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La collina, o Dormono sulla collina

Fabrizio De André
Language: Italian


Fabrizio De André

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(Fabrizio De André)
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fabfuma
[1971]
Testo di Fabrizio De André e Giuseppe Bentivoglio
Musica di Fabrizio De André e Nicola Piovani
Lyrics by Fabrizio De André and Giuseppe Bentivoglio
Music by Fabrizio De André and Nicola Piovani
Paroles: Fabrizio De André et Giuseppe Bentivoglio
Musique: Fabrizio De André et Nicola Piovani
Sanat: Fabrizio De André ja Giuseppe Bentivoglio
Sävel: Fabrizio De André ja Nicola Piovani

Album / Albumi: Non all'amore non al denaro né al cielo

Firenze: Manifestazione per la pace su Ponte Vecchio con le parole di questa canzone.
Firenze: Manifestazione per la pace su Ponte Vecchio con le parole di questa canzone.


"Il pezzo introduttivo di "Non all'amore non al denaro né al cielo" è, come tutti perlomeno dovrebbero sapere, tratto -come tutto l'album- dalla "Spoon River Anthology" (Antologia di Spoon River) del poeta americano Edgar Lee Masters, tradotto per la prima volta in Italia nel 1943 da Fernanda Pivano.

"La parte sui "figli della guerra" mi sembra un biglietto più che valido per farla salire in carrozza"


- Marco "Slowdog" Sopegno: Commento originale dalla primitiva raccolta delle CCG, febbraio/aprile 2003






EDGAR LEE MASTERS

La prima edizione dell'Antologia di Spoon River: McMillan Publishing Company, 1915
La prima edizione dell'Antologia di Spoon River: McMillan Publishing Company, 1915
Edgar Lee Masters nasce a Garnett, Kansas, nel 1869. Avvocato a Chicago, nel 1915 pubblica l'opera alla quale resta legato il suo nome, L'antologia di Spoon River che propone un folgorante ritratto della profonda provincia americana sospesa fra Otto e Novecento. Il successo fu immediato, in patria come in Europa, mentre le opere che seguirono non seppero ripeterlo (come d'altro canto non avevano trovato fortuna le opere precedenti)
Muore a Melrose Park, in Pennsylvania, nel 1950.

Quando nel 1915 Edgar Lee Masters pubblicò l' "Antologia di Spoon River" il successo fu così grande che si pensava che ogni americano, a meno che non fosse analfabeta, l'avesse letta; fu considerato in assoluto come il libro di poesie più letto fino a quel momento (e probabilmente è fino ad oggi una delle raccolte di liriche più conosciute al mondo). In Italia questa raccolta di poesie uscì quasi vent'anni dopo nel 1943.
L' "Antologia di Spoon River" è una raccolta di epitaffi, ossia di iscrizioni tombali: Masters trascorse la sua infanzia a Petersburg, un piccolo villaggio sul fiume Sangamon, in vicinanza di una collina su cui sorge un vecchio cimitero chiamato Oakland o Oak Hills; a undici anni, con la famiglia si trasferì in un altro paese, a circa trenta miglia dal primo, chiamato Lewinstown dove scorre il fiume Spoon.

L'autore stesso disse che cinquantatre epitaffi sono ispirati da personaggi di Petersburg e sessantasei da quelli di Lewistown. Si narrano anche delle leggende a riguardo: si dice che molti fossero infuriati col poeta per aver, seppure con falso nome, portato in pubblica piazza i propri affari personali e si parla dell'esistenza di una lista con tutti i nomi fittizi accanto a quelli veri cui si riferiscono.
L'idea di un libro di epitaffi nacque a Masters in seguito alla lettura dell'Antologia Palatina, una raccolta di epigrammi greci composti tra l'età classica e quella ellenistica e bizantina, scoperta nella Biblioteca Palatina di Heidelberg nel 1607. E' divisa in quindici libri e raccoglie quasi quattromila epigrammi d'amore, sulla natura ed epigrammi funebri.

In realtà Masters si discosta molto dal modello originale: non usa la metrica, ma scrive in una forma che lui stesso definisce " meno del verso e più della prosa" e descrive i personaggi con una loro unicità come se volesse " ricostruire tutta un'esistenza e cristallizzarla in blocco nell'attimo della morte "(F. Pivano). L' epitaffio quindi, pur essendo una forma poetica di origine greca, in Masters è tutto americano, e si rivolge solo ad un' esistenza concreta, strettamente legato alla realtà.

La prima poesia intitolata "Sulla Collina" ci porta in un vero e proprio cimitero, situato sulla cima di una collina in un piccolo villaggio vicino al fiume Spoon. In ogni poesia i morti parlano di sé, dipingono con tocchi fugaci il senso ultimo della loro vita: Masters ci fa entrare nel cuore di ognuno attraverso i suoi rimpianti, e le sofferenze; e scopriamo un modo nuovo di guardare alle cose e alle persone: ognuno infatti si ritiene segnato, assunto a un ben preciso ruolo, da un avvenimento che ha caratterizzato la sua vita, come se in realtà la sua stessa vita non fosse stata altro che girare furiosamente attorno a quell'unico avvenimento.
(Ma questo allora è un silenzioso rifiuto del ruolo, una constatazione, o un semplice sguardo aperto sul mondo puritano degli Stati Uniti dell'epoca?)

Nella raccolta troviamo tutti : il ricco, il povero, il bambino morto per aver contratto il tetano mentre giocava, il bambino morto ancora prima di nascere, la moglie tradita, il marito adultero, la poetessa sgraziata come Saffo, il soldato, il filosofo, la prostituta... insomma il paese intero, dove tutti i personaggi ci svelano i legami d'amore e di odio che avevano nella vita.

stampleeMa allora perché parlare dei morti? Forse perché quando le cose si osservano da lontano appaiono più chiare, perdono i contorni del soggettivismo, diventano giudicabili. Forse perché è importante recuperare il senso della memoria. O ancora per scoprire se le cose sono cambiate. Lo scopo del poeta quindi è quello di scoprire l'essenza della vita quotidiana e di trovare un elemento che insieme unisca e sintetizzi tutto il genere umano, e lo trova nel "fallimento". Non è più importante scoprire se i personaggi abbiano o meno delle qualità morali: per Masters l'importante è vedere se il personaggio è o non è un fallito (in questo è davvero molto americano).

Quasi tutti i protagonisti delle poesie sono dei falliti: hanno fallito in amore, nel lavoro, nella vita. Per la prima volta il paesino di campagna, fino ad allora ritenuto il centro della vita e della moralità americana viene criticato e ne vengono messi in evidenza i comportamenti che si celano dietro la maschera della rigida etica puritana. Masters assume allora anche una connotazione morale, sottolineando allora che il fallimento dipende in generale dall'aver inseguito un'ideale erroneo (nell'America del primo '900 il successo economico), e che solo le anime semplici riescono a trionfare nella vita.
Dove se n'è andato Elmer
Che di febbre si lasciò morire,
Dov'è Herman bruciato in miniera?
Dove sono Bert e Tom,
Il primo ucciso in una rissa,
E l'altro che uscì già morto di galera?
E cosa ne sarà di Charley
Che cadde mentre lavorava,
E dal ponte volò, volò sulla strada?

Dormono, dormono sulla collina,
dormono, dormono sulla collina.

Dove sono Ella e Kate,
Morte entrambe per errore,
Una di aborto, l'altra d'amore?
E Maggie, uccisa in un bordello
Dalle carezze di un animale,
Edith consumata da uno strano male?
E Lizzie, che inseguì la vita
Lontano, e dall'Inghilterra
Fu riportata in questo palmo di terra.

Dormono, dormono sulla collina
dormono, dormono sulla collina.

Dove sono i generali
Che si fregiarono nelle battaglie
Con cimiteri di croci sul petto?
Dove i figli della guerra,
Partiti per un ideale,
Per una truffa, per un amore finito male?
Hanno rimandato a casa
Le loro spoglie nelle bandiere
Legate strette, perché sembrassero intere.

Dormono, dormono sulla collina
dormono, dormono sulla collina.

Dov'è Jones il suonatore,
Che fu sorpreso dai suoi novant'anni
E con la vita avrebbe ancora giocato...?
Lui che offrì la faccia al vento,
La gola al vino, e mai un pensiero
Non al denaro, non all'amore né al cielo.
Lui sì, sembra di sentirlo
Cianciare ancora delle porcate
Mangiate in strada nelle ore sbagliate...

Sembra di sentirlo ancora
Dire al mercante di liquore:
"Tu che lo vendi cosa ti compri di migliore?"



