Giorgio Gaber: Qualcuno era comunista
GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCGLangue: italien
Qualcuno era comunista perché era nato in Emilia.
Qualcuno era comunista perché il nonno, lo zio, il papà… la mamma no.
Qualcuno era comunista perché vedeva la Russia come una promessa, la Cina come una poesia, il comunismo come il Paradiso Terrestre.
Qualcuno era comunista perché si sentiva solo.
Qualcuno era comunista perché aveva avuto un’educazione troppo cattolica.
Qualcuno era comunista perché il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo esigeva, la letteratura anche… lo esigevano tutti.
Qualcuno era comunista perché “La Storia è dalla nostra parte!”.
Qualcuno era comunista perché glielo avevano detto.
Qualcuno era comunista perché non gli avevano detto tutto.
Qualcuno era comunista perché prima era fascista.
Qualcuno era comunista perché aveva capito che la Russia andava piano ma lontano.
Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona.
Qualcuno era comunista perché Andreotti non era una brava persona.
Qualcuno era comunista perché era ricco ma amava il popolo.
Qualcuno era comunista perché beveva il vino e si commuoveva alle feste popolari.
Qualcuno era comunista perché era così ateo che aveva bisogno di un altro Dio.
Qualcuno era comunista perché era talmente affascinato dagli operai che voleva essere uno di loro.
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di fare l’operaio.
Qualcuno era comunista perché voleva l’aumento di stipendio.
Qualcuno era comunista perché la borghesia il proletariato la lotta di classe. Facile no?
Qualcuno era comunista perché la rivoluzione oggi no, domani forse, ma dopo domani sicuramente…
Qualcuno era comunista perché “Viva Marx, viva Lenin, viva Mao Tse-Tung”.
Qualcuno era comunista per fare rabbia a suo padre.
Qualcuno era comunista perché guardava sempre Rai Tre.
Qualcuno era comunista per moda, qualcuno per principio, qualcuno per frustrazione.
Qualcuno era comunista perché voleva statalizzare tutto.
Qualcuno era comunista perché non conosceva gli impiegati statali, parastatali e affini.
Qualcuno era comunista perché aveva scambiato il “materialismo dialettico” per il “Vangelo secondo Lenin”.
Qualcuno era comunista perché era convinto d’avere dietro di sé la classe operaia.
Qualcuno era comunista perché era più comunista degli altri.
Qualcuno era comunista perché c’era il grande Partito Comunista.
Qualcuno era comunista nonostante ci fosse il grande Partito Comunista.
Qualcuno era comunista perché non c’era niente di meglio.
Qualcuno era comunista perché abbiamo il peggiore Partito Socialista d’Europa.
Qualcuno era comunista perché lo Stato peggio che da noi solo l’Uganda.
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di quarant’anni di governi viscidi e ruffiani.
Qualcuno era comunista perché piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l’Italicus, Ustica, eccetera, eccetera, eccetera.
Qualcuno era comunista perché chi era contro era comunista.
Qualcuno era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia.
Qualcuno credeva di essere comunista e forse era qualcos’altro.
Qualcuno era comunista perché sognava una libertà diversa da quella americana.
Qualcuno era comunista perché pensava di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.
Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo, perché era disposto a cambiare ogni giorno, perché sentiva la necessità di una morale diversa, perché forse era solo una forza, un volo, un sogno, era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.
Qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come più di se stesso, era come due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana e dall’altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita.
No, niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare, come dei gabbiani ipotetici.
E ora? Anche ora ci si sente come in due: da una parte l’uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall’altra il gabbiano, senza più neanche l’intenzione del volo, perché ormai il sogno si è rattrappito.
Due miserie in un corpo solo.
Qualcuno era comunista perché il nonno, lo zio, il papà… la mamma no.
Qualcuno era comunista perché vedeva la Russia come una promessa, la Cina come una poesia, il comunismo come il Paradiso Terrestre.
Qualcuno era comunista perché si sentiva solo.
Qualcuno era comunista perché aveva avuto un’educazione troppo cattolica.
Qualcuno era comunista perché il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo esigeva, la letteratura anche… lo esigevano tutti.
Qualcuno era comunista perché “La Storia è dalla nostra parte!”.
Qualcuno era comunista perché glielo avevano detto.
Qualcuno era comunista perché non gli avevano detto tutto.
Qualcuno era comunista perché prima era fascista.
Qualcuno era comunista perché aveva capito che la Russia andava piano ma lontano.
Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona.
Qualcuno era comunista perché Andreotti non era una brava persona.
Qualcuno era comunista perché era ricco ma amava il popolo.
Qualcuno era comunista perché beveva il vino e si commuoveva alle feste popolari.
Qualcuno era comunista perché era così ateo che aveva bisogno di un altro Dio.
Qualcuno era comunista perché era talmente affascinato dagli operai che voleva essere uno di loro.
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di fare l’operaio.
Qualcuno era comunista perché voleva l’aumento di stipendio.
Qualcuno era comunista perché la borghesia il proletariato la lotta di classe. Facile no?
Qualcuno era comunista perché la rivoluzione oggi no, domani forse, ma dopo domani sicuramente…
Qualcuno era comunista perché “Viva Marx, viva Lenin, viva Mao Tse-Tung”.
Qualcuno era comunista per fare rabbia a suo padre.
Qualcuno era comunista perché guardava sempre Rai Tre.
Qualcuno era comunista per moda, qualcuno per principio, qualcuno per frustrazione.
Qualcuno era comunista perché voleva statalizzare tutto.
Qualcuno era comunista perché non conosceva gli impiegati statali, parastatali e affini.
Qualcuno era comunista perché aveva scambiato il “materialismo dialettico” per il “Vangelo secondo Lenin”.
Qualcuno era comunista perché era convinto d’avere dietro di sé la classe operaia.
Qualcuno era comunista perché era più comunista degli altri.
Qualcuno era comunista perché c’era il grande Partito Comunista.
Qualcuno era comunista nonostante ci fosse il grande Partito Comunista.
Qualcuno era comunista perché non c’era niente di meglio.
Qualcuno era comunista perché abbiamo il peggiore Partito Socialista d’Europa.
Qualcuno era comunista perché lo Stato peggio che da noi solo l’Uganda.
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di quarant’anni di governi viscidi e ruffiani.
Qualcuno era comunista perché piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l’Italicus, Ustica, eccetera, eccetera, eccetera.
Qualcuno era comunista perché chi era contro era comunista.
Qualcuno era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia.
Qualcuno credeva di essere comunista e forse era qualcos’altro.
Qualcuno era comunista perché sognava una libertà diversa da quella americana.
Qualcuno era comunista perché pensava di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.
Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo, perché era disposto a cambiare ogni giorno, perché sentiva la necessità di una morale diversa, perché forse era solo una forza, un volo, un sogno, era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.
Qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come più di se stesso, era come due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana e dall’altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita.
No, niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare, come dei gabbiani ipotetici.
E ora? Anche ora ci si sente come in due: da una parte l’uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall’altra il gabbiano, senza più neanche l’intenzione del volo, perché ormai il sogno si è rattrappito.
Due miserie in un corpo solo.
envoyé par Krzysztof Wrona - 22/7/2012 - 12:25
Langue: polonais
Versione polacca di Krzysztof Wrona
(circa 2005)
(circa 2005)
E' la prima canzone italiana in assoluto che ho tradotto in polacco. L'ho fatto con un senso di ritrosia, perché essendo cresciuto in un paese di socialismo reale e passando la mia gioventù in Italia, dopo il ritorno in patria, cercavo intorno al 2005 di mettere in ordine le mie esperienze personali. E poi il testo mi sembrava semplice, senza rime, anche se certi fatti della storia italiana non saranno mai capiti più di tanto dal pubblico polacco. (Krzysztof Wrona)
KTOŚ BYŁ KOMUNISTĄ
Ktoś był komunistą dlatego, że urodził się w Emilii
Ktoś był komunistą dlatego, że dziadek ,wujek ,tato ...mama nie.
Ktoś był komunistą dlatego, że postrzegał Rosję-jak obietnicę , Chiny-jak poezję, komunizm-jako raj na ziemi.
Ktoś był komunistą dlatego, że czuł się samotny.
Ktoś był komunistą dlatego, że miał zbyt katolickie wychowanie (na stronie - aj jaj ja jaj)
Ktoś był komunistą dlatego, że film tego wymagał, teatr tego wymagał, malarstwo tego wymagało, literatura również....wszyscy tego wymagali.
Ktoś był komunistą dlatego, że tak mu powiedzieli.
Ktoś był komunistą dlatego, że nie powiedzieli mu wszystkiego.
Ktoś był komunistą dlatego, że wcześniej ... (na stronie-wcześniej, wcześniej) ... był faszystą.
Ktoś był komunistą dlatego, że zrozumiał iż Rosja kroczyła powoli....ale daleko (na stronie -o kurwa!)
Ktoś był komunista dlatego, że Berlinguer był porządnym człowiekiem.
Ktoś był komunistą dlatego, że Andreotti - nie był porządnym człowiekiem.
Ktoś był komunistą dlatego, że był bogaty...ale kochał prosty lud.
Ktoś był komunistą dlatego, że pił wino i wzruszał się do łez na festynach ludowych.
Ktoś był komunistą dlatego, że był do tego stopnia ateistą iż potrzebował innego Boga.
Ktoś był komunistą, bo tak fascynowali go robotnicy iż chciał być jednym z nich.
Ktoś był komunistą dlatego, że miał po dziurki w nosie bycia robotnikiem.
Ktoś był komunistą bo chciał podwyżki.
Ktoś był komunistą dlatego, że-rewolucja dzisiaj-nie, jutro-może, a pojutrze to już na pewno.
Ktoś był komunistą dlatego, że burżuje...proletariat...walka klas ,do chuja...
Ktoś był komunistą na złość swemu ojcu.
Ktoś był komunistą dlatego, że oglądał tylko Rai Tre.
Ktoś był komunistą bo taka była moda, ktoś inny dla zasady, jeszcze ktoś z powodu frustracji.
Ktoś był komunistą dlatego, że chciał upaństwowić wszystko (na stronie –ja pierdolę)!
Ktoś był komunistą bo nie znał urzędników państwowych, państwowych zleceniobiorców i tym podobnych!
Ktoś był komunistą dlatego, że pomylił mu się „materializm dialektyczny” z „Ewangelią według Lenina”.
Ktoś był komunistą bo był święcie przekonany, że za nim stoi cała klasa robotnicza (na stronie-o kurwa).
Ktoś był komunistą dlatego, że był bardziej komunistą niż wszyscy inni.
Ktoś był komunistą dlatego, że istniała wielka Partia Komunistyczna.
Ktoś był komunistą pomimo istnienia Wielkiej Partii.
Ktoś był komunistą dlatego, że nie było akurat nic lepszego.
Ktoś był komunistą dlatego, że mieliśmy najgorszą Partię Socjalistyczną w Europie!
Ktoś był komunistą dlatego, że gorzej niż u nas tylko w Ugandzie!
Ktoś był komunistą dlatego, że miał dość 40-letnich rządów Demokracji Chrześcijańskiej, nieudaczników i mafiosów !
Ktoś był komunistą dlatego, że –Piazza Fontana, Brescia, dworzec w Bolonii, Italicus, Ustica etc. ,etc. ,etc. ...
Ktoś był komunistą bo kto był przeciw-był komunistą.
Ktoś był komunistą dlatego, że nie mógł więcej znieść tego plugastwa, które upieramy się nazywać demokracją.
Ktoś ...ktoś sądził, że nim jest a może był czymś innym.
Ktoś był komunistą bo śnił o wolności innej niż ta amerykańska.
Ktoś był komunistą bo uważał, że może być żywy i szczęśliwy tylko jeśli inni będą czuli to samo.
Ktoś był komunistą bo potrzebował czegoś co porwie go ku nowemu ,
bo czuł potrzebę odnowy moralnej ,bo gotowy był kształtować każdy nowy dzień.
Dlatego ,że być może była to tylko siła ,lot ,sen ,był to tylko zryw ,pragnienie zmiany ,życiowa przemiana (na stronie-...tak ).
Ktoś był komunistą dlatego, że poprzez ten zryw każdy jakby przerastał samego siebie, był jak dwie osoby w jednej. Rozdwojony.
Z jednej strony codzienny osobisty trud, z drugiej uczucie przynależności do rodzaju ludzi, którzy chcieli podźwignąć się, by swe życie odmienić naprawdę.
Nie ...nie żal niczego. Być może i wtedy wielu rozpostarło skrzydła nie mając pojęcia o lataniu. Niczym hipotetyczne mewy.
A teraz? Teraz także jesteśmy rozdarci.
Z jednej strony człowiek wtłoczony w rzeczywistość, z najwyższym namaszczeniem celebrujący swą mizerną ,codzienną egzystencję aby przetrwać.
