Le Loire a quitté La Pallice
Maintenant tout est bien fini.
On s’en va vers le Maroni
Où les requins font la police.
On est sans nom, on est plus rien.
La loi nous chasse de la ville.
On n’est plus qu’un bateau de chiens
Qu’on mène crever dans île.
Mais alors apparaît la Belle,
La faim, la lèpre, le cachot,
Le coup de poing des pays chauds.
Rien ne sera trop beau pour elle.
Pour la liberté. Les requins
Auront notre chair de coquins.
Et dans la forêt solennelle
Où la mort sonne à chaque pas
Même lorsque tu ne viens pas
C’est toi qu’on adore. Ô la Belle !
Maintenant tout est bien fini.
On s’en va vers le Maroni
Où les requins font la police.
On est sans nom, on est plus rien.
La loi nous chasse de la ville.
On n’est plus qu’un bateau de chiens
Qu’on mène crever dans île.
Mais alors apparaît la Belle,
La faim, la lèpre, le cachot,
Le coup de poing des pays chauds.
Rien ne sera trop beau pour elle.
Pour la liberté. Les requins
Auront notre chair de coquins.
Et dans la forêt solennelle
Où la mort sonne à chaque pas
Même lorsque tu ne viens pas
C’est toi qu’on adore. Ô la Belle !
envoyé par Dead End - 20/9/2012 - 09:48
Questa canzone di Albert Londres ha sicuramente ispirato Louis Chedid nello scrivere la sua La Belle...
Dead End - 20/9/2012 - 09:49
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Interpretata nel 1930 dalla famosa chanteuse Lucienne Boyer (1901-1983).
Più recentemente (1990) dal gruppo punk rock dei Parabellum.
Inviato del Petit Parisien, nel 1923 si recò in Guyana per visitare i bagni penali dell’Îles du Salut, di Cayenne e di Saint-Laurent-du-Maroni, descrivendo poi le terribili condizioni di vita dei detenuti lì deportati e gli orrori del sistema penitenziario coloniale. In particolare Londres denunciò che nelle prigioni della Guyana non solo l’umanità era sospesa ma anche il diritto, perché il governo francese e la sua magistratura consentivano tacitamente il cosiddetto “doublage”: di fatto, se al deportato era stata comminata una pena inferiore ai sette anni di lavori forzati la sua detenzione durava il doppio, fino a quattordici anni… E se, malauguratamente, la pena era superiore si traduceva in una prigionia – e che prigionia! – a vita. Il suo reportage “Au Bagne”, pubblicato nel 1924 e seguìto da ulteriori inchieste condotte in nord Africa e nei bagni penali militari (si veda al proposito À Biribi), scosse l’opinione pubblica francese e contribuì prima all’umanizzazione e poi alla definitiva chiusura (tra il 1938 ed il 1946) dei bagni penali nei territori francesi d’oltre mare.
Dopo aver condotto altri importanti reportage sulla tratta delle bianche, sullo sfruttamento coloniale in Africa, sull’antisemitismo in Europa e sugli ebrei in Palestina, nel 1932 Albert Londres morì nel misterioso incendio della nave che lo stava riconducendo in patria dalla Cina dove diceva di aver scoperto un grandioso traffico di armi e droga con la Russia comunista…
Ad Albert Londres è intitolato il più prestigioso premio giornalistico di Francia assegnato ogni anno, dal 1933, al miglior reportage condotto da un giornalista francofono.
La canzone racconta della partenza dei condannati verso la Guyana a bordo della nave “Loire” salpata dal porto di La Rochelle (chiamato anche di La Pallice). Al bagno penale di Saint-Laurent-du-Maroni sono prima di tutto gli squali a fare la guardia. I prigionieri non hanno più nome, non sono più nulla, solo dei cani portati a morire in quel posto sperduto. Ma nonostante la fame, la lebbra, le punizioni, il calore, gli squali, i prigionieri non fanno altro che pensare alla “Belle”, alla libertà, a giocarsi il tutto e per tutto in un disperato tentativo d’evasione da cui deriverà comunque la liberazione da quell’inferno, sebbene con la morte...