Language: English

Traduzione inglese / English translation / Traduction anglaise / Englanninkielinen käännös: Dennis Criteser [2014]
--> Fabrizio De André in English

"The Hill" is the opening poem of The Spoon River Anthology and sets the stage for the book's 240 poems from 212 different characters that follow. - Dennis Criteser
THE HILL

Where’d Elmer go,
Who left himself to die of fever?
Where’s Herman, burned in a mine?
Where are Bert and Tom,
The first one killed in a brawl
And the other who got out of jail dead already?
And what of Charley,
Who fell while working?
From a bridge he flew, flew onto the road.

They’re sleeping, they’re sleeping on the hill,
They’re sleeping, they’re sleeping on the hill.

Where are Ella and Kate,
Both dead by mistake,
One from an abortion, the other of love?
And Maggie, killed in a brothel
By the caresses of a brute?
And Edith consumed by a strange illness?
And Lizzie who pursued life
Far away, and from England
Was carried back to this palm of earth?

They’re sleeping, they’re sleeping on the hill,
they’re sleeping, they’re sleeping on the hill.

Where are the generals,
Who decorate themselves in the battles
With cemeteries of crosses on their chests?
Where the sons of the war,
Departed for an ideal,
For a fraud, for a love that ended poorly?
They sent home
Their remains wrapped in flags,
Bound tight so they seemed of one piece.

They’re sleeping, they’re sleeping on the hill,
They’re sleeping, they’re sleeping on the hill.

Where is Jones the player,
Who was surprised by his ninety years
And would still have played with life?
He who offered his face to the wind,
His throat to the wine, and never a thought
To money, to love, nor to heaven.
Yes, it seems one can hear him
Still prattling on about the crap
Eaten on the streets in the wrong hours.

It seems you can still hear him
Saying to the liquor merchant:
“You who sell it, what do you buy for yourself that’s better?”

Contributed by Riccardo Venturi - 2016/2/24 - 06:29




Language: French

Version française – Ils dorment sur la colline – Marco Valdo M.I. – 2009 – revue et corrigée 2013
Chanson italienne – Dormono sulla collina – Fabrizio De André e Giuseppe Bentivoglio - 1971

Cette chanson de Fabrizio De André est la première d'un album (intitulé d'un vers de cette chanson : « Ni à l'argent, ni à l'amour, ni au ciel ».) entièrement dédié à une anthologie « Spoon River Anthology » de textes du poète étazunien Edgar Lee Masters (Garnett, Kansas, 1868 – Melrose Park, Pennsylvanie, 1950).
Édité en recueil en 1915, « The Spoon River Anthology » rassemble les épitaphes des habitants de Spoon River, village issu de la fusion imaginaire de Lewistown et de Petersburg, bourgades de l'Illinois.

Comme le signale Riccardo Venturi, c'est une chanson à deux titres : « La Colline » et « Ils dorment sur la colline ».

Par ailleurs, il se confirme qu'il faut toujours se relire... Car, il y a de fortes chances, qu'on ait laissé traîner quelques erreurs. On peut alors se corriger et enlever un peu de la cendre dont il convient de se couvrir le front...

Marco Valdo M.I.
ILS DORMENT SUR LA COLLINE

Où s'en est allé Elmer
Qui se laissa mourir de fièvre ?
Où est Herman brûlé dans la mine ?
Où sont Bert et Tom ?
Le premier tué dans une rixe
Et l'autre qui sortit mort déjà de prison.
Qu'en est-il de Charley ?
Qui tomba tandis qu'il travaillait
Du pont et vola, vola sur la chaussée.

Ils dorment, ils dorment sur la colline
Dorment, dorment sur la colline.

Où sont Ella et Kate ?
Mortes ensemble par erreur
Une d'avortement, l'autre d'amour.
Et Maggie tuée dans un bordel
Par les caresses d'un animal ?
Et Edith consumée par un étrange mal ?
Et Lizzie qui mena sa vie
Au loin, et d'Angleterre,
Fut ramenée en ce coin de terre ?

Elles dorment, elles dorment sur la colline
Dorment, dorment sur la colline.

Où sont les généraux
Qui s'agitaient dans les batailles
Avec des cimetières de croix sur la poitrine ?
Où donc les fils de la guerre
Partis pour un idéal
Pour une tromperie, pour un amour fini mal ?
On a renvoyé chez eux
Leurs dépouilles dans des drapeaux
Étroitement liées pour qu'ils aient l'air entiers.

Ils dorment, ils dorment sur la colline
Dorment, dorment sur la colline.

Où est Jones le musicien
Qui fut surpris par ses nonante ans
Et qui aurait bien joué encore de sa vie ?
Lui qui offrit son visage au vent
Sa gorge au vin et jamais une pensée
Ni à l'argent, ni à l'amour, ni au ciel.
On croirait l'entendre
Remâcher encore les cochonneries
Mangées dans la rue aux heures perdues.

On croirait l'entendre encore
Dire au marchand de liqueurs
«Est-ce toi qui vends ce que j'ai acheté de meilleur ? »

Contributed by Marco Valdo M.I. - 2013/8/20 - 12:56




Language: German

Traduzione tedesca / Deutsche Übersetzung / German translation / Traduction allemande / Saksankielinen käännös:
Wolfgang (L. Trans.)
SIE SCHLAFEN AUF DEM HÜGEL

Wohin ist Elmer gegangen,
Der im Fieber gestorben ist,
Wo ist Hermann, der in der Mine verbrannte?
Wo sind Bert und Tom,
Der erste getötet bei einer Schlägerei,
Und der andere, der schon tot aus dem Knast kam?
Was wird von Charlie bleiben, der bei der Arbeit
Von der Brücke fiel und auf die Strasse flog?

Sie schlafen, schlafen auf dem Hügel,
Sie schlafen, schlafen auf dem Hügel.

Wo sind Ella und Kate,
Beide versehentlich gestorben,
Die eine bei einer Abtreibung, die andere aus Liebe?
Und Maggie, getötet in einem Bordell
Durch die Liebkosungen eines Tieres,
Und Edith, verzehrt von einer seltsamen Krankheit?
Und Lizzie, die dem Leben weit hinterherlief,
Und die von England
Zurückgebracht wurde in diese Handbreit Erde?

Sie schlafen, schlafen auf dem Hügel,
Sie schlafen, schlafen auf dem Hügel.

Wo sind die Generäle,
Die sich in den Schlachten ihre Brüste
Mit Friedhöfen von Kreuzen schmückten?
Wo sind die Kinder des Kriegs,
Aufgebrochen für ein Ideal, für einen Betrug,
Für eine Liebe mit schlimmem Ende?
Sie haben ihre Leichen
In den Fahnen nach Hause zurückgeschickt,
Eng gebunden, damit sie vollständig aussahen.

Sie schlafen, schlafen auf dem Hügel,
Sie schlafen, schlafen auf dem Hügel.

Wo ist Jones, der Musikant,
Der von seinen neunzig Jahren überrascht wurde,
Und der mit dem Leben weiter gespielt hätte?
Und der dem Wind sein Gesicht bot, dem Wein seinen Hals,
Und nie einen Gedanken verschwendete,
Nicht an Geld, nicht an die Liebe, nicht an den Himmel?
Ja, man glaubt ihn noch zu hören,
Wie er über Schweinereien schwatzt,
Die er auf der Strasse zur Unzeit gegessen hatte,

Man glaubt ihn noch zu hören,
Wie er zum Likörhändler sagt:
"Du, der du das verkaufst, was kaufst du dir denn besseres?"

Contributed by Riccardo Venturi - 2005/3/17 - 20:57




Language: Spanish

Traduzione spagnola / Traducción al español / Spanish translation / Traduction espagnole / Espanjankielinen käännös: Alice Bellesi & Ruth Montáñez De La Cruz

The Hill
LA COLINA

¿Dónde se fue Elmer
Quien de fiebre se dejó morir?
¿Dónde está Herman quemado en la mina?
¿Dónde están Bert y Tom,
El primero asesinado en una riña
Y el otro, que salió ya muerto de la cárcel?
¿ Y qué será de Charley,
Quien cayó mientras estaba trabajando
Del puente voló y voló hacia la carretera?

Duermen, duermen en la colina
Duermen, duermen en la colina.

¿Dónde están Ella y Kate
Ambas muertas por error,
Una por aborto, la otra por amor?
¿Y Maggie asesinada en un burdel
Por las caricias de un animal?
¿Y Edith consumida por un mal extraño?
¿Y Lizzie quien persiguió a la vida
Hasta muy lejos, y de Inglaterra
Fue traída de regreso en este pedazo de tierra?