Z drugiej-zastygłe, skurczone marzenie.
Mewa nie próbująca nawet latać.
Dwie nędze w jednym ciele.
Ktoś był komunistą dlatego, że urodził się w Emilii
Ktoś był komunistą dlatego, że dziadek ,wujek ,tato ...mama nie.
Ktoś był komunistą dlatego, że postrzegał Rosję-jak obietnicę , Chiny-jak poezję, komunizm-jako raj na ziemi.
Ktoś był komunistą dlatego, że czuł się samotny.
Ktoś był komunistą dlatego, że miał zbyt katolickie wychowanie (na stronie - aj jaj ja jaj)
Ktoś był komunistą dlatego, że film tego wymagał, teatr tego wymagał, malarstwo tego wymagało, literatura również....wszyscy tego wymagali.
Ktoś był komunistą dlatego, że tak mu powiedzieli.
Ktoś był komunistą dlatego, że nie powiedzieli mu wszystkiego.
Ktoś był komunistą dlatego, że wcześniej ... (na stronie-wcześniej, wcześniej) ... był faszystą.
Ktoś był komunistą dlatego, że zrozumiał iż Rosja kroczyła powoli....ale daleko (na stronie -o kurwa!)
Ktoś był komunista dlatego, że Berlinguer był porządnym człowiekiem.
Ktoś był komunistą dlatego, że Andreotti - nie był porządnym człowiekiem.
Ktoś był komunistą dlatego, że był bogaty...ale kochał prosty lud.
Ktoś był komunistą dlatego, że pił wino i wzruszał się do łez na festynach ludowych.
Ktoś był komunistą dlatego, że był do tego stopnia ateistą iż potrzebował innego Boga.
Ktoś był komunistą, bo tak fascynowali go robotnicy iż chciał być jednym z nich.
Ktoś był komunistą dlatego, że miał po dziurki w nosie bycia robotnikiem.
Ktoś był komunistą bo chciał podwyżki.
Ktoś był komunistą dlatego, że-rewolucja dzisiaj-nie, jutro-może, a pojutrze to już na pewno.
Ktoś był komunistą dlatego, że burżuje...proletariat...walka klas ,do chuja...
Ktoś był komunistą na złość swemu ojcu.
Ktoś był komunistą dlatego, że oglądał tylko Rai Tre.
Ktoś był komunistą bo taka była moda, ktoś inny dla zasady, jeszcze ktoś z powodu frustracji.
Ktoś był komunistą dlatego, że chciał upaństwowić wszystko (na stronie –ja pierdolę)!
Ktoś był komunistą bo nie znał urzędników państwowych, państwowych zleceniobiorców i tym podobnych!
Ktoś był komunistą dlatego, że pomylił mu się „materializm dialektyczny” z „Ewangelią według Lenina”.
Ktoś był komunistą bo był święcie przekonany, że za nim stoi cała klasa robotnicza (na stronie-o kurwa).
Ktoś był komunistą dlatego, że był bardziej komunistą niż wszyscy inni.
Ktoś był komunistą dlatego, że istniała wielka Partia Komunistyczna.
Ktoś był komunistą pomimo istnienia Wielkiej Partii.
Ktoś był komunistą dlatego, że nie było akurat nic lepszego.
Ktoś był komunistą dlatego, że mieliśmy najgorszą Partię Socjalistyczną w Europie!
Ktoś był komunistą dlatego, że gorzej niż u nas tylko w Ugandzie!
Ktoś był komunistą dlatego, że miał dość 40-letnich rządów Demokracji Chrześcijańskiej, nieudaczników i mafiosów !
Ktoś był komunistą dlatego, że –Piazza Fontana, Brescia, dworzec w Bolonii, Italicus, Ustica etc. ,etc. ,etc. ...
Ktoś był komunistą bo kto był przeciw-był komunistą.
Ktoś był komunistą dlatego, że nie mógł więcej znieść tego plugastwa, które upieramy się nazywać demokracją.
Ktoś ...ktoś sądził, że nim jest a może był czymś innym.
Ktoś był komunistą bo śnił o wolności innej niż ta amerykańska.
Ktoś był komunistą bo uważał, że może być żywy i szczęśliwy tylko jeśli inni będą czuli to samo.
Ktoś był komunistą bo potrzebował czegoś co porwie go ku nowemu ,
bo czuł potrzebę odnowy moralnej ,bo gotowy był kształtować każdy nowy dzień.
Dlatego ,że być może była to tylko siła ,lot ,sen ,był to tylko zryw ,pragnienie zmiany ,życiowa przemiana (na stronie-...tak ).
Ktoś był komunistą dlatego, że poprzez ten zryw każdy jakby przerastał samego siebie, był jak dwie osoby w jednej. Rozdwojony.
Z jednej strony codzienny osobisty trud, z drugiej uczucie przynależności do rodzaju ludzi, którzy chcieli podźwignąć się, by swe życie odmienić naprawdę.
Nie ...nie żal niczego. Być może i wtedy wielu rozpostarło skrzydła nie mając pojęcia o lataniu. Niczym hipotetyczne mewy.
A teraz? Teraz także jesteśmy rozdarci.
Z jednej strony człowiek wtłoczony w rzeczywistość, z najwyższym namaszczeniem celebrujący swą mizerną ,codzienną egzystencję aby przetrwać.
Z drugiej-zastygłe, skurczone marzenie.
Mewa nie próbująca nawet latać.
Dwie nędze w jednym ciele.
envoyé par Krzysztof Wrona - 22/7/2012 - 12:31
Langue: anglais
Versione inglese di Riccardo Venturi
23 luglio 2012
English version by Riccardo Venturi
July 23, 2012
23 luglio 2012
English version by Riccardo Venturi
July 23, 2012
SOMEONE WAS A COMMUNIST
Someone was a communist because he was born in Emilia.
Someone was a communist because his grandpa, his uncle, his dad... not his mom, however.
Someone was a communist because he saw Russia as a promise, China as a poem and Communist as the Garden of Eden.
Someone was a communist because he felt alone.
Someone was a communist because his education was too Catholic.
Someone was a communist because required by the cinema, by the painting art, by literature...it was required by everyone.
Someone was a communist because “History is on our side!”
Someone was a communist because he was told to be so.
Someone was a communist because he wasn't told everything.
Someone was a communist because he was once a fascist.
Someone was a communist because he understood that Russia went slowly, but far.
Someone was a communist because Berlinguer was a good fellow.
Someone was a communist because Andreotti wasn't a good fellow.
Someone was a communist because he was rich but loved the people.
Someone was a communist because he drank wine and got moved at popular festivals.
Someone was a communist because he was too strong an atheist, that he felt need of another God.
Someone was a communist because he was so fascinated by workers, that he wanted to become one of them.
Someone was a communist because he was tired of working.
Someone was a communist because he wanted a wage rise.
Someone was a communist because the middle class, the working class, the class struggle...it's easy, isn't it?
Someone was a communist because revolution won't be today, maybe tomorrow, sure the day after tomorrow...
Someone was a communist because “Long live Marx, Lenin and Mao Tse-tung”.
Someone was a communist to get his father scared.
Someone was a communist because he always listened to Rai 3.
Someone was a communist for fashion's sake, someone on principle, someone induced by frustration.
Someone was a communist because he wanted everything to be nationalized.
Someone was a communist because he didn't know the state, state-controlled and otherwise public employees.
Someone was a communist because he had taken “dialectic materialism” for “St Lenin's gospel”.
Someone was a communist because he was sure he was supported by the working class.
Someone was a communist because he was more communist than others.
Someone was a communist because there was the great Communist Party,
Someone was a communist in spite of the great Communist Party.
Someone was a communist because there was nothing better.
Someone was a communist because we have the worst Socialist Party in Europe.
Someone was a communist because there's no state worse than ours, with the possible exception of Uganda.
Someone was a communist because he was sick and tired he was having fucking shit governments since forty years.
Someone was a communist because of Fontana square, Brescia, Bologna station, Italicus train, Ustica and so on.
Someone was a communist because any opposer was a communist.
Someone was a communist because he couldn't bear anymore that dirty thing we keep on calling democracy.
Someone believed he was a communist, but he was maybe something else.
Someone was a communist because he thought freedom could and should be different from American freedom.
Someone was a communist because he thought he could be living and happy only if the others were so, too.
Someone was a communist because he needed an impulse to something new, because he was ready to change every day, because he felt need of a different ethic, because it was maybe only strength, flying, dreaming, it was only a burst of enthusiasm, a desire of changing everything and his own life.
Someone was a communist because all this led him to add something to himself, it was as if he were two persons in one. His personal, everyday toil on one side, and, on the other side, his feeling to be part of a race that wanted to soar in the air to really change life.
There's no regret. Maybe, even at that time, many had opened their wings without being able to fly, like hypothetical seagulls.
And now? We feel as if we were double, even now: the established man passing respectfully through his dreary everyday survival on one side, and, on the other, the seagull who doesn't even want to try and fly anymore, because his dreams have numbed.
Two kinds of misery in a sole body.
Someone was a communist because he was born in Emilia.
Someone was a communist because his grandpa, his uncle, his dad... not his mom, however.
Someone was a communist because he saw Russia as a promise, China as a poem and Communist as the Garden of Eden.
Someone was a communist because he felt alone.
Someone was a communist because his education was too Catholic.
Someone was a communist because required by the cinema, by the painting art, by literature...it was required by everyone.
Someone was a communist because “History is on our side!”
Someone was a communist because he was told to be so.
Someone was a communist because he wasn't told everything.
Someone was a communist because he was once a fascist.
Someone was a communist because he understood that Russia went slowly, but far.
Someone was a communist because Berlinguer was a good fellow.
Someone was a communist because Andreotti wasn't a good fellow.
Someone was a communist because he was rich but loved the people.
Someone was a communist because he drank wine and got moved at popular festivals.
Someone was a communist because he was too strong an atheist, that he felt need of another God.
Someone was a communist because he was so fascinated by workers, that he wanted to become one of them.
Someone was a communist because he was tired of working.
Someone was a communist because he wanted a wage rise.
Someone was a communist because the middle class, the working class, the class struggle...it's easy, isn't it?
Someone was a communist because revolution won't be today, maybe tomorrow, sure the day after tomorrow...
Someone was a communist because “Long live Marx, Lenin and Mao Tse-tung”.
Someone was a communist to get his father scared.
Someone was a communist because he always listened to Rai 3.
Someone was a communist for fashion's sake, someone on principle, someone induced by frustration.
Someone was a communist because he wanted everything to be nationalized.
Someone was a communist because he didn't know the state, state-controlled and otherwise public employees.
Someone was a communist because he had taken “dialectic materialism” for “St Lenin's gospel”.
Someone was a communist because he was sure he was supported by the working class.
Someone was a communist because he was more communist than others.
Someone was a communist because there was the great Communist Party,
Someone was a communist in spite of the great Communist Party.
Someone was a communist because there was nothing better.
Someone was a communist because we have the worst Socialist Party in Europe.
Someone was a communist because there's no state worse than ours, with the possible exception of Uganda.
Someone was a communist because he was sick and tired he was having fucking shit governments since forty years.
Someone was a communist because of Fontana square, Brescia, Bologna station, Italicus train, Ustica and so on.
Someone was a communist because any opposer was a communist.
Someone was a communist because he couldn't bear anymore that dirty thing we keep on calling democracy.
Someone believed he was a communist, but he was maybe something else.
Someone was a communist because he thought freedom could and should be different from American freedom.
Someone was a communist because he thought he could be living and happy only if the others were so, too.
Someone was a communist because he needed an impulse to something new, because he was ready to change every day, because he felt need of a different ethic, because it was maybe only strength, flying, dreaming, it was only a burst of enthusiasm, a desire of changing everything and his own life.
Someone was a communist because all this led him to add something to himself, it was as if he were two persons in one. His personal, everyday toil on one side, and, on the other side, his feeling to be part of a race that wanted to soar in the air to really change life.
There's no regret. Maybe, even at that time, many had opened their wings without being able to fly, like hypothetical seagulls.
And now? We feel as if we were double, even now: the established man passing respectfully through his dreary everyday survival on one side, and, on the other, the seagull who doesn't even want to try and fly anymore, because his dreams have numbed.
Two kinds of misery in a sole body.
Langue: albanais (Gheg)
Versione albanese di Gino Luka
Giorgio Gaber - QUALCUNO ERA COMUNISTA
Giorgio Gaber - QUALCUNO ERA COMUNISTA
DIKUSH ISHTE KOMUNIST
Dikush ishte komunist se kishte lindë në Emilia.
Dikush ishte komunist se babagjyshi, axha, i jati... e ama jo.
Dikush ishte komunist se e shifte Rusinë si nji premtim, Kinen si poezi, komunizmin si "Parrizi në Tokë".
