Avec une bêche à l'épaule,
Avec, à la lèvre, un doux chant,
Avec, à la lèvre, un doux chant,
Avec, à l'âme, un grand courage,
Il s'en allait trimer aux champs!
Pauvre Martin, pauvre misère,
Creuse la terre, creuse le temps!
Pour gagner le pain de sa vie,
De l'aurore jusqu'au couchant,
De l'aurore jusqu'au couchant,
Il s'en allait bêcher la terre
En tous les lieux, par tous les temps!
Pauvre Martin, pauvre misère,
Creuse la terre, creuse le temps!
Sans laisser voir, sur son visage,
Ni l'air jaloux ni l'air méchant,
Ni l'air jaloux ni l'air méchant,
Il retournait le champ des autres,
Toujours bêchant, toujours bêchant!
Pauvre Martin, pauvre misère,
Creuse la terre, creuse le temps!
Et quand la mort lui a fait signe
De labourer son dernier champ,
De labourer son dernier champ,
Il creusa lui-même sa tombe
En faisant vite, en se cachant...
Pauvre Martin, pauvre misère,
Creuse la terre, creuse le temps!
Il creusa lui-même sa tombe
En faisant vite, en se cachant,
En faisant vite, en se cachant,
Et s'y étendit sans rien dire
Pour ne pas déranger les gens...
Pauvre Martin, pauvre misère,
Dors sous la terre, dors sous le temps!
Avec, à la lèvre, un doux chant,
Avec, à la lèvre, un doux chant,
Avec, à l'âme, un grand courage,
Il s'en allait trimer aux champs!
Pauvre Martin, pauvre misère,
Creuse la terre, creuse le temps!
Pour gagner le pain de sa vie,
De l'aurore jusqu'au couchant,
De l'aurore jusqu'au couchant,
Il s'en allait bêcher la terre
En tous les lieux, par tous les temps!
Pauvre Martin, pauvre misère,
Creuse la terre, creuse le temps!
Sans laisser voir, sur son visage,
Ni l'air jaloux ni l'air méchant,
Ni l'air jaloux ni l'air méchant,
Il retournait le champ des autres,
Toujours bêchant, toujours bêchant!
Pauvre Martin, pauvre misère,
Creuse la terre, creuse le temps!
Et quand la mort lui a fait signe
De labourer son dernier champ,
De labourer son dernier champ,
Il creusa lui-même sa tombe
En faisant vite, en se cachant...
Pauvre Martin, pauvre misère,
Creuse la terre, creuse le temps!
Il creusa lui-même sa tombe
En faisant vite, en se cachant,
En faisant vite, en se cachant,
Et s'y étendit sans rien dire
Pour ne pas déranger les gens...
Pauvre Martin, pauvre misère,
Dors sous la terre, dors sous le temps!
envoyé par Dead End - 2/8/2012 - 10:11
Langue: italien
Traduzione italiana di Beppe Chierici da Il Pornografo
TRISTO MARTINO
Con una vanga sulla spalla
e sulle labbra una canzon,
e sulle labbra una canzon,
e con nel cuor un gran coraggio
nei campi andava a lavorar.
Tristo Martino, triste miseria,
scava la terra e tira a campar.
Per guadagnarsi un po' di pane
dall'alba fino al tramontar,
dall'alba fino al tramontar,
in ogni luogo e ogni stagione
mai non smetteva di vangar.
Tristo Martino, triste miseria,
scava la terra e tira a campar.
Senza tradire sul suo viso
l'aria di chi voglia invidiar,
l'aria di chi voglia invidiar,
il campo altrui lui continuava
sempre a vangar, sempre a vangar.
Tristo Martino, triste miseria,
scava la terra e tira a campar.
Gli fece segno un dì la morte
l'ultimo acro di vangar,
l'ultimo acro di vangar,
scavò lui stesso la sua tomba
per non doverlo domandar.
Tristo Martino, triste miseria,
scava la terra e tira a campar.
