Ehi Joe, cammina per le strade
Ehi Joe, guarda attraverso i vetri
E spaccati il cuore
Come una pietra dura
Vedendo il vero volto
Della città di metallo
Passa e guarda il cielo duro
Le foglie che cadono per sempre
La luce schifosa
Del Supermercato
L'acciaio cristallo
Della Banca di morte
Cammina, no non chiudere gli occhi
Vedi la Caserma di ferro
L'elmetto e il labbro
Del militare
La Chiesa che ti opprime
Il muro lungo del Carcere
In alto si adunano le nebbie
E l’urlo delle sirene
Richiama i morti
Sotto lividi tetti
All’orizzonte
Discende un sole bianco
I morti sfiorano i marciapiedi
E riempiono le case
Hanno gli stessi gesti
Gli stessi occhi
Lo stesso passo
Lo stesso colore
I morti servi dello Stato
Collocati ciascuno a un gradino
Della Gerarchia
Ma tutti senza reale potere
Oppressi che opprimono
Qualche altro oppressore
Vivono nei Quartieri-Lager
Lavorano come semplici automi
Per qualcun altro
Durante tutto il giorno
Direttii dai gendarmi
Del Grande Sindacato
Rientrano nella Famiglia prigione
Inferno di cui sono gli sbirri
Mangiano e bevono
Cibi e vini avariati
Banalità e parole
Mille volte ridette
Spettatori di un’altra vuota giornata
Buttano le carcasse grigie
E le occhiaie
Nei letti-tomba
Senza speranza
Di un domani diverso
Oh oh squallore della vita
Oh oh le tue persiane chiuse
Città desolata
Ah i tuoi viali di piombo
E l’aria sporca
Le miserabili ore
Da tutti i cieli amaranto
E i mari di fuoco –
Città pietre nuvole –
Oltre le mani tese...
Volti lontani
Acqua... sabbie
Attraverso lo slancio rosso-nero
Della rivoluzione –
Gli occhi spalancati
E il grande respiro
E il salto della vita –
Voglio i nuovi orizzonti!
... E il salto della vita
Voglio, oh Madù, voglio i nuovi orizzonti!
Ehi Joe, guarda attraverso i vetri
E spaccati il cuore
Come una pietra dura
Vedendo il vero volto
Della città di metallo
Passa e guarda il cielo duro
Le foglie che cadono per sempre
La luce schifosa
Del Supermercato
L'acciaio cristallo
Della Banca di morte
Cammina, no non chiudere gli occhi
Vedi la Caserma di ferro
L'elmetto e il labbro
Del militare
La Chiesa che ti opprime
Il muro lungo del Carcere
In alto si adunano le nebbie
E l’urlo delle sirene
Richiama i morti
Sotto lividi tetti
All’orizzonte
Discende un sole bianco
I morti sfiorano i marciapiedi
E riempiono le case
Hanno gli stessi gesti
Gli stessi occhi
Lo stesso passo
Lo stesso colore
I morti servi dello Stato
Collocati ciascuno a un gradino
Della Gerarchia
Ma tutti senza reale potere
Oppressi che opprimono
Qualche altro oppressore
Vivono nei Quartieri-Lager
Lavorano come semplici automi
Per qualcun altro
Durante tutto il giorno
Direttii dai gendarmi
Del Grande Sindacato
Rientrano nella Famiglia prigione
Inferno di cui sono gli sbirri
Mangiano e bevono
Cibi e vini avariati
Banalità e parole
Mille volte ridette
Spettatori di un’altra vuota giornata
Buttano le carcasse grigie
E le occhiaie
Nei letti-tomba
Senza speranza
Di un domani diverso
Oh oh squallore della vita
Oh oh le tue persiane chiuse
Città desolata
Ah i tuoi viali di piombo
E l’aria sporca
Le miserabili ore
Da tutti i cieli amaranto
E i mari di fuoco –
Città pietre nuvole –
Oltre le mani tese...
Volti lontani
Acqua... sabbie
Attraverso lo slancio rosso-nero
Della rivoluzione –
Gli occhi spalancati
E il grande respiro
E il salto della vita –
Voglio i nuovi orizzonti!
... E il salto della vita
Voglio, oh Madù, voglio i nuovi orizzonti!
envoyé par Riccardo Venturi - 2/6/2006 - 15:08
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Testo e musica di Joe Fallisi