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Riturnella

anonyme
Langue: italien (Calabrese)


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L'interpretazione originale in album di Eugenio Bennato, da "Musica Nova" (1978), con Antonello Ricci alla chitarra battente.


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Canzone popolare calabrese
A folksong from Calabria
Chant populaire calabrais
Λαïκό τραγούδι από Καλαβρία

Interpretazioni:
- Eugenio Bennato (in "Musicanova", 1979)
- Kalamu
- Il Parto delle Nuvole Pesanti
- Antonino Cavallaro

oiriturnella


In calabrese, la riturnella e la rìnnina sono la stessa cosa: la rondine. Ed è una rondine che dovette aspettare il grande Eugenio Bennato e il 1978, quando nello storico album Musicanova ne diede una bellissima, suggestiva interpretazione che ha dovuto aspettare quella dei Kalamu, calabresi, per avere un suo pari. Ma Riturnella è probabilmente uno dei più antichi canti popolari calabresi, e non a caso è un canto di allontanamento e di emigrazione. Come se ne parla di queste cose nella canzone popolare? Sbaglierebbe chi credesse di leggere, nella voce del popolo dei tempi andati, accenni alla durezza di questa condizione; piuttosto, l'emigrazione era vista come qualcosa che separava irrimediabilmente dagli affetti più cari. “Lavoro” e “amore” sono sempre stati visti come nemici; per lavorare si lascia, lontanissima, la persona amata. Così, Riturnella è, apparentemente, uno struggente canto di amanti separati da un'incolmabile distanza. Ma la rondine è qui, chiaramente, un'allegoria della migrazione. Non tutti sanno che il testo di questo famoso canto sull'emigrazione è stato trascritto per la prima volta da Antonello Ricci, che lo apprese nell'aprile del 1976 da Mariangela Pirìto, detta za Manciulina, di Cirò. Successivamente Riturnella fu diffusa al grande pubblico da Eugenio Bennato, che nel 1978 pubblicò la sua celebre versione nell'album "Musica Nova", in cui lo stesso Ricci suona la chitarra battente.


La canzone nella storica interpretazione di Eugenio Bennato e Musicanova (1978). Nel video, in corrispondenza delle "strofe napoletane" è riprodotto il celebre dipinto Castel dell'Ovo dalla spiaggia del pittore olandese Anton Sminck van Pitloo (1790-1837)


""Riturnella". Alcuni traducono questo termine calabrese accostandolo come sinonimo a "rìnnina" e traducendole con "rondine" o "rondinella". Facendo ricerche però, si scopre che colui che ha riportato alla luce questo brano popopolare calabrese, negli anni '70, vale a dire il prof. Antonello Ricci, ritiene che il termine "Riturnella" sia intraducibile in quanto "inserto nonsense". "Rìnnina" però, significa comunque "rondine" e nel testo è il termine "rìnnina" a farla da padrone. Ci sono molte traduzioni e versioni di questa lirica, anche se si ritiene che la più fedele sia quella appresa dal professor Ricci da Mariangela Pirito, una "ancient" signora. Non è un caso che io riporti il termine in inglese, in italiano sarebbe più sensato dire "vecchietta" o "vecchia signora" perché dietro a questo termine, come in inglese o in francese, c'è "la storia"; si dice "i nostri vecchi del paese" quando si parla di storie, di ricordi... "se vuoi saperlo, devi chiederlo ai vecchietti in paese!", "i nostri vecchi, loro si che sanno". Invece è luogo comune pensare che il termine "vecchio" sia un'offesa. In realtà non lo è, non che io sappia. L'etimologia del termine "vecchio" è una rivelazione in se. "Vecchio" o "Veglio" significa non solo "che ha molti anni". Qualche ricerca su internet rivela: "Dicesi degli esseri organizzati, che dal nascere al morire corrono più stadi o gradi di vita". Dunque la storia, l'esperienza, i ricordi, le cose che "solo se sei vecchio puoi sapere" e "solo se te le tramanda un vecchio" sopravvivono. Il termine "anziano" invece è certo indicazione di una persona con maggiore esperienza, maggior dignità e autorità rispetto ad altre, sempre pensando all'etimologia della parola, ma la radice "ante" ovvero "avanti" unito a "anus", in latino "vecchio", mi pare si concentri più sull'avanzare del vecchio, più che sulla sua storia, dell'avanzare del passo lento o del suo avanzare e basta. Tutto opinabile, anche perché non sono etimologa, non ho studiato latino e questa mia sensazione viene dall'insegnamento di qualcuno che me lo fece notare. Resta il fatto che il termine "vecchio", al di la' degli insegnamenti ricevuti, mi sembra avere più sapore e colore. Perché allora non ho subito usato il termine "vecchia", "vecchietta" ed ho introdotto il termine in inglese? perché "ancient" in inglese non è solo indicativo di una persona avanti negli anni, vecchia, anziana o quello che preferite; il termine "ancient" si usa anche quando si parla di rarità storiche, di cose preziose, di storie narrate, della storia di un individuo così come della storia in se. Tutto questo discorso, partito dalle mie dita senza alcun filtro, ha allungato di molto quel che doveva essere inizialmente la mia idea di introduzione a "Riturnella". Il fatto è che tutto ha un senso e se le mie dita sono partite "senza filtro" c'è un motivo. "Riturnella", torniamo a lei, anche se ancora di lei stavamo parlando in realtà. Lei. L'ho chiamata "Lei". Mi accorgo pochi secondi dopo averlo scritto, di aver scritto quello che ho scritto (scusate il gioco di parole, ma notare i dettagli è istintivo per me). "Riturnella" è un canto popolare calabrese e risale al periodo del primo dopoguerra, dunque agli inizi del '900, in cui milioni di italiani andavano in cerca di lavoro, perlopiù in america, per avere qualche speranza in più, perché in Italia tutto era stato distrutto, mentre in america c'era molta richiesta di manodopera... "Riturnella" è la storia dell'inimicizia tra "lavoro" ed "amore" diffusa in quei tempi, poiché il lavoro portava lontano dagli affetti... dai genitori, dai figli, dal proprio compagno o compagna di vita. E' una storia d'amore, è la storia di una donna e del suo amore lontanto, è la storia della sua premura, della "rìnnina", simbolo di tristezza e speranza insieme. Il tutto, in parole e musica. Vi propongo sotto il testo in dialetto per intero e una traduzione (volutamente un po' scremata delle ripetizioni tipiche del dialetto e non suddivisa nella forma originale, un po' parafrasata in sostanza, ma solo per mettere ulteriormente l'accento sulla storia). Ovviamente... ve ne consiglio vivamente l'ascolto. E' stato Eugenio Bennato a renderla nota ai più, con il suo "Musicanova" pubblicato nel 1978 ed è sua la versione che troverete nel video, con un testo leggermente differente da quello considerato come originale, per la diversa scelta di alcuni termini dialettali. Volendo, se vi interessa approfondire la lirica in se, la composizione del testo, potrete trovare informazioni interessanti facendo altre ricerche. Questo mio articoletto però, vorrebbe concentrarsi di più su tutto ciò che questo brano può significare, su tutta la storia che c'è dietro e su cosa possa significare anche per noi oggi." (Dal blog Il Cammino, 2015).

riturnella
Tu rìnnina chi vai
Tu rìnnina chi vai
Lu maru maru
Oi riturnella
Tu rìnnina chi vai lu maru maru
dimmel' a me, dimmel' a me,
dimmel' a me ci uè' dderè

Ferma quannu ti dicu
Ferma quannu ti dicu
Dui paroli
Oi riturnella
Ferma quannu ti dicu dui paroli

Corri a ghjittari lu
Corri a ghjittari lu
Sušpiru a mari
Oi riturnella
Corri a ghjittari lu sušpiru a mari

musicanovaPe' vìdiri se mi rišpunna
Pe' vìdiri se mi rišpunna
Lu mio beni
Oi riturnella
Pe' vìdiri se mi rišpunna lu mio beni

Non mi rišpunna, annò,
Non mi rišpunna, annò
È troppu luntanu,
Oi riturnella
Non mi rišpunna, annò, è troppu luntanu

È sutt' a na frišcura
È sutt'a na frišcura
Chi sta durmennu,
Oi riturnella
È sutt'a na frišcura chi sta durmennu

Poi si rivigghja cu
Poi si rivigghja cu
lu chjantu all'occhi
Oi riturnella
Poi si rivigghja cu lu chjantu all'occhi

Si stuja l'occhi e li
Si stuja l'occhi e li
Passa lu chjantu
Oi riturnella
Si stuja l'occhi e li passa lu chjantu

Piglia lu muccaturu
Piglia lu muccaturu
Lu vaju a llavu
Oi riturnella
Piglia lu muccaturu, lu vaju a llavu

Poi ti lu špannu a nu
Poi ti lu špannu a nu
Peru de rosa
Oi riturnella
Poi ti lu špannu a nu peru de rosa

Poi ti lu mannu a Na-
Poi ti lu mannu a Na-
-puli a stirari
Oi riturnella
Poi ti lu mannu a Napuli a stirari

Poi ti lu cogliu a la
Poi ti lu cogliu a la
Napulitana
Oi riturnella
Poi ti lu cogliu a la napulitana

[ Poi ti lu mannu cu
Poi ti lu mannu cu
Ventu a purtari
Oi riturnella
Poi ti lu mannu cu ventu a purtari

Ventu và portacellu
Ventu và portacellu
A lu mio beni
Oi riturnella
Ventu và portacellu a lu mio beni ] *

Mera pe' nun ti cada
Mera pe' nun ti cada
Pe' supra mari
Oi riturnella
Mera pe' nun ti cada pe' supra mari

Ca perda li sigilli
Ca perda li sigilli
De chistu cori
Oi riturnella
Ca perda li sigilli de chistu cori.