Dikush ishte komunist se e ndiete vedin vetem.
Dikush ishte komunist se ka pasë marrë nji edukatë teper katolike.
Dikush ishte komunist, se e kerkote kinoja, teatri e lypte, piktura e lypte, letërsia po ashtu... E lypshin të tanë.
Dikush ishte komunist se: "Historija asht me ne!".
Dikush ishte komunist se ia kishin thanë.
Dikush ishte komunist se nuk ia kishin thanë të tana.
Dikush ishte komunist se ma perpara ishte fashist.
Dikush ishte komunist se e kishte kuptue se Rusija ecte kadalë-kadalë por kishte me shkue lerg.
Dikush ishte komunist se Berlingueri ishte burrë i mirë.
Dikush ishte komunist se Andreoti nuk ishte burrë i mirë.
Dikush ishte komunist se ishte i pasun por e donte popullin.
Dikush ishte komunist se e pinte venen e u permallote nder festa popullore.
Dikush ishte komunist se ishte njaç ateist sa kishte nevojë per nji Zot tjeter.
Dikush ishte komunist se ishte njaç fort i terhjekun prej punëtorve sa donte me u ba si ata.
Dikush ishte komunist se nuk mujte me durue ma së kenunit punëtor.
Dikush ishte komunist se donte shtesë rroge.
Dikush ishte komunist se borgjezija - proletariati - lufta e klasave. Kollaj apor jo?
Dikush ishte komunist se revolucioni sot jo, neser ndoshta, por mbasnesrit sigurisht...
Dikush ishte komunist se: "Rrnoftë Marksi, Rrnoftë Lenini, Rrnoftë Mao Ce Duni".
Dikush ishte komunist prej inatit t’babës së vet.
Dikush ishte komunist se ka pa në TV vetem RAI TRE.
Dikush ishte komunist per modë, dikush per princip, dikush per frustracion.
Dikush ishte komunist se donte me shtetizu gjithçka.
Dikush ishte komunist se nuk i ka njoftë nëpunësit shtetnorë, parashtetnorë e të gjashëm me ta.
Dikush ishte komunist se ka kuptue "materializmin dialektik" në vend të "Unjillit simbas Leninit".
Dikush ishte komunist se ishte i bindun se ka pasë mbas vedit klasen punëtore.
Dikush ishte komunist se ishte ma komunist se të tjerët.
Dikush ishte komunist se ishte e madhja Parti Komuniste.
Dikush ishte komunist megjithëse ishte e madhja Parti Komuniste.
Dikush ishte komunist se nuk kishte kurgja tjeter ma t’mirë.
Dikush ishte komunist se kena Partinë Socialiste ma t’keqen n’Evropë.
Dikush ishte komunist se nji Shtet ma të keq se ky e gjen veç në Ugandë.
Dikush ishte komunist se nuk mujte me durue ma katerdhetë vjet qeverina të neveritshme e rrufjane.
Dikush ishte komunist se: piaca Fontana, Brescia, stacioni Bologna, Italicus, Ustica, etj., etj., etj.
Dikush ishte komunist se ata qi ishin kundra ishin komunista.
Dikush ishte komunist se nuk mujte me durue ma atë gjanë e ndytë qi na ngulim kambë me e quejtë demokraci.
Dikush besote se ishte komunist e ndoshta ishte diçka tjeter.
Dikush ishte komunist se andrronte nji liri ndryshej prej asaj amerikane.
Dikush ishte komunist se mendote me kenë gjallë e i lumtun vetem n’kjoftëse janë edhe të tjerët.
Dikush ishte komunist se ka pasë nevojë për nji shtymje drejt diçkaje t’re, se ishte i gatshem me ndryshue per gjithditë, se e ndiete nevojën e nji morali t’ndryshem, se ndoshta ishte vetem nji forcë, nji fluturim, nji andërr, ishte vetem nji impuls, nji dishirë me i ndryshue gjanat, per me e ndryshue jeten.
Dikush ishte komunist se tuj pasë afer ketë hov sejcili ishte si me kenë ma shumë se vetvedja, si me kenë dy vetë në njenin. Kah njena anë mundi personal i perditshem e kah ana tjeter ndjenja e perkatësisë në nji rracë qi dote me spikatë n’fluturim per me e ndrrue me t’vërtetë jeten.
Jo, nuk kena çka me e kja ma atë punë. Ndoshta edhe atëherë shumë i kishin hapun krahët, pa kenë në gjendje me fluturue, si pulëbardha "hipotetike".
Po tesh? Edhe njitesh e ndien vedin si me kenë dy vetë, kah njena anë si nji njiri i futun qi pershkon me nderë mjerimin e mbijetesës së tij t’përditshme e kah ana tjeter pulëbardha, qi as e ka ndermend me fluturue, se tashma andrra asht mpi.
Dy mizerje në nji trup t’vetem.
Dikush ishte komunist se kishte lindë në Emilia.
Dikush ishte komunist se babagjyshi, axha, i jati... e ama jo.
Dikush ishte komunist se e shifte Rusinë si nji premtim, Kinen si poezi, komunizmin si "Parrizi në Tokë".
Dikush ishte komunist se e ndiete vedin vetem.
Dikush ishte komunist se ka pasë marrë nji edukatë teper katolike.
Dikush ishte komunist, se e kerkote kinoja, teatri e lypte, piktura e lypte, letërsia po ashtu... E lypshin të tanë.
Dikush ishte komunist se: "Historija asht me ne!".
Dikush ishte komunist se ia kishin thanë.
Dikush ishte komunist se nuk ia kishin thanë të tana.
Dikush ishte komunist se ma perpara ishte fashist.
Dikush ishte komunist se e kishte kuptue se Rusija ecte kadalë-kadalë por kishte me shkue lerg.
Dikush ishte komunist se Berlingueri ishte burrë i mirë.
Dikush ishte komunist se Andreoti nuk ishte burrë i mirë.
Dikush ishte komunist se ishte i pasun por e donte popullin.
Dikush ishte komunist se e pinte venen e u permallote nder festa popullore.
Dikush ishte komunist se ishte njaç ateist sa kishte nevojë per nji Zot tjeter.
Dikush ishte komunist se ishte njaç fort i terhjekun prej punëtorve sa donte me u ba si ata.
Dikush ishte komunist se nuk mujte me durue ma së kenunit punëtor.
Dikush ishte komunist se donte shtesë rroge.
Dikush ishte komunist se borgjezija - proletariati - lufta e klasave. Kollaj apor jo?
Dikush ishte komunist se revolucioni sot jo, neser ndoshta, por mbasnesrit sigurisht...
Dikush ishte komunist se: "Rrnoftë Marksi, Rrnoftë Lenini, Rrnoftë Mao Ce Duni".
Dikush ishte komunist prej inatit t’babës së vet.
Dikush ishte komunist se ka pa në TV vetem RAI TRE.
Dikush ishte komunist per modë, dikush per princip, dikush per frustracion.
Dikush ishte komunist se donte me shtetizu gjithçka.
Dikush ishte komunist se nuk i ka njoftë nëpunësit shtetnorë, parashtetnorë e të gjashëm me ta.
Dikush ishte komunist se ka kuptue "materializmin dialektik" në vend të "Unjillit simbas Leninit".
Dikush ishte komunist se ishte i bindun se ka pasë mbas vedit klasen punëtore.
Dikush ishte komunist se ishte ma komunist se të tjerët.
Dikush ishte komunist se ishte e madhja Parti Komuniste.
Dikush ishte komunist megjithëse ishte e madhja Parti Komuniste.
Dikush ishte komunist se nuk kishte kurgja tjeter ma t’mirë.
Dikush ishte komunist se kena Partinë Socialiste ma t’keqen n’Evropë.
Dikush ishte komunist se nji Shtet ma të keq se ky e gjen veç në Ugandë.
Dikush ishte komunist se nuk mujte me durue ma katerdhetë vjet qeverina të neveritshme e rrufjane.
Dikush ishte komunist se: piaca Fontana, Brescia, stacioni Bologna, Italicus, Ustica, etj., etj., etj.
Dikush ishte komunist se ata qi ishin kundra ishin komunista.
Dikush ishte komunist se nuk mujte me durue ma atë gjanë e ndytë qi na ngulim kambë me e quejtë demokraci.
Dikush besote se ishte komunist e ndoshta ishte diçka tjeter.
Dikush ishte komunist se andrronte nji liri ndryshej prej asaj amerikane.
Dikush ishte komunist se mendote me kenë gjallë e i lumtun vetem n’kjoftëse janë edhe të tjerët.
Dikush ishte komunist se ka pasë nevojë për nji shtymje drejt diçkaje t’re, se ishte i gatshem me ndryshue per gjithditë, se e ndiete nevojën e nji morali t’ndryshem, se ndoshta ishte vetem nji forcë, nji fluturim, nji andërr, ishte vetem nji impuls, nji dishirë me i ndryshue gjanat, per me e ndryshue jeten.
Dikush ishte komunist se tuj pasë afer ketë hov sejcili ishte si me kenë ma shumë se vetvedja, si me kenë dy vetë në njenin. Kah njena anë mundi personal i perditshem e kah ana tjeter ndjenja e perkatësisë në nji rracë qi dote me spikatë n’fluturim per me e ndrrue me t’vërtetë jeten.
Jo, nuk kena çka me e kja ma atë punë. Ndoshta edhe atëherë shumë i kishin hapun krahët, pa kenë në gjendje me fluturue, si pulëbardha "hipotetike".
Po tesh? Edhe njitesh e ndien vedin si me kenë dy vetë, kah njena anë si nji njiri i futun qi pershkon me nderë mjerimin e mbijetesës së tij t’përditshme e kah ana tjeter pulëbardha, qi as e ka ndermend me fluturue, se tashma andrra asht mpi.
Dy mizerje në nji trup t’vetem.
envoyé par Gino LUKA - 3/4/2013 - 11:04
Langue: estonien
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MÕNI OLI KOMMUNIST
Mõni oli kommunist, sest ta oli sündinud Emilias
Mõni oli kommunist, sest vanaisa, onu, isa… ema mitte.
Mõni oli kommunist, sest ta pidas Venemaad lubaduseks, Hiinat poeesiaks ja kommunismi maapealseks paradiisiks.
Mõni oli kommunist, sest ta tundis end üksi.
Mõni oli kommunist, sest ta oli saanud liiga katoliikliku hariduse
Mõni oli kommunist, sest kino seda nõudis, teater seda nõudis, kirjandus ka… kõik nõudsid.
Mõni oli kommunist, sest nad olid talle ütelnud.
Mõni oli kommunist, sest nad ei olnud talle ütelnud kõike.
Mõni oli kommunist, sest enne… enne.. enne… oli olnud fašist.
Mõni oli kommunist, sest ta oli aru saanud, et Venemaa sammub aeglaselt, aga kaugele.
Mõni oli kommunist, sest Berlinguer oli tubli inimene.
Mõni oli kommunist, sest Andreotti ei olnud tubli inimene. Mõni oli kommunist, sest ta oli rikas, aga armastas rahvast.
Mõni oli kommunist, sest ta jõi veini ja tundis end liigutatuna – rahvapidudel.
Mõni oli kommunist, sest ta oli nii ateist, et vajas üht teist jumalat.
Mõni oli kommunist, sest ta oli nii vaimustatud töölistest, et tahtis olla üks neist.
Mõni oli kommunist, sest tal oli tööliseks olemisest kõrini. Mõni oli kommunist, sest ta tahtis kõrgemat palka.
Mõni oli kommunist, sest revolutsioon täna vast ei.. homme võib-olla… ja ülehomme kohe kindlasti!
Mõni oli kommunist, sest väikekodanlased, proletariaat, klassivõitlus… (cazzo!)
Mõni oli kommunist, et vihastada oma isa
Mõni oli kommunist, sest vaatas ainult RAI TRE-d (kurat!)
Mõni oli kommunist moe pärast, mõni printsiipide pärast, mõni frustratsioonist.
Mõni oli kommunist, sest tahtis kõike riigistada. (oh sa vana…!)
Mõni oli kommunist, sest ta ei tundunud riiklike ja parariiklike teenistujaid ega nende sarnaseid
Mõni oli kommunist, sest ta oli segamini ajanud dialektilise materialismi Lenini evangeeliumiga.
Mõni oli kommunist, sest ta oli veendunud, et tema taga seisab töölisklass.
Mõni oli kommunist, sest ta oli rohkem kommunist kui teised.
Mõni oli kommunist, sest oli suur kommunistlik partei
Mõni oli kommunist sellele vaatamata, et oli suur kommunistlik partei. Mõni oli kommunist, sest midagi paremat ei olnud.
Mõni oli kommunist, sest meil on kõige hullem sotsialistlik partei Euroopas.