Duermen, duermen en la colina
Duermen, duermen en la colina.

¿Dónde están los generales
Quienes se adornaron en las batallas
Con cementerios de cruces en el pecho
Donde los hijos de la guerra
Quienes marcharon por un ideal
Por una estafa, por un amor terminado mal?
Devolvieron a sus casas
Sus restos en las banderas
Bien apretados para que aparecieran enteros...

Duermen, duermen en la colina
duermen, duermen en la colina.

¿Dónde está Jones el músico,
Quien fue sorprendido por sus noventa años
Y con su vida él todavía habría jugado?
Él quien ofreció su cara al viento
Su garganta al vino y nunca un pensamiento
Ni al dinero ni al amor ni al cielo.
A él sí, aún parece de escucharle
Charlando de la basura
Que había comido en la calle a cualquier hora,

Aún parece de escucharle
Diciendo al comerciante de licor
"Usted que lo vende, ¿qué compraría mejor?"

Contributed by Alice Bellesi & Ruth Montañez De La Cruz - 2018/6/12 - 20:24




Language: Portuguese

Traduzione portoghese / Tradução portuguesa/ Portuguese translation / Traduction portugaise / Portugalinkielinen käännös:
letras.mus.br (via L. Trans.)
DORMEM SOBRE A COLINA

Onde se foi Elmer
Que de febre se deixou morrer
Onde está Herman queimado na mina?
Onde estão Bert e Tom
O primeiro morto em uma briga
E o outro que saiu já morto da prisão?
E que coisa será de Charley
Que caiu enquanto trabalhava
E da ponte voou e voou sobre a estrada?

Dormem, dormem sobre a colina
Dormem, dormem sobre a colina

Onde estão Ella e Kate
Mortas ambas por erro
Uma de aborto, a outra de amor?
E Maggie morta em um bórdeu
Pelas carícias de um animal
E Edith consumida de um estranho mal?
E Lizzie que perseguiu a vida
Longe, e da Inglaterra
Foi reportada neste palmo de terra?

Dormem, dormem sobre a colina
Dormem, dormem sobre a colina

Onde estão os generais
Que se embelezaram nas batalhas
Com cemitérios de cruzes sobre o peito?
Onde os filhos da guerra
Partidos por um ideal
Por um engano, por um amor acabado mal
Tinham adiado a casa
Os seus restos nas bandeiras
Ligados apertados porque pareciam inteiros

Dormem, dormem sobre a colina
Dormem, dormem sobre a colina

Onde está Jones o músico
Que estava surpreso dos seus noventa anos
E com a vida tinha ainda brincado
Ele que ofereceu a face ao vento
A garganta ao vinho e nunca um pensamento
Não ao dinheiro, não ao amor nem ao céu?
Ele sim parece ouvi-lo
Tagarelar ainda das imundícies
Comidas na estrada nas horas erradas

Parece ouvi-lo ainda
Dizer ao mercante de licor
"Tu que o vendes que coisa te compras de melhor?"

Contributed by Riccardo Venturi - 2021/3/24 - 21:17




Language: Finnish

Traduzione finlandese della canzone di Fabrizio De André / Finnish translation of Fabrizio De André's song / Traduction finnoise de la chanson de Fabrizio De André / Fabrizio De Andrén laulun suomennos: Juha Rämö
HE NUKKUVAT KUMMUN ALLA

Minne meni Elmer,
Joka kuoli kuumeeseen?
Missä on Herman, joka paloi kaivoksessa?
Missä ovat Bert ja Tom,
Hän, joka menetti henkensä tappelussa
Ja hän, joka oli jo kuollut päästessään vankilasta?
Ja entä Charlie, joka töitä tehdessään putosi
Ja lensi sillalta, lensi sillalta katuun?

He nukkuvat, nukkuvat kummun alla,
He nukkuvat, nukkuvat kummun alla.

Missä ovat Ella ja Kate,
jotka molemmat kuolivat vahingossa,
toinen aborttiin ja toinen rakkauteen?
Ja Maggie, joka kuoli bordellissa
jouduttuaan raakalaisen käsittelyyn?
Ja Edith, jonka outo sairaus näännytti?
Ja Lizzie, joka kulki elämän perässä
kauas ja joka sai täältä palan maata,
kun hänet oli tuotu takaisin Englannista?

He nukkuvat, nukkuvat kummun alla,
He nukkuvat, nukkuvat kummun alla.

Missä ovat kenraalit,
Joilla oli taistelujen jäljiltä rinnassaan
Ristejä kuin hautausmaalla konsanaan?
Missä ovat sodan lapset,
Jotka lähtivät taisteluun ihanteen,
Valheen, sammuneen rakkauden vuoksi?
Heidän ruumiinsa lähetettiin kotiin
Lippuihin käärittyinä, tiukasti,
Jotta ne olisivat näyttäneet kokonaisilta.

He nukkuvat, nukkuvat kummun alla,
He nukkuvat, nukkuvat kummun alla.

Missä on viuluniekka Jones,
Joka yhdeksästäkymmenestä ikävuodestaan yllättyneenä
Olisi edelleen halunnut leikkiä elämällä?
Hän, joka antoi kasvonsa tuulelle
Ja kurkkunsa viinille uhraamatta koskaan ajatustakaan
Rahalle, rakkaudelle tai taivaalle?
Tuntuu kuin voisi vieläkin kuulla hänen
Jankuttavan kaikesta siitä sonnasta,
Jota hän sai niellä kulkiessaan kaduilla väärään aikaan,

Kuin voisi vieläkin kuulla hänen
sanovan viinakauppiaalle:
»Ostaisitko itsellesi sitä, mitä myyt muille?"

Contributed by Juha Rämö - 2019/5/28 - 14:57




Language: Italian (Marchigiano Pergolese)

Adattamento nel dialetto di Pergola (provincia di Pesaro, Alta Valcesano).
Fatti e personaggi locali raccontati seguendo la struttura narrativa originale
Adattamento di Augusto Andreoli
DORM’NO SU LA COLLINA

Do’ è ch’è gito Gusto
Morto a trent’ anni de’ polmonite e do’ è Sesto
‘Na vita in miniera
Do’ è ch’enno i Ripanti
Paolo e Giuànne del Peveriero
Du’ che la caccia sapevan co’ era
Do’ è che sarà poi volato
Enzino l’impiegato
D’la covata era lu’ ‘l primo nato

Dorm’no, dorm’no su la collina
Dorm’no, dorm’no su la collina

Do’ è l’Elda e do’ è la Peppa
Da i cori grossi comm’ du’ sporte
De troppo còre, me sa, ch’enno morte.
E l’Angelina, sempre su è giù dal Piano a l’ospedale spenta D’nverno da’ ‘n brutto male.
Do’ sarà adè la Gusta
Che a scrive e legge m’avea ‘mparato
‘Nte c’la casetta do’ anch’io so’ nato

Dorm’no, dorm’no su la collina
Dorm’no, dorm’no su la collina

Do’ è Tito del Serrone
Che me l’arvedo a batte e méte
‘N bicchier de vino pe’ spegne la sete
E te, Peppino, do’ sei gito
Coi sogni chiusi drent’ al cervello a settant’anni n’eterno monello
Questi ch’io li arpenso spesso
E non soltanto ‘l giorno dj Morti
Vorrìa sape’ se davéro en’ risorti

Dorm’no, dorm’no su la collina
Dorm’no, dorm’no su la collina

Do’ è Italo “P’liccione”
Sparito, via, senza fa’ rumore
duro de pelle, tenero ‘l core
Lu’ che spaccava cerque, ‘mpastava malta e mai ‘n pensiero
A soldi, donne o al Dio del cielo
Me pare de sentillo ancora che m’arcontava de le fongate
De le bisbocce e de gran magnate
E po’ l’ultima volta
De fianco a lu’ davanti al foco
Che dice “D’tempo me n’armane poco”.

Contributed by Augusto Andreoli - 2018/7/5 - 10:07




Language: English

THE HILL - Dall' Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters: McMillan Publishing Company, 1915
THE HILL - From Edgar Lee Masters' Spoon River Anthology : McMillan Publishing Company, 1915
THE HILL - De l'Anthologie de Spoon River d'Edgar Lee Masters : McMillan Publishing Company, 1915
THE HILL - Edgar Lee Mastersin Spoon River antologiasta : McMillan Publishing Company, 1915

Edgar Lee Masters.
Edgar Lee Masters.


Riportiamo anche la poesia originale di Edgar Lee Masters dalla quale è tratta la canzone. Come nell'album di De André, anche nella "Spoon River Anthology" si tratta della poesia introduttiva.

