Mi piacerebbe dirti tanto cose:
che presto quest'orrore scorderemo
per cui, puoi immaginare, ancora tremo
e inizieremo a coltivare rose...
che sarai la più bella tra le spose
quel giorno che io e te ci sposeremo...
l' amore che mi porti è ancora estremo?!
Per anni mi è bastata una sua dose!
Ma quelli che eravamo sono morti,
quei limpidi ragazzi appassionati
schiacciati da diabolici, contorti
e tetri meccanismi sono stati...
se dal di fuori ci mostriamo forti,
di dentro siamo cocci insanguinati.
che presto quest'orrore scorderemo
per cui, puoi immaginare, ancora tremo
e inizieremo a coltivare rose...
che sarai la più bella tra le spose
quel giorno che io e te ci sposeremo...
l' amore che mi porti è ancora estremo?!
Per anni mi è bastata una sua dose!
Ma quelli che eravamo sono morti,
quei limpidi ragazzi appassionati
schiacciati da diabolici, contorti
e tetri meccanismi sono stati...
se dal di fuori ci mostriamo forti,
di dentro siamo cocci insanguinati.
Contributed by DonQuijote82 - 2012/8/31 - 16:36
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“L'arpa dai fili di ferro” ispira il proprio titolo a “Die Drahtharfe” raccolta poetica di Wolf Biermann del 1965, pur non avendo, però, alcun punto di contatto con tale opera. Del grande autore tedesco intende ricalcare la caustica irriverenza e la patetica indignazione nei confronti di un mondo infame che non ha pietà e rispetto per nessuno. Questo concept narra la storia di due giovani promessi sposi immaginata in Germania ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, ma trasportabile nel contesto spazio-temporale di qualsiasi altra guerra. Il racconto è affidato a una serie di sonetti introduttivi alle varie canzoni, che invece costituiscono i momenti ”lirico-contemplativi” della vicenda. Si parte da una totale sfiducia nei confronti di Dio e del destino per approdare, nell'ultimo capitolo, in seguito all'amore recuperato, ad una riconciliazione dei concetti di bene e male, che finiscono per sovrapporsi nella mente del protagonista, costretto da ora in avanti a restare sempre sul chi vive, malgrado la serenità apparentemente ritrovata. Aldo Granese è risceso in campo con lo spirito di sempre, la stessa energia e l'intenzione (ancora non assopita!) di portare al pubblico concetti importanti, ma in una veste asciutta e fruibile affinché abbiano la forza di attecchire e persistere nella memoria.
Avevo la bestemmia fra i denti - Mamma bestemmia - Sonetto n. 2: Resto in disparte, così sopravvivo - L'arpa dai fili di ferro - Sonetto n. 3: E se provassi a andarmene di qui... - Forse c'è la guerra - Sonetto n. 4: Andando via fui presto catturato - Carne da macello - Sonetto n. 5: Sono lontano da te mille miglia - Il popolo della diaspora - Sonetto n. 6: Mi piacerebbe dirti tante cose - Cara Giulietta - Sonetto n. 7: Non sono ritornato al mio paese... - Veglio la tua bellezza - Sonetto n. 8: Un nascondiglio davvero efficace - Diavolo nero