Scavò lui stesso la sua tomba
per non doverlo domandar,
per non doverlo domandar,
e si calò senza parlare
per non volerci disturbar.
Tristo Martino, triste miseria,
scava la terra e tira a campar.
Con una vanga sulla spalla
e sulle labbra una canzon,
e sulle labbra una canzon,
e con nel cuor un gran coraggio
nei campi andava a lavorar.
Tristo Martino, triste miseria,
scava la terra e tira a campar.
Per guadagnarsi un po' di pane
dall'alba fino al tramontar,
dall'alba fino al tramontar,
in ogni luogo e ogni stagione
mai non smetteva di vangar.
Tristo Martino, triste miseria,
scava la terra e tira a campar.
Senza tradire sul suo viso
l'aria di chi voglia invidiar,
l'aria di chi voglia invidiar,
il campo altrui lui continuava
sempre a vangar, sempre a vangar.
Tristo Martino, triste miseria,
scava la terra e tira a campar.
Gli fece segno un dì la morte
l'ultimo acro di vangar,
l'ultimo acro di vangar,
scavò lui stesso la sua tomba
per non doverlo domandar.
Tristo Martino, triste miseria,
scava la terra e tira a campar.
Scavò lui stesso la sua tomba
per non doverlo domandar,
per non doverlo domandar,
e si calò senza parlare
per non volerci disturbar.
Tristo Martino, triste miseria,
scava la terra e tira a campar.
envoyé par Dead End - 2/8/2012 - 12:52
Langue: italien
Versione italiana di Salvo Lo Galbo da Brassens in italiano
TRISTE MARTINO
Portando in braccio il suo piccone
e fischiettando di buon dì,
e fischiettando di buon dì,
senza temere il solleone
a lavorare se ne va.
Triste Martino,
triste destino,
fa' il contadino
e cantaci su.
Per quattro soldi di salario,
dall'alba al tramontar del dì
dall'alba al tramontar del dì
scorreva tutto il calendario
senza che riposasse un pò.
Triste Martino,
triste destino,
fa' il contadino
e cantaci su.
Senza lanciare mai un'occhiata
d'invidia verso i campi altrui
d'invidia verso i campi altrui
lui si buscava la giornata
zappando il suo, zappando il suo.
Triste Martino,
triste destino,
fa' il contadino
e cantaci su.
Venne la Morte che gl'impose
"Scava una buca, ora, per te!"
"Scava una buca, ora, per te!"
ed egli, mesto, non si oppose:
prese il piccone e incomiciò.
Triste Martino,
triste destino,
fa' il contadino
e cantaci su.
Senza voler chiedere aiuto,
da solo un loculo scavò
da solo un loculo scavò
e, nel silenzio più assoluto,
lasciò il piccone e poi vi entrò.
Triste Martino,
trste destino;
soltanto ora
non zappi più.
Portando in braccio il suo piccone
e fischiettando di buon dì,
e fischiettando di buon dì,
senza temere il solleone
a lavorare se ne va.
Triste Martino,
triste destino,
fa' il contadino
e cantaci su.
Per quattro soldi di salario,
dall'alba al tramontar del dì
dall'alba al tramontar del dì
scorreva tutto il calendario
senza che riposasse un pò.
Triste Martino,
triste destino,
fa' il contadino
e cantaci su.
Senza lanciare mai un'occhiata
d'invidia verso i campi altrui
d'invidia verso i campi altrui
lui si buscava la giornata
zappando il suo, zappando il suo.
Triste Martino,
triste destino,
fa' il contadino
e cantaci su.
Venne la Morte che gl'impose
"Scava una buca, ora, per te!"
"Scava una buca, ora, per te!"
ed egli, mesto, non si oppose:
prese il piccone e incomiciò.
Triste Martino,
triste destino,
fa' il contadino
e cantaci su.
Senza voler chiedere aiuto,
da solo un loculo scavò
da solo un loculo scavò
e, nel silenzio più assoluto,
lasciò il piccone e poi vi entrò.