Mõni oli kommunist, sest hullem riik kui meil, on ainult Ugandas. Mõni oli kommunist, sest ta lihtsalt ei suutnud enam pärast neljakümmet aastat demokristiaanide valitsust, nonde võimetute ja mafioosode.
Mõni oli kommunist, sest Piazza Fontana, Brescia, Bologna raudteejaam, l’Italicus, Ustica ja nii edasi ja nii edasi ja nii edasi…
Mõni oli kommunist, sest kes oli vastu, oli kommunist
Mõni oli kommunist, sest ta ei talunud rohkem seda räpast asja, mida me jonnakalt demokraatiaks kutsume
Mõni arvas end olevat kommunist ja võib-olla oli midagi muud.
Mõni oli kommunist, sest unistas teistsugusest vabadusest kui Ameerika oma.
Mõni oli kommunist, sest uskus end olevat elus ja õnnelik vaid siis, kui ka teised seda olid.
Mõni oli kommunist, sest vajas tõuget millegi uue jaoks. Sest tundis vajadust teistsuguse moraali järgi.
Sest võib-olla oli ainult üks jõud, üks lend, üks unistus, üks säde, soov asju muuta, elu muuta
Jah, mõni oli kommunist, sest selle sädeme lähedal oli igaüks nagu… rohkem ise.
Oli nagu... kaks inimest ühes.
Ühest küljest, isiklik igapäevane vaev ja teisest küljest tunne kuulumisest ühte liiki, kes soovis lendu tõusta, et tõesti elu muuta.
Ei. Ei mingit taganutmist.
Võib-olla ka siis olid paljud avanud tiivad oskamata lennata… nagu hüpoteetilised kajakad.
Ja praegu? Ka praegu tunneb end kahena.
Ühelt poolt inimene, kes läbib alandlikult oma igapäevase ellujäämise räpast teed ja teiselt poolt kajakas, kellel ei ole isegi enam soovi lennata, sest unistus on nüüdseks kokku kukkunud.
Kaks viletsust ühes kehas.
Mõni oli kommunist, sest ta oli sündinud Emilias
Mõni oli kommunist, sest vanaisa, onu, isa… ema mitte.
Mõni oli kommunist, sest ta pidas Venemaad lubaduseks, Hiinat poeesiaks ja kommunismi maapealseks paradiisiks.
Mõni oli kommunist, sest ta tundis end üksi.
Mõni oli kommunist, sest ta oli saanud liiga katoliikliku hariduse
Mõni oli kommunist, sest kino seda nõudis, teater seda nõudis, kirjandus ka… kõik nõudsid.
Mõni oli kommunist, sest nad olid talle ütelnud.
Mõni oli kommunist, sest nad ei olnud talle ütelnud kõike.
Mõni oli kommunist, sest enne… enne.. enne… oli olnud fašist.
Mõni oli kommunist, sest ta oli aru saanud, et Venemaa sammub aeglaselt, aga kaugele.
Mõni oli kommunist, sest Berlinguer oli tubli inimene.
Mõni oli kommunist, sest Andreotti ei olnud tubli inimene. Mõni oli kommunist, sest ta oli rikas, aga armastas rahvast.
Mõni oli kommunist, sest ta jõi veini ja tundis end liigutatuna – rahvapidudel.
Mõni oli kommunist, sest ta oli nii ateist, et vajas üht teist jumalat.
Mõni oli kommunist, sest ta oli nii vaimustatud töölistest, et tahtis olla üks neist.
Mõni oli kommunist, sest tal oli tööliseks olemisest kõrini. Mõni oli kommunist, sest ta tahtis kõrgemat palka.
Mõni oli kommunist, sest revolutsioon täna vast ei.. homme võib-olla… ja ülehomme kohe kindlasti!
Mõni oli kommunist, sest väikekodanlased, proletariaat, klassivõitlus… (cazzo!)
Mõni oli kommunist, et vihastada oma isa
Mõni oli kommunist, sest vaatas ainult RAI TRE-d (kurat!)
Mõni oli kommunist moe pärast, mõni printsiipide pärast, mõni frustratsioonist.
Mõni oli kommunist, sest tahtis kõike riigistada. (oh sa vana…!)
Mõni oli kommunist, sest ta ei tundunud riiklike ja parariiklike teenistujaid ega nende sarnaseid
Mõni oli kommunist, sest ta oli segamini ajanud dialektilise materialismi Lenini evangeeliumiga.
Mõni oli kommunist, sest ta oli veendunud, et tema taga seisab töölisklass.
Mõni oli kommunist, sest ta oli rohkem kommunist kui teised.
Mõni oli kommunist, sest oli suur kommunistlik partei
Mõni oli kommunist sellele vaatamata, et oli suur kommunistlik partei. Mõni oli kommunist, sest midagi paremat ei olnud.
Mõni oli kommunist, sest meil on kõige hullem sotsialistlik partei Euroopas.
Mõni oli kommunist, sest hullem riik kui meil, on ainult Ugandas. Mõni oli kommunist, sest ta lihtsalt ei suutnud enam pärast neljakümmet aastat demokristiaanide valitsust, nonde võimetute ja mafioosode.
Mõni oli kommunist, sest Piazza Fontana, Brescia, Bologna raudteejaam, l’Italicus, Ustica ja nii edasi ja nii edasi ja nii edasi…
Mõni oli kommunist, sest kes oli vastu, oli kommunist
Mõni oli kommunist, sest ta ei talunud rohkem seda räpast asja, mida me jonnakalt demokraatiaks kutsume
Mõni arvas end olevat kommunist ja võib-olla oli midagi muud.
Mõni oli kommunist, sest unistas teistsugusest vabadusest kui Ameerika oma.
Mõni oli kommunist, sest uskus end olevat elus ja õnnelik vaid siis, kui ka teised seda olid.
Mõni oli kommunist, sest vajas tõuget millegi uue jaoks. Sest tundis vajadust teistsuguse moraali järgi.
Sest võib-olla oli ainult üks jõud, üks lend, üks unistus, üks säde, soov asju muuta, elu muuta
Jah, mõni oli kommunist, sest selle sädeme lähedal oli igaüks nagu… rohkem ise.
Oli nagu... kaks inimest ühes.
Ühest küljest, isiklik igapäevane vaev ja teisest küljest tunne kuulumisest ühte liiki, kes soovis lendu tõusta, et tõesti elu muuta.
Ei. Ei mingit taganutmist.
Võib-olla ka siis olid paljud avanud tiivad oskamata lennata… nagu hüpoteetilised kajakad.
Ja praegu? Ka praegu tunneb end kahena.
Ühelt poolt inimene, kes läbib alandlikult oma igapäevase ellujäämise räpast teed ja teiselt poolt kajakas, kellel ei ole isegi enam soovi lennata, sest unistus on nüüdseks kokku kukkunud.
Kaks viletsust ühes kehas.
envoyé par Oudekki Loone - 23/2/2013 - 02:05
Langue: français
Traduit par Olivier Favier da dormirajamais.org
CERTAINS ÉTAIENT COMMUNISTES…
Quoi? Non, ce n’est pas vrai, je n’ai rien à me reprocher. Enfin je veux dire… je ne crois pas que j’ai fait quelque chose de grave.
Ma vie? Une vie normale. Je n’ai rien volé, même pas à la maison quand j’étais petit, je n’ai tué personne, voyons!… Quelques actes impurs mais c’est normal non?
Je travaille, j’ai une famille, je paie mes impôts. je ne crois pas avoir des fautes… je ne vais même pas à la chasse!
Quoi? Ah, vous parlez d’avant! Ah… mais avant… mais avant je me suis comporté comme tout le monde.
Comment je m’habillais? Je m’habillais, je m’habillais comme maintenant… ben pas vraiment comme maintenant, un peu plus… oui, jeans, pull-over, parka. Pourquoi? C’est pas bien? C’était pratique.
Qu’est-ce que je chantais? Ah ben ça, vous voulez savoir ce que je chantais. Mais oui bien sûr, aussi des chansons populaires, oui… « Ciao bella ciao ». Je dois parler plus fort? Oui, « Ciao bella ciao » je l’ai chantée, d’accord, et aussi l’ « Internationale », mais en chœur, hein!
Oui, ça oui, je l’admets, oui, j’y suis allé, oui, je suis allé les voir moi aussi les Inti Illimani… mais je n’ai pas pleuré!
Comment? Si j’ai des photos dans ma chambre? Ben voyons, bien sûr, les photos de mes parents, ma femme, ma…
Des affiches? Je ne crois pas… Peut-être une, mais petite… Che Ghevara. Mais c’est quoi, un procès?
Non, non, non, moi ça non, moi le poing je ne l’ai jamais montré, le poing non, jamais. Ben en somme, une fois mais… un petit poing, mais vite fait…
Comment? Si j’étais communiste? Eh. J’aime bien les questions directes! Vous voulez savoir si j’étais communiste? Non, non enfin parce que maintenant plus personne n’en parle, tout le monde fait semblant de rien et pourtant vous avez raison il faut mettre certaines choses au clair, une bonne fois pour toutes. Ohhh!
Si j’étais communiste. Mais! Dans quel sens? Enfin, je veux dire…
Certains étaient communistes parce qu’ils étaient en Émilie.
Certains étaient communistes parce que le grand-père, l’oncle, le père… la mère non.
Certains étaient communistes parce qu’il voyait la Russie comme une promesse, la Chine comme une poésie, le communisme comme le Paradis Terrestre.
Certains étaient communistes parce qu’ils se sentaient seuls.
Certains étaient communistes parce qu’ils avaient eu une éducation trop catholique.
Certains étaient communistes parce que le cinéma l’exigeait, le théâtre l’exigeait, la peinture l’exigeait, la littérature aussi… le monde entier l’exigeait.
Certains étaient communistes parce que “L’Histoire est de notre côté!”.
Certains étaient communistes parce qu’on leur avait dit.
Certains étaient communistes parce qu’on ne leur avait pas tout dit.
Certains étaient communistes parce qu’avant ils étaient fascistes.
Certains étaient communistes parce qu’ils avaient compris que la Russie avançait doucement mais sûrement.
Certains étaient communistes parce que Berlinguer était quelqu’un de bien.
Certains étaient communistes parce qu’Andreotti n’était pas quelqu’un de bien.
Certains étaient communistes parce qu’ils étaient riches mais qu’ils aimaient le peuple.
Certains étaient communistes parce qu’ils buvaient du vin et qu’ils étaient émus pendant les fêtes populaires.
Certains étaient communistes parce qu’ils étaient tellement athées qu’ils avaient besoin d’un autre Dieu.
Certains étaient communistes parce qu’ils étaient tellement fascinés par les ouvriers qu’ils voulaient être l’un d’eux.
Certains étaient communistes parce qu’ils n’en pouvaient plus d’être des ouvriers.
Certains étaient communistes parce qu’ils voulaient l’augmentation des salaires.
Certains étaient communistes parce que la bourgeoisie le prolétariat la lutte des classes, merde!
Certains étaient communistes parce que la révolution aujourd’hui non, demain peut-être, mais après-demain sûrement…
Certains étaient communistes parce que “Vive Marx, vive Lénine, vive Mao Tse Toung”.
Certains étaient communistes pour faire enrager leur père.
Certains étaient communistes parce qu’ils regardaient toujours la Rai tre.
Certains étaient communistes par ce que c’était la mode, certains par principe, certains par frustration.
Certains étaient communistes parce qu’ils voulaient tout étatiser.
Certains étaient communistes parce qu’ils ne connaissaient pas les fonctionnaires, les assimilés fonctionnaires, et les employés du secteur parapublic.
Certains étaient communistes parce qu’ils avaient échangé le « matérialisme dialectique » avec l’ « Évangile selon Lénine ».
Certains étaient communistes parce qu’ils étaient convaincus d’avoir derrière eux la classe ouvrière.
Certains étaient communistes parce qu’ils étaient plus communistes que les autres.
Certains étaient communistes parce qu’il y avait le grand Parti Communiste.
Certains étaient communistes malgré le grand Parti Communiste.
Certains étaient communistes parce qu’il n’y avait rien de mieux.
Certains étaient communistes parce que nous avons eu le pire Parti Socialiste d’Europe.
Certains étaient communistes parce que l’État pire que nous seulement l’Ouganda.
Certains étaient communistes parce qu’ils n’en pouvaient plus de quarante années de gouvernements démocrates-chrétiens incapables et mafieux.
Certains étaient communistes parce que piazza Fontana, Brescia, la gare de Bologne, l’Italicus, Ustica, etc. etc. etc.
Certains étaient communistes parce que ceux qui étaient contre étaient communistes.
Certains étaient communistes parce qu’ils ne supportaient plus cette chose sale que nous nous obstinons à appeler démocratie.
Certains croyaient être communistes et que peut-être ils étaient quelque chose d’autre.
Certains étaient communistes parce qu’ils rêvaient d’une liberté différente de celle américaine.
