Contributed by Gian Piero Testa - 2012/4/2 - 10:56
Ma troppe volte quando aprivano i bidoni
trovavano dei volantini anziché armi e munizioni.
"Bei soldati ma pericolosi" (col.Stevens)
trovavano dei volantini anziché armi e munizioni.
"Bei soldati ma pericolosi" (col.Stevens)
gianfranco - 2014/11/10 - 22:03
Mia suocera recitava:
Ave Maria gratia plena
fa che non suoni la sirena,
fa che non vada via la luce
e che stanotte muoia il duce
Ave Maria gratia plena
fa che non suoni la sirena,
fa che non vada via la luce
e che stanotte muoia il duce
Silva - 2014/11/11 - 16:49
"Ave Maria Grazia Piena
fa che questa notte non suoni la sirena
fa che non vengano gli aeroplani
fammi dormire fino domani
Se la mia casa dovesse crollare
fammi la grazia di me salvare
e se una bomba cadesse giù
o Madonnina salvami tu
Tu lo sai Mia Madonnina
che tutte le notti si va in cantina
tu lo sai mio Buon Gesù
che in Italia non si dorme piu?
Se San Giuseppe è tra i richiamati,
saran pur gli angeli nobilitati
Se L'Asino è a Roma il Bue è a Berlino
Si puo' ascoltare Gesù Bambino.
Il Papa sospira prega e regna
e Mussolini se ne frega,
e per sua colpa tutti dobbiamo soffrire
O Padre eterno fallo morire !
E tu mio buon Gesù
porta il Duce con te lassù
Porta l'Italia in sua compagnia
e beati gli Angeli e così sia."
Come recitata da nonna Miglia di Telgate, Bergamo
fa che questa notte non suoni la sirena
fa che non vengano gli aeroplani
fammi dormire fino domani
Se la mia casa dovesse crollare
fammi la grazia di me salvare
e se una bomba cadesse giù
o Madonnina salvami tu
Tu lo sai Mia Madonnina
che tutte le notti si va in cantina
tu lo sai mio Buon Gesù
che in Italia non si dorme piu?
Se San Giuseppe è tra i richiamati,
saran pur gli angeli nobilitati
Se L'Asino è a Roma il Bue è a Berlino
Si puo' ascoltare Gesù Bambino.
Il Papa sospira prega e regna
e Mussolini se ne frega,
e per sua colpa tutti dobbiamo soffrire
O Padre eterno fallo morire !
E tu mio buon Gesù
porta il Duce con te lassù
Porta l'Italia in sua compagnia
e beati gli Angeli e così sia."
Come recitata da nonna Miglia di Telgate, Bergamo
Bernart Bartleby - 2014/11/11 - 16:59
A proposito di preghiere di guerra, vorrei ricordare il seminarista di Mosca che quando ha visto i carri armati tedeschi a pochi chilometri dalla sua citta' si e' affrettato a richiamare tutti i preti che aveva spedito in Siberia e a far celebrare grandi messe propiziatorie. Complice anche un gran giro in aereo sopra la capitale di una icona miracolosa della Madonna, la notte precedente l'attacco tedesco la temperatura e' scesa di colpo a venti gradi sottozero paralizzando i panzer tedeschi e capovolgendo le sorti della guerra.
Red - 2014/11/12 - 07:33
A distanza di tanti anni dall'inserimento di questa pagina da parte del compianto Autore purtroppo nessuna aggiunta al testo della canzone e pochi anche i commenti (oltre a quello "criptico" dello scrivente) che hanno riguardato solo marginalmente l'argomento.
Vorrei quindi provare ad inserire qualche altro elemento sperando di suscitare l'interesse e contributi sia dei collaboratori sia dei lettori del sito in quanto mi sembra che le poche righe catturate rivelino un mondo poco o niente conosciuto.
Desidero però prima rispondere alla domanda che ha fatto Gian Piero Testa nei confronti di Lorenzo ossia se una canzone come questa ha diritto o meno di ospitalità nel sito delle canzoni contro la guerra : in realtà Lorenzo ha già risposto inserendo la canzone, mi sembra che comunque l'argomento si ponga periodicamente ed ogni volta sia necessaria una puntuale risposta al quesito. Vorrei quindi proporre per quanto riguarda il percorso delle canzoni partigiane una sorta di pagina F.A.Q. nella quale riepilogare tutti i problemi che puntualmente e periodicamente dovessero essere proposti e alla quale rimandare l'interessato di turno; la prima domanda potrebbe essere proprio questa, se le canzoni partigiane hanno diritto di essere considerate canzoni contro la guerra (1), un'altra domanda potrebbe essere quella relativa alla genesi delle canzoni stesse che in generale sono derivate da altri canti precedenti, l'altra domanda (e qui concludo) potrebbe essere se le canzoni partigiane possono essere considerate a tutti gli effetti delle canzoni popolari e via di questo passo...