Triste Martino,
trste destino;
soltanto ora
non zappi più.
envoyé par Dead End - 2/8/2012 - 13:05
Langue: italien
Versione italiana di Simone Viburni da Brassens in italiano
TRISTO MARTINO
Con una vanga sulla spalla
sulle labbra un dolce canto
sulle labbra un dolce canto
nell'anima un gran coraggio
andava a lavorare il campo
Tristo Martino ma che miseria
scavi la terra scavi il tempo
Per guadagnarsi un p'ò di pane
dall'alba al calar del sole
dall'alba al calar del sole
andava a rivoltar la terra
in tutti i luoghi per ogni dove
Tristo Martino ma che miseria
scavi la terra scavi il tempo
Senza lasciar vedere sul viso
l'aria gelosa o l'aria cattiva
l'aria gelosa o l'aria cattiva
rivoltava il campo degli altri
giorno e notte a testa china
Tristo Martino ma che miseria
scavi la terra scavi il tempo
Quando la morte gli fece segno
di arare l'ultimo campo
di arare l'ultimo campo
scavò una piccola fossa
in fretta non ebbe scampo.
Tristo Martino ma che miseria
scavi la terra scavi il tempo
Scavò da solo quella fossa
con il suo ultimo fiato
E con il suo ultimo fiato
si stese li e ci confidò
che non avrebbe disturbato
Tristo Martino ma che miseria
scavi la terra scavi il tempo
Con una vanga sulla spalla
sulle labbra un dolce canto
sulle labbra un dolce canto
nell'anima un gran coraggio
andava a lavorare il campo
Tristo Martino ma che miseria
scavi la terra scavi il tempo
Per guadagnarsi un p'ò di pane
dall'alba al calar del sole
dall'alba al calar del sole
andava a rivoltar la terra
in tutti i luoghi per ogni dove
Tristo Martino ma che miseria
scavi la terra scavi il tempo
Senza lasciar vedere sul viso
l'aria gelosa o l'aria cattiva
l'aria gelosa o l'aria cattiva
rivoltava il campo degli altri
giorno e notte a testa china
Tristo Martino ma che miseria
scavi la terra scavi il tempo
Quando la morte gli fece segno
di arare l'ultimo campo
di arare l'ultimo campo
scavò una piccola fossa
in fretta non ebbe scampo.
Tristo Martino ma che miseria
scavi la terra scavi il tempo
Scavò da solo quella fossa
con il suo ultimo fiato
E con il suo ultimo fiato
si stese li e ci confidò
che non avrebbe disturbato
Tristo Martino ma che miseria
scavi la terra scavi il tempo
envoyé par Dead End - 2/8/2012 - 13:06
Langue: italien
Riadattamento in italiano di Clark Gleba.
Traduzione: Clark Gleba
Voce: Clark Gleba
Musica: Mikara O'Keefe
Traduzione: Clark Gleba
Voce: Clark Gleba
Musica: Mikara O'Keefe
POVERO ORESTE
Con una vanga sulle spalle
E tra le labbra una canzon
Tra le labbra una canzon
Con il cuore coraggioso
Vangava il campo del padron
Povero Oreste, miseria ladra
Scava la terra, scava il tempo
Per guadagnarsi la pagnotta
Fino a quando il giorno muor
Fino a quando il giorno muor
Zappa e vanga l'altrui terra
D'ogn'intorno ed ognor
Povero Oreste, miseria ladra
Scava la terra, scava il tempo
Non c'era invidia nei suoi occhi
Non c'era odio né rancor
Non c'era odio né rancor
Rivoltava i campi altrui
Scava, zappa e vanga ancor
Povero Oreste, miseria ladra
Scava la terra, scava il tempo
E quand'ebbe il solo campo
Di cui era possessor
Di cui era possessor
Fu una gentile concessione
Della morte con amor
Povero Oreste, miseria ladra
Scava la terra, scava il tempo
Si scavò da sé la tomba
E da buon sommozzator
E da buon sommozzator
Ci si tuffò senza dir niente
Senza far troppo rumor...