Certains étaient communistes parce qu’ils pensaient pouvoir être vivants et heureux seulement si les autres l’étaient aussi.
Certains étaient communistes parce qu’ils avaient besoin d’être poussés vers quelque chose de nouveau, parce qu’ils étaient prêts à changer chaque jour, parce qu’ils sentaient la nécessité d’une morale différente, parce que c’était peut-être seulement une force, un vol, un rêve, c’était seulement un élan, un désir de changer les choses, de changer la vie.
Certains étaient communistes parce que à côté de cet élan chacun était comme plus que lui-même, il était comme deux personnes en une. D’un côté le labeur quotidien personnel et de l’autre le sentiment d’appartenir à une race qui voulait prendre son vol pour changer vraiment la vie.
Non, aucun regret. Peut-être aussi qu’alors beaucoup avaient ouvert leurs ailes sans être capables de voler, comme des mouettes hypothétiques.
Et maintenant? Maintenant aussi on se sent comme deux personnes: d’un côté l’homme intégré qui traverse avec respect la misère de sa survie quotidienne et de l’autre la mouette, qui n’a même plus l’intention de voler, parce que le rêve s’est désormais rabougri, on se sent comme deux misères dans un seul corps.
Quoi? Non, ce n’est pas vrai, je n’ai rien à me reprocher. Enfin je veux dire… je ne crois pas que j’ai fait quelque chose de grave.
Ma vie? Une vie normale. Je n’ai rien volé, même pas à la maison quand j’étais petit, je n’ai tué personne, voyons!… Quelques actes impurs mais c’est normal non?
Je travaille, j’ai une famille, je paie mes impôts. je ne crois pas avoir des fautes… je ne vais même pas à la chasse!
Quoi? Ah, vous parlez d’avant! Ah… mais avant… mais avant je me suis comporté comme tout le monde.
Comment je m’habillais? Je m’habillais, je m’habillais comme maintenant… ben pas vraiment comme maintenant, un peu plus… oui, jeans, pull-over, parka. Pourquoi? C’est pas bien? C’était pratique.
Qu’est-ce que je chantais? Ah ben ça, vous voulez savoir ce que je chantais. Mais oui bien sûr, aussi des chansons populaires, oui… « Ciao bella ciao ». Je dois parler plus fort? Oui, « Ciao bella ciao » je l’ai chantée, d’accord, et aussi l’ « Internationale », mais en chœur, hein!
Oui, ça oui, je l’admets, oui, j’y suis allé, oui, je suis allé les voir moi aussi les Inti Illimani… mais je n’ai pas pleuré!
Comment? Si j’ai des photos dans ma chambre? Ben voyons, bien sûr, les photos de mes parents, ma femme, ma…
Des affiches? Je ne crois pas… Peut-être une, mais petite… Che Ghevara. Mais c’est quoi, un procès?
Non, non, non, moi ça non, moi le poing je ne l’ai jamais montré, le poing non, jamais. Ben en somme, une fois mais… un petit poing, mais vite fait…
Comment? Si j’étais communiste? Eh. J’aime bien les questions directes! Vous voulez savoir si j’étais communiste? Non, non enfin parce que maintenant plus personne n’en parle, tout le monde fait semblant de rien et pourtant vous avez raison il faut mettre certaines choses au clair, une bonne fois pour toutes. Ohhh!
Si j’étais communiste. Mais! Dans quel sens? Enfin, je veux dire…
Certains étaient communistes parce qu’ils étaient en Émilie.
Certains étaient communistes parce que le grand-père, l’oncle, le père… la mère non.
Certains étaient communistes parce qu’il voyait la Russie comme une promesse, la Chine comme une poésie, le communisme comme le Paradis Terrestre.
Certains étaient communistes parce qu’ils se sentaient seuls.
Certains étaient communistes parce qu’ils avaient eu une éducation trop catholique.
Certains étaient communistes parce que le cinéma l’exigeait, le théâtre l’exigeait, la peinture l’exigeait, la littérature aussi… le monde entier l’exigeait.
Certains étaient communistes parce que “L’Histoire est de notre côté!”.
Certains étaient communistes parce qu’on leur avait dit.
Certains étaient communistes parce qu’on ne leur avait pas tout dit.
Certains étaient communistes parce qu’avant ils étaient fascistes.
Certains étaient communistes parce qu’ils avaient compris que la Russie avançait doucement mais sûrement.
Certains étaient communistes parce que Berlinguer était quelqu’un de bien.
Certains étaient communistes parce qu’Andreotti n’était pas quelqu’un de bien.
Certains étaient communistes parce qu’ils étaient riches mais qu’ils aimaient le peuple.
Certains étaient communistes parce qu’ils buvaient du vin et qu’ils étaient émus pendant les fêtes populaires.
Certains étaient communistes parce qu’ils étaient tellement athées qu’ils avaient besoin d’un autre Dieu.
Certains étaient communistes parce qu’ils étaient tellement fascinés par les ouvriers qu’ils voulaient être l’un d’eux.
Certains étaient communistes parce qu’ils n’en pouvaient plus d’être des ouvriers.
Certains étaient communistes parce qu’ils voulaient l’augmentation des salaires.
Certains étaient communistes parce que la bourgeoisie le prolétariat la lutte des classes, merde!
Certains étaient communistes parce que la révolution aujourd’hui non, demain peut-être, mais après-demain sûrement…
Certains étaient communistes parce que “Vive Marx, vive Lénine, vive Mao Tse Toung”.
Certains étaient communistes pour faire enrager leur père.
Certains étaient communistes parce qu’ils regardaient toujours la Rai tre.
Certains étaient communistes par ce que c’était la mode, certains par principe, certains par frustration.
Certains étaient communistes parce qu’ils voulaient tout étatiser.
Certains étaient communistes parce qu’ils ne connaissaient pas les fonctionnaires, les assimilés fonctionnaires, et les employés du secteur parapublic.
Certains étaient communistes parce qu’ils avaient échangé le « matérialisme dialectique » avec l’ « Évangile selon Lénine ».
Certains étaient communistes parce qu’ils étaient convaincus d’avoir derrière eux la classe ouvrière.
Certains étaient communistes parce qu’ils étaient plus communistes que les autres.
Certains étaient communistes parce qu’il y avait le grand Parti Communiste.
Certains étaient communistes malgré le grand Parti Communiste.
Certains étaient communistes parce qu’il n’y avait rien de mieux.
Certains étaient communistes parce que nous avons eu le pire Parti Socialiste d’Europe.
Certains étaient communistes parce que l’État pire que nous seulement l’Ouganda.
Certains étaient communistes parce qu’ils n’en pouvaient plus de quarante années de gouvernements démocrates-chrétiens incapables et mafieux.
Certains étaient communistes parce que piazza Fontana, Brescia, la gare de Bologne, l’Italicus, Ustica, etc. etc. etc.
Certains étaient communistes parce que ceux qui étaient contre étaient communistes.
Certains étaient communistes parce qu’ils ne supportaient plus cette chose sale que nous nous obstinons à appeler démocratie.
Certains croyaient être communistes et que peut-être ils étaient quelque chose d’autre.
Certains étaient communistes parce qu’ils rêvaient d’une liberté différente de celle américaine.
Certains étaient communistes parce qu’ils pensaient pouvoir être vivants et heureux seulement si les autres l’étaient aussi.
Certains étaient communistes parce qu’ils avaient besoin d’être poussés vers quelque chose de nouveau, parce qu’ils étaient prêts à changer chaque jour, parce qu’ils sentaient la nécessité d’une morale différente, parce que c’était peut-être seulement une force, un vol, un rêve, c’était seulement un élan, un désir de changer les choses, de changer la vie.
Certains étaient communistes parce que à côté de cet élan chacun était comme plus que lui-même, il était comme deux personnes en une. D’un côté le labeur quotidien personnel et de l’autre le sentiment d’appartenir à une race qui voulait prendre son vol pour changer vraiment la vie.
Non, aucun regret. Peut-être aussi qu’alors beaucoup avaient ouvert leurs ailes sans être capables de voler, comme des mouettes hypothétiques.
Et maintenant? Maintenant aussi on se sent comme deux personnes: d’un côté l’homme intégré qui traverse avec respect la misère de sa survie quotidienne et de l’autre la mouette, qui n’a même plus l’intention de voler, parce que le rêve s’est désormais rabougri, on se sent comme deux misères dans un seul corps.
envoyé par dq82 - 8/12/2015 - 16:50
Langue: italien
QUALCUNO ERA CAMIONISTA
di Riccardo Venturi (2003)
di Riccardo Venturi (2003)
La "famosa" rielaborazione di Riccardo Venturi, pubblicata anche su Brigata Lolli (e, a suo tempo, anche dalla defunta Iride TV), e utilizzata dal Lady Truck Driver Team per un gustosissimo video recitato dalle camioniste stesse.
Qualcuno era camionista perché era nato in Albania, in Bulgaria, a Castelvetrano o a Mogliano Veneto.
Qualcuno era camionista perché il nonno, lo zio, il papà avevano un Lupetto OM che per ingranare le ridotte bisognava fare delle doppiette terrificanti...e qualche volta ci portavano anche la mamma che preparava la pasta 'ncasciata o i risi e bisi.
Qualcuno era camionista perché vedeva l'autostrada A3 Salerno-Reggio come una promessa, l'A4 Torino-Piacenza come una poesia, le trattorie come il paradiso terrestre e forse c'era anche la padrona che gliela dava di nascosto al marito.
Qualcuno era camionista perché gli piaceva sentirsi solo.
Qualcuno era camionista perché aveva avuto una educazione troppo a piedi o in bicicletta, e a 14 anni non c'erano i soldi per il Betino a tre marce, e del Califfone non se ne parlava neppure.
Qualcuno era camionista perché il cinema lo esigeva (Convoy, Duel), il teatro no perché portare un camion dentro al Piccolo era un casino e andava contro le esigenze degli intellettuali milanesi (Strehler, Gaber eccetera); sul palcoscenico, al massimo una Vespa o una moto; la pittura non si sa (forse ci sarà stato un camion in qualche quadro realista sovietico o rumeno), la letteratura è letteratura e ci può star qualsiasi cosa...insomma con un camion è sempre un casino, porca troia.
Qualcuno era camionista perché glielo avevano detto di prendere la patente C.
Qualcuno era camionista perché non gli avevano detto che per guidare gli autoarticolati e gli autosnodati ci vuole la E.
Qualcuno era camionista perché prima...prima...prima...era magazziniere.
Qualcuno era camionista perché aveva capito che uno Scania andava piano, ma lontano, e che sorpassarlo era comunque un bel casino sulla Firenze-Bologna,
specialmente con una Polo blé scassata targata Ravenna.
Qualcuno era camionista perché Berlinguer era un nobile sardo di antica origine catalana, e gli sarebbe piaciuto passargli sopra due volte col rimorchio.
Qualcuno era camionista perché Andreotti faceva le battutine che tutti
ridevano, e gli sarebbe piaciuto passargli sopra tre volte col rimorchio.
Qualcuno era camionista perché amava il popolo, e il popolo non può essere servito col trasporto merci su rotaia.
Qualcuno era camionista perché beveva il vino e si commuoveva a provocare megatamponamenti con relative distruzioni di stupide famigliole di gitanti.
Qualcuno era camionista perché allora c'erano le autostoppiste finlandesi.
Qualcuno era camionista perché era così ateo da voler fare volare giù dai viadotti i camion pieni di madonnine, padripii, santantonidappadova e papigiovanni (quasi sempre targati Caserta, non si sa perché).
Qualcuno era camionista perché era talmente affascinato dai camion che voleva essere uno di loro.
Qualcuno era camionista perché gli piaceva parlare al baracchino.
Qualcuno era camionista perché non ne poteva più di fare il filologo ugrofinnico.
Qualcuno era camionista perché voleva trasportare, un giorno, un carico di armi per la revoluciòn.
Qualcuno era camionista perché la revoluciòn bisognerebbe farla con un Dodge scassato sulla Sierra Madre, mentre al massimo ora si divertiva a far pigliare paura a uno con una Ford Sierra.
Qualcuno era camionista perché la borghesia, il proletariato e la lotta di classe hanno comunque bisogno di consegne urgenti, e comunque anche i camionisti sono figli del popolo senza che quella fava di Pasolini ci abbia mai scritto poesie sopra.
Qualcuno era camionista per fare rabbia a quelli coi furgoncini.
Qualcuno era camionista perché ascoltava solo RADIO MARIA.
Qualcuno era camionista per snobismo, qualcuno per bisogno, ma tutti quanti sognavano prima o poi di fare come quelli di Overland.
Qualcuno era camionista perché voleva camionizzare tutto.
Qualcuno era camionista perché lui di stare col culo su una sedia dietro una scrivania proprio non ne voleva sapere.