SPOON RIVER ANTHOLOGY


Spoon River Anthology: First edition, McMillan Publishing Company, 1915
Spoon River Anthology: First edition, McMillan Publishing Company, 1915
Spoon River Anthology (1915), by Edgar Lee Masters, is a collection of short free verse poems that collectively narrates the epitaphs of the residents of Spoon River, a fictional small town named after the Spoon River, which ran near Masters' home town of Lewistown, Illinois. The aim of the poems is to demystify rural and small town American life. The collection includes 212 separate characters, in all providing 244 accounts of their lives, losses, and manner of death. Many of the poems contain cross-references that create an unabashed tapestry of the community. The poems originally were published in 1914 in the St. Louis, Missouri literary journal Reedy's Mirror, under the pseudonym Webster Ford.

The first poem serves as an introduction. Each following poem is an autobiographical epitaph of a dead citizen, delivered by the dead themselves. Characters include Tom Merritt, Amos Sibley, Carl Hamblin, Fiddler Jones and A.D. Blood. They speak about the sorts of things one might expect: Some recite their histories and turning points, others make observations of life from the outside, and petty ones complain of the treatment of their graves, while few tell how they really died. The subject of afterlife receives only the occasional brief mention, and even those seem to be contradictory. Speaking without reason to lie or fear the consequences, they construct a picture of life in their town that is shorn of façades. The interplay of various villagers — such as a bright and successful man crediting his parents for all he's accomplished, and an old woman weeping because he is secretly her illegitimate child — forms a gripping, if not pretty, whole.

Many of the characters who make appearances in Spoon River Anthology were based on people that Masters knew or heard of in the two towns in which he grew up: Petersburg and Lewistown, Illinois. Masters sometimes substantially disguised the names of these real-life inspirations, but he sometimes disguised them only barely and, in a few cases, not at all. Most notable is Ann Rutledge, regarded in local legend to be Abraham Lincoln's early love interest (though there is no actual proof of such a relationship); Masters heard this legend from his grandfather. Rutledge's grave can be found in a Petersburg cemetery, and a tour of graveyards in both towns, especially Oak Hill Cemetery in Lewistown, reveals most of the surnames that Masters applied to his characters.

After growing up and leaving Lewistown for Chicago, Masters met and befriended William Marion Reedy, the owner, publisher and editor of the St. Louis-based literary magazine Reedy's Mirror. By the time Masters wrote the poems that became Spoon River Anthology, he had published some poetry with some success; these prior poems, however, were more conventional in style and subject matter. Masters later wrote that it was Reedy, through his criticism and friendship, who encouraged him to write “something more distinctive than what I was doing, somehow, someway, but without telling me how to do it.” Masters in particular credited Reedy with introducing him to the Greek Anthology, a collection of classical period epigrams, to which Spoon River Anthology is stylistically similar.

Spoon River Anthology originally was published in serial form in Reedy's Mirror from May 29, 1914 until January 5, 1915. The poems were attributed initially to the pseudonym Webster Ford. William Marion Reedy, owner, publisher and editor of the magazine revealed the poems’ true authorship in November 1914, after 21 weekly entries.

The first bound edition of Spoon River Anthology was published by The Macmillan Company in 1915 with a total of 209 poems. Masters added 35 new poems in the 1916 edition, expanding on new characters with connections to some of the originals. Among these new additions were "Andy the Night-Watch", "Isa Nutter," "Plymouth Rock Joe" and "The Epilogue."

Critical reception and legacy

stampleeSpoon River Anthology was a critical and commercial success. Ezra Pound's review of the Spoon River poems begins: "At last! At last America has discovered a poet." Carl Sandburg's review is similarly glowing: "Once in a while a man comes along who writes a book that has his own heart-beats in it. The people whose faces look out from the pages of the book are the people of life itself, each trait of them as plain or as mysterious as in the old home valley where the writer came from. Such a writer and book are realized here." The book sold 80,000 copies over four years, making it an international bestseller by the standards of the day.

Meanwhile, those who lived in the Spoon River region objected to their portrayal in the anthology, particularly as so many of the poems' characters were based on real people. The book was banned from Lewistown schools and libraries until 1974. Even Masters's mother, who sat on the Lewistown library board, voted for the ban. (Masters claimed "My mother disliked [the anthology]; my father adored it.") Despite this, the anthology remained widely read in Lewistown; local historian Kelvin Sampson notes that "Every family in Lewistown probably had a sheet of paper or a notebook hidden away with their copy of the Anthology, saying who was who in town."

Masters capitalized on the success of The Spoon River Anthology with the 1924 sequel The New Spoon River, in which Spoon River became a suburb of Chicago and its inhabitants have been urbanized. The second work was less successful and received poorer reviews. In 1933, Masters wrote a retrospective essay on the composition of The Spoon River Anthology and the response it received, entitled "The Genesis of Spoon River." He recounts, among other things, the "exhaustion of body" that befell him while writing, which eventually manifested in pneumonia and a year-long bout of illness as the work was being prepared for publication. He claims that the Lewistown residents who strove to identify the poems' characters with real people did so only "with poor success."

More recently, Lewistown celebrated its relationship to Masters's poetry. The Oak Hill Cemetery features a memorial statue of Masters and offers a self-guided walking tour of the graves that inspired the poems. In 2015, the town celebrated the 100th anniversary of the anthology's publication with tours, exhibitions, and theatrical performances.

Today Spoon River Anthology often is assigned in high school and college literature classes and as a source of monologues for theatrical auditions. It is also often used in second-year characterization work in the Meisner technique of actor training.

Spoon River Anthology is credited as an initial inspiration for the "audio log" storytelling device in video games as it first appeared in the game System Shock, a narrative technique that became a standard trope of narrative games. - en.wikipedia



Read by Edgar Lee Masters, 1934
Letta da Edgar Lee Masters, 1934
THE HILL

Where are Elmer, Herman, Bert, Tom and Charley,
The weak of will, the strong of arm, the clown, the boozer, the fighter?
All, all are sleeping on the hill.

One passed in a fever,
One was burned in a mine,
One was killed in a brawl,
One died in jail,
One fell from a bridge toiling for children and wife --
All, all are sleeping, sleeping, sleeping on the hill.

Where are Ella, Kate, Mag, Lizzie and Edith,
The tender heart, the simple soul, the loud, the proud, the happy one? --
All, all are sleeping on the hill.

One died in shameful child-birth,
One of a thwarted love,
One at the hands of a brute in a brothel,
One of broken pride, in the search for heart's desire,
One after life in far-away London and Paris
Was brought to her little space by Ella and Kate and Mag --
All, all are sleeping, sleeping, sleeping on the hill.

Where are Uncle Isaac and Aunt Emily,
And old Towny Kinkaid and Sevigne Houghton,
And Major Walker who had talked
With venerable men of the revolution?--
All, all are sleeping, sleeping, sleeping on the hill.

They brought them dead sons from the war,
And daughters whom life had crushed,
And their children fatherless, crying--
All, all are sleeping, sleeping, sleeping on the hill.

Where is Old Fiddler Jones
Who played with life all his ninety years,
Braving the sleet with bared breast,
Drinking, rioting, thinking neither of wife nor kin,
Nor gold, nor love, nor heaven?
Lo! he babbles of the fish-frys of long ago,
Of the horse-races of long ago at Clary's Grove,
Of what Abe Lincoln said
One time in Springfield.



Language: Italian

LA COLLINA - La traduzione italiana di Fernanda Pivano (1917-2009) - Universale Einaudi, Torino 1943.
LA COLLINA - Italian translation by Fernanda Pivano (1917-2009) - Universale Einaudi, Torino, 1943
LA COLLINA - Traduction italienne de Fernanda Pivano (1917-2009) - Universale Einaudi, Torino, 1943
LA COLLINA - Fernanda Pivanon (1917-2009) italiankielinen versio - Universale Einaudi, Torino, 1943

Fernanda Pivano e Fabrizio de André.
Fernanda Pivano e Fabrizio de André.


"Ero una ragazza quando ho letto per la prima volta Spoon River: me l'aveva portata Cesare Pavese, una mattina che gli avevo chiesto che differenza c'è tra la letteratura americana e quella inglese". - Fernanda Pivano.

"I was just a kid when I read Spoon River for the first time: Cesare Pavese brought it to me, one morning when I had asked him what was the difference between American and English literature." - Fernanda Pivano.

La prima edizione dell'Antologia di Spoon River in italiano. Traduzione di Fernanda Pivano, Torino, Universale Einaudi, 1943.
La prima edizione dell'Antologia di Spoon River in italiano. Traduzione di Fernanda Pivano, Torino, Universale Einaudi, 1943.


