A cantiga é uma arma
eu não sabia
tudo depende da bala
e da pontaria
tudo depende da raiva
e da alegria
a cantiga é uma arma
de pontaria
Há canta por interesse
há quem cante por cantar
há quem faça profissão
de combater a cantar
e há quem cante de pantufas
para não perder o lugar
A cantiga é uma arma
eu não sabia
tudo depende da bala
e da pontaria
tudo depende da raiva
e da alegria
a cantiga é uma arma
de pontaria
O faduncho choradinho
de tabernas e salões
semeia só desalento
misticismo e ilusões
canto mole em letra dura
nunca fez revoluções
A cantiga é uma arma
(contra quem?)
Contra a burguesia
tudo depende da bala
e da pontaria
tudo depende da raiva
e da alegria
a cantiga é uma arma
de pontaria
Se tu cantas a reboque
não vale a pena cantar
se vais à frente demais
bem te podes engasgar
a cantiga só é arma
quando a luta acompanhar
A cantiga é uma arma
contra a burguesia
tudo depende da bala
e da pontaria
tudo depende da raiva
e da alegria
a cantiga é uma arma
de pontaria
Uma arma eficiente
fabricada com cuidado
deve ter um mecanismo
bem perfeito e oleado
e o canto com uma arma
deve ser bem fabricado
A cantiga é uma arma
(Contra quem camaradas?)
Contra a burguesia
tudo depende da bala
e da pontaria
tudo depende da raiva
e da alegria
a cantiga é uma arma
de pontaria
A cantiga é uma arma
contra a burguesia
tudo depende da bala
e da pontaria
tudo depende da raiva
e da alegria
a cantiga é uma arma
contra a burguesia
eu não sabia
tudo depende da bala
e da pontaria
tudo depende da raiva
e da alegria
a cantiga é uma arma
de pontaria
Há canta por interesse
há quem cante por cantar
há quem faça profissão
de combater a cantar
e há quem cante de pantufas
para não perder o lugar
A cantiga é uma arma
eu não sabia
tudo depende da bala
e da pontaria
tudo depende da raiva
e da alegria
a cantiga é uma arma
de pontaria
O faduncho choradinho
de tabernas e salões
semeia só desalento
misticismo e ilusões
canto mole em letra dura
nunca fez revoluções
A cantiga é uma arma
(contra quem?)
Contra a burguesia
tudo depende da bala
e da pontaria
tudo depende da raiva
e da alegria
a cantiga é uma arma
de pontaria
Se tu cantas a reboque
não vale a pena cantar
se vais à frente demais
bem te podes engasgar
a cantiga só é arma
quando a luta acompanhar
A cantiga é uma arma
contra a burguesia
tudo depende da bala
e da pontaria
tudo depende da raiva
e da alegria
a cantiga é uma arma
de pontaria
Uma arma eficiente
fabricada com cuidado
deve ter um mecanismo
bem perfeito e oleado
e o canto com uma arma
deve ser bem fabricado
A cantiga é uma arma
(Contra quem camaradas?)
Contra a burguesia
tudo depende da bala
e da pontaria
tudo depende da raiva
e da alegria
a cantiga é uma arma
de pontaria
A cantiga é uma arma
contra a burguesia
tudo depende da bala
e da pontaria
tudo depende da raiva
e da alegria
a cantiga é uma arma
contra a burguesia
envoyé par Bartleby - 28/2/2012 - 09:48
Langue: italien
Traduzione italiana / Traducção italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 19-11-2019 17:21
E così, come si legge, oggi se n'è andato anche José Mário Branco. Ma guarda un po' te, dopo che ci impegniamo da anni e anni a dire che le canzoni “non fanno finire le guerre” e che “a canzoni non si fan rivoluzioni”, ecco che -nel giorno di sua morte- spunta fuori un tizio che, seppure quasi cinquant'anni fa, diceva che le canzoni possono (e addirittura devono) essere un'arma per fare la rivoluzione, un'arma efficace e come tutte le altre, che deve essere quindi fabbricata con cura e ben oliata. Portogallo, 1973. Il fatto è che, l'anno dopo, in Portogallo la rivoluzione fu fatta per davvero, con una canzone; le fu addirittura dato l'inizio. José Mário Branco scriveva quindi a ragion veduta, quarantasei anni fa; oliava l'arma, appunto. Questo ci obbligherebbe, a rigore, a riconsiderare qualche cosa. Sia sulle canzoni, che sulle rivoluzioni. Il fatto è che le rivoluzioni sono sempre state accompagnate da canzoni; quelle vere. E non solo accompagnate, ma a volte addirittura innescate come una scintilla. In questo potere del canto hanno generalmente creduto le generazioni che una rivoluzione volevano farla per davvero; tutto qui. Fine del discorso. Da tutto questo proviene anche l'attacco, in questa canzone, al fado e a tutta la musica “disimpegnata”, “sentimentale” e quant'altro, che veniva vista semplicemente reazionaria. Nello stesso anno 1973, uno che a canzoni faceva rivoluzioni veniva rinchiuso in uno stadio assieme a altre migliaia di persone, e veniva trucidato da chi aveva oliato le proprie armi anche con le musichette innocue e con le parolette tritacervelli.