Oi riturnella
Ca perda li sigilli de chistu cori.
* Nella versione di Eugenio Bennato queste due strofe non sono cantate.

envoyé par Riccardo Venturi - 11/10/2012 - 23:53




Langue: italien

Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös

musicanovalb


LA RONDINE

Tu rondine che vai
tu rondine che vai
mare su mare,
o ritornella,
tu rondine che vai mare su mare
Dimmelo a me, dimmelo a me,
dimmelo a me che vuoi vedere

Fermati se ti dico
fermati se ti dico
due parole,
o ritornella,
fermati se ti dico due parole

Corri a gettarlo il
corri a gettarlo il
sospiro in mare,
o ritornella,
corri a gettarlo il sospiro in mare

Per vedere se mi risponde,
per vedere se mi risponde
il mio amore,
o ritornella,
per vedere se mi risponde il mio amore

Non mi risponde, no
non mi risponde, no
è troppo lontano,
o ritornella,
non mi risponde, no, è troppo lontano

È là all'ombra fresca,
è là all'ombra fresca
che sta dormendo,
o ritornella,
è sotto delle frasche che sta dormendo

Poi si risveglia con
poi si risveglia con
il pianto agli occhi,
o ritornella,
poi si risveglia con il pianto agli occhi

Si struscia gli occhi e poi
si struscia gli occhi e poi
le passa il pianto,
o ritornella,
si struscia gli occhi e poi le passa il pianto

Tu piglia il fazzoletto,
tu piglia il fazzoletto,
lo vo a lavare,
o ritornella,
tu piglia il fazzoletto, lo vo a lavare

Poi te lo stendo a un
poi te lo stendo a un
cespo di rose,
o ritornella,
poi te lo stendo a un cespo di rose

Poi te lo mando a Na
poi te lo mando a Na
poli a stirare,
o ritornella,
poi te lo mando a Napoli a stirare

Poi te lo piego alla
poi te lo piego alla
napoletana,
o ritornella,
poi te lo piego alla napoletana

[ Poi te lo mando col
poi te lo mando col
vento a portare,
o ritornella,
poi te lo mando col vento a portare.

Vento, vallo a portare,
vento, vallo a portare
al mio amore,
o ritornella,
vento, vallo a portare al mio amore ]

Guarda che non ti cada,
guarda che non ti cada
là sopra il mare,
o ritornella,
guarda che non ti cada sopra il mare

Che non perda i sigilli,
che non perda i sigilli
di questo cuore,
o ritornella,
non perda i sigilli di questo cuore.

envoyé par Riccardo Venturi - 26/10/2012 - 17:10




Langue: italien (Calabrese Reggino)

Interpretazione degli Akusma in dialetto reggino.


Dall'album "Ritmi di Calabria" [2014]
RITURNELLA

Tu rìndina chi vai
Tu rìndina chi vai
Lu mari mari
Oi riturnella
Tu rìndina chi vai lu mari mari

Ferma quantu ti dicu
Ferma quantu ti dicu
Du' paroli
Oi riturnella
Ferma quantu ti dicu du' paroli

Vorria jittari nu
Vorria jittari nu
Suspiru a mari
Oi riturnella
Vorria jittari nu suspiru a mari

Pe' vìdiri si mi rispundi
Pe' vìdiri si mi rispundi
A lu me' beni
Oi riturnella
Pe' vìdiri mi rispundi a lu me' beni

No mi rispundi no
No mi rispundi no
È troppu luntanu
Oi riturnella
No mi rispundi no, è troppu luntanu

È sutt'a na friscura
È sutt'a na friscura
Chi sta durmendu,
Oi riturnella
È sutt'a na friscura chi sta durmendu

Poi si ruscigghja cu
Poi si ruscigghja cu
lu chjantu all'occhi
Oi riturnella
Poi si ruscigghja cu lu chjantu all'occhi

Si stuja l'occhi e nci
Si stuja l'occhi e nci
Passa lu chjantu
Oi riturnella
Si stuja l'occhi e nci passa lu chjantu

Pigghia lu muccaturi
Pigghia lu muccaturi
Lu vaju e llavu
Oi riturnella
Pigghia lu muccaturi, lu vaju e llavu

Poi ti lu spandu a nu
Poi ti lu spandu a nu
Peri di rosa
Oi riturnella
Poi ti lu spandu a nu peri di rosa

Poi ti lu mandu a Na
Poi ti lu mandu a Na
puli a stirari
Oi riturnella
Poi ti lu mandu a Napuli a stirari

Poi ti lu cogghju a la
Poi ti lu cogghju a la
Napulitana
Oi riturnella
Poi ti lu cogghju a la napulitana

Viri no mi ti cari
Viri no mi ti cari
E supra mari
Oi riturnella
Viri no mi ti cari supra a mari

Chi perdi li sigilli
Chi perdi li sigilli
Ed iu 'stu cori
Oi riturnella
Chi perdi li sigilli ed iu 'stu cori.

envoyé par Andrea - 9/2/2016 - 15:10




Langue: italien (Calabrese Reggino)

Altra versione in dialetto reggino.

Tu rìndina chi vai
Tu rìndina chi vai
Oi mari mari
Oi riturnella
Tu rìndina chi vai oi mari e mari

Ferma quantu ti dicu
Ferma quantu ti dicu
Du' paroli
Oi riturnella
Ferma quantu ti dicu du' paroli

Mi ti la sciuppu na
Mi ti la sciuppu na
Na pinna di l'ali
Oi riturnella
Mi ti la sciuppu na pinna di l'ali

Na littira nci fazzu
Na littira nci fazzu
A lu me' amuri
Oi riturnella
Na littira nci fazzu a lu me' amuri

Tutta di sangu la,
Tutta di sangu la,
La vogghju bagnari
Oi riturnella
Tutta di sangu la vogghiu bagnari

E pi siggillu nci
E pi siggillu nci
Mentu 'stu cori
Oi riturnella
E pi siggillu nci mentu 'stu cori

Vidi no mi ti cadi
Vidi no mi ti cadi
Supra lu mari
Oi riturnella
Vidi no mi ti cari supra lu mari

Chi perdi li sigilli
Chi perdi li sigilli
Ed eu lu cori
Oi riturnella
Chi perdi li sigilli ed eu lu cori

Finia mi ti la cantu
Finia mi ti la cantu
'Sta canzuneḍḍa
Oi riturnella
Finia mi ti la cantu 'sta canzuneḍḍa

envoyé par Andrea - 17/2/2016 - 21:38




Langue: italien

Versione italiana di Andrea della precedente versione in reggino
RONDINELLA

Tu rondine che vai
Tu rondine che vai
Per mari e mari
O rondinella
Tu rondine che vai per mari e mari

Fermati giusto il tempo di dirti
Fermati giusto il tempo di dirti
Due parole
O rondinella
Fermati giusto il tempo di dirti due parole

Per tirarti una (1)
Per tirarti una
Una penna dalle ali
O rondinella
Per tirarti una penna dalle ali

Una lettera scrivo
Una lettera scrivo
Al mio amore
O rondinella
Una lettera scrivo al mio amore

Tutta di sangue la,
Tutta di sangue la,
La voglio bagnare
O rondinella
Tutta di sangue la voglio bagnare

E per sigillo ci
E per sigillo ci
Metto il cuore
O rondinella
E per sigillo ci metto il cuore

Attenta a non cadere
Attenta a non cadere
In mare
O rondinella
Attenta a non cadere in mare

Ché perdi i sigilli
Ché perdi i sigilli
Ed io il cuore
O rondinella
Ché perdi i sigilli ed io il cuore

Ho finito di cantartela
Ho finito di cantartela
Questa canzone
O ritornela
Ho finito di cantartela questa canzone
(1) Si noti come, a differenza della versione originale, all'uso dell'infinito è preferita la costruzione finita (che trova corrispondenza in diverse lingue balcaniche) con la particella modale "mi".

envoyé par Andrea - 17/2/2016 - 22:00




Langue: anglais

Traduzione inglese di Riccardo Venturi
English translation by Riccardo Venturi
26 dicembre 2012
December 26, 2012

rinnina


Riturnella is a folksong from Calabria, not so widely known as Calabrisella mia. It was rediscovered and reproposed in the Seventies of the past century by the Calabrese ethnomusicologist Antonello Ricci, from Cirò (see video), also the author, together with Roberta Tucci, of La capra che suona (The Playing Goat), a book I would like to bring to anyone's attention in spite of my scarce musical knowledges. Later, this folksong was made relatively better known by Eugenio Bennato in his album “Musicanova”. I think I can say that Riturnella is a song of popular origin, but not a true “popular song” like Calabrisella mia; we should consider, among other things, that Ricci's “new discovery” of Riturnella was made possible only thanks to the memory of an old woman from Cirò who remembered the words, while, for instance, I know Calabrisella since my childhood when I was taught it by heart in the primary school. Well done, for sure.

Cataldo Antonio Amoruso, from his introduction to Riturnella.


Due parole del traduttore. Ho seguito, per questa versione inglese, la traduzione annotata e commentata di Cataldo Antonio Amoruso (v. link precedente). L'inglese utilizzato è moderatamente arcaico, per riprodurre (senza esagerare) il ballad style. Con alcuni adattamenti, la versione inglese può essere cantabile. [RV]
THE LITTLE SWALLOW

Thou the swallow who fliest
Thou the swallow who fliest
Over the seas,
Thou little swallow,
Thou the swallow who fliest over the seas.

Retain this couple of words
Retain this couple of words
I am telling to thee
Thou little swallow,
Retain this couple of words I am telling to thee.

So cast thy groans and moans
So cast thy groans and moans
Into the sea,
Thou little swallow,
So cast thy groans and moans into the sea.

To see if my sweetheart
To see if my sweetheart
Gives me an answer,
Thou little swallow,
To see if my sweetheart gives me an answer.

No answer did I get,
No answer did I get
For he is too distant,
Thou little swallow,
No answer did I get for he is too distant.

He is sleeping in a tree's
He is sleeping in a tree's
fresh leafy shadow
Thou little swallow,
He is sleeping in a tree's fresh leafy shadow.