La storia della pubblicazione in Italia dell'Antologia di Spoon River fu travagliata. Durante il ventennio fascista la letteratura americana era osteggiata dalla censura del regime, in particolare se esprimeva idee libertarie come nel caso di Edgar Lee Masters. La prima edizione italiana porta la data del 9 marzo 1943. La traduzione fu a cura di Fernanda Pivano, la quale raccontò: «Ero una ragazza quando ho letto per la prima volta Spoon River: me l'aveva portata Cesare Pavese, una mattina che gli avevo chiesto che differenza c'è tra la letteratura americana e quella inglese».

I primi libri americani che Pavese portò alla Pivano furono visti da lei "con grande sospetto", mentre con l'Antologia di Spoon River fu come un colpo di fulmine: «L'aprii proprio alla metà, e trovai una poesia che finiva così: "mentre la baciavo con l'anima sulle labbra, l'anima d'improvviso mi fuggì". Chissà perché questi versi mi mozzarono il fiato: è così difficile spiegare le reazioni degli adolescenti».

Per un'adolescente cresciuta in un'epoca dominata dall'"epicità a tutti i costi", i versi di Masters e la loro "scarna semplicità" furono una rivelazione.

La Pivano iniziò a tradurre in italiano le poesie quasi per conoscerle meglio, senza dirlo a Pavese in quanto temeva che la prendesse in giro. Un giorno quest'ultimo scoprì in un cassetto il manoscritto e convinse l'editore Einaudi a pubblicarlo. Pavese raccontò alla Pivano di essere riuscito a evitare la censura del Ministero della Cultura Popolare cambiando il titolo in «Antologia di S. River» e spacciandolo per una raccolta di pensieri di un quanto mai improbabile San River, sebbene la Pivano non fu mai sicura che Pavese parlasse sul serio quando le raccontò l'accaduto. L'iniziale ritiro del libro da parte delle autorità fu quindi motivato dalla immoralità della copertina, copertina che fu cambiata in fretta e il libro poté di nuovo circolare.

La Pivano, tuttavia, pagò questa sua traduzione con il carcere; a tal proposito ha dichiarato:

«Era superproibito quel libro in Italia. Parlava della pace, contro la guerra, contro il capitalismo, contro in generale tutta la carica del convenzionalismo. Era tutto quello che il governo non ci permetteva di pensare [...], e mi hanno messo in prigione e sono molto contenta di averlo fatto.»


L'Antologia di Spoon River ebbe, e ha ancora oggi, un grande successo in Italia, anche in nuove traduzioni. Il cantautore Fabrizio De André lesse Spoon River nel 1970, rivedendosi in alcuni personaggi, scelse nove poesie dall'intera raccolta e, con la collaborazione di Giuseppe Bentivoglio e Nicola Piovani, ne trasse liberamente dei testi e scrisse delle basi musicali per essi; le canzoni che ne risultarono furono pubblicate nell'album "Non al denaro non all'amore né al cielo". - it.wikipedia

LA COLLINA

Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley,
l'abulico, l'atletico, il buffone, l'ubriacone, il rissoso?
Tutti, tutti, dormono sulla collina

Uno trapassò in una febbre
Uno fu arso nella miniera,
Uno fu ucciso in rissa,
uno morì in prigione,
uno cadde dal ponte lavorando per i suoi cari -
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina

Dove sono Ella, Kate, Mag, Edith e Lizzie
la tenera, la semplice, la vociona, l'orgogliosa, la felice?
Tutte, tutte dormono sulla collina

Una morì di parto illecito,
una di amore contrastato,
una sotto le mani di un bruto in un bordello
una di orgoglio spezzato, mentre anelava al suo ideale,
una inseguendo la vita, lontano, in Londra e Parigi,
ma fu riportata nel piccolo spazio con Ella, con Kate, con Mag
tutte, tutte dormono sulla collina

Dove sono zio Isaac e la zia Emily,
e il vecchio Towny Kincaid e Sevigne Houghton,
e il maggiore Walker che aveva conosciuto
uomini venerabili della Rivoluzione?
Tutti, tutti dormono sulla collina.
Li riportarono, figlioli morti, dalla guerra
e figlie infrante dalla vita
e i loro figli orfani, piangenti -
tutti, tutti dormono, dormono dormono sulla collina

Dov'è quel vecchio suonatore Jones,
che giocò con la vita per tutti i novant'anni
fronteggiando il nevischio a petto nudo
bevendo, facendo chiasso, non pensando né a moglie né a parenti
né al denaro, né all'amore, né al cielo
Eccolo! Ciancia di fritture di tanti anni fa,
delle corse di tanti anni fa nel boschetto di Clary
di ciò che Abe Lincoln
disse una volta a Springfield.



Language: German

DER HÜGEL - Traduzione tedesca di Wolfgang Martin Schede.
DER HÜGEL - Deutsche Übersetzung von Wolfgang Martin Schede.
DER HÜGEL - German translation by Wolfgang Martin Schede.
DER HÜGEL - Traduction allemande de Wolfgang Martin Schede.
DER HÜGEL - Wolfgang Martin Scheden saksankielinen versio.

Anche questa è stata musicata, grazie al ginevrino H. Pfister, e radiotrasmessa in Svizzera e Germania in un interessante radiodramma comprendente numerosi brani di Spoon River. Roba degli anni '50. (Marco "Slowdog" Sopegno)
DER HÜGEL

Wo sind Elmer, Hermann, Bert, wo Tom und Charley,
Der Willensschwache, der Kraftprotz, der Clown,
Der Säufer, der Schläger?
All-alle schlafen sie hier am Hügel.

Den raffte ein Fieber dahin,
Der verbrannt' unter Tage,
Der wurde im Streit umgebracht,
Der starb im Gefängnis,
Der fiel von der Brücke, als er geschuftet für Weib und Kind.
All-alle schlafen sie, schlafen, schlafen am Hügel.

Wo sind Ella, Käthe, Mag, Lizzie und Edith,
Das zarte Herz, das schlichte Gemüt, die Laute, die Stolze,
Die Glückliche hin?
All-alle schlafen sie hier am Hügel.

Die starb bei einer geheimen Geburt,
Die an versagter Liebe,
Die von Wüstlinghand im Bordell,
Die an zertretenem Stolz, auf der Suche nach ihres Herzens
Sehnsucht,
Die haben Ella und Käthe und Mag nach einem Leben
Fern in Paris und London auf ihren kleinen Platz gebettet -
All-alle schlafen sie, schlafen, schlafen am Hügel.

Wo ist der alte Geiger Jones,
Der mit dem Leben gespielt hat seine ganzen neunzig Jahre,
Der dem Hagelsturm tapfer die nackte Brust bot,
Soff, randalierte und sich um Weib und Verwandtschaft nichts
scherte,
Noch um Gold, um Liebe und Himmel?

Horch! Er raunt von längst vergangenen Bratfisch-Festen,
Von längst vergangenen Pferderennen auf Clary's Grove,
Und von dem, was Abe Lincoln
Einmal in Springfield gesagt hat.



Language: Polish

Wzgórze - La traduzione polacca di The Hill (di "P.H.") ripresa da liternet.pl
Gdzie Elmer, Herman, Bert, Tom, gdzie Charley,
Gdzie bezwolny, silnoręki, gdzie dowcipniś, pijak, zabijaka?
Wszyscy, wszyscy śpią na tym wzgórzu.

Jednego zabrała gorączka,
Jeden zginął w kopalni,
Jednego w bójce zatłukli,
Jeden umarł w więzieniu,
Jeden spadł z mostu, harując na dzieci i żonę --
Wszyscy, wszyscy śpią, śpią, śpią na wzgórzu.

Gdzie Ella, Kate, Mag, Lizzie, gdzie Edith,
Gdzie czułostkowa, prostoduszna, gdzie krzykliwa, napuszona, szczęśliwa?
Wszystkie, wszystkie śpią na wzgórzu.

Jedna odeszła podczas haniebnego porodu,
Jedna z odrzuconej miłości,
Jedną brutale zabili w burdelu,
Jednej zraniono dumę, odtrącając pragnienia jej serca,
Jedną po życiu w odległym Londynie i Paryżu
Ella, Kate i Mag złożyły w niewielkiej przestrzeni--
Wszystkie, wszystkie śpią, śpią na tym wzgórzu.

Gdzie wuj Izaak, gdzie ciotka Emily,
I stary Towny Kincaid, i Sevigne Houghton,
I Major Walker, który rozmawiał z czcigodnym rewolucjonistą?
Wszyscy, wszyscy śpią na wzgórzu.

