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Lucio Dalla: Disperato erotico stomp

GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCG
Language: Italian


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Domani smetto
(Articolo 31)
Futura
(Lucio Dalla)
4 marzo 1943 [Gesù bambino]
(Lucio Dalla)


[1977]
Testo e musica di Lucio Dalla
Album: Come è profondo il mare

Lucio Dalla mentre fa non si sa cosa. Foto di Gex Paz
Lucio Dalla mentre fa non si sa cosa. Foto di Gex Paz


Scale tre alla volta
di Riccardo Venturi

Debbo fare una confessione: era da un bel po' di tempo volevo mettere lo Stomp di Lucio Dalla nel sito. La mia intenzione originaria sarebbe stata quella di scrivere una complicata e acrobatica introduzione per farla passare, usando tutte le arti dialettiche che sono in mio possesso, per una “canzone contro la guerra”; e sarebbe stata una cosa davvero degna del miglior sofista. Mi sarei sicuramente basato sul fatto che esiste Masturbate for peace e, da qui, il mio ragionamento più arzigogolato sarebbe partito fino a raggiungere vette inarrivabili. Poi, dopo un infinito rovello, ho deciso di soprassedere; fino all'altro giorno, quando Marco Valdo e l'Asino Luciano ci hanno fatto conoscere Ricet Barrier e il suo capolavoro “de salle de garde”. Non che in Italia non abbiamo canzonacce da caserma, anche se confesso di non essere un esperto del genere (anch'io conosco meglio quelle francesi che quelle italiane, al pari delle chansons paillardes); però, per un complesso meccanismo mentale che non sto a raccontare, mi è tornata la voglia di infilare lo Stomp nelle CCG. Senza artifizi, però; un “Extra” come si deve, e stop. Addio ai progettati sofismi; presento questa bizzarra canzone nella sua nudità-e-crudezza. Se Marco Valdo e Luciano volessero cimentarvisi, sarebbe però un bello “scambio di fine anno”: il qui presente ha italianizzato il Barrier e il culo della padrona, e gallicizzare lo Stomp sarebbe azione degna di nota e segno di amicizia e fratellanza universale.

E', senz'altro, una delle canzoni più strane e singolari mai scritte in lingua italiana. Una sorta di “viaggio urbano iniziatico”, una sgangherata avventura picaresca che si conclude con il protagonista che si tira una bella sega, in piena regola, senza se e senza ma. Sul divano di casa, in una serata alla fine degli anni '70, senza ripensamento alcuno. Nel 1977, anzi; e dico poco. Un vero e proprio unicum nella canzone d'autore, mi sa non solo italiana. Ai tempi in cui la scrisse e la cantò, Lucio Dalla era probabilmente il miglior cantautore italiano; dico “era”, perché, poi, ha subito a mio parere e disgraziatamente un'involuzione terrificante. Però, nel 1977, era quello da cui erano usciti capolavori assoluti come 4 marzo 1943 [Gesù bambino], Le parole incrociate (una delle più belle e terribili canzoni in lingua italiana), Come è profondo il mare o L'operaio Gerolamo. Lucio Dalla aveva (e, da questo punto di vista, ha tuttora) una padronanza musicale di prim'ordine; a differenza degli altri principali cantautori italiani, era ed è un musicista completo. Rimpiangendo il Dalla che fu, quando alla musica faceva corrispondere anche testi meravigliosi (scritti da lui o da altri), quando uscì Disperato erotico stomp non fu gridato solo allo “scandalo”; fu espressa anche perplessità. Il maggior cantautore “serio” che avessimo, il folletto peloso che alternava canzoni di duro impegno civile e politico alle storie d'amore più belle, ci rendeva partecipi di una sua serata bolognese in cui, piantato da una tipa, vagava per il centro concludendo col tirarsi un sentitissimo raspone. Inaudito. In due giorni, lo Stomp divenne la canzone più famosa del periodo. Erano i tempi dei “concertoni” negli stadi, del tour Dalla-De Gregori, di un'Italia dove ci si sparava per le strade ma viva e tesa; sì, ho nostalgia di quei tempi. E non solo perché avevo quindici o sedici anni.