Then he wakes up with
Then he wakes up with
His eyes fill'd with tears,
Thou little swallow,
Then he wakes up with his eyes fill'd with tears.

He dries his tears away,
He dries his tears away
And weeps no more,
Thou little swallow,
He dries his tears away and weeps no more.

Take thou his handkerchief,
Take thou his handkerchief
So that I wash it,
Thou little swallow,
Take thou his handkerchief so that I wash it.

Then I spread it for drying
Then I spread it for drying
On a rosebush,
Thou little swallow,
Then I spread it for drying on a rosebush.

Then I send it to Na
Then I send it to Na-
ples for ironing,
Thou little swallow,
Then I send it to Naples for ironing.

Then I ply it in the Nea
Then I ply it in the Nea-
politan fashion,
Thou little swallow,
Then I ply it in the Neapolitan fashion.

[ Then I tell the south wind
Then I tell the south wind
To bring it to thee,
Thou little swallow,
Then I tell the south wind to bring it to thee.

Go wind and bring it to him,
Go wind and bring it to him,
To my sweetheart,
Thou little swallow,
Go wind and bring it to my sweetheart. ]

Mind that it does not fall
Mind that it does not fall
From o'er the sea,
Thou little swallow,
Mind that it does not fall from o'er the sea.

Or thou wilt lose the seals
Or thou wilt lose the seals
Of this loving heart,
Thou little swallow,
Or thou wilt lose the seals of this loving heart.

Thou little swallow,
Or thou wilt lose the seals of this loving heart.

envoyé par CCG/AWS Staff - 26/12/2012 - 11:47




Langue: français

Traduction française / Traduzione francese / French translation / Ranskankielinen käännös:
--> La chanson traditionnelle par thème

C’est une chanson populaire calabraise de 16 strophes dont seules les 5 premières sont parfois interprétées ; on en trouve une interprétation presque complète dans le disque d’Eugenio Bennato, Musicanova, de 1979, à l’exception de 2 strophes que nous avons mises entre parenthèses, et par le groupe calabrais Kalamu; plus récemment on connaît l’interprétation du groupe napolitain Neapolis dans son CD Palombella. C’est probablement un des plus anciens chants populaires calabrais, chant de séparation et d’éloignement. L’émigration, c’est ce qui sépare ceux qui s’aiment, pour pouvoir travailler (ou aujourd’hui, pour survivre à la faim ou à la guerre), on doit se séparer de ceux qu’on aime. Et l’hirondelle est une allégorie de la migration. Le style rappelle celui des cantastorie, simple et obsessionnellement répétitif.Le chant a été découvert par le musicologue Antonello Ricci, qui l’apprend de Mariangela Pirito (Za Manciulina) en 1976, à Cirò (province de Crotone en Calabre).
Toi hirondelle

Toi hirondelle qui vas
Toi hirondelle qui vas
Par les mers, par les mers
Oh hirondelle
Toi hirondelle qui vas par les mers, par les mers
Dis-le moi à moi dis-le moi à moi
dis-le moi à moi ce que tu veux voir
[1]

Arrête-toi quand je te dis
Arrête-toi quand je te dis
Deux mots
Oh hirondelle
Arrête-toi quand je te dis deux mots.

Cours jeter mon soupir
Cours jeter mon soupir
Mon soupir à la mer
Oh hirondelle
Cours jeter mon soupir à la mer

Pour voir s’il me répond
Pour voir s’il me répond
Mon amour
Oh hirondelle
Pour voir si mon amour me répond.

Il ne me répond pas, oh non,
Il ne me répond pas, oh non,
Il est trop loin
Oh hirondelle
Il ne me répond pas, oh non, il est trop loin.

Il est sous une tonnelle
Il est sous une tonnelle
En train de dormir
Oh hirondelle
Il est sous une tonnelle en train de dormir

Puis il se réveille avec
Puis il se réveille avec
Les larmes aux yeux
Oh hirondelle
Puis il se réveille avec les larmes aux yeux.

Il s’essuie les yeux et lui
Il s’essuie les yeux et lui
Les pleurs lui passent
Oh hirondelle
Il s’essuie les yeux et les pleurs lui passent

Toi prends son mouchoir
Toi prends son mouchoir
Je vais le laver
Oh hirondelle
Toi prends son mouchoir, je vais le laver.

Puis je l’étends sur un
Puis je l’étends sur un
Buisson de roses
Oh hirondelle
Puis je l’étends sur un buisson de roses

Puis je te l’envoie à Na-
Puis je te l’envoie à Na-
-ples pour le repasser
Oh hirondelle
Puis je te l’envoie à Naples pour le repasser

Puis je te le plie [2] à la
Puis je te le plie à la
Napolitaine
Oh hirondelle
Puis je te le plie à la Napolitaine.

[ Puis je te l’envoie avec
Puis je te l’envoie avec
Le vent pour te l’apporter
Oh hirondelle
Puis je te l’envoie avec le vent pour te  l’apporter.

V]ent, va, porte-le
Vent, va, porte-le
à mon bien-aimé
Oh hirondelle
Vent, va porte-le à mon bien-aimé.] [3]

Attention qu’il ne tombe pas
Attention qu’il ne tombe pas
Dans la mer
Oh hirondelle
Attention qu’il ne tombe pas là dans la mer.

Qu’il ne perde pas les sceaux
Qu’il ne perde pas les sceaux
De mon cœur,
Oh hirondelle
Qu’il ne perde pas les sceaux de mon cœur.

Oh hirondelle
Qu’il ne perde pas les sceaux de mon cœur.
[1] Ces deux vers sont ajoutés par Bennato après chaque strophe.

[2] La traduction du site de provénance ("ramasse") n'est pas correcte. On l'a corrigée ici. [CCG / AWS Staff]

[3] Les 2 strophes entre parenthèses ne sont pas reprises par Bennato.

envoyé par Riccardo Venturi - 21/2/2024 - 22:32




Langue: français

Version Française de Riccardo Venturi
Versione francese di Riccardo Venturi
26 décembre 2012

oirit
L'HIRONDELLE

Toi l'hirondelle qui vas
Toi l'hirondelle qui vas
Sur la mer volant,
Toi l'hirondelle,
Toi l'hirondelle qui vas sur la mer volant.

Arrête si je te dis
Arrête si je te dis
Deux mots en passant,
Toi l'hirondelle,
Arrête si je te dis deux mots en passant.

Cours donc et jette ton
Cours donc et jette ton
Soupir à la mer,
Toi l'hirondelle,
Cours donc et jette ton soupir à la mer.

Pour voir s'il me répond
Pour voir s'il me répond,
Mon bienaimé,
Toi l'hirondelle,
Pour voir s'il me répond, mon bienaimé.

Il ne me répond pas
Il ne me répond pas,
C'est bien trop loin
Toi l'hirondelle,
Il ne me répond pas car c'est trop loin.

Il dort à l'ombre d'une
Il dort à l'ombre d'une
Fraîche tonnelle,
Toi l'hirondelle,
Il dort à l'ombre d'une fraîche tonnelle.

Il se réveille les yeux
Il se réveille les yeux
bien pleins de larmes,
Toi l'hirondelle,
Il se réveille les yeux bien pleins de larmes.

Il se sèche les yeux
Il se sèche les yeux,
Arrête son pleur,
Toi l'hirondelle,
Il se sèche les yeux et arrête son pleur.

Prends alors son mouchoir
Prends alors son mouchoir
Je vais le laver,
Toi l'hirondelle,
Prends alors son mouchoir, je vais le laver.

Puis je l'étends à un
Puis je l'étends à un
Buisson de rose,
Toi l'hirondelle,
Puis je l'étends à un buisson de rose.

Puis je l'envoie à Na
Puis je l'envoie à Na
ples le repasser,
Toi l'hirondelle,
Puis je l'envoie à Naples le repasser.

Puis je le plie à la
Puis je le plie à la
façon de Naples,
Toi l'hirondelle,
Puis je le plie à la façon de Naples.

[ Puis je le donne au vent
Puis je le donne au vent
Qu'il te l'apporte,
Toi l'hirondelle,
Puis je le donne au vent qu'il te l'apporte.

O vent, apporte-le
O vent, apporte-le
à mon bienaimé,
Toi l'hirondelle,
O vent, apporte-le à mon bienaimé. ]

Prends garde qu'il ne tombe
Prends garde qu'il ne tombe
en vol sur la mer,
Toi l'hirondelle,
Prends garde qu'il ne tombe en vol sur la mer.

Que tu ne perdes les sceaux
Que tu ne perdes les sceaux
De ce cœur à moi,
Toi l'hirondelle,
Que tu ne perdes les sceaux de ce cœur à moi.

Toi l'hirondelle,
Que tu ne perdes les sceaux de ce cœur à moi.