Qualcuno era camionista perché aveva scambiato l'autostrada per il Vangelo secondo Gilles Villeneuve.
Qualcuno era camionista perché era convinto di avere dietro di sé la classe operaia in una coda di trentasei chilometri sull'A14 direzione Rimini.
Qualcuno era camionista perché era più camionista degli altri.
Qualcuno era camionista perché non esisteva il grande partito camionista e gli sarebbe piaciuto fondarlo.
Qualcuno era camionista e aveva pure la tessera del partito comunista.
Qualcuno era camionista perché non c'era niente di meglio.
Qualcuno era camionista perché l'alternativa era far domanda nei carabinieri.
Qualcuno era camionista perché i trasporti peggio che da noi, solo in Islanda.
Qualcuno era camionista perché non ne poteva più di quegli stronzetti con le spàider.
Qualcuno era camionista perché non avere la patente sta diventando troppo di moda, come l'anarchia.
Qualcuno era camionista perché Piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l'Italicus, Ustica eccetera, eccetera, eccetera, erano tutto sommato banche, piazze, stazioni, treni e aerei e i camion non c'entravano un cazzo.
Qualcuno era camionista perché chi era contromano era camionista.
Qualcuno era camionista perché poteva ascoltare tutta la musica che gli pareva, persino Giorgio Gaber.
Qualcuno credeva di essere camionista, e forse era qualcos'altro.
Qualcuno era camionista perché sognava la libertà delle highways americane, poi una volta incocciò Quentin Tarantino che lo portò in uno strano locale dal tramonto all'alba.
Qualcuno era camionista perché credeva di poter essere vivo e felice solo essendo un camionista.
Qualcuno era camionista perché aveva avuto bisogno di una spinta e gliela aveva data un camionista.
Perché sentiva la necessità di una morale diversa.
Perché forse era solo una forza, un volo, un sogno era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita, e questo pensava volando di sotto dal viadotto del Polcevera.
Sì, qualcuno era camionista perché, con accanto questo slancio, ognuno era come... più di sé stesso. Era come... due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana, dall'altra il rombo del motore, le donnine gnude appiccicate in cabina, il carico di tetracloruro di sodio, e cazzo, se ho voglia passo in una città e fo scoppiare ogni cosa, vaccaccia troia impestata e lurida, e dall'altra il senso di appartenenza a una categoria che era tutto e il contrario di tutto, sperando che la CIA non gli imponesse uno sciopero per rovesciare Allende e far vincere il mercato, ché tanto il mercato, almeno quello ortofrutticolo, vinceva ogni giorno comunque.
No, niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano ottenuto la patente senza essere capaci di guidare...come dei camionisti ipotetici.
E ora? Anche ora ci si sente come in due. Da una parte l'uomo che si ferma ossequiosamente ai rossi e fa attraversare scolari e vecchiette, e dall'altra colui che sogna di fare fuori tutti quanti calpestandoli fino a vedere una poltiglia rossa.
Ma il piede destro s'è rattrappito.
Porcoddio.
Due miserie, e un camion solo.
E quasi quasi, allora, piglio un amaro monologo di Giorgio Gaber e ci faccio un po' di cazzi miei.
Qualcuno era camionista perché il nonno, lo zio, il papà avevano un Lupetto OM che per ingranare le ridotte bisognava fare delle doppiette terrificanti...e qualche volta ci portavano anche la mamma che preparava la pasta 'ncasciata o i risi e bisi.
Qualcuno era camionista perché vedeva l'autostrada A3 Salerno-Reggio come una promessa, l'A4 Torino-Piacenza come una poesia, le trattorie come il paradiso terrestre e forse c'era anche la padrona che gliela dava di nascosto al marito.
Qualcuno era camionista perché gli piaceva sentirsi solo.
Qualcuno era camionista perché aveva avuto una educazione troppo a piedi o in bicicletta, e a 14 anni non c'erano i soldi per il Betino a tre marce, e del Califfone non se ne parlava neppure.
Qualcuno era camionista perché il cinema lo esigeva (Convoy, Duel), il teatro no perché portare un camion dentro al Piccolo era un casino e andava contro le esigenze degli intellettuali milanesi (Strehler, Gaber eccetera); sul palcoscenico, al massimo una Vespa o una moto; la pittura non si sa (forse ci sarà stato un camion in qualche quadro realista sovietico o rumeno), la letteratura è letteratura e ci può star qualsiasi cosa...insomma con un camion è sempre un casino, porca troia.
Qualcuno era camionista perché glielo avevano detto di prendere la patente C.
Qualcuno era camionista perché non gli avevano detto che per guidare gli autoarticolati e gli autosnodati ci vuole la E.
Qualcuno era camionista perché prima...prima...prima...era magazziniere.
Qualcuno era camionista perché aveva capito che uno Scania andava piano, ma lontano, e che sorpassarlo era comunque un bel casino sulla Firenze-Bologna,
specialmente con una Polo blé scassata targata Ravenna.
Qualcuno era camionista perché Berlinguer era un nobile sardo di antica origine catalana, e gli sarebbe piaciuto passargli sopra due volte col rimorchio.
Qualcuno era camionista perché Andreotti faceva le battutine che tutti
ridevano, e gli sarebbe piaciuto passargli sopra tre volte col rimorchio.
Qualcuno era camionista perché amava il popolo, e il popolo non può essere servito col trasporto merci su rotaia.
Qualcuno era camionista perché beveva il vino e si commuoveva a provocare megatamponamenti con relative distruzioni di stupide famigliole di gitanti.
Qualcuno era camionista perché allora c'erano le autostoppiste finlandesi.
Qualcuno era camionista perché era così ateo da voler fare volare giù dai viadotti i camion pieni di madonnine, padripii, santantonidappadova e papigiovanni (quasi sempre targati Caserta, non si sa perché).
Qualcuno era camionista perché era talmente affascinato dai camion che voleva essere uno di loro.
Qualcuno era camionista perché gli piaceva parlare al baracchino.
Qualcuno era camionista perché non ne poteva più di fare il filologo ugrofinnico.
Qualcuno era camionista perché voleva trasportare, un giorno, un carico di armi per la revoluciòn.
Qualcuno era camionista perché la revoluciòn bisognerebbe farla con un Dodge scassato sulla Sierra Madre, mentre al massimo ora si divertiva a far pigliare paura a uno con una Ford Sierra.
Qualcuno era camionista perché la borghesia, il proletariato e la lotta di classe hanno comunque bisogno di consegne urgenti, e comunque anche i camionisti sono figli del popolo senza che quella fava di Pasolini ci abbia mai scritto poesie sopra.
Qualcuno era camionista per fare rabbia a quelli coi furgoncini.
Qualcuno era camionista perché ascoltava solo RADIO MARIA.
Qualcuno era camionista per snobismo, qualcuno per bisogno, ma tutti quanti sognavano prima o poi di fare come quelli di Overland.
Qualcuno era camionista perché voleva camionizzare tutto.
Qualcuno era camionista perché lui di stare col culo su una sedia dietro una scrivania proprio non ne voleva sapere.
Qualcuno era camionista perché aveva scambiato l'autostrada per il Vangelo secondo Gilles Villeneuve.
Qualcuno era camionista perché era convinto di avere dietro di sé la classe operaia in una coda di trentasei chilometri sull'A14 direzione Rimini.
Qualcuno era camionista perché era più camionista degli altri.
Qualcuno era camionista perché non esisteva il grande partito camionista e gli sarebbe piaciuto fondarlo.
Qualcuno era camionista e aveva pure la tessera del partito comunista.
Qualcuno era camionista perché non c'era niente di meglio.
Qualcuno era camionista perché l'alternativa era far domanda nei carabinieri.
Qualcuno era camionista perché i trasporti peggio che da noi, solo in Islanda.
Qualcuno era camionista perché non ne poteva più di quegli stronzetti con le spàider.
Qualcuno era camionista perché non avere la patente sta diventando troppo di moda, come l'anarchia.
Qualcuno era camionista perché Piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l'Italicus, Ustica eccetera, eccetera, eccetera, erano tutto sommato banche, piazze, stazioni, treni e aerei e i camion non c'entravano un cazzo.
Qualcuno era camionista perché chi era contromano era camionista.
Qualcuno era camionista perché poteva ascoltare tutta la musica che gli pareva, persino Giorgio Gaber.
Qualcuno credeva di essere camionista, e forse era qualcos'altro.
Qualcuno era camionista perché sognava la libertà delle highways americane, poi una volta incocciò Quentin Tarantino che lo portò in uno strano locale dal tramonto all'alba.
Qualcuno era camionista perché credeva di poter essere vivo e felice solo essendo un camionista.
Qualcuno era camionista perché aveva avuto bisogno di una spinta e gliela aveva data un camionista.
Perché sentiva la necessità di una morale diversa.
Perché forse era solo una forza, un volo, un sogno era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita, e questo pensava volando di sotto dal viadotto del Polcevera.
Sì, qualcuno era camionista perché, con accanto questo slancio, ognuno era come... più di sé stesso. Era come... due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana, dall'altra il rombo del motore, le donnine gnude appiccicate in cabina, il carico di tetracloruro di sodio, e cazzo, se ho voglia passo in una città e fo scoppiare ogni cosa, vaccaccia troia impestata e lurida, e dall'altra il senso di appartenenza a una categoria che era tutto e il contrario di tutto, sperando che la CIA non gli imponesse uno sciopero per rovesciare Allende e far vincere il mercato, ché tanto il mercato, almeno quello ortofrutticolo, vinceva ogni giorno comunque.
No, niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano ottenuto la patente senza essere capaci di guidare...come dei camionisti ipotetici.
E ora? Anche ora ci si sente come in due. Da una parte l'uomo che si ferma ossequiosamente ai rossi e fa attraversare scolari e vecchiette, e dall'altra colui che sogna di fare fuori tutti quanti calpestandoli fino a vedere una poltiglia rossa.
Ma il piede destro s'è rattrappito.
Porcoddio.
Due miserie, e un camion solo.
E quasi quasi, allora, piglio un amaro monologo di Giorgio Gaber e ci faccio un po' di cazzi miei.
envoyé par CCG/AWS Staff - 22/7/2012 - 13:20
Langue: italien
Dal Festival Gaber di Cittadella di Viareggio, luglio 2013 l'adattamento di Paolo Rossi di "Qualcuno era comunista", per l'occasione divenuto "Qualcuno era del Partito democratico"
Qualcuno era del Partito Democratico perchè un giorno era tornato dalle ferie e gli avevano improvvisamente cambiato nome al partito
Qualcuno era del Partito Democratico perchè gli avevano cambiato così tante volte nome al partito che ormai ci aveva fatto l’abitudine
Qualcuno era del Partito Democratico perchè era amico degli operai ma preferiva rimanergli amico che andare in fabbrica
Qualcuno era del Partito Democratico perchè anche se era convinto “ma no gli operai non esistono più.”
Qualcuno era del Partito Democratico perchè era un operaio e voleva andare al congresso nazionale solo per dire “E allora, scusate, io chi cazzo sono? E cosa ho fatto in tutto questo tempo?”
Qualcuno era del Partito Democratico perchè guardava solo La7, ascoltava solo Rai3 ma non si perdeva una puntata della DeFilippi sdraiato sul divano davanti al televisore con il giubbotto di Fonzie… ma così per conoscere meglio il nemico o per farsi conoscere
Qualcuno era del Partito Democratico perchè la rivoluzione ieri no, ieri l’altro nemmeno, oggi non posso proprio. Ho l’apericena al circolo Arci. Ma va tutto in beneficienza ai profughi del Darfur,
Qualcuno era del Partito Democratico perchè… ineleggibilità? Conflitto di interessi? Sorry, I don’t speak italiano. No entiendo.
Qualcuno era del Partito Democratico perchè quando c’è da salvarsi il culo a vicenda ci vuole un gran senso di responsabilità e un’ampia convergenza nell’interesse del paese
Qualcuno era del Partito Democratico perchè essendo anche interista non si può vincere sempre
Qualcuno era del Partito Democratico perchè gli era rimasto solo uno slogan “Basta con le ideologie, è ora dell’acqua gym”
Qualcuno era del Partito Democratico perchè come portiere al Monte dei Paschi di Siena e faceva solo la spesa alla coop
Qualcuno era del Partito Democratico perchè non lavorava alla coop ma faceva la spesa al Monte dei Paschi di Siena
Qualcuno era del Partito Democratico perchè se avesse capito come cazzo si accende un computer sarebbe stato un grillino
Qualcuno era del Partito Democratico perchè siccome sapeva accendere un computer, conosceva internet e non avrebbe mai potuto essere un grillino
Qualcuno era del Partito Democratico perchè quando avevano chiuso prima le sedi della DC e poi quella della Margherita non sapeva dove andare a giocare a canasta
Qualcuno era del Partito Democratico perchè gli piaceva farsi male da solo ma sentendosi parte di una grande famiglia
Qualcuno era del Partito Democratico perchè per trent’anni aveva rinunciato alle ferie con tutta la famiglia per andare a cucinare le salamelle alla festa dell’Unità credendo che quello fosse il suo ruolo per contribuire a costruire un paese migliore… e dopo l’ho visto, questo qui, fuori da una sede del PD che parlava come un piccione “che cazz è successo?”