Povero Oreste, miseria ladra
Sotto la terra, sotto il tempo.
Con una vanga sulle spalle
E tra le labbra una canzon
Tra le labbra una canzon
Con il cuore coraggioso
Vangava il campo del padron
Povero Oreste, miseria ladra
Scava la terra, scava il tempo
Per guadagnarsi la pagnotta
Fino a quando il giorno muor
Fino a quando il giorno muor
Zappa e vanga l'altrui terra
D'ogn'intorno ed ognor
Povero Oreste, miseria ladra
Scava la terra, scava il tempo
Non c'era invidia nei suoi occhi
Non c'era odio né rancor
Non c'era odio né rancor
Rivoltava i campi altrui
Scava, zappa e vanga ancor
Povero Oreste, miseria ladra
Scava la terra, scava il tempo
E quand'ebbe il solo campo
Di cui era possessor
Di cui era possessor
Fu una gentile concessione
Della morte con amor
Povero Oreste, miseria ladra
Scava la terra, scava il tempo
Si scavò da sé la tomba
E da buon sommozzator
E da buon sommozzator
Ci si tuffò senza dir niente
Senza far troppo rumor...
Povero Oreste, miseria ladra
Sotto la terra, sotto il tempo.
Langue: anglais
Traduzione inglese di Didier Delahaye da BrassensREDUX
POOR MARTIN
With a shovel on his shoulder
On his rounded lips a whistle
On his rounded lips a whistle
His heart the size of a boulder
He went clearing fields of thistle.
Poor ole Martin, humble of birth
Dig away time, dig away earth!
To earn the salt of a living
From dawn until the day is done
From dawn until the day is done
Fields of stone he went a-clearing
In the rain or the glaring sun.
Poor ole Martin, humble of birth
Dig away time, dig away earth!
Without ever showing a trace
Of bitterness before his lot
Of bitterness before his lot
He toiled with a smile on his face
Ever digging another plot.
Poor ole Martin, humble of birth
Dig away time, dig away earth!
When death made upon him demand
That he go till his final field
That he go till his final field
He dug his grave with his own hand
With the falling night as his shield.
Poor ole Martin, humble of birth
Dig away time, dig away earth!
He made his grave, unseen, unheard
His heart weighing like a boulder
His heart weighing like a boulder
And laid himself without a word
Shovel resting on a shoulder.
Poor ole Martin, humble of birth
Sleep away time, sleep away earth!
With a shovel on his shoulder
On his rounded lips a whistle
On his rounded lips a whistle
His heart the size of a boulder
He went clearing fields of thistle.
Poor ole Martin, humble of birth
Dig away time, dig away earth!
To earn the salt of a living
From dawn until the day is done
From dawn until the day is done
Fields of stone he went a-clearing
In the rain or the glaring sun.
Poor ole Martin, humble of birth
Dig away time, dig away earth!
Without ever showing a trace
Of bitterness before his lot
Of bitterness before his lot
He toiled with a smile on his face
Ever digging another plot.
Poor ole Martin, humble of birth
Dig away time, dig away earth!
When death made upon him demand
That he go till his final field
That he go till his final field
He dug his grave with his own hand
With the falling night as his shield.
Poor ole Martin, humble of birth
Dig away time, dig away earth!
He made his grave, unseen, unheard
His heart weighing like a boulder
His heart weighing like a boulder
And laid himself without a word
Shovel resting on a shoulder.
Poor ole Martin, humble of birth
Sleep away time, sleep away earth!
envoyé par Dead End - 2/8/2012 - 13:55
Langue: catalan
Versione catalana di Miquel Pujadó dal suo disco “Pujadó canta Brassens” del 1992
Testo trovato su Cancioneros.com
Testo trovato su Cancioneros.com
POBRE MARTÍ
Amb una aixada sobre el muscle
i als llavis prims un dolç cantar
i als llavis prims un dolç cantar,
amb l’esperit ple de coratge,
als camps anava a treballar.
Pobre Martí, pobra misèria,
caves la terra, caves el temps.