26/12/2012 - 15:05




Langue: français

Version française – RITOURNELLE – Marco Valdo M.I. – 2012
D'après la version italienne de Riccardo Venturi
d'une chanson populaire calabraise – Riturnella – anonyme

Interprétations:

- Eugenio Bennato (dans "Musicanova", 1979)
- Kalamu
- Il Parto delle Nuvole Pesanti
- Antonino Cavallaro

riturnella

En calabrais, la riturnella et e la rìnnina sont la même chose : l'hirondelle. Et c'est une hirondelle qui dut attendre le grand Eugenio Bennato et 1978, quand dans son album historique Musicanova, il donna la très belle, très suggestive interprétation qui dut attendre celle de Kalamu, un groupe calabrais, pour avoir son pair. Riturnella est probablement un des plus anciens chants populaires calabrais, et ce n'est pas un hasard si c'est un chant d'éloignement et d'émigration. Comment parle-t-on de ces choses dans la chanson populaire ? Il se tromperait celui qui croirait entendre, dans la voix de peuple des temps passés, des références à la dureté de cette condition ; plutôt, l'émigration était vue comme quelque chose qui séparait irrémédiablement des affections les plus chères. « Travail » et « amour » ont toujours été vus comme ennemis ; pour travailler on abandonne, très loin, la personne aimée. Ainsi, Riturnella est apparemment, un bouleversant chant d'amants séparés par une distance impossible à combler. Mais l'hirondelle est ici, clairement, une allégorie de la migration. Tous ne savent pas que le texte de ce célèbre chant sur l'émigration a été transcrit pour la première fois par Antonello Ricci, qui l'a appris en avril de 1976 de Mariangela Pirìto, dite za' Manciulina, de Cirò. Par la suite, Riturnella fut diffusée dans le grand public par Eugenio Bennato, qui en 1978 publia sa célèbre version dans l'album « Musicanova » ("Nouvelle Musique"), dans lequel le même Ricci joue de la guitare « battente ».
RITOURNELLE

Toi l'hirondelle qui vas
Toi l'hirondelle qui vas
Au-dessus de la mer,
Ô ritournelle,
Toi l'hirondelle qui vas au-dessus de la mer,

Arrête-toi que je te dise
Arrête-toi que je te dise
Deux mots,
Ô ritournelle,
Arrête-toi que je te dise deux mots

Cours jeter
Cours jeter
Mon soupir à la mer,
Ô ritournelle,
Cours jeter mon soupir à la mer,

Pour voir si mon amour
Pour voir si mon amour
Me répond,
Ô ritournelle,
Pour voir si mon amour me répond

Il ne me répond pas
Il ne me répond pas
Il est trop loin,
Ô ritournelle,
Il ne me répond pas, il est trop loin

Il est sous la ramille,
Il est sous la ramille
Il dort,
Ô ritournelle,
Il est sous la ramille, il dort

Puis, il se réveille avec
Puis, il se réveille avec
Les larmes aux yeux,
Ô ritournelle,
Puis, il se réveille avec les larmes aux yeux

Il se frotte les yeux, et puis
Il se frotte les yeux, et puis
Le pleur lui passe.
Ô ritournelle,
Il se frotte les yeux, et puis, le pleur lui passe

Prends son mouchoir,
Prends son mouchoir,
Je vais le laver,
Ô ritournelle,
Prends son mouchoir, je vais le laver

Puis, je le pose
Puis, je le pose
Sur un buisson de roses,
Ô ritournelle,
Puis, je le pose sur un buisson de roses

Puis, je l'envoie à Na
Puis, je l'envoie à Na
Ples le repasser,
Ô ritournelle,
Puis, je t'envoie à Naples le repasser

Puis, je le cueille à
Puis, je le cueille à
Napolitaine,
Ô ritournelle,
Puis, je le cueille à la napolitaine

Puis, je l'envoie porté
Puis, je l'envoie porté
Par le vent,
Ô ritournelle,
Puis, je l'envoie porté par le vent

Vent, va le porter,
Vent, va le porter
À mon amour,
Ô ritournelle,
Puis, va le porter à mon amour

Prends garde qu'il ne tombe
Prends garde qu'il ne tombe
Là dans la mer,
Ô ritournelle,
Prends garde qu'il ne tombe là dans la mer

Que ne se perdent les clés
Que ne se perdent les clés
De ce cœur,
Ô ritournelle,
Ne perds pas les clés de ce cœur.

envoyé par Marco Valdo M.I. - 28/12/2012 - 18:04




Langue: espagnol

Traduzione spagnola di Cataldo Antonio Amoruso (Catàur Amurùs)
Traducida al castellano por Cataldo Antonio Amoruso (Catàur Amurùs)

hirundo
LA GOLONDRINA

Tú golondrina que andas
Tú golondrina que andas
Por alta mar
¡Oh! Golondrina
Tú golondrina que andas por alta mar

Quédate aquí y oye
Quédate aquí y oye
Mis dos palabras
¡Oh! Golondrina
Quédate aquí y oye mis dos palabras

Anda y deja mi
Anda y deja mi
Soplo en la mar
¡Oh! Golondrina
Anda y deja mi soplo en la mar

Y cuida que me conteste
Y cuida que me conteste
El amor mío
¡Oh! Golondrina
Y cuida que me conteste el amor mío

No me contesta no
No me contesta no
Está tan lejos
¡Oh! Golondrina
No me contesta no, está tan lejos

Está bajo las ramas
Está bajo las ramas
Está dormido
¡Oh! Golondrina
Está bajo las ramas, está dormido

Después despierta y
Despues despierta y
El llanto moja sus ojos
¡Oh! Golondrina
Después despierta y el llanto moja sus ojos

Enjuga los ojos y
Enjuga los ojos y
Se le agota el llanto
¡Oh! Golondrina
Enjuga los ojos y se le agota el llanto

Tómale su pañuelo
Tómale su pañuelo
Me voy y lo lavo
¡Oh! Golondrina
Tómale su pañuelo me voy y lo lavo

Después lo voy a tender
Después lo voy a tender
Sobre un rosal
¡Oh! Golondrina
Después lo voy a tender sobre un rosal

Después lo envío en Ná
Después lo envío en Ná
poles a planchar
¡Oh! Golondrina
Después lo envío en Nápoles a planchar

Después lo doblaré
Después lo doblaré
Al modo de Nápoles
¡Oh! Golondrina
Después lo doblaré al modo de Nápoles

[ Después lo envío por
Después lo envío por
El viento a llevar
¡Oh! Golondrina
Después lo envío por el viento a llevar

Anda mi viento y llévalo
Anda mi viento y llévalo
A mi amado
¡Oh! Golondrina
Anda mi viento y llévalo a mi amado ]

Cuida no vaya a caer
Cuida no vaya a caer
En alta mar
¡Oh! Golondrina
Cuida no vaya a caer en alta mar

A que no pierdas los sellos
A que no pierdas los sellos
Del corazón mío
¡Oh! Golondrina
A que no pierdas los sellos del corazón mío.

envoyé par CCG/AWS Staff - 26/12/2012 - 22:13




Langue: grec moderne

Μετέφρασε στα Ελληνικά ο Ρικάρντος Βεντούρης
27.12.2012

Catàur Amurùs si dovrà abituare al fatto che, quando c'è di mezzo il sottoscritto, prima o poi arriva anche una traduzione in greco, la mia vera "lingua sorella". Trovo che, per una canzone calabrese, il greco sia lingua sorella pure per lei; e, infatti, viene parecchio bene. Una forma di greco è stata parlata in alcune località calabre (Bova, Roghudi, Pentedattilo...) fino a poco tempo fa, e forse qualche vecchio la parla ancora; e per tutta la Calabria sono sparsi paesi e città con nomi di origine greca (Crotone, penso anche la stessa Cirò dalla quale proviene questa canzone); mi viene da pensare che sarebbe bello poterla mettere proprio nell'antico greco di Calabria, se qualcuno ancora lo conoscesse. Faccio anche una trascrizione in alfabeto latino; anche per chi eventualmente "ha fatto il classico", la pronuncia greca moderna non è la stessa cosa. Ma è quasi incredibile che mi venga perfettamente cantabile in qualsiasi lingua la metta; sarà il Mediterraneo che fa fare così? [RV]
ΤΟ ΧΕΛΙΔΟΝΙ

Χελιδόνι που πετάς
χελιδόνι που πετάς
πάνω απ' τις θάλασσες,
χελιδονάκι,
χελιδόνι που πετάς πάνω απ' τις θάλασσες

Στάμα αν σου πω
στάμα αν σου πω
δυο ή τρία λόγια,
χελιδονάκι,
στάμα αν σου πω δυο ή τρία λόγια

Τον αναστεναγμό,
τον αναστεναγμό
ρίξε στα κύματα,
χελιδονάκι,
τον αναστεναγμό ρίξε στα κύματα

Να δω αν μου απαντά
Να δω αν μου απαντά
η αγάπη μου,
χελιδονάκι,
να δω αν μου απαντά η αγάπη μου

'Οχι δε μου απαντά,
'οχι δε μου απαντά,
είναι μακριά,
χελιδονάκι,
'οχι δε μου απαντά, είναι μακριά

Κοιμάται κάτ' από
κοιμάται κάτ' από
δέντρο σκιερό,
χελιδονάκι,
κοιμάται κάτ' από δέντρο σκιερό

Ξυπνάει μετά με
ξυπνάει μετά με
δάκρυα στα μάτια,
χελιδονάκι,
ξυπνάει μετά με δάκρυα στα μάτια

Τα μάτια του στεγνώνει
τα μάτια του στεγνώνει
και πια δεν κλαίγει
χελιδονάκι,
τα μάτια του στεγνώνει και πια δεν κλαίγει

Πάρε του το μαντίλι
πάρε του το μαντίλι
πάω να το πλύσω,
χελιδονάκι,
πάρε του το μαντίλι, πάω να το πλύσω

Θα σου το απλώσω σ' ένα
θα σου το απλώσω σ' ένα
σ' ένα ροδώνα,
χελιδονάκι,
θα σου το απλώσω σ' ένα, σ' ένα ροδώνα

Θα σου το στείλω στη
Θα σου το στείλω στη
Νάπολη για σιδέρωμα,
χελιδονάκι,
θα σου το στείλω στη Νάπολη για σιδέρωμα

Θα σου το διπλώσω αλά
θα σου το διπλώσω αλά
ναπολιτάνικα,
χελιδονάκι,
θα σου το διπλώσω αλά ναπολιτάνικα

[ Του άνεμου θα πω
του άνεμου θα πω
να σου το φέρει,
χελιδονάκι,
του άνεμου θα πω να σου το φέρει

Άιντε άνεμε φέρ' το
άιντε άνεμε φέρ' το
στην αγάπη μου,
χελιδονάκι,
άιντε άνεμε φέρ' το στην αγάπη μου ]

Πρόσεχε μην πέσει
πρόσεχε μην πέσει
κάτω στη θάλασσα,
χελιδονάκι,
πρόσεχε μην πέσει κάτω στη θάλασσα

Μη χάσει τις σφραγίδες
μη χάσει τις σφραγίδες
αυτής της καρδιάς,
χελιδονάκι,
μη χάσει τις σφραγίδες αυτής της καρδιάς

