Nel 1944 Sant’Anna di Stazzema si trova proprio sul filo della cosiddetta Linea Gotica, il fronte di guerra dove sono attestate le forze dell’Asse, i militari della Repubblica sociale italiana (Rsi), i soldati anglo-americani.
La linea taglia in due la penisola italiana da Massa Carrara a Pesaro, si estende per una lunghezza di trecentoventi chilometri.
I nazisti sono in ritirata dopo gli sbarchi delle forze alleate in Sicilia, il 9 luglio 1943, e ad Anzio, il 20 gennaio 1944. Monte Sole e Marzabotto si trovano in provincia di Bologna, sull’appennino tosco-emiliano.
Nella zona di Monte Sole sono in corso da mesi le azioni clandestine del gruppo partigiano Stella Rossa, civili, tutti comunisti.
Il feldmaresciallo Albert Kesselring organizza la sua risposta militare. Capo dell’operazione è Walter Reder.
La mattina del 29 settembre 1944, prima di muovere all’attacco dei partigiani, quattro reparti delle truppe naziste accerchiano una vasta area di territorio compresa tra le valli dei fiumi Setta e Reno.
Dalle frazioni di Panico, Vado, Quercia, Grizzana, Pioppe le truppe si muovono all’assalto di abitazioni, cascine, scuole.
Nella frazione di Casaglia di Monte Sole, la popolazione impaurita si rifugia nella chiesa.
Prima tocca a don Ubaldo Marchioni, ai vecchi, alle donne, ai bambini.
Poi i criminali si spostano nel cimitero.
La loro mitragliatrice colpisce e uccide centoquarantasette persone, tra le quali cinquanta giovanissimi.
E la strage è solo all’inizio. Ogni località, ogni frazione, ogni casolare viene setacciato dai soldati nazisti.
Dopo sei giorni di rastrellamenti e violenze milleottocentotrenta persone perdono la vita.
I nazifascisti proseguono i massacri senza interruzione in gran parte delle città, dei paesi, delle frazioni.
Colpiscono civili in fuga dalla guerra, vecchi, donne, bambini, ma anche militari dell’esercito italiano che non intendono arrendersi al nemico, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Come a Cefalonia, Spalato, Rodi.
Almeno trentamila vittime.
La linea taglia in due la penisola italiana da Massa Carrara a Pesaro, si estende per una lunghezza di trecentoventi chilometri.
I nazisti sono in ritirata dopo gli sbarchi delle forze alleate in Sicilia, il 9 luglio 1943, e ad Anzio, il 20 gennaio 1944. Monte Sole e Marzabotto si trovano in provincia di Bologna, sull’appennino tosco-emiliano.
Nella zona di Monte Sole sono in corso da mesi le azioni clandestine del gruppo partigiano Stella Rossa, civili, tutti comunisti.
Il feldmaresciallo Albert Kesselring organizza la sua risposta militare. Capo dell’operazione è Walter Reder.
La mattina del 29 settembre 1944, prima di muovere all’attacco dei partigiani, quattro reparti delle truppe naziste accerchiano una vasta area di territorio compresa tra le valli dei fiumi Setta e Reno.
Dalle frazioni di Panico, Vado, Quercia, Grizzana, Pioppe le truppe si muovono all’assalto di abitazioni, cascine, scuole.
Nella frazione di Casaglia di Monte Sole, la popolazione impaurita si rifugia nella chiesa.
Prima tocca a don Ubaldo Marchioni, ai vecchi, alle donne, ai bambini.
Poi i criminali si spostano nel cimitero.
La loro mitragliatrice colpisce e uccide centoquarantasette persone, tra le quali cinquanta giovanissimi.
E la strage è solo all’inizio. Ogni località, ogni frazione, ogni casolare viene setacciato dai soldati nazisti.
Dopo sei giorni di rastrellamenti e violenze milleottocentotrenta persone perdono la vita.
I nazifascisti proseguono i massacri senza interruzione in gran parte delle città, dei paesi, delle frazioni.
Colpiscono civili in fuga dalla guerra, vecchi, donne, bambini, ma anche militari dell’esercito italiano che non intendono arrendersi al nemico, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Come a Cefalonia, Spalato, Rodi.
Almeno trentamila vittime.
envoyé par DoNQuijote82 - 17/1/2012 - 17:53
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Dallo spettacolo “Il paese della vergogna” realizzato con i Gang