Per guanyar el pa de cada dia,
des de l’albada fins ‘la nit
des de l’albada fins ‘la nit,
es barallava amb els terrossos
d’arreu del temps i l’Infinit.
Sense deixar entreveure al rostre
ni un xic d’enveja ni maldat,
ni un xic d’enveja ni maldat,
els camps dels altres conreava,
sempre cavant, sempre esllomat.
I, quan la Mort li va fer un signe
per deixar l’últim camp llaurat
per deixar l’últim camp llaurat,
es va cavar ell mateix la tomba
a corre-cuita i d’amagat.
Es va cavar ell mateix la tomba
a corre-cuita i d’amagat
a corre-cuita i d’amagat.
Després, s’hi va ajaçar en silenci,
i així ningú fou destrobat.
Pobre Martí, pobra misèria,
caves la terra, caves el temps.
Pobre Martí, pobra misèria,
dorm sota terra, dorm sota el temps.
Amb una aixada sobre el muscle
i als llavis prims un dolç cantar
i als llavis prims un dolç cantar,
amb l’esperit ple de coratge,
als camps anava a treballar.
Pobre Martí, pobra misèria,
caves la terra, caves el temps.
Per guanyar el pa de cada dia,
des de l’albada fins ‘la nit
des de l’albada fins ‘la nit,
es barallava amb els terrossos
d’arreu del temps i l’Infinit.
Sense deixar entreveure al rostre
ni un xic d’enveja ni maldat,
ni un xic d’enveja ni maldat,
els camps dels altres conreava,
sempre cavant, sempre esllomat.
I, quan la Mort li va fer un signe
per deixar l’últim camp llaurat
per deixar l’últim camp llaurat,
es va cavar ell mateix la tomba
a corre-cuita i d’amagat.
Es va cavar ell mateix la tomba
a corre-cuita i d’amagat
a corre-cuita i d’amagat.
Després, s’hi va ajaçar en silenci,
i així ningú fou destrobat.
Pobre Martí, pobra misèria,
caves la terra, caves el temps.
Pobre Martí, pobra misèria,
dorm sota terra, dorm sota el temps.
envoyé par Bernart - 15/5/2013 - 13:31
Langue: espagnol
Versione spagnola di Ángel Parra da Cancioneros.com
POBRE MARTÍN
Lleva el azadón al hombro
y en la boca un dulce cantar
y mucho valor en el alma,
va de mañana a trabajar.
Pobre Martín, pobre miseria,
ara la tierra sin descansar.
Para ganar el pan de su vida,
desde el alba al anochecer
abriendo surcos a la tierra
todas las horas y por doquier.
Sin poner buena o mala cara,
sin tener celos ni rencor,
labrando los campos ajenos,
arando siempre con ardor.
Cuando le avisó la muerte
que por fin llegó al final,
abrió solo su propia tumba,
ganó su último jornal.
Abrió solo su propia tumba,
ganó su último jornal
y se tumbó sin decir nada:
él nunca quiso molestar.
Lleva el azadón al hombro
y en la boca un dulce cantar
y mucho valor en el alma,
va de mañana a trabajar.
Pobre Martín, pobre miseria,
ara la tierra sin descansar.
Para ganar el pan de su vida,
desde el alba al anochecer
abriendo surcos a la tierra
todas las horas y por doquier.
Sin poner buena o mala cara,
sin tener celos ni rencor,
labrando los campos ajenos,
arando siempre con ardor.
Cuando le avisó la muerte
que por fin llegó al final,
abrió solo su propia tumba,
ganó su último jornal.
Abrió solo su propia tumba,
ganó su último jornal
y se tumbó sin decir nada:
él nunca quiso molestar.
envoyé par Bernart - 15/5/2013 - 13:34
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Album: “Le Vent”
Canzone sullo sfruttamento dei contadini salariati, ispirata all’opera di François de Montcorbier detto Villon.
Citata da Jean Ferrat in Bicentenaire, canzone dedicata al Bicentenario della Rivoluzione Francese.