Qualcuno era del Partito Democratico perchè gli avevano cambiato così tante volte nome al partito che ormai ci aveva fatto l’abitudine
Qualcuno era del Partito Democratico perchè era amico degli operai ma preferiva rimanergli amico che andare in fabbrica
Qualcuno era del Partito Democratico perchè anche se era convinto “ma no gli operai non esistono più.”
Qualcuno era del Partito Democratico perchè era un operaio e voleva andare al congresso nazionale solo per dire “E allora, scusate, io chi cazzo sono? E cosa ho fatto in tutto questo tempo?”
Qualcuno era del Partito Democratico perchè guardava solo La7, ascoltava solo Rai3 ma non si perdeva una puntata della DeFilippi sdraiato sul divano davanti al televisore con il giubbotto di Fonzie… ma così per conoscere meglio il nemico o per farsi conoscere
Qualcuno era del Partito Democratico perchè la rivoluzione ieri no, ieri l’altro nemmeno, oggi non posso proprio. Ho l’apericena al circolo Arci. Ma va tutto in beneficienza ai profughi del Darfur,
Qualcuno era del Partito Democratico perchè… ineleggibilità? Conflitto di interessi? Sorry, I don’t speak italiano. No entiendo.
Qualcuno era del Partito Democratico perchè quando c’è da salvarsi il culo a vicenda ci vuole un gran senso di responsabilità e un’ampia convergenza nell’interesse del paese
Qualcuno era del Partito Democratico perchè essendo anche interista non si può vincere sempre
Qualcuno era del Partito Democratico perchè gli era rimasto solo uno slogan “Basta con le ideologie, è ora dell’acqua gym”
Qualcuno era del Partito Democratico perchè come portiere al Monte dei Paschi di Siena e faceva solo la spesa alla coop
Qualcuno era del Partito Democratico perchè non lavorava alla coop ma faceva la spesa al Monte dei Paschi di Siena
Qualcuno era del Partito Democratico perchè se avesse capito come cazzo si accende un computer sarebbe stato un grillino
Qualcuno era del Partito Democratico perchè siccome sapeva accendere un computer, conosceva internet e non avrebbe mai potuto essere un grillino
Qualcuno era del Partito Democratico perchè quando avevano chiuso prima le sedi della DC e poi quella della Margherita non sapeva dove andare a giocare a canasta
Qualcuno era del Partito Democratico perchè gli piaceva farsi male da solo ma sentendosi parte di una grande famiglia
Qualcuno era del Partito Democratico perchè per trent’anni aveva rinunciato alle ferie con tutta la famiglia per andare a cucinare le salamelle alla festa dell’Unità credendo che quello fosse il suo ruolo per contribuire a costruire un paese migliore… e dopo l’ho visto, questo qui, fuori da una sede del PD che parlava come un piccione “che cazz è successo?”
envoyé par dq82 - 12/3/2016 - 10:32
Langue: italien
QUALCUNO ERA...
Giorgio Gaber
Album Io come persona (1994)
Il seguito inevitabile di Qualcuno era comunista
Giorgio Gaber
Album Io come persona (1994)
Il seguito inevitabile di Qualcuno era comunista
Qualcuno era democristiano perché la DC era il massimo partito di governo.
Qualcuno era democristiano perché Gesù, Giuseppe, Maria siate la salvezza dell'anima mia.
Qualcuno era democristiano perché i comunisti mangiavano i bambini.
Qualcuno era democristiano perché con una mano si dà e con l'altra si prende.
Qualcuno era democristiano perché si vergognava di essere fascista.
Qualcuno era democristiano perché era buono e ubbidiva alla mamma... santissima.
Qualcuno era socialista perché il PSI era il più autorevole partito di governo.
Qualcuno era socialista perché più a sinistra di così si godeva di meno.
Qualcuno era socialista perché Pertini.
Qualcuno era socialista perché ci derubavano come gli altri ma più allegramente e senza sensi di colpa.
Qualcuno era socialista perché tra i due litiganti il terzo fa il sindaco.
Qualcuno era socialista perché meglio governare dieci anni da leoni che festeggiare cento anni da coglioni.
Qualcuno era repubblicano perché il PRI era il più serio e preparato partito di governo.
Qualcuno era repubblicano perché non potendo più incazzarsi coi Savoia era diventato nervoso e non gli andava mai bene niente.
Qualcuno era repubblicano perché comunque era sempre lì al governo, avvinto come l'edera.
Qualcuno era liberale perché il PLI era il più civile partito di governo.
Qualcuno era liberale... ma pochi.
Qualcuno era liberale perché per la nostra salute uno solo basta e avanza.
Qualcuno era socialdemocratico perché il PSDI era il più curioso partito di governo.
Qualcuno era socialdemocratico perché... non l'ho mai capito.
Qualcuno era...
Qualcuno...
Qualcuno era democristiano perché Gesù, Giuseppe, Maria siate la salvezza dell'anima mia.
Qualcuno era democristiano perché i comunisti mangiavano i bambini.
Qualcuno era democristiano perché con una mano si dà e con l'altra si prende.
Qualcuno era democristiano perché si vergognava di essere fascista.
Qualcuno era democristiano perché era buono e ubbidiva alla mamma... santissima.
Qualcuno era socialista perché il PSI era il più autorevole partito di governo.
Qualcuno era socialista perché più a sinistra di così si godeva di meno.
Qualcuno era socialista perché Pertini.
Qualcuno era socialista perché ci derubavano come gli altri ma più allegramente e senza sensi di colpa.
Qualcuno era socialista perché tra i due litiganti il terzo fa il sindaco.
Qualcuno era socialista perché meglio governare dieci anni da leoni che festeggiare cento anni da coglioni.
Qualcuno era repubblicano perché il PRI era il più serio e preparato partito di governo.
Qualcuno era repubblicano perché non potendo più incazzarsi coi Savoia era diventato nervoso e non gli andava mai bene niente.
Qualcuno era repubblicano perché comunque era sempre lì al governo, avvinto come l'edera.
Qualcuno era liberale perché il PLI era il più civile partito di governo.
Qualcuno era liberale... ma pochi.
Qualcuno era liberale perché per la nostra salute uno solo basta e avanza.
Qualcuno era socialdemocratico perché il PSDI era il più curioso partito di governo.
Qualcuno era socialdemocratico perché... non l'ho mai capito.
Qualcuno era...
Qualcuno...
envoyé par CCG/AWS Staff - 22/7/2012 - 15:17
Langue: français
Version française – IL ÉTAIT CAPITALISTE – Marco Valdo M.I. – 2012
Chanson italienne - Qualcuno era capitalista – Riccardo Venturi – 2012
Chanson italienne - Qualcuno era capitalista – Riccardo Venturi – 2012
Regarde, Lucien l'âne mon ami, notre ami Ventu vient de sortir une parodie...
Une parodie ? Une parodie de chanson comme tu aimes les faire ?
Oui, oui, exactement. Une parodie qui serait plutôt une sorte d'aggiornamento, de mise à jour d'une chanson de Giorgio Gaber et même de deux... Vois comme les temps évoluent... La première chanson de Gaber était elle-même une parodie, mais dans l'autre sens du mot : c'est à dire une sorte de caricature; elle s'intitulait "Qualcuno era comunista"... À traduire par « Il était communiste »... et elle traçait un portrait à l'eau-forte du comministe italien (type PCI) de ces années-là. La seconde de Gaber est venu plus tard et s’intitulait « Qualcuno era democristiano »... À traduire par « Il était démochrétien »... Ce sont des chansons aussi fleuves que politiques.
Politiques ? Et pour quel parti?, demande Lucien l'âne en ouvrant des yeux d'une noirceur volcanique, afin de montrer sa consternation...
Ne t’affole pas... Ni Gaber, ni Venturi ne sacrifient au système particratique... Bien au contraire, ils en mettent en évidence les ressorts cachés....
Mais, Marco Valdo M.I., tu mets là la version française d'une chanson qui ne se trouve pas dans les Chansons contre la Guerre...
Et alors ? C'est une première … Il faut bien commencer un jour... Comme ça, peut-être que Venturik se décidera à la mettre avec les trois autres : la communiste, la démocrate-chrétienne, la routière (« Qualcuno era camionista ») au bon endroit... C'est-à-dire dans les Chansons contre la Guerre et pas comme « extra ». Car s'il y a bien une chanson qui parle de la Guerre de Cent Mille Ans que les riches font aux pauvres afin de les exploiter plus encore, afin de renforcer leur système de pouvoir, d'étendre leur domination, de forcer au travail... et de ses péripéties au travers de l'histoire contemporaine de l'Italie (et donc, de l'Europe et donc de l'humanité), c'est cette quadruple chanson – en attendant d'autres versions dans le genre « Qualcuno era fascista » ou « Qualcuno era catechista », par exemple. Enfin, on verra...
Que tout ceci ne nous empêche pas de tisser le linceul de ce vieux monde déclinant, obamiste, poutiniste, merkeliste, montiste et cacochyme. (Heureusement !)
Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane
Une parodie ? Une parodie de chanson comme tu aimes les faire ?
Oui, oui, exactement. Une parodie qui serait plutôt une sorte d'aggiornamento, de mise à jour d'une chanson de Giorgio Gaber et même de deux... Vois comme les temps évoluent... La première chanson de Gaber était elle-même une parodie, mais dans l'autre sens du mot : c'est à dire une sorte de caricature; elle s'intitulait "Qualcuno era comunista"... À traduire par « Il était communiste »... et elle traçait un portrait à l'eau-forte du comministe italien (type PCI) de ces années-là. La seconde de Gaber est venu plus tard et s’intitulait « Qualcuno era democristiano »... À traduire par « Il était démochrétien »... Ce sont des chansons aussi fleuves que politiques.
Politiques ? Et pour quel parti?, demande Lucien l'âne en ouvrant des yeux d'une noirceur volcanique, afin de montrer sa consternation...
Ne t’affole pas... Ni Gaber, ni Venturi ne sacrifient au système particratique... Bien au contraire, ils en mettent en évidence les ressorts cachés....
Mais, Marco Valdo M.I., tu mets là la version française d'une chanson qui ne se trouve pas dans les Chansons contre la Guerre...
Et alors ? C'est une première … Il faut bien commencer un jour... Comme ça, peut-être que Venturik se décidera à la mettre avec les trois autres : la communiste, la démocrate-chrétienne, la routière (« Qualcuno era camionista ») au bon endroit... C'est-à-dire dans les Chansons contre la Guerre et pas comme « extra ». Car s'il y a bien une chanson qui parle de la Guerre de Cent Mille Ans que les riches font aux pauvres afin de les exploiter plus encore, afin de renforcer leur système de pouvoir, d'étendre leur domination, de forcer au travail... et de ses péripéties au travers de l'histoire contemporaine de l'Italie (et donc, de l'Europe et donc de l'humanité), c'est cette quadruple chanson – en attendant d'autres versions dans le genre « Qualcuno era fascista » ou « Qualcuno era catechista », par exemple. Enfin, on verra...
Que tout ceci ne nous empêche pas de tisser le linceul de ce vieux monde déclinant, obamiste, poutiniste, merkeliste, montiste et cacochyme. (Heureusement !)
Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane
IL ÉTAIT CAPITALISTE
Il était capitaliste car il était né pauvre.
Il était capitaliste car, petit, il voulait le dépôt d'oncle Picsou.
Il était capitaliste car il travaillait dur.
Il était capitaliste car il ne foutait rien.
Il était capitaliste car il s'était senti doué pour les affaires quand il avait vendu la figurine de Pizzaballa à un camarade d'école pour trois mille lires.
Il était capitaliste car on lui avait inculqué de solides valeurs.
Il était capitaliste car l'école l'exigeait, le sport l'exigeait, la société l'exigeait, l'église l'exigeait... Ils l'exigeaient tous.
Il était capitaliste car il lisait "Il Resto del Carlino" au bar, presque chaque matin.
Il était capitaliste car la nature humaine est compétitive.
Il était capitaliste car les syndicats ont abîmé l'Italie.
Il était capitaliste car il renonçait à la glace à la menthe et mettait les cinquante lires dans sa tirelire.
Il était capitaliste car à vingt ans, il était un révolutionnaire.
Il était capitaliste car il répondait qu'il y n'avait pas d'alternative au capitalisme même quand on lui demandait quel temps il faisait.