Χελιδονάκι,
μη χάσει τις σφραγίδες αυτής της καρδιάς.


helidhonaki


TO HELIDHONI

Helidhòni pu petàs
helidhòni pu petàs
pàno ap' tis thàlasses,
helidhonàki,
helidhòni pu petàs pàno ap' tis thàlasses

Stàma an su po
stàma an su po
dio i trìa lòyia,
helidhonàki,
stàma an su po dyo i trìa lòyia

Ton anastenagmò
ton anastenagmò
rìxe sta kìmata,
helidhonàki,
ton anastenagmò rìxe sta kìmata

Na dho an mu apandà
na dho an mu apandà
i agàpi mu,
helidhonàki,
na dho an mu apandà i agàpi mu

òhi dhe mu apandà
òhi dhe mu apandà
ìne makrià,
helidhonàki,
òhi dhe mu apandà ìne makrià

Kimàte kat'apò
kimàte kat'apò
dhèndro skierò,
helidhonàki,
kimàte kat'apò dhèndro skierò

Xipnài metà me
xipnài metà me
dhàkria sta màtia,
helidhonàki,
xipnài metà me dhàkria sta màtia

Ta màtia tu steghnòni
ta màtia tu steghnòni
ke pia dhenglèyi,
helidhonàki,
ta màtia tu steghnòni ke pia dhenglèyi

Pàre tu to mandìli
pàre tu to mandìli
pào na to plìsso,
helidhonàki,
pàre tu to mandìli pào na to plìsso

Tha su to aplòsso s'èna
tha tu to aplòsso s'èna,
s'èna rodhòna,
helidhonàki,
tha su to aplòsso s'èna, s'èna rodhòna

Tha su to stìlo sti
tha su to stìlo sti
Nàpoli yia sidhèroma,
helidhonàki,
tha su to stìlo sti Nàpoli yia sidhèroma

Tha su to dhiplòsso alà
tha su to dhiplòsso alà
napolitànika,
helidhonàki,
tha su to dhiplòsso alà napolitànika

[ Tu ànemu tha po
tu ànemu tha po
na su to fèri,
helidhonàki,
tu ànemu tha po na su to fèri

àide àneme fer' to,
àide àneme fer' to
stin agàpi mu,
helidhonàki,
àide àneme fer' to stin agàpi mu ]

Pròssehe mimbèssi
pròssehe mimbèssi
kàto sti thàlassa,
helidhonàki,
pròssehe mimbèssi kàto sti thàlassa

Mi hàssi tis sfrayìdhes
mi hàssi tis sfrayìdhes
aftìs tis kardhiàs,
helidhonàki,
mi hàssi tis sfrayìdhes aftìs tis kardhiàs

Helidhonàki,
mi hàssi tis sfrayìdhes aftìs tis kardhiàs.

envoyé par Ελληνικὀ Τμήμα των ΑΠΤ - 27/12/2012 - 10:56




Langue: grec moderne

Ελληνική μετάφραση 2 / Traduzione greca 2 / Greek translation 2 / Traduction grecque 2 / Kreikankielinen käännös 2: Lyricstranslate

Ένα απ' τα πιο γνωστά παραδοσιακά τραγούδια της Καλαβρίας (αν και η εθνομουσικολογική καταγραφή του έγινε μόλις τη δεκαετία του ΄70). Riturnella = ritornello στην κοινή ιταλική = ρεφρέν = επωδός στα ελληνικά. Από εσφαλμένη ερμηνεία η ένδειξη "a riturnella", δηλαδή το είδος τραγουδιού της περιοχής, το οποίο τραγουδιέται με τη χρήση του ρεφρέν στη δομή του, θεωρήθηκε ότι η πρόθεση "a" σήμαινε το ιδιωματικό οριστικό άρθρο "a" (η) της περιοχής. Έτσι κατάντησε να έχει τίτλο "riturnella" και οι περισσότεροι νομίζουν ότι είναι η λέξη που σημαίνει χελιδόνι στη διάλεκτο της Καλαβρίας. Βέβαια το σωστό είναι rinnina = rondine στην κοινή ιταλική = χελιδόνι του πρώτου στίχου (αν και σε αντίθετη περίπτωση θα ήταν μια πολύ επιτυχημένη ποιητική μεταφορά η ονομασία του πουλιού ως riturnella, μια και τα χελιδόνια είναι τα πουλιά που ξαναγυρίζουν όλη τους τη ζωή!).
Ριτουρνέλλα

Χελιδόνι μου εσύ που πας
χελιδόνι μου εσύ που πας
παν’ απ’ τη θάλασσα πετώντας
αχ ριτουρνέλλα
χελιδόνι μου εσύ που πάν’ απ’ τη θάλασσα πετάς

Στάσου σαν είναι να σου πω
στάσου σαν είναι να σου πω
δυό λόγια
αχ ριτουρνέλλα
στάσου σαν είναι δυό λόγια να σου πω

Τρέξε να τόνε ρίξεις
τρέξε να τόνε ρίξεις
στη θάλασσα τον αναστεναγμό
αχ ριτουρνέλλα
τρέξε να τόνε ρίξεις στη θάλασσα το αναστεναγμό

Να δεις αν μ’ αποκρίνεται
να δεις αν μ’ αποκρίνετ’
ο καλός μου
αχ ριτουρνέλλα
να δεις αν μ’ αποκρίνετ’ ο καλός μου

Όχι δε μ’ αποκρίνεται
όχι δε μ’ αποκρίνεται
ως είναι πέρα μακριά
αχ ριτουρνέλλα
όχι δε μ’ αποκρίνεται ως είναι πέρα μακριά

Είναι κάτ’ απ’ των κλαδιών τις φυλλωσιές
είναι κάτ’ απ’ των κλαδιών τις φυλλωσιές
και κοιμάται
αχ ριτουρνέλλα
κάτ’ απ’ των κλαδιών τις φυλλωσιές κοιμάται

Αργότερα ξυπνά με
αργότερα ξυπνά με
κλάματα στα μάτια
αχ ριτουρνέλλα
αργότερα ξυπνά με κλάματα στα μάτια

Τα μάτια τα σκουπίζει και μετά
τα μάτια τα σκουπίζει και μετά
το κλάμα του περνά
αχ ριτουρνέλλα
τα μάτια τα σκουπίζει και το κλάμα του περνά

Πάρε (του) το μαντήλι
πάρε (του) το μαντήλι
το θέλω να το πλύνω
αχ ριτουρνέλλα
πάρε (του) το μαντήλι, το θέλω να το πλύνω

Κι ύστερα σου τ’ απλώνω πάνω
κι ύστερα σου τ’ απλώνω πάνω
στης τριανταφυλλιάς το θάμνο
αχ ριτουρνέλλα
ύστερα σου τ’ απλώνω πάνω στης τριανταφυλλιάς το θάμνο

Κι ύστερα στη Να θε να στο στείλω
κι ύστερα στη Νάπολη θα σου το στείλω
για να σιδερωθεί
αχ ριτουρνέλλα
ύστερα στη Νάπολη θε να στο στείλω να σιδερωθεί

Κι ύστερα στο διπλώνω αλά
κι ύστερα στο διπλώνω αλά
ναπολιτάνα
αχ ριτουρνέλλα
ύστερα στο διπλώνω αλά ναπολιτάνα

Κι ύστερα σου το στέλνω με
κι ύστερα σου το στέλνω με
τον άνεμο να σου το φέρει
αχ ριτουρνέλλα
ύστερα σου το στέλνω με τον άνεμο να σου το φέρει

Αγέρα πήγαινέ το
αγέρα πήγαινέ το
στον καλό μου
αχ ριτουρνέλλα
αγέρα πήγαινέ το στον καλό μου

Κοίτα να μη σου πέσει
κοίτα να μη σου πέσει
κεί πάνω από τη θάλασσα73
αχ ριτουρνέλλα
κοίτα να μη σου πέσει κεί πάνω από τη θάλασσα

Να μη χαθούν οι μαρτυριές
να μη χαθούν οι μαρτυριές
ετούτης της καρδιάς
αχ ριτουρνέλλα
να μη χαθούν οι μαρτυριές ετούτης της καρδιάς

envoyé par Riccardo Venturi - 14/2/2022 - 15:37




Langue: polonais

La traduzione polacca di Artur Jerzy Katolo
Tłumaczenie na język polski: Artur Jerzy Katolo

Nota. La traduzione polacca di Artur Jerzy Katolo proviene dalla rivista Zeszity Naukowe – Collegium Balticum – Nr 12 (qui disponibile in documento .pdf) pubblicata a Stettino nel 2017. Si tratta di un contributo del saggista, giornalista, docente e italianista Artur Jerzy Katolo, intitolato Miłosna poezja ludowa Kalabrii na przykładzie piosenki anonimowego autora pt. „Jaskółeczka” ("Riturnella") (“La poesia popolare amorosa della Calabria nella traduzione di un autore anonimo: 'Riturnella'”). In alcuni punti mi sembra che il prof. Katolo abbia avuto alcuni lievissimi sbandamenti nella traduzione (comprensibili: non dev'essere semplice tradurre dal calabrese al polacco...), ma in un caso ha preso un autentico abbaglio, che viene segnalato in un'apposita nota e corretto di conseguenza. Tutto questo non toglie nulla al lavoro del prof. Katolo, che peraltro scrive in un italiano impeccabile. Si riporta qui anche un breve estratto dal lungo articolo, contenente una breve introduzione al testo. [RV]

Riturnella została na nowo odkryta w latach 70. XX w. przez prof. A. Ricciego. Tekst piosenki, stanowiący świadectwo ludowej poezji miłosnej, przetrwał do naszych czasów dzięki fenomenalnej pamięci mieszkanki miejscowości Cirò – Mariangeli Pirito zwanej Za Manciulina [Ciocia Manzulina]. Współczesny tekst utworu jest efektem wielu zmian leksykalnych oraz dialektalnych; najwierniejsza oryginałowi, w swoim brzmieniu, jest wersja śpiewana przez wspomnianą powyżej kobietę. Trzeba być jednak świadomym, iż również i jej wersja nie jest doskonała; właściwie każdy śpiewał i śpiewa ten utwór na swój sposób. W interpretacji A. Ricciego, dialektalny rzeczownik rinnina oznacza „jaskółkę”, zaś riturnella – „jaskółeczkę”
JASKÓŁECZKA