Passiamo adesso all'argomento del breve spezzone di canto, che a mio modesto avviso riguarda la faccenda degli aviolanci, delle missioni alleate presso i partigiani e più in generale quello dei rapporti fra le forze alleate anglo-americane di liberazione e le armate partigiane.
Con la premessa che quest'ultime erano piuttosto mal viste dai militari professionisti sia logicamente tedeschi ma anche inglesi, questo per vari motivi che cercherò di evidenziare, sperando nella pazienza dei lettori e degli amministratori del sito.
Il problema derivava anche dalle precedenti esperienze negative in Yugoslavia ed in Grecia, in generale poi gli alleati erano poco propensi ad armare i partigiani per vari motivi, ad esempio per il semplice fatto che gli italiani fino a pochi giorni prima erano stati loro nemici, che la guerra fino all'8 settembre '43 era stata rivolta contro i francesi gli inglesi e gli americani e quindi tutti costoro erano piuttosto mal disposti nei confronti degli italiani (anche dopo quello che i tedeschi avevano considerato il voltagabbana ossia il passaggio dall'alleanza coi tedeschi alla lotta a fianco degli alleati).
La logica conseguenza è stata la diffidenza nei confronti dei Combattenti della Libertà i quali disponevano di poche risorse per rifornirsi di armamenti.
Il primo principale modo era costituito dal raccogliere le armi abbandonate dal Regio Esercito subito dopo l'otto settembre, sia quelle buttate dai soldati sia quelle reperite nelle caserme abbandonate.
Un altro sistema, piuttosto rischioso, era quello di rifornirsi delle armi sottraendole direttamente agli avversari, ma questo comportava una certa capacità militare e sangue freddo che non tutti potevano avere trattandosi per la maggior parte di ragazzi usciti per la prima volta di casa e fuggiti sui monti per evitare il servizio di leva obbligatorio fascista, quindi il loro addestramento militare era scarso o nullo, questo si vede in particolare con l'episodio della Benedicta in cui centinaia di giovani che si erano rifugiati sui monti sono stati razziati dalle truppe tedesche e nazifasciste uccisi o deportati nei campi di concentramento tedeschi da cui per la maggior parte non sono ritornati.
L'ultima risorsa a disposizione era affidata alla speranza di essere riforniti dagli alleati mediante i cosiddetti "aviolanci" e qui occorre parlare delle missioni alleate presso i partigiani.
Le missioni alleate, inviate sia dagli americani sia dagli inglesi (2), avevano lo scopo sia di coordinamento fra le armate di liberazione e quelle della resistenza, sia di "controllo" (politico) ma anche, inizialmente, allo scopo di rimpatriare i numerosi (circa 80mila) ex prigionieri alleati,(POWs: Prisoners Of War) per la maggior parte catturati in Africa, liberati dopo l'armistizio ed ospitati, con grave rischio, dalle poverissime popolazioni civili (in genere di montagna), e poi passati, in parte nelle file partigiane, altri (circa 30mila) catturati dai tedeschi ed internati in Germania. Dei rimanenti 30mila datisi alla macchia circa la metà fu ripresa dai nazisti e i restanti furono salvati dalla missione A-Force.
Ogni missione alleata in genere poteva comprendere: un apparecchio radio ricetrasmittente, un ufficiale inglese che conosceva perfettamente l'italiano, un italiano che conosceva perfettamente l'inglese e che fungeva da operatore R.T. oltre che da radioriparatore per via dei numerosi guasti dell'apparato radiofonico, naturalmente a valvole, facile a rompersi, e quindi erano necessari i pezzi di ricambio, per fortuna le valvole di quegli apparecchi erano (quasi) tutte dello stesso tipo, salvo la finale di potenza, tipo la 807 che fino a qualche tempo fa girava nei miei cassetti. Per non parlare poi delle batterie, difficili da ricaricare in posti di montagna privi di elettricità.
