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Se si pensa alla spaventosa guerra

Altamante Logli
Langue: italien (Toscano)


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[1944]
Canto in ottava rima scritto ed eseguito da Altamante Logli
in Il seme e la speranza dei Gang [2006]

Seme.


Altamante Logli.
Altamante Logli.

Altamante Logli, 85 anni, di Pistoia, ma da sempre abitante a Scandicci. Una città cresciuta a dismisura nell'hinterland di Firenze, ma che ancora, nella sua zona collinare, mantiene l'impianto rurale.

Altamante Logli è uno dei principali maestri dell'ottava rima. Si dice che abbia insegnato l'arte a Roberto Benigni e, forse, anche a Francesco Guccini. In coda (e sulla stessa traccia di registrazione) della canzone capolavoro dell'ultimo album dei Gang, 4 maggio 1944 - In memoria, dedicata all'eccidio nazifascista di Monte Sant'Angelo, i Gang hanno inserito una sua composizione tra "Le voci della terra". Le altre voci sono quelle di Maria Cervi e di Gastone Pietrucci. Una composizione che non è riportata nel libretto dell'album, e che trascriviamo qui all'ascolto per la prima volta; non avendo titolo, glielo abbiamo dato noi.

ALTAMANTE LOGLI, IL POETA DI SCANDICCI

Ad avvicinare Benigni alla poesia estemporanea è stato uno che di rime in ottava se ne intende: Altamante Logli, pistoiese di nascita ma scandiccese di adozione, 85 anni da compiere proprio a maggio, di cui almeno una settantina passati ad inventar rime cantate. «Facevo il garzone a Cantagallo, avrò avuto sì e no 12 anni – racconta –. Fu lì che conobbi Nello Quaranti, un pecoraio che si dilettava a cantare in ottava. Fu lui a portarmi a una festa a Vaiano. Mi misero su un tavolino ed io partii. E non mi sono più fermato». All’epoca lo chiamavano il “poetino”, oggi è considerato il maestro nell’arte del contrasto, il duello verbale tra due poeti a colpi di rime alternate. «È un dono di natura, non si impara a scuola», dice Altamante, che di mestiere ha fatto l’operaio, un lavoro concreto perché, come ama ripetere, «il poeta un giorno mangia e tre sta a dieta». Una volta i contrasti erano su temi legati al mondo agreste: il padrone e il contadino, la nuora e la suocera (un tema questo per altro sempre attuale), maliziosamente allusivi (il doppio senso c’è quasi sempre, e nemmen troppo nascosto). Ma anche i poeti stanno al passo con i tempi: così sono nate le rime sulle torri gemelle, su Prodi e Berlusconi. «Sanno la Divina Commedia di Dante e tutto l’Ariosto a memoria e leggono quattro o cinque quotidiani al giorno – dice Lisetta Luchini –. Sono persone di grandissima cultura, anche se non l’hanno coltivata sui banchi di scuola». Nata con il teatro, brava chitarrista, Lisetta si è avvicinata agli stornelli quasi per caso.«La prima volta ho cantato a Firenze, al Giardino dei Ciliegi, per sostituire una persona – dice Lisetta –. Adesso quando canto mi sento libera. È il mio modo di essere veramente me stessa».
Lisetta è un po’ un’eccezione, di solito a far le rime si impara da piccini, ascoltando il babbo o il nonno. In casa Logli la tradizione potrebbe continuare: il nipote di Altamante, Mirko, si diletta a stornellare e sembra promettere bene. Ma il re dei poeti non è ancora pronto ad abdicare. Solo un mese fa era all’Università di Siena, a cantare davanti agli studenti. E il 1° maggio, fedele alla tradizione, andrà di podere in podere, a chiedere, ancora una volta, il permesso di cantare.
(tratto da Una tradizione che si rinnova)
[Introduzione di Altamante Logli]

...Questa poesia l'ho scritta n'i'mille e novecento quarantaquattro. Dopo tornato dalla guerra, venuto via dalla Francia. Mi ributtai a cantà' di poesia e scrissi...tra le prime storie che feci, feci questa poesia. Scuseranno se c'è qualche...attacco a certa gente, però...[parola incomprensibile]. Allora... Senza leggere.

Se si pensa alla spaventosa guerra
voluta da de' perfidi sovrani
per avere i' dominio della terra
distrùggano villaggi e corpi umani.
A questa brutalità i' cuor si serra
voluta [...] nel ripensare a' casi disumani
voi già un'infame dinastia
mise l'umanità all'agonia.

L'ùrtimo sforzo della borghesia
ne' popoli si cambian le opinioni
i proletari gli hanno preso i' via,
trionferanno in tutte le nazioni.
E' giusto l'eguaglianza la ci sia,
non più le guerre o le distruzioni,
ma ci sia la pace e i'lavoro,
la giustizia sociale e i' decoro.

Infin' a ché a i' potere ci stan loro,
infinché gli è questa crasse dirigente,
se 'un si metterà artro lavoro
in questo mondo 'un si risorve niente.
Sono accaparrator d'argento e oro,
La guerra gli resta conveniente,
marzagrando [*] operai e contadini
ingrandiscano possesso su' quattrini.

Va ricordato poi di Mussolini,
sì pieno d'arderigia [**] e d'ambizione,
lui chiamava tutti cittadini
la voleva aggrandì questa nazione.
La guerra si portò oltre confine,
e marzagrando le popolazione,
pell'espansionismo della sua dottrina
nel mondo fece una carneficina.

Sulla ristessa [***] strada si cammina,
'e vogliano rifà i' romano impero,
povera Italia mia, terra latina,
a servizio tu sei dello straniero.
I' capitale e tutta quella trina
accompagnato sì dall'alto clero,
con tutto questo covo di signori
son l'agonia de' lavoratori.

[Altamante si interrompe e dice: "Questa la piddiava [****] foco...L'è un'artra rima perché ho paura mi dìin noia, capito...e gli ho messo 'un po' i' fascismo...allora dice:...]

Allora qui, carissimi uditori,
Io da poeta vi lancio un appello,
chi ha la fronte riversa a' sudori:
associàssi alla farce e a i' martello.
Lì dentro non ci sta gli sfruttatori,
e fra tutti i programmi gli è i' più bello,
lì dentro non ci sta i' capitalista,
sta una democrazia progressista.

O crasse disagiata, alla conquista!
dato che sete tutti a i' tradimento,
deve pestare i' capitalista
coll'altre forze dello sfruttamento.
Non ci hanno più un terreno sulla pista,
i' popolino non è più addormento [*****],
vole rispetto degno e la sua stima,
non vol'essere schiavo come prima.

Noi siamo in mezzo e saliremo in cima,
anche qui dentro a i'popolo italiano,
non c'è nessun governo che intìma
Sullo sviluppo del progresso umano.
Vogliamo respirarlo un altro clima,
ché quello del passato è stato vano,
crollerà i' mondo d'i'capitalismo
con i' grande avvenir d'i'comunismo!
[*] massacrando
[**] alterigia
[***] "la stessa ancora una volta"
[****] pigliava, prendeva
[*****] addormentato

envoyé par Riccardo Venturi - 4/6/2006 - 13:22


Una triste notizia: Altamante Logli è venuto a mancare ieri 3 luglio 2007. Certi che porterà con sé, dovunque egli sia adesso, le sue ottave rime e il seme della speranza. [RV]

Riccardo Venturi - 4/7/2007 - 19:33


A chi t'ha voluto male, fóco e brace
Ti sia lieve la terra, abbi la pace

Civettone@gmail.com - 25/4/2022 - 16:59




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