To oni złożyli tu synów poległych w czasie wojny,
I córki, które zostały zmiażdżone przez życie,
I ich dzieci osierocone, płaczące
Wszyscy, wszyscy śpią, śpią, śpią na wzgórzu.

Gdzie Stary Skrzypek Jones,
Który bawił się życiem przez całe dziewięćdziesiąt lat,
Brał marznący deszcz na gołą klatę,
Pił, hulał, nie myślał o żonie i dzieciach,
Ani złocie, ni miłości, ani niebie?

Obacz! Gadał tylko o smażonych rybach minionego czasu,
O wyścigach konnych w przeszłości w Clary's Grove,
O tym, co Abe Lincoln powiedział
Pewnego razu w Springfield.

Contributed by Riccardo Venturi - 2016/12/20 - 19:31




Language: Polish

La traduzione polacca di Michał Sprusiński della poesia di Edgar Lee Masters
"Antologia Spoon River", Państwowy Instytut Wydawniczy, Warszawa 1981

wzgorze
WZGÓRZE

Gdzie są Elmer, Herman, Bert, Tom i Charley,
słabeusz, mocarz, błazen, pijak, żołnierz?
Wszyscy, wszyscy śpią na wzgórzu.

Ten umarł w gorączce,
ten spłoną w kopalni,
tego zabito w bójce,
ten umarł w więzieniu,
ten spadł z mostu, harując na żonę i dzieci –
wszyscy, wszyscy śpią, śpią, śpią na wzgórzu.

Gdzie są Ella, Kate, Mag, Lizzie i Edith,
czuła, prostoduszna, wrzaskliwa, dumna, szczęśliwa?
Wszystkie, wszystkie śpią na wzgórzu.

Ta skonała w sromotnym połogu,
ta w nieszczęsnej miłości,
ta z rąk bydlaka w burdelu,
ta ze złamaną duszą, szukając spragnionym sercem,
ta po życiu w dalekim Londynie, Paryżu,
potem ją Ella, Kate, Mag przywiozły na ten skrawek ziemi –
wszystkie, wszystkie, śpią, śpią, śpią na wzgórzu.

Gdzie jest Wuj Izaak i Ciotka Emily,
stary Kincaid-Krajan i Sevigne Houghtom,
I Major Walker, który rozmawiał
z czcigodnymi mężami rewolucji?
Wszyscy, wszyscy śpią na wzgórzu.

Przywieźli im z wojny poległych synów
i córki zdruzgotane przez życie,
i ich osierocone dzieci, płaczące –
wszyscy, wszyscy śpią, śpią, śpią na wzgórzu.

Gdzie jest stary Rzępoła-Jones,
który baraszkował z życiem do dziewięćdziesiątki,
przeciw gradowi szedł z odkrytą piersią,
pił i hulał nie myśląc o żonie i krewnych
ani o złocie, miłości, niebiosach?
Patrzcie: on paple o rybach przy ognisku przed laty,
o wyścigach konnych dawno obok lasku Clary,
o tym, co Abe Lincoln rzekł
raz pod Springfield.

Contributed by Krzysiek Wrona - 2017/3/15 - 13:53




Language: Finnish

Traduzione finlandese della poesia di Edgar Lee Masters / Finnish translation of Edgar Lee Masters's poem / Traduction finnoise du poème de Edgar Lee Masters / Edgar Lee Mastersin runon suomennos: Arvo Turtiainen

dormono sulla collina
KUMMUT

Missä ovat Elmer, Herman, Bert, Tom ja Charley,
heikkotahtoinen, vahvakätinen, ilvehtijä, juopporenttu, tappelupukari?
Kaikki, kaikki nukkuvat kummun alla.

Eräs kuoli kuumeeseen,
eräs paloi kaivoksessa,
eräs surmattiin tappelussa,
eräs menehtyi vankilaan,
eräs putosi telineiltä työskennellessään lasten ja vaimon hyväksi –
kaikki, kaikki nukkuvat, nukkuvat, nukkuvat kummun alla.

Missä ovat Ella, Kate, Mag, Lizzie ja Edith,
lempeäsydäminen, yksinkertainen sielu, meluava, ylpeä ja hän, onnellinen tyttö? –
Kaikki, kaikki nukkuvat kummun alla.

Hän kuoli häpeälliseen lapsivuoteeseen,
hän rakkauden pettymykseen,
hän erään pedon käsissä bordellissa,
hän ylpeytensä murruttua sydämensä unelmaa takaa ajaessaan,
hänet tuotiin kaukaisessa Lontoossa ja Pariisissa eletyn elämän jälkeen
tänne vähäiseen hautaansa Ellan, Katen ja Magin viereen –
kaikki, kaikki nukkuvat, nukkuvat, nukkuvat kummun alla.

Missä ovat Isaac-setä ja Emily-täti
ja vanha Towny Kincaid ja Sevigne Houghton
ja majuri Walker, joka oli keskustellut
vallankumouksen kunnianarvoisten miesten kanssa? –
Kaikki, kaikki nukkuvat kummun alla.

He saivat takaisin sodassa kuolleet poikansa
ja elämän ruhjomat tyttärensä
ja näiden itkevät, orvot lapset –
kaikki, kaikki nukkuvat, nukkuvat, nukkuvat kummun alla.

Missä on vanha viuluniekka-Jones,
joka leikitteli elämällään kaikki yhdeksänkymmentä vuottaan,
uhmaten rinta paljaana raesateita,
juoden, mekastaen, ajattelematta enempää vaimoa kuin perhettä,
kultaa, rakkautta tai taivasta?
Nähkää! hän loruaa ikivanhoja kalajuttujaan
ja menneistä kilpa-ajoista Clarys Grovessa
ja mitä Abe Lincoln sanoi
kerran Springfieldissä.

Contributed by Juha Rämö - 2019/5/28 - 14:55




Language: Swedish

Traduzione svedese della poesia di Edgar Lee Masters / Swedish translation of Edgar Lee Masters's poem / Traduction suédoise du poème d'Edgar Lee Masters / Edgar Lee Mastersin runon ruotsinkielinen käännös: Bertel Gripenberg

Bertel-Gripenberg
KULLEN

Var äro Elmer, Herman, Bert, Tom och Charley,
han med den svaga viljan, han med den starka armen, tölpen, fyllbulten, slagskämpen?
Alla, alla sova de på kullen.

En dog i feber,
en blev innebränd i en gruva,
en blev dräpt i ett slagsmål,
en avled i fängelset,
en föll från en bro medan han arbetade för hustru och barn -
alla, alla sova de, sova de på kullen.

Var äro Ella, Kate, Mag, Lizzie och Edith,
den ömhjärtade, den enkla själen, den högröstade, den högfärdiga och den lyckliga?
Alla, alla sova de på kullen.

En dog i en neslig barnsäng,
en dog av olycklig kärlek,
en dräptes av en vild sälle i ett skökohus,
en dog av förödmjukelse under kampen för hjärtats längtan,
en efter ett liv fjärran i Paris och London
och fördes hit till sin lilla plats bredvid Ella och Kate och Mag -
alla sova, sova de på kullen.

Var äro onkel Isac och tant Emily,
och gamle Tommy Kincaid och Sevigne Houghton,
och major Walker som hade talat med
ärevördiga män från revolutionens dagar?
Alla, alla sova de på kullen.

Dit buros söner som hade fallit i krig,
och döttrar krossade av livet,
och faderlösa barn gräto -
alla, alla sova, sova de på kullen.

Var är gamle fiolspelaren Jones
som lekte med livet alla sina nittio år,
som trotsade regn och snö med blottat bröst,
som drack och slogs och inte frågade efter hustru eller släkt,
eller guld eller kärlek eller himmelriket?
Ack, han sladdrar något om fiskefärder i forna dagar,
om kapplöpningar för längesedan borta vid Clarys Grove
och om vad Abe Lincoln sade
en gång i Springfield.

Contributed by Juha Rämö - 2021/4/10 - 13:42




Language: Estonian

Traduzione estone della poesia di Edgar Lee Masters / Estonian translation of Edgar Lee Masters's poem / Traduction estonienne du poème d'Edgar Lee Masters / Edgar Lee Mastersi luuletuse eestikeelne tõlge / Edgar Lee Mastersin runon vironkielinen käännös: Boris Kabur

Boris Kabur
Kus on Elmer, Herman, Bert, Tom ja Charley –
tossike, jõumees, toorutseja, joodik, riiukukk?
Kõik, kõik nad magavad künkal.