Jaskółko, która lecisz
Jaskółko, która lecisz
Przez morza i morza
O jaskółeczko
Jaskółko, która lecisz przez morza i morza

Zatrzymaj się, gdy do ciebie mówię
Zatrzymaj się, gdy do ciebie mówię
Dwa słowa
O jaskółeczko
Zatrzymaj się, gdy do ciebie mówię dwa słowa

Leć i rzuć
Leć i rzuć
Moje westchnienia morzu
O jaskółeczko
Leć i rzuć moje westchnienia morzu

Uważaj czy mi odpowie
Uważaj czy mi odpowie
Mój ukochany
O jaskółeczko
Uważaj czy mi odpowie mój ukochany

Nie odpowie mi, nie
Nie odpowie mi, nie
To tak daleko
O jaskółeczko
Nie odpowie mi, nie, to tak daleko

I w cieniu drzewa
I w cieniu drzewa
Pod którym śpi
O jaskółeczko
I w cieniu drzewa, pod którym śpi

A później się obudzi z
A później się obudzi z
Płaczem w oczach
O jaskółeczko
A później się obudzi z płaczem w oczach

Osuszy oczy swoje
Osuszy oczy swoje
Przestanie płakać
O jaskółeczko
Osuszy oczy swoje przestanie płakać

Weź jego chusteczkę
Weź jego chusteczkę
Pójdę ją uprać
O jaskółeczko
Weź jego chusteczkę, pójdę ją uprać

Później ją rozwieszę
Później ją rozwieszę
Na krzaku róży
O jaskółeczko
Później ją rozwieszę na krzaku róży

Później cię wyślę z nią do Nea-
Później cię wyślę z nią do Nea-
polu wyprasowaną [1]
O jaskółeczko
Później cię wyślę z nią do Neapolu, wyprasowaną

I złożę ją po
I złożę ją po
Neapolitańsku
O jaskółeczko
I złożę ją po Neapolitańsku

I wyślę cię z
I wyślę cię z
Wiatrem abyś zaniosła
O jaskółeczko
I wyślę cię z wiatrem abyś zaniosła

Pędź z wiatrem i zanieś
Pędź z wiatrem i zanieś
Mojemu ukochanemu
O jaskółeczko
Pędź z wiatrem i zanieś mojemu ukochanemu

Uważaj, byś jej nie upuściła
Uważaj, byś jej nie upuściła
Ponad morzami
O jaskółeczko
Uważaj, byś jej nie upuściła ponad morzami

By nie stracić pieczęci
By nie stracić pieczęci
Tego serca
O jaskółeczko
By nie stracić pieczęci tego serca
[1] Il prof. Katolo aveva qui preso il “Na-” nell'enjambement della strofa 11 (“a Na-puli”) per una “abbreviazione dialettale” per Napoli (con segnalazione anche in una nota a pie' di pagina; casomai "NA" è la targa di Napoli...), scambiando poi -puli per qualcosa che volesse dire “pulito” (nella traduzione: Czystą i wyprasowaną). Qui ci siamo dovuti ritrovare a correggere la traduzione, riportando l'enjambement in polacco (“do Nea-polu”) ed eliminando il czystą.

envoyé par Riccardo Venturi - 6/3/2018 - 02:55


Molte coincidenze con "Amor dammi quel fazzolettino".

Gian Piero Testa - 13/10/2012 - 18:52


Mi scuso per aver lasciato questa canzone per qualche giorno senza un qualsiasi commento; ha un inserimento abbastanza curioso nel sito, volendo addirittura unico. Credo che sia l'unica una volta che abbia inserito una canzone direttamente mentre la stavo ascoltando dal vivo, lo scorso 11 ottobre al CPA di Firenze. Non c'erano né Eugenio Bennato né i Kalamu (che pure col CPA hanno una consuetudine di anni), bensì un bravissimo cantante, Giancarlo, dotato di una voce straordinaria ma anche di una ritrosia assoluta verso qualsiasi forma di esibizione davanti a un pubblico che non sia quello formato da amici e compagni. Caso ha voluto che avessi il portatile con me, e che approfittando del wi-fi del CPA abbia potuto inserire la canzone praticamente "in diretta", lasciandola però, poi, un po' sola e abbandonata. Rimedio oggi con il commento, la traduzione in italiano e questa ulteriore nota. Per Gian Piero: è pur vero che le coincidenze con "Amor dammi quel fazzolettino" sono parecchie, ma si tratta probabilmente di stilemi popolari tipici di qualsiasi canzone di lontananza, emigrazione e amore separato. Sospetto che, se si andasse a vedere anche nella tradizioni di altri paesi (Grecia, Portogallo ecc.) ne troveremmo ugualmente di analoghe. Con tutto ciò, Riturnella è una canzone di bellezza stupefacente.

Riccardo Venturi - 26/10/2012 - 17:18


Ma non sarà più antica 'Riturnella' rispetto ad 'Amor dammi quel fazzolettino'? E poi per quanto riguarda i fazzoletti, basta riandare a 'Calabrisella mia', o no?
Complimenti per 'ottimo lavoro.
Cataldo Antonio Amoruso.
krimisa.blogspot.it

cataldo antonio amoruso - 25/12/2012 - 16:39


Sono innamorato di questa canzone e ho postato sul blog una mia versione annotata, sperando che la cosa possa risultare utile e accettabile. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, della mia traduzione annotata. Grazie.
Cataldo Antonio Amoruso.
PS: il vostro sito è veramente ammirevole, rinnovo i complimenti.

cataldo antonio amoruso - 26/12/2012 - 08:56


Carissimo Cataldo, la tua versione annotata è veramente bella e ben fatta; e qui mi permetterai di dirtelo non soltanto da "admin" di questo sito, ma anche e soprattutto da "addetto ai lavori" nel campo della linguistica. Vedere cose come quelle che hai fatto tu con "Riturnella" mi apre il cuore, anche perché denotano uno studio approfondito sul testo di questa canzone realmente stupenda. Sono profondamente convinto che il modo migliore per dimostrare l'amore verso qualcosa sia proprio accompagnare le emozioni allo studio e all'applicazione; cosa che tu hai fatto senz'altro. Naturalmente la tua pagina annotata, alla quale rinnovo qui il link, fa pienamente parte anche di questa pagina del nostro sito; nel senso che vi rimando chiunque voglia approfondire il testo e il significato di questa canzone. Ancora grazie, e spero davvero che vi possano essere altre occasioni di scendere dentro il ricchissimo patrimonio della musica popolare calabrese; ne ho approfittato per preparare una versione inglese. Un saluto carissimo assieme agli auguri di un felice anno nuovo!

Riccardo Venturi - 26/12/2012 - 10:17


Carissimo Riccardo... mi hai commosso, commosso al punto di dover trattenere le lacrime. Sarà anche questo periodo... ma è così. Sono un semplice ferroviere autodidatta, e ero timoroso di inviarvi quella mia traduzione che ieri pomeriggio ho scritto di getto (non conosco altri modi di scrivere) dopo aver trovato la versione originale della canzone su questo vostro sito che trovo stupendo, e certo non per piaggeria. Scrivo 'cose' da più di quarant'anni, smarrite, abbandonate, messe in un angolo. Oggi mi hai fatto un regalo enorme, perché credo che tu abbia colto cosa mi muoveva a tradurre quelle parole, non ultimo l'amore per la linguistica e i dialetti in particolare.
Ti ringrazio infinitamente e ti auguro un felice anno nuovo.
Ciao
Cataldo Antonio Amoruso.

cataldo antonio amoruso - 26/12/2012 - 12:06


Fra le altre cose, Cataldo, ti vorrei raccontare una cosa su "Riturnella" che, penso e spero, ti farà piacere. Come avrai notato, fra i video c'è anche la versione eseguita dal gruppo folk rock calabrese dei Kalamu; i quali, qui a Firenze dove abito, sono come di casa. Praticamente tutti gli anni, a fine maggio, vengono su a suonare al Centro Popolare Autogestito Firenze Sud in occasione della "Tre giorni di musica popolare"; ma non solo quello. Ad esempio, quando abbiamo avuto dei compagni sbattuti in galera da qualche procuratore assai disinvolto, i Kalamu non hanno fatto discorsi e sono saliti su dalla Calabria fino a Firenze per venire a suonare sotto il carcere.

kalamucpa


Orbene, ti devo ora raccontare di quando hanno suonato la loro travolgente versione di "Riturnella" alla Tre Giorni. Una serata che ci saranno stati trentacinque gradi, con un gruppetto di cinque o sei bambine che ballavano zampettando sotto al palco, e, dietro di loro, diciamo un quattrocentocinquanta o cinquecento persone scatenate sulla rìnnina chi vai. La foto che accompagna questo commento è stata scattata proprio in quell'occasione. Capirai quindi quanto anch'io sia legato a questa canzone, io che sono -tra l'altro- nipote d'un ferroviere.

Riccardo Venturi - 26/12/2012 - 14:13


consentitemi di fare i miei complimenti a questo luogo, a chi lo cura con tanta passione e a chi vi partecipa con tanto "cuore"; complimenti sinceri, che vi giungono da una semplice appassionata di Sud, di tradizioni e, non ultimo di Calabria e che spesso "traduce", a sua volta, in versi il suo sentire. Grazie a ciascuno.