Le comunicazioni col campo base avvenivano con l'alfabeto Morse e codici cifrati, appresi durante l'addestramento ad Algeri, la trasmissione veniva facilmente intercettata dai crucchi e quindi era necessario tutte le volte spostarsi altrove.
La conferma (del lancio imminente) avveniva invece, ascoltando Radio Londra, tramite i messaggi speciali (SONORO: Radio Londra: il colonnello Harold Stevens, Candidus, messaggi alla Resistenza) tipo "il topolino è uscito dalla tana" il cui significato era noto solo al destinatario.
Radio Londra
Radio Londra era l'emittente radio più ascoltata per via del segnale più forte quindi meno soggetto ai disturbi radio del nemico, ma tutto l'etere era coinvolto in una guerra parallela, (la radio di allora era l'equivalente dell'internet odierno). Le radio partigiane e libere inviavano notizie e programmi ai radioascoltatori, ma (come pure le emittenti sotto controllo fascista) molto spazio era dedicato ai messaggi e notizie alle famiglie da parte di chi era lontano.
Per accedere ai rifornimenti di armi era necessario però dimostrare agli alleati che le armi stesse avrebbero avuto buon uso ossia che le bande partigiane erano in grado di utilizzare al meglio gli armamenti che venivano loro forniti senza il rischio di essere catturati dai tedeschi, le armi requisite e poi usate contro gli anglo-americani.
Un altro elemento di dubbio era l'orientamento politico delle formazioni partigiane che non favoriva quelle di orientamento filosovietico.
Insomma, tutte queste perplessità da parte inglese si possono condensare nella frase del col.Stevens (3): "Bei soldati ma pericolosi!"
L'aviolancio : il lancio doveva avvenire notte tempo sia per evitare che il nemico avvistasse gli aeroplani sia perchè di notte i tedeschi e fascisti non salivano sui monti in quanto non conoscevano bene il territorio. Il lancio doveva essere fatto su un uno spiazzo piuttosto ampio per facilitare la raccolta dei bidoni che venivano paracadutati.
Il lancio logicamente poteva anche avere dei problemi in quanto magari un colpo di vento poteva deviare il materiale paracadutato direttamente nelle grinfie dell'avversario, racconta ad esempio Nuto Revelli :
o nel migliore dei casi poteva finire ad un'altra formazione partigiana che poi non è che avrebbe restituito il bottino ai legittimi proprietari.
I "bidoni", del peso in genere di 100 - 150 kg circa venivano poi portati al sicuro e aperti dai destinatari, felicissimi del contenuto anche se questo talvolta lasciava alquanto a desiderare, specie se si trattava di volantini oppure di "generi" destinati a sopperire alla mancanza invernale di foglie. Anche i paracaduti, ricercatissimi, andavano sempre a buon fine.
Ma poteva capitare talvolta che l'aeroplano anziché lanciare i bidoni paracadutati cominciasse a mitragliare i malcapitati che, in fatto di piombo, speravano in qualcosa di meglio : questo poteva dipendere dallo scarso addestramento del pilota che scambiava i partigiani per nemici. (oltre che da ordini precisi in questo senso)
Ricordando che la faccenda degli aviolanci è presente pressoché in tutti i diari partigiani, vorrei concludere citando l'episodio narrato da Pietro Chiodi nel suo bel libro "Banditi" (Panfilo Editore, 1961, pag.138)
24 Marzo. Della Rocca me n'ha contata una bella di Don Gandino. I tedeschi avevano mandato una circolare a tutti i parroci con l'ordine di raccogliere tutte le armi e le munizioni in possesso dei parrocchiani e di consegnarle al più vicino Comando.
Con tutto il paese che lavora per i lanci con la canonica piena di armi e munizioni Don Gandino ha avuto il coraggio di invitare pubblicamente i suoi parrocchiani a portargli tutte le armi e le munizioni in loro possesso.
Una brava vecchietta gli ha portato un caricatore con sei colpi da '91. Il giorno dopo Don Gandino l'ha portato a Bra al Comando tedesco ricevendo i più vivi rallegramenti.
Note:
(1) da parte mia risponderei citando sia l'art. 52 della Carta Costituzionale (la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino) che il testo, (già presente su questo sito) di Don Lorenzo Milani tratto dalla lettera di risposta ai Cappellani Militari:
(2) prevalentemente inglesi, più addestrati alla guerriglia in previsione di una possibile invasione nazista nella loro isola.