See palavikku hääbus,
too kaevandusse põles,
see kakluses tapeti,
too vanglas suri,
ja see kukkus sillalt alla naise-laste heaks orjates.
Kõik, kõik nad magavad, magavad, magavad künkal.

Kus Ella, Kate, Mag, Lizzie ja Edith –
üks hell, teine nõrk, üks aval, teine kõrk ja see, kellel vedas?
Kõik, kõik nad magavad künkal.

See nurgavoodis häbi sees suri,
too õnnetu armastuse kätte,
see elaja käe läbi bordellis leidis otsa,
too ihaldust varjates uhkusest murdus
ja tolle tõid Ella, Kate ja Mag siia ahtale hauaplatsile
pärast elamist kauges Londonis ja Pariisis.
Kõik, kõik nad magavad, magavad, magavad künkal.

Kus on onu Isaac ja tädi Emily
ja linnamees Kincaid ja Sevigne Houghton
ja major Walker, kes kõnelnud oli
revolutsiooni suurmeestega?
Kõik, kõik nad magavad künkal.

Need suurmehed tõid neile sõjas langenud poegi
ja tütreid, kelle elu läks luhta,
ja tütarde nutvaid, isatuid lapsi.
Kõik, kõik nad magavad, magavad, magavad künkal.

Kus on vana viiuldaja Jones,
kes eluga mängis kõik oma üheksakümmend aastat,
palja rinnaga trotsis tuisku,
jõi, prassis, ei hoolinud naisest ega perest,
ei kullast, ei armust ega paradiisist?
Näe! Ta lobiseb ammustest kalavetest,
Clary Grove'i ammustest traavivõistlustest
ja sellest, mis ütles Abe Lincoln
kunagi Springfieldis.

Contributed by Juha Rämö - 2021/4/10 - 13:44


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Watch the video, listen to the song, read the lyrics and the comments at http://tangoitalia.com/fabrizio_de_and...

Enrico Massetti - 2010/10/21 - 03:58


Bella la foto del ponte vecchio con la manifestazione per la pace! Oggi certi sindaci preferiscono utilizzare ponte vecchio per altri generi di manifestazioni......che tristezza!

Silva - 2013/7/3 - 15:15


Scusate la precisazione, ma la canzone si intitola "La collina" e non "Dormono sulla collina".

Linda - 2013/8/20 - 00:44


La questione, Linda, sembra complicata; rinverdendo un po' la...tradizione di questo sito sulle "scoperte deandreiane", possiamo dire che ora constatiamo che questa canzone, nelle varie edizioni degli album, ha due titoli alternativi.

La foto sotto mostra il retro di quello che sembra il vinile originale:

collinatwo


Come si può vedere, la canzone è riportata come "La collina".

Questa è invece un'edizione in CD:

collina


Qui, invece, la canzone è riportata come "Dormono sulla collina".

Bisogna quindi accettare questo...doppio titolo, e conseguentemente lo riportiamo anche nell'intestazione di questa pagina. Direi che, poiché "La collina" appare sul vinile originale, può avere funzione di titolo principale mentre l'altro è evidentemente una variante che si è creata con gli anni. Si tratta di un caso, del resto, non infrequente. Saluti!

Riccardo Venturi - 2013/8/20 - 10:05


Fabrizio ha senz'altro utilizzato come finale della canzone la frase tratta da una quartina del poeta, matematico e astronomo persiano Omar Khayyâm (1048-1131):

"Pien di stupore son io pei venditori di vino, chè quelli
che cosa mai posson comprare migliore di quel ch'han venduto?"

Flavio Poltronieri - 2015/2/4 - 17:27


Ecco il testo completo delle quartine di Omar Khayyâm (tratto da Vino Arte Poesia)

QUARTINE

Vieni, o coppiere, e porta, pel nostro cuore
(sciogli con la bellezza tua il nostro difficil problema)
porta un'anfora di vino, che ne brindiamo insieme
prima ch'anfore facciano della nostra argilla nera.

Poiché nessuno risponde, ahimè, del domani
allieta dunque, oggi, questo triste cuore.
Vino bevi al chiaro di luna, o Luna, ché la luna
molto ancor brillerà, e noi non troverà sulla Terra.

Come il tulipano d'Aprile prendi in mano la coppa rotonda
se hai la fortuna di startene con una guancia di rosa.
Bevi vino in letizia, ché questo antico cielo crudele
d'un tratto dell'alto tuo cuore farà bassa polvere e terra.

Io nulla so, non so se Chi m'ha creato
m'ha fatto per Cielo o m'ha destinato all'Inferno.
Ma una coppa e una bella fanciulla e un liuto sul lembo del prato
per me son monete sonanti: a te la cambiale del Cielo!

Da quando la Luna e i Pianeti comparvero in cielo
nessuno vide mai cosa più dolce di purissimo Vino.
Pien di stupore son io pei venditori di vino, ché quelli
che cosa mai posson comprare migliore di quel ch'han venduto?

Dicono: ci saranno, dopo, il Paradiso e le fanciulle.
Dicono: ci saranno, laggiù, e vino e latte e miele.
Che male v'è allora se, qui, ci scegliamo vino e amanti
quando, alla fine di tutto, così sarà ancora?

Con bella fanciulla in riva al ruscello, e vino, e rose,
finché m'è concesso, godrò in pura letizia.
Finché fui, sono, e sarò in questo mondo
ho bevuto, bevo e berrò sempre del vino!

Vieni, accarezza le chiome di gentile fanciulla
Prima che il fato ti infranga le membra.
Godi una coppa di vino finché il tuo nome è sul Libro di Vita.
Il cuore domato dal vino non è preda di affanni.

Allorché recideranno il virgulto della mia vita,
Le mie parti saranno sparse lontane una dall'altra,
Se dal fango mio allora modelleranno una brocca
Fatela colma di vino e io tornerò alla vita.

Se sono sobrio la gioia mi è nascosta da un velo
Ma la mia Mente perde coscienza se bevo
C'è un attimo solo fra sobrietà e ubriachezza
Per cui tutto darei. E' quello la Vita!

Mi dice la gente: "Gli ubriachi andranno all'inferno!"
Ma son parole queste prive di senso pel cuore:
Se dunque andranno all'Inferno i bevitori e gli amanti,
Vedrai il Paradiso domani nudo come palmo di mano!

2015/2/4 - 22:30


E' lui il "persiano" citato da Guccini in "Via Paolo Fabbri 43":

Jorge Luis Borges mi ha promesso l'altra notte | di parlar personalmente col "persiano", ma il cielo dei poeti è un po' affollato in questi tempi, | forse avrò un posto da usciere o da scrivano: | dovrò lucidare i suoi specchi, | trascriver quartine a Kayyam, | ma un lauro da genio minore | per me, sul suo onore, non mancherà.

Flavio Poltronieri - 2015/2/4 - 22:57


Tutto estremamente esatto, però mi sono permesso di correggere l'ortografia (o meglio, la traslitterazione...) del nome del "Persiano", non capendo bene il "Khayyàim" di Flavio Poltronieri: in Italia lo si è di solito reso (come faceva il grande Alessandro Bausani) con "Omar Khayyâm" (il "Kayyam" di Guccini è assolutamente sbagliato), ma una traslitterazione più esatta sarebbe " ʿUmar Khayyām ". Ad ogni modo senza nessun dittongo "ai"; anzi, il circonflesso di "Khayyâm" e la lunga di " Khayyām " intendono rendere un peculiare fonema della lingua persiana, ove la "a" lunga si pronuncia più o meno come una "o" molto aperta, simile alla " å " delle lingue scandinave. In pratica, "Khayyâm" andrebbe letto "khayyòòm". In lingua persiana, "khayyâm" (خیام) significa "fabbricante di tende": si trattava del mestiere del padre del filosofo, matematico e poeta autore delle famose Quartine (Ruba'iyyat). Sono stato insopportabilmente pignolo come sempre, e visto che si parla di Guccini, accetto il crucifige e così sia. Saluti.

Riccardo Venturi - 2015/2/5 - 01:46


ovviamente la "i" è stato un errore di battitura al computer e, visto che siamo in vena di citazioni:"ma per fortuna che c'è il Riccardo"....

Flavio Poltronieri - 2015/2/5 - 16:20


A questo punto però urge che mi sia consegnato un biliardo, ché mi garberebbe pure imparare un po' a giocarci... :-)

Riccardo Venturi - 2015/2/5 - 20:46


accontentati di essere il più simpatico...il che non è poco!