AnGre - 26/12/2012 - 15:07


Devi essere, oltre che nipote d'un ferroviere (rosso e livornese?) anche vulcanico e molto appassionato, dal momento che non solo mi rispondi ancora, ma hai sfornato una ulteriore traduzione. Grazie per questa bellissima 'notazione' relativa al gruppo dei 'Kalamu'.
Grazie, Cataldo.
*Ferroviere rosso e livornese è un riconoscimento, anzi un 'must'.

cataldo antonio amoruso - 26/12/2012 - 16:39


Sono una specie di "miscuglio" di ogni cosa: nipote d'un ferroviere anarchico fiorentino, nato a Firenze ma da famiglia dell'Isola d'Elba da parte di madre, e ho vissuto a lungo a Livorno. Insomma, come dire, un bell'ordigno. Anarchico fin da quando stavo in pancia a mia madre, ho saltapicchiato in mezzo mondo dando libero sfogo alla mia caratteristica principale, quella di essere una specie di "spugna linguistica". Mettiamola così come breve presentazione :-) Quanto alle traduzioni, in certe giornate, e su certe canzoni (come questa) che veramente mi trascinano, mi vengono in testa da sole. Grazie ancora a te, Cataldo!

Riccardo Venturi - 26/12/2012 - 16:53


Nel testo originale, ci sono alcune lezioni "tramandate" (dai testi generalmente presenti in rete, probabilmente derivate dalla versione stampata sul libretto dell'album) che non sembrano corrispondere al testo effettivamente cantato. E' il caso di jettari nella III strofa, una grafia che non rende la pronuncia [ ghjittari ], che è stata restaurata. In generale, chi si troverà a utilizzare il testo presente in questo sito troverà non poche differenze con le altre versioni date dalla Rete: questo perché abbiamo continuamente controllato il testo scritto a fronte del cantato, pur senza effettuare una vera e propria trascrizione fonetica.

CCG/AWS Staff - 26/12/2012 - 23:53


Caro Riccardo, ti dico che non è possibile... che non è possibile che ci sia tanta corrispondenza di intenti e di modi di sentire. I miei pensieri stanno girando senza sosta intorno a questo asse che è il canto come espressione di ciò che di più intimo si possa esprimere sia individualmente, sia come appartenenti ad un gruppo. Potrai non credermi, ma proprio ieri sera mi rammaricavo ancora di non conoscere il greco (non ho fatto il classico per 'rivolta' contro mio padre, ed è stata una delle sciocchezze che non mi perdonerò mai) e di non poter tradurre in greco, nella fattispecie, 'Riturnella'. E fin qui ci può stare, ma la seconda cosa che ti sento dire, quasi come se tu stessi ripetendo i miei pensieri è 'Ma è quasi incredibile che mi venga perfettamente cantabile in qualsiasi lingua la metta; sarà il Mediterraneo che fa fare così?' E' questo il mistero, o l'asse, intorno al quale questo canto continua a farmi girare, e oserei dire non da giorni, ma da sempre, sin dai giorni e dai luoghi di quelli che ci hanno preceduto, se posso dire che le persone diventano tempi e luoghi, coordinate dell'anima. Non trovo altre parole, spero ti basti un 'grazie'. Ciao.

cataldo antonio amoruso - 27/12/2012 - 12:07


Carissimo Cataldo, io penso invece che una tale corrispondenza di intenti e modi di sentire sia possibile. Te lo dico perché, assieme ad altri, ho "fatto" questo sito e si tratta di cose che vi accadono regolarmente. Prendiamo la lingua greca, ad esempio; se vai a dare un'occhiata alla "Sezione greca" del sito, l' Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ, vedrai sicuramente il nome di Gian Piero Testa. Ebbene, anche Gian Piero, come te, è capitato un giorno qua dentro praticamente per caso, e non c'è voluto molto per scoprirci addosso tutto un universo in comune. Questo sito non è "Facebook" o roba del genere, cioè pseudocomunicazione superficiale; è qualcosa dove si scoprono e si approfondiscono dei veri e propri percorsi paralleli. I quali, per loro stessa natura, portano a enormi corrispondenze di intenti, di modi di sentire e, direi, ad una conoscenza che si percepisce immediatamente come non effimera. Una specie di catalizzatore, insomma. Sono, lo ripeto, cose che dico a ragion veduta dopo dieci anni; senza contare che, tali cose, non ce le teniamo certo per noi stessi come in una sorta di "circolo chiuso"; tutt'altro, le mettiamo a disposizione di tutti, senza "copyright" o altro. Quanto al resto, quella frase che ho buttato là prima credo risponda alla verità. In tutto il Mediterraneo sembra parlare prima la musica; pensa solo, che so io, a Fabrizio De André che su tutta una serie di suoni e miscugli provenienti da tutto il Mediterraneo ha impiantato alla perfezione il suo genovese arcaico (quello di "Creuza de mä", per intenderci). Forse sì, rimane una sorta di mistero perché è qualcosa di cui difficilmente ci si rende conto se non la si pratica; ma è un mistero logico. Le lingue mediterranee diventano praticamente intercambiabili quando sono vestite di suoni e di ritmi venuti dal profondo del tempo. Non conosco così bene il serbocroato da potermici cimentare, e ignoro del tutto l'arabo, ma sono certo che "Riturnella" verrebbe ugualmente cantabile anche messa in serbocroato o in arabo. Comunque, il greco ha impressionato anche me stesso che l'ho fatto; dopo aver finito, mi sono messo le cuffie e ho cantato tutto in greco sopra la versione di Eugenio Bennato, a velocità supersonica. A parte un verso, che comunque può essere rifatto in altro modo, calzava tutto quanto senza sgarrare un accento (contano gli accenti, non le "rime" che, comunque, qua e là vengono lo stesso). E' verissimo, come dici tu, che questo è l'asse attorno al quale ruota tutto quanto; ma è un asse che ha, forse, meno misteri di quanti si possa credere. Io, come sai, vengo in gran parte da un'isola in mezzo al mare, e un'isola in mezzo al mare ha i quattro venti che le battono addosso. E i quattro venti portano di tutto. Suoni, parole, ritmi e infinito.

Riccardo Venturi - 27/12/2012 - 12:39


Carissimo, non vorrei sembrare invadente, pernicioso, e di questo chiedo scusa a te e ai lettori che potrebbero considerarmi ingombrante con questi miei commenti, ma non posso esimermi dal significarti quanto io sia d'accordo con te. Cosa aggiungere, per quanto mi riguarda hai già detto perfettamente tu... Per conto mio posso dirti che non conoscendo neanche le note musicali mi ritengo da un lato fortunato, nel senso che posso accogliere qualsiasi suono e parola dei testi totalmente libero da giudizi tecnici, dall'altro lato, ovviamente, accuso questa mia carenza. 'Creuza de ma' l'ho adorata dal primo momento, solo più tardi mi sono interessato al testo mi piaceva e basta, avrebbe potuto significare qualsiasi cosa, mi sarebbe piaciuta lo stesso (anche se ammetto che questo atteggiamento è un po' rischioso, ma non più di tanto, trattandosi di De Andrè). Per quanto riguarda gli accenti sono d'accordissimo, la loro 'quantità' è imprescindibile.
...e sei nato pure in un'isola!!! Ma non voglio annoiarti oltre, ciao
Cataldo.

cataldo antonio amoruso - 27/12/2012 - 16:50


Carissimi, sarei felice di ficcarmi anch'io nella vostra corrispondenza di amorosi e melodici sensi: ma avete già detto tutto - e benissimo - voi; e allora semplicemente mi associo e plaudo. La cosa singolare è che, per una serie di concatenazioni (un nipote montagnino che mi regala a Natale due libri sulla Prima Guerra combattuta dagli alpini; io, che dopo la lettura, sento il bisogno di andare a vedere quante delle loro dolorose canzoni siano finite in AWS e che trovo Ta-pum e allora mi viene subito voglia di tradurla in greco: cosa che faccio e che - nonostante sia ben poco mediterranea - mi riesce addirittura cantabile, per cui tutto contento, e ancora commosso, la posto in AWS e, così facendo, pochi minuti fa, trovo che anche Riccardo oggi ha lavorato di greco, per cui guardo come gli è venuta la traduzione e trovo il vostro dialogo scaturito da Riturnella...) anch'io oggi ho lavorato in greco: e l'ho fatto d'impulso, per un moto del cuore, tralasciando i pur bei testi che avevo programmato di concludere in questo pomeriggio di quiete: quelli delle Canzoni dei Negri di Manos Loizos. Io non so di cosa altri abbiano bisogno per essere un po' contenti: ma se a me capitano cose come quelle che mi sono accadute oggi, ecco per me è una bellissima festa, migliore di quelle a comando A Cataldo vorrei dire che il mio accenno ad Amor dammi quel fazzolettino era solo la segnalazione di un'analogia (spiegabile con le osservazioni di Riccardo sul topos popolaresco), non certo il sospetto di una dipendenza dell'una canzone dall'altra. Ci vorrebbe ben altro studio per poterlo affermare.

Gian Piero Testa - 27/12/2012 - 18:21


Caro Gian Piero, a me fa solo piacere se ti infili in questa corrispondenza di amorosi e melodici sensi. Per quanto riguarda le analogie tra 'Riturnella' e 'Amor dammi quel fazzolettino', la mia era veramente una domanda, una domanda posta per sapere di più, senza nemmeno l'ombra di qualsiasi polemica. Però, forse, mi sono espresso male.
Un carissimo saluto.

cataldo antonio amoruso - 27/12/2012 - 20:16


A Cataldo. Ti devo allora chiedere una piccola scusa, perché davvero ho lì per lì creduto che tu credessi ch'io credessi di esibire un antecedente della canzone... Il fatto è che capita abbastanza spesso, in questo sito, che di passaggio intervengano persone appassionate di un loro argomento, le quali reagiscono con qualche malcelata stizza se qualcuno mostra di violare con sue proprie vedute il loro campo, quasi fossero gelose di una loro... privativa: il che non è affatto nello spirito di questo sito del quale, davvero, ora che lo conosco e mi ci dedico con grande piacere, posso dire che non ha nulla del supercilio accademico, per quanto ami la precisione storica e filologica. Ti prego di scusarmi per il mal inteso. E sono molto felice che una persona quale si rivela dai tuoi scritti abbia trovato bello e buono questo sito e mi auguro che gli darà un sostanzioso contributo. So che la Calabria è una grande miniera poetica e musicale. Negli ultimi anni di insegnamento avevo un giovane collega di Bova Marina (anzi: di Bova Ghialò) che mi parlava delle canzoni grecaniche che alcuni anziani ancora ricordavano della loro terra, così come un'altra collega pugliese riuscì a trascrivermi, dalla sua nonna, alcuni testi in griko: ma in Puglia mi è noto che è attiva una associazione che mantiene in vita quella tradizione linguistica. Ricambio il carissimo saluto.

