Persi le forze mie, persi l'ingegno,
Che la morte mi è venuta a visitare:
«E leva le gambe tue da questo regno».
Persi le forze mie, persi l'ingegno.
Le undici, le volte che l'ho visto
Gli vidi in faccia la mia gioventù,
"O Cristo, me l'hai fatto un bel disgusto."
Le undici, le volte che l'ho visto.
Le undici e un quarto, io mi sento ferito,
Davanti agli occhi ho le mani spezzate
E la lingua mi diceva: «è andata è andata».
Le undici e un quarto, io mi sento ferito.
Le undici e mezza, mi sento morire,
La lingua mi cercava le parole
E tutto mi diceva che non giova.
Le undici e mezza, io mi sento morire.
A mezzanotte io m'ho da confessare,
Cerco perdono dalla madre mia
E questo è un dovere che ho da fare,
Io a mezzanotte m'ho da confessare.
Ma quella notte volevo parlare,
La pioggia il fango e l'auto per scappare,
Solo a morire lì vicino al mare
Ma quella notte io volevo parlare.
Persi le forze mie, persi l'ingegno,
Che la morte mi è venuta a visitare
«E leva le gambe tue da questo regno».
Persi le forze mie, persi l'ingegno.
Che la morte mi è venuta a visitare:
«E leva le gambe tue da questo regno».
Persi le forze mie, persi l'ingegno.
Le undici, le volte che l'ho visto
Gli vidi in faccia la mia gioventù,
"O Cristo, me l'hai fatto un bel disgusto."
Le undici, le volte che l'ho visto.
Le undici e un quarto, io mi sento ferito,
Davanti agli occhi ho le mani spezzate
E la lingua mi diceva: «è andata è andata».
Le undici e un quarto, io mi sento ferito.
Le undici e mezza, mi sento morire,
La lingua mi cercava le parole
E tutto mi diceva che non giova.
Le undici e mezza, io mi sento morire.
A mezzanotte io m'ho da confessare,
Cerco perdono dalla madre mia
E questo è un dovere che ho da fare,
Io a mezzanotte m'ho da confessare.
Ma quella notte volevo parlare,
La pioggia il fango e l'auto per scappare,
Solo a morire lì vicino al mare
Ma quella notte io volevo parlare.
E non può, non può, può più parlare
non può, non può, può più parlare.
non può, non può, può più parlare.
Persi le forze mie, persi l'ingegno,
Che la morte mi è venuta a visitare
«E leva le gambe tue da questo regno».
Persi le forze mie, persi l'ingegno.
Contributed by Dead End - 2012/11/14 - 13:57
Language: English
English version / Versione inglese / Version anglaise / Englanninkielinen versio:
Anonimo Toscano del XXI Secolo, 14-5-2024 11:17
Anonimo Toscano del XXI Secolo, 14-5-2024 11:17
Complaint on Pasolini’s Death
I lost my forces, I lost my conscience,
Death came and paid me a visit:
“Take off your legs from this kingdom”.
I lost my force, I lost my conscience.
Eleven o’ clock: Whenever I saw him,
I saw my young age on his face,
“Christ, how much you aroused my disgust!”.
Eleven o’ clock: Whenever I saw him.
A quarter past eleven:I feel wounded,
My broken hands before my eyes
And my tongue told me: “Now I’m gone”.
A quarter past eleven: I feel wounded.
Half past eleven, I feel I am dying,
My tongue was looking for words
And everything told me: It’s no use.
Half past eleven, I feel I am dying.
Midnight: Now I have to confess
Seeking for pardon from my mother,
This is a duty I have to comply with,
At midnight I have to confess.
But, that night, I wanted to talk my mind,
Rain and mud, and a car for escape,
Alone now, dying next to the seashore,
But, that night, I wanted to talk my mind.
I lost my forces, I lost my conscience,
Death came and paid me a visit:
“Take off your legs from this kingdom”.
I lost my force, I lost my conscience.
I lost my forces, I lost my conscience,
Death came and paid me a visit:
“Take off your legs from this kingdom”.
I lost my force, I lost my conscience.
Eleven o’ clock: Whenever I saw him,
I saw my young age on his face,
“Christ, how much you aroused my disgust!”.
Eleven o’ clock: Whenever I saw him.
A quarter past eleven:I feel wounded,
My broken hands before my eyes
And my tongue told me: “Now I’m gone”.
A quarter past eleven: I feel wounded.
Half past eleven, I feel I am dying,
My tongue was looking for words
And everything told me: It’s no use.
Half past eleven, I feel I am dying.
Midnight: Now I have to confess
Seeking for pardon from my mother,
This is a duty I have to comply with,
At midnight I have to confess.
But, that night, I wanted to talk my mind,
Rain and mud, and a car for escape,
Alone now, dying next to the seashore,
But, that night, I wanted to talk my mind.
Yet he cannot, he cannot talk anymore.
He cannot, he cannot talk anymore.