Flavio Poltronieri - 2015/2/5 - 21:49


Ecco lo sapevo...ogni volta che chiedo un biliardo, ricevo un due di picche!.... :-)

Riccardo Venturi - 2015/2/5 - 23:51


è perchè non sei di grande compagnia!

Flavio Poltronieri - 2015/2/6 - 16:56


Eh lo so, Flavio....qui nella foresta funziona così, se al posto del biliardo mi porti un po' di miele però mi faresti piacere....growl!

Riccardo Venturi - 2015/2/6 - 17:34


ma pensa che fatalità, stò giusto ascoltando la canzone "Dremong" dell'amico Max, la dedico a te allora

Flavio Poltronieri - 2015/2/6 - 17:58


E io me la prendo parecchio volentieri 'sta dedica, boja d'un dremong lèder...!

Riccardo Venturi - 2015/2/6 - 19:47


Chi potrebbe meglio spiegarmi il periodo "Masters assume allora anche una connotazione morale, sottolineando allora che il fallimento dipende in generale dall'aver inseguito un'ideale erroneo (nell'America del primo '900 il successo economico), e che solo le anime semplici riescono a trionfare nella vita." sopracitato nel commento alla poesia?
Gli abitanti di Spoon River non personificano le caratteristiche del Midwestern dell America?! Perchè seguirebbero i principi morali dell Eastern americano?!
grazie in anticipo

Eleonora Guggino - 2016/4/23 - 11:22


Il nick del traduttore polacco del"La collina", cioè "Wzgórze", è - P H . "Dodano" vuol dire "aggiunto" : )
Esistono comunque le traduzioni polacche delle poesie di Edgar Lee Masters e se riuscirò a proseguire con la traduzione di altre canzoni da questo album, di sicuro mi dovrò procurare qualche edizione polacca dalla biblioteca. In Polonia ci sono stati anche realizzati due spettacoli teatrali con le poesie dall'"Antologia di Spoon River". Uno nel 1970 e un altro nel 2006. Quest'ultimo si può guardare su YT : "Umarli ze Spoon River", 2006, regia di Jolanta Ptaszyńska, Teatr Telewizji (Teatro della Televisione di Stato).

Krzysiek - 2016/12/21 - 04:23


Peccato però! Era così bellino Dodano, come traduttore...stavo per farci anche una romantica storia sopra, le avventure di Dodano e Dodana...! Vabbè, sarà per un'altra volta :-)

Dodano e Dodana
Dodano e Dodana

Riccardo Venturi - 2016/12/21 - 12:45


Non lo sapevo che gli Innamorati di Peynet hanno avuto i nomi nella versione italiana, e poi così strambi :)
Purtroppo mi sfugge, quali fossero nell'edizione polacca intitolata "Zakochani".
Ma i ricordi... tanti :)

Krzysiek - 2016/12/21 - 17:40


Cari, in questa bella paginetta mi pare più che doveroso riportare che il 6 marzo c'è stato finalmente il primo ciak di "Principe libero”, un film di Luca Facchini dedicato a Fabrizio De André. Doveva essere già pronto a quest'ora, per quel che ne sapevo, ma diversi ritardi nella produzione hanno posticipato nel tempo l’inizio delle riprese. Luca Marinelli interpreta Fabrizio da adulto, a Valentina Bellèrà il ruolo di Dori Ghezzi, il titolo è tratto dal riferimento al pirata Samuel Bellamy citato nella copertina de "Le nuvole”. Verrà trasmesso dalla Rai, ma non ho idea di quando...

Flavio Poltronieri - 2017/3/16 - 10:42


Però potevano almeno interpellarmi...nella parte del Gorilla sarei stato perfetto!!!

Riccardo Venturi - 2017/3/16 - 12:23


messaggio ricevuto: la prossima volta che organizziamo qualcosa su Brassens, farò il tuo nome

http://www.radiopopolareverona.com/old...

http://www.artvro.it/evento/5418

Flavio Poltronieri - 2017/3/16 - 12:50


Al testo di Edgar Lee Masters affiancherei una meravigliosa poesia di Oscar Vadislas de Lubicz Milosz:


TOUS LES MORTS SONT IVRES

Tous les morts sont ivres de pluie vieille et froide
Au cimetière étrange de Lofoten
L'horloge du dégel tictaque lointaine
Au coeur des cercueils pauvres de Lofoten

Et grâce aux trous creusés par le noir printemps
Les corbeaux sont gras de froide chair humaine
Et grâce au maigre vent à la voix d'enfant
Le sommeil est doux au morts de Lofoten

Je ne verrai très probablement jamais
Ni la mer ni les tombes de Lofoten
Et pourtant c'est en moi comme si j'aimais
Ce lointain coin de terre et toute sa peine

Vous disparus, vous suicidés, vous lointaines
Au cimetière étranger de Lofotene
- Le nom sonne à mon oreille étrange et doux.
Vraiment, dites-moi, dormez vous, dormez-vous ?

- Tu pourrais me conter des choses plus drôles
Beau claret dont ma coupe d'argent est pleine.
Des histoires plus charmantes et moins folles ;
Laisse-moi tranquille avec ton Lofoten.

Il fait bon. Dans le foyer doucement traine
La voix du plus mélancolique des mois.
- Ah! les morts, y compris ceux de Lofoten -
Les morts, les morts sont au fond moins morts que moi.


Questo poeta (oltre che diplomatico ed esoterista) lituano-francese, nel 1937 disse:

"Tra non molto una guerra mondiale scoppierà, durante la quale la Germania schiaccierà la Polonia in diciassette giorni, devasterà la Francia e gran parte dell'Europa. Occuperà la Lituania che ne sarà molto straziata e arriverà nella profondità della Russia, da dove finalmente i Tedeschi saranno scacciati e i cavalli dei cosacchi scalpiteranno coi loro zoccoli sul selciato delle strade di Berlino"

All'epoca ciò pareva assolutamente inverosimile.»



Flavio Poltronieri

Flavio Poltronieri - 2019/5/26 - 11:46


The German translation seems to be a bit of a mess.

Juha Rämö - 2019/5/28 - 14:54


Diciotto anni tra barriere e bandiere

Questa è una delle “Pagine Primitive” del sito. La Collina fa parte delle 603 pagine originarie di “Canzoni Contro la Guerra”, scaturite dalla prima raccolta del 2003. Ne consegue che questa pagina, come tutto quanto questo sito, da pochi giorni (dal 20 marzo per la precisione) è diventata maggiorenne: ha diciotto anni.

Forse avremmo dovuto segnalare la cosa, chissà, in mezzo a pandemie, zone rosse e coprifuochi. Forse, chissà, aspettiamo che il sito compia vent'anni e che tutto questo sia finito. Fatto sta che, diciotto anni dopo, stamani ho ricevuto una gentile mail da Gius Dido che, opportunamente assai, segnalava in questa pagina un clamoroso errore testuale che ci portiamo dietro, appunto, da diciotto anni.

Era infatti dal 2003 che, in questa pagina, i resti dei figli della guerra partiti per un ideale ecc., venivano riportati a casa in delle misteriose barriere, invece che nelle bandiere che rappresentano la vera dizione del testo di De André e Bentivoglio. Da dove siano spuntate fuori queste “barriere”, non si sa; forse un primitivo e disattento copiaincolla da un testo sbagliato, forse un errore di digitazione del contributore (io stesso?) o forse chissà cosa. Eppure non si tratta di una canzone certamente poco nota; ma così accade. L'errore -come si è accorto anche Gius Dido- si è portato dietro, naturalmente, anche diverse traduzioni con le “barriere” (altri, come Juha Rämö nella sua traduzione finlandese, erano invece stati correttissimi). L'originale (anche in altri piccoli punti) e le traduzioni con le “barriere” hanno invece dovuto subire la necessaria correzione. La quale rappresenta un record assoluto: questo sito compie diciott'anni assieme alla sua svista più longeva.

Naturalmente un ringraziamento è d'obbligo per Gius Dido, grazie al quale sono tornate le bandiere al loro posto; rimuovere delle barriere, anche se dopo diciott'anni, fa poi sempre piacere. In pratica, poi, ne ho approfittato per rifare tutta questa vecchissima pagina, conscio che ce ne sono tante altre, persino non così antiche, che ne avrebbero parecchio bisogno (in particolare, su "imbeccata" sempre di Juha Rämö, ho provveduto a sostituire la traduzione tedesca della canzone di De André, che Juha Rämö considerava giustamente "a bit of a mess"). Ma temo che non basterebbero i prossimi diciotto anni. Toccherà, magari, alla seconda generazione.

Riccardo Venturi - 2021/3/24 - 23:30




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