà non ne ha
come le persone che incontro per la strada e non si accorgono del tempo che passa
e di come cambia ciò che li circonda.
Ho come l’impressione di vivere in una serie di frammenti senza né asse né centro
questa sera vorrei poter riavere i miei sogni.
ora sembra tutto diverso, i pavimenti sono ingombri di vetri che riflettono la luce del sole.
Pareti e soffitti si incurvano lievemente in ogni direzione possibile,
e lungo i muri l’intonaco sgretolato si mischia ai frammenti di vetri
capelli e unghie spezzate.
Ricordo ancora come fosse ieri il giorno in cui mi hanno detto che potevo tornare a casa
ho guardato l’infermiere che mi aveva accompagnato fino alla porta
c’era qualcosa che voleva dirmi ma non sapeva come cominciare
le lacrime gli scendevano giù lungo il viso, lo sguardo fisso sulla sua mano destra,
appoggiata alla mia spalla
fuori nella valle c’era solo il vento che sollevava la polvere dalla strada
e scuoteva le cime spoglie degli alberi.
L’angoscia che mi pervade nel rivedere quei luoghi non è molto diversa
da quella che provo ogni giorno da quando sono libero
e solo ora capisco che valore abbiano la libertà
e la mia vita che è stata solo una tra le tante possibili.
Ricordo solo che era estate il caldo era soffocante e non c’era un alito di vento
Mi rimane solo una mappa disseminata di pensieri che rincorrono parole
che non si chiudono mai in una definizione
tutto questo sembra avere un senso ma in realtà non ne ha
come le persone che incontro per la strada e non si accorgono del tempo che passa
e di come cambia ciò che li circonda.
Ho come l’impressione di vivere in una serie di frammenti senza né asse né centro
questa sera vorrei poter riavere i miei sogni.
envoyé par DonQuijote82 - 10/12/2012 - 11:11
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