(3) non è il "colonnello Buonasera" di Radio Londra ma, se non vado errando,il colonnello John M. Stevens, responsabile dei rapporti coi combattenti italiani e capo della missione inglese Tec, nov.1944, in Piemonte.
gianfranco 18 settembre 2019
Vorrei quindi provare ad inserire qualche altro elemento sperando di suscitare l'interesse e contributi sia dei collaboratori sia dei lettori del sito in quanto mi sembra che le poche righe catturate rivelino un mondo poco o niente conosciuto.
Desidero però prima rispondere alla domanda che ha fatto Gian Piero Testa nei confronti di Lorenzo ossia se una canzone come questa ha diritto o meno di ospitalità nel sito delle canzoni contro la guerra : in realtà Lorenzo ha già risposto inserendo la canzone, mi sembra che comunque l'argomento si ponga periodicamente ed ogni volta sia necessaria una puntuale risposta al quesito. Vorrei quindi proporre per quanto riguarda il percorso delle canzoni partigiane una sorta di pagina F.A.Q. nella quale riepilogare tutti i problemi che puntualmente e periodicamente dovessero essere proposti e alla quale rimandare l'interessato di turno; la prima domanda potrebbe essere proprio questa, se le canzoni partigiane hanno diritto di essere considerate canzoni contro la guerra (1), un'altra domanda potrebbe essere quella relativa alla genesi delle canzoni stesse che in generale sono derivate da altri canti precedenti, l'altra domanda (e qui concludo) potrebbe essere se le canzoni partigiane possono essere considerate a tutti gli effetti delle canzoni popolari e via di questo passo...
Passiamo adesso all'argomento del breve spezzone di canto, che a mio modesto avviso riguarda la faccenda degli aviolanci, delle missioni alleate presso i partigiani e più in generale quello dei rapporti fra le forze alleate anglo-americane di liberazione e le armate partigiane.
Con la premessa che quest'ultime erano piuttosto mal viste dai militari professionisti sia logicamente tedeschi ma anche inglesi, questo per vari motivi che cercherò di evidenziare, sperando nella pazienza dei lettori e degli amministratori del sito.
Il problema derivava anche dalle precedenti esperienze negative in Yugoslavia ed in Grecia, in generale poi gli alleati erano poco propensi ad armare i partigiani per vari motivi, ad esempio per il semplice fatto che gli italiani fino a pochi giorni prima erano stati loro nemici, che la guerra fino all'8 settembre '43 era stata rivolta contro i francesi gli inglesi e gli americani e quindi tutti costoro erano piuttosto mal disposti nei confronti degli italiani (anche dopo quello che i tedeschi avevano considerato il voltagabbana ossia il passaggio dall'alleanza coi tedeschi alla lotta a fianco degli alleati).
La logica conseguenza è stata la diffidenza nei confronti dei Combattenti della Libertà i quali disponevano di poche risorse per rifornirsi di armamenti.
Il primo principale modo era costituito dal raccogliere le armi abbandonate dal Regio Esercito subito dopo l'otto settembre, sia quelle buttate dai soldati sia quelle reperite nelle caserme abbandonate.
Un altro sistema, piuttosto rischioso, era quello di rifornirsi delle armi sottraendole direttamente agli avversari, ma questo comportava una certa capacità militare e sangue freddo che non tutti potevano avere trattandosi per la maggior parte di ragazzi usciti per la prima volta di casa e fuggiti sui monti per evitare il servizio di leva obbligatorio fascista, quindi il loro addestramento militare era scarso o nullo, questo si vede in particolare con l'episodio della Benedicta in cui centinaia di giovani che si erano rifugiati sui monti sono stati razziati dalle truppe tedesche e nazifasciste uccisi o deportati nei campi di concentramento tedeschi da cui per la maggior parte non sono ritornati.
L'ultima risorsa a disposizione era affidata alla speranza di essere riforniti dagli alleati mediante i cosiddetti "aviolanci" e qui occorre parlare delle missioni alleate presso i partigiani.