Dal punto di vista stilistico, bisognerà che 34 anni dopo qualcuno lo dica: lo Stomp è un capolavoro. Ci provarono a sminuirla, a chiamarla uno “scherzo” (di cattivo gusto, secondo alcuni moralisti), un divertissement o qualcosa del genere. In realtà, ha dentro qualche “vocina”, o retrogusto, di amarezza. Lucio Dalla è alto 1,59, è peloso come un gorilla e è decisamente brutto; è una canzone di solitudine, uno di quei “giri per la città” senza nessuna mèta che, almeno a me, ricorda con altre caratteristiche un altro giro solitario: quello di Livorno di Piero Ciampi. Ma Livorno era disperazione pura, senza nessuna concessione al grottesco; lo Stomp è disperato e grottesco al tempo stesso. Bisogna essere attenti, in mezzo alle risate, a cogliere la disperazione che pure è chiaramente espressa nel titolo; e non è una presa in giro. Una canzone unica, appunto. Senza pari. Fu subito “catturata” dagli adolescenti, perché gli adolescenti se ne intendono bene sia di risate che di disperazione e di seghe. Essendo stato un “coevo” di quell'età precisa, posso dire che non esisteva pischello che non la conoscesse a memoria. Sugli autobus, la mattina per andare a scuola, non era raro sentire coretti che scandalizzavano le vecchiette. Poi, naturalmente, è stata rimossa. Ve lo immaginate, ora, un cantautore mediamente “serio” che fa una cosa del genere? Un Vinicio Capossela che si tira una sega? Mamma mia. Rimossa sì, ma non per questo non si pensa più “a delusioni e a grandi imprese”. Allora, sarà bene rispolverarla, questa vecchia e incredibile canzone. Picaresca, sboccata, folle, disperata, sola. Senza farla passare per quello che non è. Chi la conosce si preoccupa sempre quando si ferma a guardare una stella nel silenzio; anche se non ve lo dirà mai, sono le due di notte e è solo. E si prepara a salire le scale tre alla volta. Guardate che questa canzone parla di tutti noi. Parla anche di tante altre cose, compreso di un anno lontano dove tutto sembrava cambiato per sempre. Parla ridendo delle proprie debolezze e delle proprie disperazioni, che sono le nostre e sempre lo saranno. Immortale.
Ti hanno vista bere a una fontana
che non ero io...
Ti hanno vista spogliata la mattina,
birichina biricò.


Mentre con me non ti spogliavi neanche la notte,
ed eran botte, Dio, che botte
ti hanno visto alzare la sottana,
la sottana fino al pelo.
Che nero!

Poi mi hai detto "Poveretto,
il tuo sesso dallo al gabinetto",
te ne sei andata via con la tua amica,
quella alta, grande fica.

Tutte e due a far qualcosa di importante,
di unico e di grande.
Io sto sempre a casa, esco poco,
penso solo e sto in mutande.

Penso a delusioni, a grandi imprese
a una Tailandese...
Ma l'impresa eccezionale,
dammi retta, è essere normale.

Quindi, normalmente,
sono uscito dopo una settimana
non era tanto freddo, e normalmente
ho incontrato una puttana.

A parte il vestito, i capelli,
la pelliccia e lo stivale
aveva dei problemi anche seri,
e non ragionava male.

Non so se hai presente una puttana
ottimista e di sinistra,
non abbiamo fatto niente,
ma son rimasto solo, solo come un deficiente.

Girando ancora un poco ho incontrato
uno che si era perduto,
gli ho detto che nel centro di Bologna
non si perde neanche un bambino...
Mi guarda con la faccia un po' stravolta
e mi dice: "Sono di Berlino".

Berlino, ci son stato con Bonetti,
era un pò triste e molto grande...
Però mi sono rotto, torno a casa
e mi rimetterò in mutande.

Prima di salir le scale mi son fermato
a guardare una stella,
sono molto preoccupato,
il silenzio m'ingrossava la cappella.

Ho fatto le mie scale tre alla volta,
mi son steso sul divano,
ho chiuso un poco gli occhi,
e con dolcezza
è partita la mia mano.

Contributed by Riccardo Venturi - 2011/12/29 - 20:28


Dal punto di vista narrativo è un capolavoro. C'è tutto un racconto (e mille vite) in pochi versi. Così l'ho sempre intesa. E così la intendo ancora.

Gian Piero Testa - 2011/12/30 - 22:32


Caspiterina!!! Proprio vero é un intero testo narrativo di mille vite. Felliniano direi.

Leo - 2012/3/2 - 07:35


Qualcuno può spiegarmi il significato?? Parla solo di solitudine o c'è altro??
Il pezzo con l'uomo di Berlino non lo capisco, e neanche l'essere normali?? È un fatto fisico???

2013/3/4 - 23:34


La spiegazione principale è che lui è gay e che faticava ad accettarsi!

"Penso a delusioni, a grandi imprese
a una Tailandese...
Ma l'impresa eccezionale,
dammi retta, è essere normale.

Quindi, normalmente,
sono uscito dopo una settimana
non era tanto freddo, e normalmente
ho incontrato una puttana.

A parte il vestito, i capelli,
la pelliccia e lo stivale
aveva dei problemi anche seri,
e non ragionava male.

Non so se hai presente una puttana
ottimista e di sinistra,
non abbiamo fatto niente,
ma son rimasto solo, solo come un deficiente."

Ma a quel tempo GUAI ad esserlo!
Col tempo s'è accettato!
Il berlinese però non credo se lo sia fatto, ma probilmente l'ha eccitato! xD

Peace and Libertà per TUTTI - 2013/8/6 - 04:24



Language: Italian

Versione degli Articolo 31
1996
Così com'è
Dove vai?
Se cerchi in giro non la troverai,
la strada è sempre buia se prima non guardi dentro te...