Il était capitaliste car il y avait de bons capitalistes.
Il était capitaliste car il y avait de moins bons capitalistes.
Il était capitaliste car le communisme s'était écroulé et le marché avait triomphé.
Il était capitaliste car tous vivaient au-dessus de leurs moyens.
Il était capitaliste car il y avait le « Milano da bere », et que Milan était en train de l'engloutir lui.
Il était capitaliste car c'était un fan d'Everardo Dalla Noce..
Il était capitaliste car Luna Rossa, le Maure de Venise, les régates, les boulines.
Il était capitaliste car il fallait avoir pour être heureux.
Il était capitaliste car Jésus dit à Pierre que sur cette pierre, il édifierait la Banque Catholique de la Vénétie.
Il était capitaliste car Berlusconi avait acheté Gullit et Van Basten.
Il était capitaliste car celui qui à vingt ans n'est pas de gauche est sans coeur et qui à cinquante ans est de gauche, est sans cerveau.
Il était capitaliste car les idéologies étaient mortes et les classes n'existaient plus.
Il était capitaliste car on avait construit à cent mètres de sa maison le plus grand centre commercial du Molise.
Il était capitaliste car il avait gagné trois cents millions en devinant le nombre exact de haricots dans le pot de Raffaella Carrà.
Il était capitaliste car nous étions la cinquième puissance industrielle.
Il était capitaliste car il avait pu bâtir enfin sa seconde résidence en Val di Stava
Il était capitaliste car il avait participé à la marche des Quarantamila.
Il était capitaliste car le mur de Berlin s'était écroulé.
Il était capitaliste car le mur de son voisin albanais s'était écroulé, l'enterrant avec toute sa famille.
Il était capitaliste car les frères roumains s'étaient libérés de la tyrannie.
Il était capitaliste car à ces crétins de Roumains, il aurait bien fallu encore un tyran pour les tenir là-bas.
Il était capitaliste car l'homme, par nature, est égoïste.
Il était capitaliste car il lui plaisait mettre le préfixe "vieux" - devant tout.
Il était capitaliste car il était de Rome, et Rome est la capitale.
Il était capitaliste car la nouvelle économie était née et on se faisait du fric en un clic.
Il était capitaliste car il avait vite oublié d'avoir eu faim.
Il était capitaliste car ce maître de journalisme d'Indro Montanelli le lui avait dit.
Il était capitaliste car il se sentait appartenir au "monde libre."
Il était capitaliste car il faut une mentalité d'entrepreneur.
Il était capitaliste car même s'il a des défauts, on n'a pas encore inventé de meilleur système.
Il était capitaliste car je ne pense pas comme toi, mais je serais disposé à mourir pour défendre tes idées.
Il était capitaliste car de temps en temps le pape se montre au balcon, puis va dîner avec Marcinkus.
Il était capitaliste car l'histoire a montré que le capitalisme a gagné.
Il était capitaliste car il se disait entrepreneur même s'il avait une entreprise individuelle de nettoyage.
Il était capitaliste car il lui plaisait de charrier qui se disait encore communiste, ou anarchiste ou quelque chose d'autre du genre.
Il était capitaliste car il avait mis toutes les options sur sa Cinq Cent.
Il était capitaliste car ils avaient bien fait de tirer dans le tas à Gênes.
Il était capitaliste car l'amour aussi est capital.
Il croyait être capitaliste et c'était seulement un pauvre imbécile.
Il croyait être capitaliste et c'était seulement un pauvre.
Il était capitaliste car il avait besoin de se croire ce qu'il n'était pas et ne serait jamais,
Car il avait abdiqué tout par amour de l'argent qui ne cesse de fuir,
Car il se gave de choses inutiles, qui le tuent,
Car son fils le tuerait pour lui piquer tout,
Car les "grands travaux" arrachent son histoire et sa géographie,
Car ils remplissent les prisons de gens qu'ils lui avaient dit de haïr, de les considérer en ennemis à éliminer.
Il était capitaliste et maintenant il préfère se suicider que se rebeller,
Car il n'en peut plus d'avoir dû reconnaître que ce n'est pas une crise "économique", mais le fonctionnement normal du système.
D'un système entier en train d'imploser par son vide et son inhumanité,
Et qui veut encore nous faire avaler toutes sortes de blagues : la reprise, la "croissance", la "démocratie", la "légalité."
Et maintenant ?
Maintenant encore, on fait un pas en avant et trois en arrière.
Nous avons voulu la sécurité et la police, et nous les avons face à nous dans toute leur férocité.
Nous avons voulu déléguer tout et ça nous tue.
Massacrés aux portes de l'hypermarché pendant que nous adressons une dernière pensée à l'Ipad que nous ne pourrons pas acheter
et désirant que devant notre cercueil, nos parents et nos amis en larmes lisent le discours de Steve Jobs.
Il était capitaliste car il était né pauvre.
Il était capitaliste car, petit, il voulait le dépôt d'oncle Picsou.
Il était capitaliste car il travaillait dur.
Il était capitaliste car il ne foutait rien.
Il était capitaliste car il s'était senti doué pour les affaires quand il avait vendu la figurine de Pizzaballa à un camarade d'école pour trois mille lires.
Il était capitaliste car on lui avait inculqué de solides valeurs.
Il était capitaliste car l'école l'exigeait, le sport l'exigeait, la société l'exigeait, l'église l'exigeait... Ils l'exigeaient tous.
Il était capitaliste car il lisait "Il Resto del Carlino" au bar, presque chaque matin.
Il était capitaliste car la nature humaine est compétitive.
Il était capitaliste car les syndicats ont abîmé l'Italie.
Il était capitaliste car il renonçait à la glace à la menthe et mettait les cinquante lires dans sa tirelire.
Il était capitaliste car à vingt ans, il était un révolutionnaire.
Il était capitaliste car il répondait qu'il y n'avait pas d'alternative au capitalisme même quand on lui demandait quel temps il faisait.
Il était capitaliste car il y avait de bons capitalistes.
Il était capitaliste car il y avait de moins bons capitalistes.
Il était capitaliste car le communisme s'était écroulé et le marché avait triomphé.
Il était capitaliste car tous vivaient au-dessus de leurs moyens.
Il était capitaliste car il y avait le « Milano da bere », et que Milan était en train de l'engloutir lui.
Il était capitaliste car c'était un fan d'Everardo Dalla Noce..
Il était capitaliste car Luna Rossa, le Maure de Venise, les régates, les boulines.
Il était capitaliste car il fallait avoir pour être heureux.
Il était capitaliste car Jésus dit à Pierre que sur cette pierre, il édifierait la Banque Catholique de la Vénétie.
Il était capitaliste car Berlusconi avait acheté Gullit et Van Basten.
Il était capitaliste car celui qui à vingt ans n'est pas de gauche est sans coeur et qui à cinquante ans est de gauche, est sans cerveau.
Il était capitaliste car les idéologies étaient mortes et les classes n'existaient plus.
Il était capitaliste car on avait construit à cent mètres de sa maison le plus grand centre commercial du Molise.
Il était capitaliste car il avait gagné trois cents millions en devinant le nombre exact de haricots dans le pot de Raffaella Carrà.
Il était capitaliste car nous étions la cinquième puissance industrielle.
Il était capitaliste car il avait pu bâtir enfin sa seconde résidence en Val di Stava
Il était capitaliste car il avait participé à la marche des Quarantamila.
Il était capitaliste car le mur de Berlin s'était écroulé.
Il était capitaliste car le mur de son voisin albanais s'était écroulé, l'enterrant avec toute sa famille.
Il était capitaliste car les frères roumains s'étaient libérés de la tyrannie.
Il était capitaliste car à ces crétins de Roumains, il aurait bien fallu encore un tyran pour les tenir là-bas.
Il était capitaliste car l'homme, par nature, est égoïste.
Il était capitaliste car il lui plaisait mettre le préfixe "vieux" - devant tout.
Il était capitaliste car il était de Rome, et Rome est la capitale.
Il était capitaliste car la nouvelle économie était née et on se faisait du fric en un clic.
Il était capitaliste car il avait vite oublié d'avoir eu faim.
Il était capitaliste car ce maître de journalisme d'Indro Montanelli le lui avait dit.
Il était capitaliste car il se sentait appartenir au "monde libre."
Il était capitaliste car il faut une mentalité d'entrepreneur.
Il était capitaliste car même s'il a des défauts, on n'a pas encore inventé de meilleur système.
Il était capitaliste car je ne pense pas comme toi, mais je serais disposé à mourir pour défendre tes idées.
Il était capitaliste car de temps en temps le pape se montre au balcon, puis va dîner avec Marcinkus.
Il était capitaliste car l'histoire a montré que le capitalisme a gagné.
Il était capitaliste car il se disait entrepreneur même s'il avait une entreprise individuelle de nettoyage.
Il était capitaliste car il lui plaisait de charrier qui se disait encore communiste, ou anarchiste ou quelque chose d'autre du genre.
Il était capitaliste car il avait mis toutes les options sur sa Cinq Cent.
Il était capitaliste car ils avaient bien fait de tirer dans le tas à Gênes.
Il était capitaliste car l'amour aussi est capital.
Il croyait être capitaliste et c'était seulement un pauvre imbécile.
Il croyait être capitaliste et c'était seulement un pauvre.
Il était capitaliste car il avait besoin de se croire ce qu'il n'était pas et ne serait jamais,
Car il avait abdiqué tout par amour de l'argent qui ne cesse de fuir,
Car il se gave de choses inutiles, qui le tuent,
Car son fils le tuerait pour lui piquer tout,
Car les "grands travaux" arrachent son histoire et sa géographie,
Car ils remplissent les prisons de gens qu'ils lui avaient dit de haïr, de les considérer en ennemis à éliminer.
Il était capitaliste et maintenant il préfère se suicider que se rebeller,
Car il n'en peut plus d'avoir dû reconnaître que ce n'est pas une crise "économique", mais le fonctionnement normal du système.
D'un système entier en train d'imploser par son vide et son inhumanité,
Et qui veut encore nous faire avaler toutes sortes de blagues : la reprise, la "croissance", la "démocratie", la "légalité."
Et maintenant ?
Maintenant encore, on fait un pas en avant et trois en arrière.
Nous avons voulu la sécurité et la police, et nous les avons face à nous dans toute leur férocité.
Nous avons voulu déléguer tout et ça nous tue.
Massacrés aux portes de l'hypermarché pendant que nous adressons une dernière pensée à l'Ipad que nous ne pourrons pas acheter
et désirant que devant notre cercueil, nos parents et nos amis en larmes lisent le discours de Steve Jobs.
envoyé par Marco Valdo M.I. - 26/7/2012 - 15:00
ognuno e' cio' che e' nel contesto in cui nasce e nei luoghi in cui vive, o meglio sopravvive, proprio perche' l'uomo senza etichetta si sente spogliato di tutta la sua forza vitale e tremendamente solo. tutti sono qualcosa che in realta' non sono. qualcuno decide di non essere tutto cio' che si dice in giro, non per evitare i luoghi comuni, ne' per superiorita'di classe(non appartenendovi), ma semplicemente per il fatto che liberta' di scelta non e' scegliere a priori, ne' fare un sol lavoro, ne' farne cento. il mondo e' un magnete che attira a se' molti idioti, poiche' pochi sono i magneti e troppi gli idioti.
il destino di chi urla troppo e' vedere il suo testo ridotto tutto in minuscole. Abbiamo un comodo bottoncino per farlo...
CCG Staff - 10/3/2016 - 08:34
A proposito dei vostri poteri di "minuscolizzazione", consiglio a tutti la visione di uno splendido film di fantascienza del 1957 intitolato "The Incredible Shrinking Man" (da noi col penoso titolo "Radiazioni BX: distruzione uomo"), dove il protagonista, esposto ad una nube radioattiva, comincia a rimpicciolirsi sempre più velocemente fino a sparire nell'infinitamente piccolo... Bellissimo!
B.B. - 10/3/2016 - 09:31
Qualcuno, al telefono, mi ha fatto notare quel che avevo scritto, nel 2003 (vale a dire diciotto anni fa; l'anno della morte di Gaber) in Qualcuno era camionista, la mia "versione" del famoso monologo di Gaber:
Come dire: a volte mi faccio un po' paura da solo. Solo un po', senza esagerare.
["Qualcuno era camionista...]
Perché forse era solo una forza, un volo, un sogno era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita, e questo pensava volando di sotto dal viadotto del Polcevera."
Perché forse era solo una forza, un volo, un sogno era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita, e questo pensava volando di sotto dal viadotto del Polcevera."
Come dire: a volte mi faccio un po' paura da solo. Solo un po', senza esagerare.
Riccardo Venturi - 28/1/2021 - 13:44
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Testo e recitazione di Giorgio Gaber
Da "Il Teatro Canzone"