Le missioni alleate, inviate sia dagli americani sia dagli inglesi (2), avevano lo scopo sia di coordinamento fra le armate di liberazione e quelle della resistenza, sia di "controllo" (politico) ma anche, inizialmente, allo scopo di rimpatriare i numerosi (circa 80mila) ex prigionieri alleati,(POWs: Prisoners Of War) per la maggior parte catturati in Africa, liberati dopo l'armistizio ed ospitati, con grave rischio, dalle poverissime popolazioni civili (in genere di montagna), e poi passati, in parte nelle file partigiane, altri (circa 30mila) catturati dai tedeschi ed internati in Germania. Dei rimanenti 30mila datisi alla macchia circa la metà fu ripresa dai nazisti e i restanti furono salvati dalla missione A-Force.
Ogni missione alleata in genere poteva comprendere: un apparecchio radio ricetrasmittente, un ufficiale inglese che conosceva perfettamente l'italiano, un italiano che conosceva perfettamente l'inglese e che fungeva da operatore R.T. oltre che da radioriparatore per via dei numerosi guasti dell'apparato radiofonico, naturalmente a valvole, facile a rompersi, e quindi erano necessari i pezzi di ricambio, per fortuna le valvole di quegli apparecchi erano (quasi) tutte dello stesso tipo, salvo la finale di potenza, tipo la 807 che fino a qualche tempo fa girava nei miei cassetti. Per non parlare poi delle batterie, difficili da ricaricare in posti di montagna privi di elettricità.
Le comunicazioni col campo base avvenivano con l'alfabeto Morse e codici cifrati, appresi durante l'addestramento ad Algeri, la trasmissione veniva facilmente intercettata dai crucchi e quindi era necessario tutte le volte spostarsi altrove.
La conferma (del lancio imminente) avveniva invece, ascoltando Radio Londra, tramite i messaggi speciali (SONORO: Radio Londra: il colonnello Harold Stevens, Candidus, messaggi alla Resistenza) tipo "il topolino è uscito dalla tana" il cui significato era noto solo al destinatario.
Radio Londra
Radio Londra era l'emittente radio più ascoltata per via del segnale più forte quindi meno soggetto ai disturbi radio del nemico, ma tutto l'etere era coinvolto in una guerra parallela, (la radio di allora era l'equivalente dell'internet odierno). Le radio partigiane e libere inviavano notizie e programmi ai radioascoltatori, ma (come pure le emittenti sotto controllo fascista) molto spazio era dedicato ai messaggi e notizie alle famiglie da parte di chi era lontano.
Per accedere ai rifornimenti di armi era necessario però dimostrare agli alleati che le armi stesse avrebbero avuto buon uso ossia che le bande partigiane erano in grado di utilizzare al meglio gli armamenti che venivano loro forniti senza il rischio di essere catturati dai tedeschi, le armi requisite e poi usate contro gli anglo-americani.
Un altro elemento di dubbio era l'orientamento politico delle formazioni partigiane che non favoriva quelle di orientamento filosovietico.
Insomma, tutte queste perplessità da parte inglese si possono condensare nella frase del col.Stevens (3): "Bei soldati ma pericolosi!"
L'aviolancio : il lancio doveva avvenire notte tempo sia per evitare che il nemico avvistasse gli aeroplani sia perchè di notte i tedeschi e fascisti non salivano sui monti in quanto non conoscevano bene il territorio. Il lancio doveva essere fatto su un uno spiazzo piuttosto ampio per facilitare la raccolta dei bidoni che venivano paracadutati.
Il lancio logicamente poteva anche avere dei problemi in quanto magari un colpo di vento poteva deviare il materiale paracadutato direttamente nelle grinfie dell'avversario, racconta ad esempio Nuto Revelli :
Quei fessi di inglesi hanno fatto un lancio a... Borgo San Dalmazzo; i "muti" sono già vestiti di kaki, con sten, ecc.
o nel migliore dei casi poteva finire ad un'altra formazione partigiana che poi non è che avrebbe restituito il bottino ai legittimi proprietari.
I "bidoni", del peso in genere di 100 - 150 kg circa venivano poi portati al sicuro e aperti dai destinatari, felicissimi del contenuto anche se questo talvolta lasciava alquanto a desiderare, specie se si trattava di volantini oppure di "generi" destinati a sopperire alla mancanza invernale di foglie. Anche i paracaduti, ricercatissimi, andavano sempre a buon fine.