Scritta nel 1973, questa canzone, appunto. L'anno dopo, dopo la Revolução dos Cravos, venne a formarsi il GAC, Grupo de Acção Cultural. Di tale gruppo questa canzone è il manifesto, ed è un manifesto chiarissimo, non fraintendibile. Il Gruppo comprendeva José Mário Branco, José Afonso, Fausto, Adriano Correia de Oliveira, José Niza e Manuel Alegre. Scopo dichiarato del gruppo era quello di scrivere canzoni rivoluzionarie in appoggio agli scioperi e alle altre manifestazioni che stavano spuntando come funghi nel Portogallo dopo il 25 aprile 1974. Non durò molto; nel 1975 i suoi membri si separarono, e il GAC rimase come un progetto legato alla UDP, l'União Democrática Popular di estrema sinistra (ancora esistente) fondata il 16 dicembre 1974. José Mário Branco ne faceva parte, e ne fu il suo principale animatore. Pubblicò un LP intitolato come il suo manifesto, A cantiga é uma arma; ne faceva parte anche la Ronda do soldadinho. Tutte canzoni, comunque, di José Mário Branco. In seguito lasciò anche lui il gruppo, per dedicarsi alla militanza politica e al teatro. Il GAC si sciolse definitivamente nel 1978.
In questo sito non è la prima volta che una traduzione e un (sia pur breve) commento vengono fatti in mortem. In diciassette anni che esistiamo, ne abbiamo visti passare a carrettate, di morti. Notizie periodiche. Oggi è toccato a José Mário Branco.
Riccardo Venturi, 19-11-2019 17:21
E così, come si legge, oggi se n'è andato anche José Mário Branco. Ma guarda un po' te, dopo che ci impegniamo da anni e anni a dire che le canzoni “non fanno finire le guerre” e che “a canzoni non si fan rivoluzioni”, ecco che -nel giorno di sua morte- spunta fuori un tizio che, seppure quasi cinquant'anni fa, diceva che le canzoni possono (e addirittura devono) essere un'arma per fare la rivoluzione, un'arma efficace e come tutte le altre, che deve essere quindi fabbricata con cura e ben oliata. Portogallo, 1973. Il fatto è che, l'anno dopo, in Portogallo la rivoluzione fu fatta per davvero, con una canzone; le fu addirittura dato l'inizio. José Mário Branco scriveva quindi a ragion veduta, quarantasei anni fa; oliava l'arma, appunto. Questo ci obbligherebbe, a rigore, a riconsiderare qualche cosa. Sia sulle canzoni, che sulle rivoluzioni. Il fatto è che le rivoluzioni sono sempre state accompagnate da canzoni; quelle vere. E non solo accompagnate, ma a volte addirittura innescate come una scintilla. In questo potere del canto hanno generalmente creduto le generazioni che una rivoluzione volevano farla per davvero; tutto qui. Fine del discorso. Da tutto questo proviene anche l'attacco, in questa canzone, al fado e a tutta la musica “disimpegnata”, “sentimentale” e quant'altro, che veniva vista semplicemente reazionaria. Nello stesso anno 1973, uno che a canzoni faceva rivoluzioni veniva rinchiuso in uno stadio assieme a altre migliaia di persone, e veniva trucidato da chi aveva oliato le proprie armi anche con le musichette innocue e con le parolette tritacervelli.
Scritta nel 1973, questa canzone, appunto. L'anno dopo, dopo la Revolução dos Cravos, venne a formarsi il GAC, Grupo de Acção Cultural. Di tale gruppo questa canzone è il manifesto, ed è un manifesto chiarissimo, non fraintendibile. Il Gruppo comprendeva José Mário Branco, José Afonso, Fausto, Adriano Correia de Oliveira, José Niza e Manuel Alegre. Scopo dichiarato del gruppo era quello di scrivere canzoni rivoluzionarie in appoggio agli scioperi e alle altre manifestazioni che stavano spuntando come funghi nel Portogallo dopo il 25 aprile 1974. Non durò molto; nel 1975 i suoi membri si separarono, e il GAC rimase come un progetto legato alla UDP, l'União Democrática Popular di estrema sinistra (ancora esistente) fondata il 16 dicembre 1974. José Mário Branco ne faceva parte, e ne fu il suo principale animatore. Pubblicò un LP intitolato come il suo manifesto, A cantiga é uma arma; ne faceva parte anche la Ronda do soldadinho. Tutte canzoni, comunque, di José Mário Branco. In seguito lasciò anche lui il gruppo, per dedicarsi alla militanza politica e al teatro. Il GAC si sciolse definitivamente nel 1978.
