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Saltarelli: 12 dicembre 1970

Canzoniere del Proletariato
Langue: italien


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Canzoniere del Proletariato, Saltarelli: 12 dicembre 1970


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(Claudio Lolli)
Strong Arm of the Law
(Saxon)
Saltarelli
(Dario Fo)


[1971]
Testo di Pino Masi
Sull'aria de "La povera Rosetta"
Testo ripreso da La musica dell'altra Italia

savsalt


Incisioni:

- Canzoniere del Proletariato: 45 Lotta Continua LC 3
- Canzoniere del Proletariato: 45 Circolo Ottobre CO SP 02
- Pino Masi: 12 dicembre

Si veda Saltarelli per l'introduzione e l'iconografia.
Il 12 dicembre un anno era passato
dal giorno delle bombe della strage di stato
e in uno scontro in piazza, con una bomba al cuore
ammazzan Saltarelli gli sbirri del questore.

Se cambiano i governi, i mezzi, sono uguali:
padroni e riformisti ammazzan proletari.
Restivo e Berlinguer, con le stesse parole
dicono: «Sì, è morto, gli si è fermato il cuore».

Ma la gente dei quartieri dice: «Ieri Pinelli
ce l’hanno assassinato, ed oggi Saltarelli».
Compagno Saltarelli, noi ti vendicheremo,
burocrati e padroni tutti li impiccheremo.

Studenti del Feltrinelli, nella nebbia del mattino,
vanno tutti alla O.M. dal compagno Martino;
e lì Martino piange, non crede nel vedere
quando entrano in fabbrica con le rosse bandiere.

E poi con gli operai sono tornati in piazza:
«Basta con i padroni, con questa brutta razza!».
Operai della Pirelli, una gran folla enorme
hanno bruciato in piazza cartelli delle riforme.

Poi tutti quanti insieme, tremilacinquecento,
sono entrati alla Siemens con le bandiere al vento.
E per tornare al centro non han fatto il biglietto:
«Noi viaggiamo gratis, paga Colombo», han detto.

Compagno Saltarelli, noi ti vendicheremo,
burocrati e padroni tutti li impiccheremo.
Restivo e Berlinguer si sono accalorati
nel dir che gli estremisti vanno perseguitati;

Restivo e Berlinguer vanno proprio d’accordo,
le loro istituzioni valgono bene un morto!
Sei morto sulla strada che porta al Comunismo,
ucciso dai padroni e dal revisionismo.

Compagno Saltarelli, noi ti vendicheremo,
burocrati e padroni tutti li impiccheremo.
Le bombe e le riforme son armi del padrone,
la nostra sola arma è la rivoluzione;

ed oggi nelle piazze, senz’esser stabilito,
abbiamo visto nascere nei fatti un gran partito;
contro tutti i padroni, contro il revisionismo,
uniti nella lotta per il Comunismo!

Compagno Saltarelli, noi ti vendicheremo,
burocrati e padroni tutti li impiccheremo.
Compagno Saltarelli...

envoyé par Riccardo Venturi - 23/5/2006 - 21:52


INDIGNAZIONE CURDA A DÜSSELDORF
Gianni Sartori

Ho sempre pensato che con alcune canzoni di Pino Masi (quello di Lotta Continua) abbiamo rimediato in parte alle carenze scolastiche in materia di geografia.

Pensate solo a:

“…da Burgos a Stettino, ed anche qui da noi, da Avola a Torino, da Orgosolo a Marghera, da Battipaglia a Reggio…”.

Anche chi non conosceva già cos’era accaduto in quel tempo a Burgos (processo ai baschi e condanne a morte, poi sospese, nel 1970), a Stettino (le lotte degli operai polacchi contro il regime di Gomułka), a Orgosolo (lotte di contadini e pastori, a sfondo anche indipendentista, contro la militarizzazione della Sardegna)...etc ... aveva modo di imparare, di informarsi.

Idem per la sua versione dell’Internazionale:

“Senza patria, senza legge e nome,
Da Battipaglia a Düsseldorf,
Siamo la tendenza generale,
Siamo la rivoluzion”.

Ovviamente mi ricordo ancora bene (avendo anche distribuito i volantini di protesta e aver partecipato alle manifestazioni) dei fatti di Avola (2 dicembre 1968, morte di Giuseppe Scibilia e Angelo Sigona) e di Battipaglia (9 aprile1969, morte di Teresa Ricciardi e Carmine Citro). Due eccidi rimasti indissolubilmente collegati nella memoria, sia "storica" che personale.

Al momento mi sfugge invece, dovrò controllare, cos’era caduto all’epoca a Düsseldorf.

Ma ecco che il nome della città tedesca riemerge prepotentemente, torna  a far parlare di sé, stavolta per una grande manifestazione contro l’impiego di armi chimiche da parte della Turchia.

Alla manifestazione del 12 novembre 2022 hanno partecipato circa 25mila persone (non solo curdi). Con lo slogan “#YourSilenceKills”  hanno richiesto alla comunità internazionale di porre termine a questi crimini di guerra contro la popolazione curda. Indetta dalle Confederazione delle associazioni curde di Germania (KON-MED), ha visto convergere su Düsseldorf migliaia di persone provenienti sia da ogni parte della Germania, sia dai Paesi limitrofi.

Verso le 10 del mattino i manifestanti iniziavano a concentrarsi in due punti diversi della città e verso le 12 i due cortei avevano cominciato a sfilare pacificamente. Molti indossavano la “tuta bianca” per esprimere efficacemente a cosa si opponevano.
Molti inoltre inalberavano cartelli con le foto dei guerriglieri uccisi dalle armi chimiche.

Tra le scritte sugli striscioni spiccavano in particolare:
“L’attacco contro il Kurdistan è un attacco contro i nostri valori”, “Fermate il sostegno tedesco alla Turchia”, “Lo Stato turco assassina i Curdi con le armi chimiche - Il vostro silenzio uccide”.

Rivolgendosi alla folla presente la co-presidente di KON-MED, Zübeyde Zümrüt, non si è si è limitata a criticare, definendola “scandalosa”, l’indifferenza mostrata finora da Berlino (recentemente un portavoce governativo ha dichiarato di non vedere alcuna necessità di aprire un’inchiesta internazionale).
Ha infatti condannato quello che considera un vero e proprio coinvolgimento, una buona dose di corresponsabilità.
Affermando che “il governo tedesco sostiene politicamente, finanziariamente e militarmente il regime di Ankara”.
E quindi, dal punto di vista dei curdi “è in parte responsabile”.
Qualche riserva da parte mia soltanto su "in parte".

Sulla questione è intervenuta l'Associazione dei medici contro la guerra nucleare (IPPNW) che recentemente (in settembre) aveva condotto un'inchiesta condotta (se pur tra mille difficoltà) nel Nord dell’Iraq, nei territori curdi sottoposti agli attacchi dell’esercito e dell’aviazione turchi.
Nel rapporto di IPPNW pubblicato in ottobre, gran parte delle accuse mosse dai curdi hanno trovato riscontro e comunque viene confermata la necessità di una immediata inchiesta internazionale.

Gianni Sartori

Gianni Sartori - 14/11/2022 - 09:00




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