Ma poteva capitare talvolta che l'aeroplano anziché lanciare i bidoni paracadutati cominciasse a mitragliare i malcapitati che, in fatto di piombo, speravano in qualcosa di meglio : questo poteva dipendere dallo scarso addestramento del pilota che scambiava i partigiani per nemici. (oltre che da ordini precisi in questo senso)
Ricordando che la faccenda degli aviolanci è presente pressoché in tutti i diari partigiani, vorrei concludere citando l'episodio narrato da Pietro Chiodi nel suo bel libro "Banditi" (Panfilo Editore, 1961, pag.138)
24 Marzo. Della Rocca me n'ha contata una bella di Don Gandino. I tedeschi avevano mandato una circolare a tutti i parroci con l'ordine di raccogliere tutte le armi e le munizioni in possesso dei parrocchiani e di consegnarle al più vicino Comando.
Con tutto il paese che lavora per i lanci con la canonica piena di armi e munizioni Don Gandino ha avuto il coraggio di invitare pubblicamente i suoi parrocchiani a portargli tutte le armi e le munizioni in loro possesso.
Una brava vecchietta gli ha portato un caricatore con sei colpi da '91. Il giorno dopo Don Gandino l'ha portato a Bra al Comando tedesco ricevendo i più vivi rallegramenti.
Note:
(1) da parte mia risponderei citando sia l'art. 52 della Carta Costituzionale (la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino) che il testo, (già presente su questo sito) di Don Lorenzo Milani tratto dalla lettera di risposta ai Cappellani Militari:
Ma in questi cento anni di storia italiana c'è stata anche una guerra "giusta" (se guerra giusta esiste). L'unica che non fosse offesa delle altrui Patrie, ma difesa della nostra: la guerra partigiana.
(2) prevalentemente inglesi, più addestrati alla guerriglia in previsione di una possibile invasione nazista nella loro isola.
(3) non è il "colonnello Buonasera" di Radio Londra ma, se non vado errando,il colonnello John M. Stevens, responsabile dei rapporti coi combattenti italiani e capo della missione inglese Tec, nov.1944, in Piemonte.
gianfranco 18 settembre 2019
Santa Maria Mater Dei
manda giù i parabei
manda giù i munizziùn
de masà quij lazarùn
manda giù i parabei
manda giù i munizziùn
de masà quij lazarùn
Dal disco "Canti della resistenza italiana n.6 (DS-44b)"
Preghiera Del Partigiano
(Anonimo)
Dice Cleto Baroni
la lettura è seguita dal canto:
"Il 17 del Triste Novembre (Malga Lunga)"
(Testo di Arturo Moretti)
canta un gruppo di reduci della 53.ma Brigata Garibaldi
(Registrazioni originali di Michele L. Straniero e R. Schwamenthal; Fonteno, 12-9-1965)
Preghiera Del Partigiano
(Anonimo)
Dice Cleto Baroni
la lettura è seguita dal canto:
"Il 17 del Triste Novembre (Malga Lunga)"
(Testo di Arturo Moretti)
canta un gruppo di reduci della 53.ma Brigata Garibaldi
(Registrazioni originali di Michele L. Straniero e R. Schwamenthal; Fonteno, 12-9-1965)
Language: Italian
Svuotando la casa dei miei nonni ho trovato uno scritto di mia nonna che recita:
"Ave Maria di Grazia piena
fa che non senta più la sirena
fa che dorma fino a domani
fa che non vengan gli aeroplani
ma se la bomba vuol cader giù
madre pietosa Aiutami tu
Gesù, Giuseppe e Maria
fate che gli inglesi perdan la via."
fa che non senta più la sirena
fa che dorma fino a domani
fa che non vengan gli aeroplani
ma se la bomba vuol cader giù
madre pietosa Aiutami tu
Gesù, Giuseppe e Maria
fate che gli inglesi perdan la via."
Contributed by Silvia, Bergamo - 2022/8/18 - 17:11
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Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.
La trascrivo come la ricordo, per la delizia di Lorenzo che dovrà domandarsi: ci sta o non ci sta una canzone così nel nostro sito?
Non so dire di più, perché mi sono perso le spiegazioni preliminari, e non so se mi sarà possibile ascoltare la replica. I "parabei" sono le mitragliette parabellum, protagoniste della guerra di liberazione. Non penso occorra altra traduzione.
Ma se qualcuno vuole sostituire, correggere, integrare, spiegare, lo faccia senza esitare. (gpt)