In questo sito non è la prima volta che una traduzione e un (sia pur breve) commento vengono fatti in mortem. In diciassette anni che esistiamo, ne abbiamo visti passare a carrettate, di morti. Notizie periodiche. Oggi è toccato a José Mário Branco.
IL CANTO È UN'ARMA
Il canto è un'arma
non lo sapevo
tutto dipende dal proiettile
e dalla mira
tutto dipende dalla rabbia
e dall'allegria
il canto è un'arma
con cui mirare
C'è chi canta per interesse
c'è chi canta per cantare
c'è chi fa di professione
combattere e cantare
e c'è chi canta in ciabatte
per non perdere il posto
Il canto è un'arma
non lo sapevo
tutto dipende dal proiettile
e dalla mira
tutto dipende dalla rabbia
e dall'allegria
il canto è un'arma
con cui mirare
Il faderello piagnucoloso
di taverne e saloni
semina solo scoramento
misticismo e illusioni
un canto molle con parole difficili
non ha mai fatto rivoluzioni
Il canto è un'arma
(contro chi?)
Contro la borghesia
tutto dipende dal proiettile
e dalla mira
tutto dipende dalla rabbia
e dall'allegria
il canto è un'arma
con cui mirare
Se canti a rimorchio
non vale la pena cantare
se vai troppo davanti
certo che ti puoi imbrogliare
il canto è un'arma solo
quando accompagnerà la lotta
Il canto è un'arma
contro la borghesia
tutto dipende dal proiettile
e dalla mira
tutto dipende dalla rabbia
e dall'allegria
il canto è un'arma
con cui mirare
Un'arma efficiente
fabbricata con cura
deve avere un meccanismo
perfettissimo e oliato
e il canto con un'arma
dev'essere ben fabbricato
Il canto è un'arma
(contro chi, compagni?)
Contro la borghesia
tutto dipende dal proiettile
e dalla mira
tutto dipende dalla rabbia
e dall'allegria
il canto è un'arma
con cui mirare
Il canto è un'arma
contro la borghesia
tutto dipende dal proiettile
e dalla mira
tutto dipende dalla rabbia
e dall'allegria
il canto è un'arma
con cui mirare.
Il canto è un'arma
non lo sapevo
tutto dipende dal proiettile
e dalla mira
tutto dipende dalla rabbia
e dall'allegria
il canto è un'arma
con cui mirare
C'è chi canta per interesse
c'è chi canta per cantare
c'è chi fa di professione
combattere e cantare
e c'è chi canta in ciabatte
per non perdere il posto
Il canto è un'arma
non lo sapevo
tutto dipende dal proiettile
e dalla mira
tutto dipende dalla rabbia
e dall'allegria
il canto è un'arma
con cui mirare
Il faderello piagnucoloso
di taverne e saloni
semina solo scoramento
misticismo e illusioni
un canto molle con parole difficili
non ha mai fatto rivoluzioni
Il canto è un'arma
(contro chi?)
Contro la borghesia
tutto dipende dal proiettile
e dalla mira
tutto dipende dalla rabbia
e dall'allegria
il canto è un'arma
con cui mirare
Se canti a rimorchio
non vale la pena cantare
se vai troppo davanti
certo che ti puoi imbrogliare
il canto è un'arma solo
quando accompagnerà la lotta
Il canto è un'arma
contro la borghesia
tutto dipende dal proiettile
e dalla mira
tutto dipende dalla rabbia
e dall'allegria
il canto è un'arma
con cui mirare
Un'arma efficiente
fabbricata con cura
deve avere un meccanismo
perfettissimo e oliato
e il canto con un'arma
dev'essere ben fabbricato
Il canto è un'arma
(contro chi, compagni?)
Contro la borghesia
tutto dipende dal proiettile
e dalla mira
tutto dipende dalla rabbia
e dall'allegria
il canto è un'arma
con cui mirare
Il canto è un'arma
contro la borghesia
tutto dipende dal proiettile
e dalla mira
tutto dipende dalla rabbia
e dall'allegria
il canto è un'arma
con cui mirare.
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Testo e musica: José Mário Branco
Lyrics and music: José Mário Branco
Letra e música: José Mário Branco
Poco prima di fare finalmente rientro in Portogallo dall’esilio francese, José Mário Branco partecipò ed un evento organizzato dagli esuli e dal Partito Comunista Portoghese. E’ durante il “Jogos Florais da Emigração Portuguesa” presso la Cartoucherie di Vincennes (un antico convento sede del “Théâtre du Soleil” della regista Ariane Mnouchkine) che Branco presentò questa sua canzone Manifiesto, che non avrà la potenza evocativa di quella di Víctor Jara ma che precisa bene il punto di vista politico e stilistico del cantautore portoghese… [BB]