He cannot, he cannot talk anymore.
I lost my forces, I lost my conscience,
Death came and paid me a visit:
“Take off your legs from this kingdom”.
I lost my force, I lost my conscience.
Language: Italian (Abruzzese)
L'orazione di San Donato - il canto religioso da cui ha preso ispirazione Giovanna Marini
L'ORAZIONE DI SAN DONATO
Perse li forze mì, perse l’ingegne
la morte m’ha venute a vesetare
«Leva li gambe to da stu regne»
perse li forze mie, perse l’ingegno
Ed a le tre le volte che mi ha viste
vilde la facce la mia gioventù
lu mastre te l’ha fatte la bone reviste
ed a le tre le volte che mi ha visto
Ed a li quattre mi senta ferite
‘n mezze a lu pette mi sente mancate
la lingue mi diceve «ggiuta ggiute»
ed a li quattre mi sento ferito
Ed a li cinque me ce mise a lette
la lingue mi cercave la comunione
e tutte me diceva ca non mi giove
ed a li cinque me ce mise a letto
Ed a li sei mi voglio confessare
cercande perdonanza, madre mie,
e quelle è un dovere ca haie da fare
ed a li sei mi voglio confessare
Ed a li otto li molti persone
mò vinne in casa mie a vesetare
ognune si l’arcuntave le sue ragione
ed a li otto le molte persone.
Perse li forze mì, perse l’ingegne
la morte m’ha venute a vesetare
«Leva li gambe to da stu regne»
perse li forze mie, perse l’ingegno
Ed a le tre le volte che mi ha viste
vilde la facce la mia gioventù
lu mastre te l’ha fatte la bone reviste
ed a le tre le volte che mi ha visto
Ed a li quattre mi senta ferite
‘n mezze a lu pette mi sente mancate
la lingue mi diceve «ggiuta ggiute»
ed a li quattre mi sento ferito
Ed a li cinque me ce mise a lette
la lingue mi cercave la comunione
e tutte me diceva ca non mi giove
ed a li cinque me ce mise a letto
Ed a li sei mi voglio confessare
cercande perdonanza, madre mie,
e quelle è un dovere ca haie da fare
ed a li sei mi voglio confessare
Ed a li otto li molti persone
mò vinne in casa mie a vesetare
ognune si l’arcuntave le sue ragione
ed a li otto le molte persone.
Lamento per la morte di Giovanna Marini - Detto per inciso - podcast di Rocco Rosignoli
Episodio 9 - Lamento per la morte di Giovanna Marini // FINALE DI STAGIONE
Un finale di stagione dedicato alla memoria di Giovanna Marini, una gigante della musica italiana venuta a mancare pochi giorni fa.
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Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Giovanna Marini
Album / Albumi: Correvano coi carri [1978]
Scritta nel dicembre 1975, la canzone prende spunto da un canto religioso extraliturgico, “L'orazione di San Donato”, registrato il 7 febbraio 1965 a Zaccheo, frazione di Castellalto, Teramo, da Cesare Bermani. Poi in diversi dischi della Marini, primo fra tutti “Correvano coi carri” pubblicato da I Dischi del Sole nel 1978.
“…Ogni giorno vengono assassinati, aggrediti, ‘suicidati’ decine e decine di omosessuali, dal nome sconosciuto e che finiscono perciò solo nella cronaca nera. Noi omosessuali infatti siamo sempre stati solo ‘cronaca nera’. Il nostro ambiente è ‘torbido’, ‘squallido’, e se qualcuno di noi ci rimette la pelle, beh, è un finocchio di meno…”, così scriveva Angelo Pezzana, fondatore del FUORI, in quei giorni su L’Espresso, e più o meno così riscriveva non molto tempo fa Franco Grillini, presidente dell’Arcigay…
Ma sull’assassinio di Pasolini si sono fatte molte altre congetture, alimentate nel tempo da continue nuove rivelazioni: furono i fascisti per via del suo film “Salò”, oppure furono i servizi segreti per via delle trame di potere che Pasolini si preparava a rivelare in "Petrolio", il libro che stava scrivendo?
Federico Zeri paragonò la morte di Pasolini a quella del Caravaggio, un artista sommo, un gigante, ma un intemperante, un non allineato, un personaggio scomodo, considerato “fetido e putrido” dal Potere e dai suoi sgherri ed accoliti, che lo annientarono…
Che si sia trattato dell’assassinio di un frocio - il cui etimo fuggente deriva comunque dalla guerra, dai “f(e)roci” Lanzichenecchi che nei loro “sacchi” si inchiappavano femmine e maschi, o da “français/fronscè”, altri occupanti anche se dai modi un po’ più finicchi dei mercenari tedeschi – oppure di uno dei tanti episodi oscuri dell’epoca della “strategia della tensione”, in ogni caso io credo che una storia come questa, seppur sbagliata, abbia tutta la dignità di stare sulla CCG/AWS.