Gian Piero Testa - 27/12/2012 - 22:28


Leggo solo ora e sono contento di queste tue parole. Non è proprio nella mia indole quel tipo di atteggiamento che temevi di individuare dalla mia 'nota'. Credo che, purtroppo, la presenza grecanica in Calabria sia ormai relegata alla toponomastica e ai ricordi, al contrario di quanto è avvenuto in Salento e diversamente dalla presenza arbereshe, che in Calabria come in altre regioni è sufficientemente numerosa.
Ciao,
Cataldo.

cataldo antonio amoruso - 28/12/2012 - 21:56


Bellissima la canzone e bellissima la pagina. Complimenti vivissimi, finalmente un sito dove niente è improvvisato da presuntuosi dilettanti. Andate avanti così, con sincerità.

Andrea Maffucci - 27/4/2013 - 16:52


La traduzione dal calabrese all'italiano è fatta male. Ogni "faux amis" ètradotto secondo la parola assonante e non secondo il suo reale significato. Un esempio: "Ti lu cogliu" non significa "te lo colgo" ma "te lo piego". Così si perde parte del senso e delle sensazioni che la canzone dovrebbe suscitare.

Francesco - 25/5/2013 - 19:18


Benissimo, caro Francesco; come siamo soliti dire (e visto che sembri esserne capace), ti chiediamo allora gentilmente di fornirci una traduzione migliore, in modo che il senso e le sensazioni della canzone possano essere salvaguardate. La aspettiamo in tempi ragionevoli, ringraziandotene in anticipo. Saluti.

NB. Se usi l'espressione francese, però, dovresti dire "ogni faux ami", al singolare.

CCG/AWS Staff - 26/5/2013 - 02:15


Ulteriore nota. Naturalmente accogliamo con piacere la correzione fatta da Francesco, e la inseriamo nella traduzione italiana. Ovviamente eventuali traduzioni "rivedute e corrette" sono ben accette da parte di chiunque.

CCG/AWS Staff - 26/5/2013 - 12:57


Un caro saluto, a distanza di circa un anno. Il signor Francesco faceva notare che alcuni 'false friends' non sono stati colti e interpretati a dovere. L'esempio citato è solo un 'parziale' faux ami: cògghjre e cogghjìre significano sia raccogliere sia piegare, la presenza del modale 'alla napoletana' imprime il significato esatto, cioè piegare. Ad ogni modo la traduzione fatta da un non parlante calabrese è a mio modesto avviso più che decorosa, anzi!
Cataldo Antonio Amoruso.

cataldo antonio amoruso - 19/11/2013 - 20:53


Mi avete fatto tornare in mente che molti anni fa ho conosciuto una cantante australiana dal nome Mara Kiek che nel 1990 ne ha inciso una versione nel suo disco "Don't Even Think", partecipa anche al bulgaro "Marrenitsa Choir" comunque la canzone la interpretava in dialetto napoletano

Flavio Poltronieri - 25/1/2015 - 22:00


ciao gente. volevo sapere se la pronuncia "alla napoletana" delle s come in sušpiru (ovvero fricativa postalveolare sorda) è un errore d'interpretazione di Bennato (che è napoletano), poi perpetuato dagli altri artisti, o se esiste anche nelle zone di Cirò da dove origina la canzone?

tanetovic - 29/7/2015 - 10:04


A Cirò e Cirò Marina, da dove provengo, la pronuncia della s seguita da p come in suspiru è sempre palatalizzata, senza eccezioni e senza alcun dubbio.
Ne approfitto per salutare Riccardo Venturi e soci.
Cataldo.

cataldo antonio amoruso - 17/10/2015 - 23:47


Credo che l'espressione "albero dei canti" sia proprio bella

krzyś - 21/10/2015 - 23:56


Vorrei fare una segnalazione, che "Rinnina" in Cirotano significa Rondine. Mentre "Riturnella" vuole dire Ritornello.

Nessuno ci pensa, ma la vecchietta che dettava a Ricci segnalava che da li partiva il Ritornello.. Ma a Ricci piaceva che diceva Rondinella. Nessun Cirotano ha mai chiamato Riturnella una rondine, ma solo un ritornello. "Ohi Riturnella" non dovrebbe essere cantato.. ma sta ad indicare l'inizio del ritornello.

Giovanni Iriti - 30/9/2016 - 09:24


Carissimo Giovanni, naturalmente -non essendo né di Cirò, né calabrese- non metto minimamente in dubbio quel che hai segnalato; però mi occupo di canzoni popolari si può dire da una vita intera, e questo fatto del "ritornello indicato" in una canzone popolare mi appare parecchio strano. I canti popolari, come sai, seguono pressoché invariabilmente tutta una serie (neppure vastissima) di "schemi fissi", che sono paragonabili dalla Calabria fino alla Norvegia, si può dire. Non esiste veramente al mondo (almeno a mia conoscenza, naturalmente, ma se mi capiterà lo chiederò al De Martino o a Cesare Bermani) un caso del genere, dove il ritornello sia indicato, o introdotto, così esplicitamente, quasi con una specie di "etichetta" o didascalia. Ti pongo una domanda (anche tenendo conto che, con tutta probabilità, il canto non è nel cirotano attuale): non è che "riturnella", casomai, possa significare (anche) "canzone, canzoncina"? Viceversa, nei canti popolari è abbastanza frequente che il cantore si rivolga...alla canzone stessa (tipo: "canzone che canto, vai lontano e porta notizie alla mia bella" o roba del genere); un caso del genere mi apparirebbe molto più plausibile del "ritornello indicato". Tutto questo, ripeto, senza mettere in dubbio quel che hai scritto; ma in questa pagina sono intervenuti altri calabresi (probabilmente non di Cirò, però) e aspetto/iamo conferme. Capisci che si tratterebbe poi di....rifare o quasi l'intera pagina (ivi comprese le numerose traduzioni), e poiché abbiamo un minimo di rigore in quel che facciamo, ci andiamo sempre molto cauti. Saluti cari e a risentirci presto !

Riccardo Venturi (CCG/AWS Staff) - 30/9/2016 - 12:42


Aggiungerei anche che per quanto capisco io la canzone non e' affatto strutturata in strofe e ritornello, infatti e' la stessa melodia ripetuta per tutte le strofe. Un ritornello con una melodia o una struttura diversa non c'è proprio.

Probabilmente Giovanni ha ragione a dire che riturnella non significhi rondine quindi propenderei per la soluzione che suggerisce Riccardo, cioè che il cantore si rivolga alla canzone stessa. Naturalmente potrei sbagliarmi perché non sono un esperto.

Lorenzo - 30/9/2016 - 13:40


"Terra di Calabria", Live Teatro Umberto (Lamezia Terme), 2008

Riccardo Venturi - 5/3/2018 - 19:16


Nella rivista La Calabria: rivista di letteratura popolare apparve nel 1899 un articolo che trattava di vari animali, piante ed esseri fantastici nella cultura popolare. Parlando della rondinella, si fa notare come coi suoi lunghi viaggi durante i quali attraversa il mare, viene vista come un messaggero d'amore.

Questa versione fornisce anche una chiave di lettura su alcuni punti (il sigillo ed il cuore) poco chiari nella versione riscoperta e resa famosa più di 70 anni dopo:

O Rondinella, chi passi lu mari
Ferma quantu ti dicu dui palori,
Quantu ti scippu 'na pinna di st'ali
Na littira nci fazzu allu miu amuri:
Tutta di sangu la vogliu bagnari,
E pe siggillu nci mintu stu cori.
Accorta, rindinella! nu t'annegari,
Tu pierdi lu siggillu ed io lu cori!

O Rondinella, che attraversi il mare
Aspetta il tempo di dirti due parole,
Il tempo di tirarti una penna da queste ali
Una lettera farò al mio amore:
Tutta di sangue la voglio bagnare,
E per sigillo ci metto questo cuore.
Attenta, rondinella! non annegare,
(O) Tu perderai il sigillo ed io il cuore!

Riccardo Venturi - 6/3/2018 - 02:01


@ Cataldo Antonio Amoruso, se ci legge ancora qualche volta.

Volevo segnalarti che il tuo lavoro su "Riturnella" è debitamente citato (e, direi, preso come base) nell'articolo in polacco del prof. Artur Jerzy Katolo qui riportato in link e dal quale è stata ripresa la traduzione polacca. Ad occhio e croce, contiene le tue osservazioni linguistiche e testuali su "Riturnella" tradotte in polacco. Saluti cari!

Riccardo Venturi - 6/3/2018 - 03:10


Interpretazione di Danilo Montenegro
Album: Amari è peniari



Nota: L'interpretazione di Danilo Montenegro è completa in tutte le strofe del testo originale (ivi comprese, quindi, le due non cantate da Eugenio Bennato / Musicanova).

Riccardo Venturi - 26/8/2020 - 22:29


bravissimi

20/9/2022 - 12:20


Vorrei segnalare un errore… “friscura” non sono le frasche ma è una zona all’ombra dove appunto ci si mette a riposare in campagna, riparati dal sole… può essere l’ombra di un albero ad esempio. Quindi sarebbe più giusto tradurre “sta dormendo all’ombra”
(Pamela Sagoleo)

Grazie Pamela per la segnalazione. Provvederemo a correggere le traduzioni. Un saluto e torna a trovarci! [Riccardo Venturi]

28/3/2024 - 14:14




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