Stamattina sopra la città c'era un sole caraibico,
ero pieno di energie e di idee,
e col proposito di compiere un'impresa eccezionale
sono sceso in strada per trovare un socio,
forse una guida,
qualcuno che mi aiuti a vincere la sfida
di realizzare qualcosa che ti faccia ricordare dalla gente,
che sia qualcosa di unico e di grande.
Così nei pressi dello stagno di Cologno
vedo una tipa bella come un sogno che fa il bagno,
quindi mi avvicino, porgo la mano:
"...piacere sono Ax...", poi le spiego il mio piano.
Lei dice:" Ciao io sono Susan dei Fighetti,
quando passo lascio i giovanotti cotti,
infatti li sconvolgo con il mio sedere,
ballo sul cubo come mestiere,
sposare un calciatore è la mia più grande aspirazione
oltre all'aprire un centro di liposuzione
per ballerine...",
"...scusa non mi sembra un'impresa a me affine,
e poi al ballo e al calcio non son molto incline...".

L'impresa eccezionale è essere normale,
che oramai qui da noi non è più banale,
l'impresa eccezionale è essere normale,
che non vale realizzare almeno l'essenziale.

Dove vai?
Se cerchi in giro non la troverai,
la strada è sempre buia se prima non guardi dentro te...

Lascio quindi la tipa e riprendo il mio cammino
sul sentiero che da Vimodrone porta da Mago Merlino,
entro nel bosco cercando un posto un po' più fresco
sempre pi ossessionato da un'impresa eccezionale,
da un ideale,
quando noto un fricchettone sotto un pesco
che legge "Il Capitale" di Marx,
sotto braccio l'Unità,
mi saluta a pugno chiuso e poi mi fa:
" Ciao sono Giancarlo Cuggiani,
io recito, canto e scrivo poi,
cioé, so' mmembro der collettivo,
girano voci che cerchi soci capaci di compiere imprese eccezionali
percio' mi piaci: ho una proposta, se ci vuoi stare, l'unica impresa eccezionale è la revoluion compare...",
e per iniziare mi propone di occupare l'Esselunga
e farne uno spaccio di cibi macrobiotici,
e proiettare nel reparto casalinghi
una rassegna di film neorealistici austriaci:
"...va bene tanto... Carlo ci potrei anche stare...", drin-drin, da sotto il kefia estrae un cellulare:
"...uhe' Rene' si non preoccuparti...
certo che ci vengo al party...
vengo col Range e il Fifi con la Porsche e i puffi..."
poi chiude e dice "...devo andare...
per la festa del Renato la revoluion puo' aspettare!" .

L'impresa eccezionale è essere normale,
che oramai qui da noi non è più banale, l'impresa eccezionale è essere normale,
che non vale realizzare almeno l'essenziale.
Dove vai?
Se cerchi in giro non la troverai,
la strada è sempre buia se prima non guardi dentro te...

Ormai si era fatta sera,
l'atmosfera era passata da calda e leggera a fredda e nera,
nera, nera come il mio umore,
avevo quasi rinunciato a cercare
quando passando di fianco al castello delle
fate vedo un tipo con un chiosco che vende patate fritte,
pere cotte, caramelle al latte e mele glassate,
mi dice:"...ciao io sono Mario Bianchi senti qua sono studente fuori corso all'università,
so che stai cercando un'impresa eccezionale,
posso darti un consiglio in via confidenziale?
Ancora quattro esami e poi mi laureo,
faccio due lavori per pagarmi il mutuo,
nella casa ho una mamma e una sorella a carico
e compro tutto a rate, anche il frigorifero...".

A quel punto ho intuito il consiglio che m'avrebbe dato,
con rispetto poi l'ho salutato
e pensieroso a casa mi sono avviato,
sul portone mi sono fermato...
a guardare una stella,
sono molto preoccupato il silenzio m'ingrossava la cappella.
Ho fatto le mie scale tre alla volta,
mi son steso sul divano,
ho chiuso un poco gli occhi e con dolcezza è partita la mia mano...

L'impresa eccezionale è essere normale,
che oramai qui da noi non è piu' banale,
l'impresa eccezionale è essere normale,
che non vale realizzare almeno l'essenziale.
Dove vai?
Se cerchi in giro non la troverai,
la strada è sempre buia se prima non guardi dentro te

Contributed by dq82 - 2015/11/23 - 10:16


Non credo che dopo il 1977 ci sia stata in Dalla un'involuzione "terrificante" anzi... basta ascoltare gli album Lucio Dalla, Dalla, Dalla Q-disc, 1983, Viaggi organizzati, Henna e Angoli nel cielo per capire che è un giudizio superficiale e affrettato. Dalla è rimasto, fino alla fine, il migliore dei cantautori possibili.

Michele - 2016/2/29 - 19:33


Concordo....

Pasquale Cabizza - 2017/4/13 - 15:00




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