Ahi, quanto ti costò
quell’ “Altolà!”
eri a pochi passi
dalla frontiera svizzera
volevi arrivare in Grecia
e al mondo dimostrare
che un gesto estremo
a volte la storia può cambiare ma…
Portavi in tasca
pezzi di orologeria
e la cartolina di una vecchia birreria
la radio poi
annunciò che proprio lì
un attentato al Führer
per poco fallì
Era…
Georg Georg Georg
Georg Elser
piccolo artigiano svevo
dal cuore grande
Georg Georg Georg
Georg Elser
tutto da solo lui fece
Georg Elser
la la la la…
la la la la…
Portato a Berlino
in mano alla Gestapo
interrogato e più volte torturato
non vi furono mandanti
nè bande eversive
la propaganda parlò addirittura
di servizi segreti inglesi
Ma non fu un eroe
nè tanto meno un terrorista
ma onesto cittadino
del mestiere un artista
la radio poi
annunciò che proprio lì
un attentato al Führer
per poco fallì
Era…
Georg Georg Georg
Georg Elser
piccolo artigiano svevo
dal cuore grande
Georg Georg Georg
Georg Elser
tutto da solo lui fece
Georg Elser
la la la la…
la la la la…
quell’ “Altolà!”
eri a pochi passi
dalla frontiera svizzera
volevi arrivare in Grecia
e al mondo dimostrare
che un gesto estremo
a volte la storia può cambiare ma…
Portavi in tasca
pezzi di orologeria
e la cartolina di una vecchia birreria
la radio poi
annunciò che proprio lì
un attentato al Führer
per poco fallì
Era…
Georg Georg Georg
Georg Elser
piccolo artigiano svevo
dal cuore grande
Georg Georg Georg
Georg Elser
tutto da solo lui fece
Georg Elser
la la la la…
la la la la…
Portato a Berlino
in mano alla Gestapo
interrogato e più volte torturato
non vi furono mandanti
nè bande eversive
la propaganda parlò addirittura
di servizi segreti inglesi
Ma non fu un eroe
nè tanto meno un terrorista
ma onesto cittadino
del mestiere un artista
la radio poi
annunciò che proprio lì
un attentato al Führer
per poco fallì
Era…
Georg Georg Georg
Georg Elser
piccolo artigiano svevo
dal cuore grande
Georg Georg Georg
Georg Elser
tutto da solo lui fece
Georg Elser
la la la la…
la la la la…
envoyé par Dead End - 10/8/2012 - 11:35
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Da “Tiro di classe”, album d’esordio
Gasparazzo, una band fondata da due musicisti abruzzesi (Alessandro Caporossi e Generoso Pierascenzi) che nel nome adottato richiama, da una parte, il personaggio creato nel 1972 dal cartoonist Roberto Zamarin per il quotidiano “Lotta Continua” (Zamarin morì in un incidente stradale quello stesso anno ed il suo Gasparazzo ebbe quindi vita breve), dall’altra Calogero Gasparazzo, uno dei protagonisti dell’insurrezione di Bronte del 1860, schiacciata nel sangue dai garibaldini, quelli che qualcuno dice fecero la cosiddetta Unità d’Italia…
Se fosse andato a buon fine, l’umanità non avrebbe conosciuto gli orrori di una guerra mondiale e della Shoah.
A Georg Elser i nazisti gli stettero sul culo fin dall’inizio tant’è che, pur essendo un credente praticante (protestante), aderì presto al Partito Comunista perché credeva che fosse il solo a poter difendere i lavoratori dalle continue e sempre nuove restrizioni alla libertà imposte dal nazismo…
Nel 1938, dopo la “crisi dei Sudeti” e l’accordo di Monaco, Elser si convinse, come molti altri, che Hitler parlava di pace ma preparava la guerra e decise che l’unica cosa da fare era di ammazzarlo.
Elser cominciò a pensare al piano esattamente un anno prima di realizzarlo. L’8 novembre del 1938 si recò alla Bürgerbräukeller, una grande birreria di Monaco, dove potè assistere alla commemorazione, presente il Führer, del cosiddetto “Putsch della birreria”, quando nel 1923 Hitler proprio in quelle sale si era presentato alla Germania con un tentativo di colpo di Stato…
Elser si rese conto che le misure di sicurezza erano piuttosto blande. Inoltre proprio in quei giorni di novembre del 1938 i nazisti realizzarono la famigerata “Notte dei Cristalli” contro gli ebrei, ed Esler decise che l’anno successivo proprio in quei giorni il Führer avrebbe pagato per le atrocità commesse.
Esler si concentrò nella preparazione dell’attentato. Allontanatosi da amici e familiari, autocostrettosi in una sorta di clandestinità, si fece assumere in una cava dove, poco a poco, trafugò l’esplosivo che gli sarebbe servito. Il timer lo realizzò con grande facilità, visto che aveva lavorato per diverso tempo come operaio in una fabbrica di orologi. Poi, qualche tempo prima dell’8 novembre 1939, si diede malato e partì alla volta di Monaco. Tutte le sere andava alla Bürgerbräukeller e vi si nascondeva alla chiusura, lavorando di notte per ricavare una nicchia nella colonna vicino alla quale sarebbe stato montato il palco per Hitler e i suoi gerarchi. Vi inserì l’ordigno con il timer programmato e partì per Costanza, da dove sperava di raggiungere la Svizzera.
L’esplosione era programmata per le 21.20 ed effettivamente avvenne, uccidendo 8 nazisti ma… non Hitler, che per ragioni meteorologiche aveva dovuto lasciare la festa qualche minuto prima…
Peccato, il corso della Storia avrebbe potuto essere ben diverso, e per soli 7/8 minuti!
Esler fu arrestato alla dogana con la Svizzera. Consegnato nelle mani della Gestapo e di Himmler in persona, fu orrendamente torturato per poi essere internato a Sachsenhausen e Dachau, dove fu fucilato il 9 aprile 1945, pochi giorni prima che il campo fosse liberato dagli Alleati…
Per pochi minuti non fece fuori il Male…
Per poche ore non salvò la pelle…
Una vita contro la Morte e contro il Tempo, quella di Georg Elser, l’operaio che quasi riuscì a cambiare il tragico destino dell’umanità.
“Poiché nessuno è in grado di farsi da sé solo imperatore, è chiaro che è il popolo a innalzare uno sopra tutti così che egli possa governare e reggere l’impero con la giustizia (...) Agli imperatori e ai re che proteggono il regno si devono lealtà e rispetto, ma se essi si volgono all’esercizio della tirannide allora ogni obbedienza e rispetto vengono a mancare. Quando colui che è stato scelto per punire i malvagi diviene egli stesso malvagio e esercita con crudeltà contro i suoi sudditi la tirannide che aveva il compito di allontanare dal regno, è evidente che deve decadere dalla carica concessagli e che il popolo ha il diritto di liberarsi dal suo dominio: è il re divenuto tiranno il primo a rompere il patto. Nessuno può accusare il popolo visto che il re è stato il primo a tradire la fiducia pattuita.” (Manegoldo di Lautenbach, filosofo e teologo tedesco dell’XI secolo d.C.)