Alla deriva al fin dell’innocenza
Deportato a un giogo di rassegnazion
Paventando una sopravvivenza
Nel contare i giorni di disperazion
Un pazzo ci insegnò la vita a tramutar
Oltre i confini della razionalità
Scavalcar il dolor che ci asciuga la via
Lieti di un respiro di follia
Laddove attendono la luce in una mano
Di chi dicono plasmò l’umanità
Ci svegliammo in un destino disumano
Soli in sella ad un’ignota nudità
E in un treno raccogliemmo un dolce incontro
Con un placido delirio di poesia
Per salpar dal dolor d’innocente agonia
Con un folle ad indicar la via
Corre il treno ad ingannare l’apparenza
Di condanne senza colpe e verità
Io conforto cerco nella mia coscienza
Per scovar nel treno la mia libertà
A cerca riparo a lungo condannati
Tra le falde anguste dell’inciviltà
Per trovare la via, per sfuggire al di là
Delle fogne dell’umanità
Non mi lasciare, non dimenticare
La terra che lasciammo per andare via lontan
Fuggimmo come se potessi scavalcare
Muri inumani che avevamo visto già
Ma devo andare, non dimenticare
Non cancellare i sogni agli occhi della gente mia
Scavalchiamo il dolor che ci affonda la via
Con un bel respiro di follia
Nella storia di una vita deportata
Riposata da una lieta assurdità
Vivo il giorno di una sorte malandata
Con un fremito di umana dignità
E scavando il corso di un meschino tempo
Mesto inseguo in un delirio la magia
Per salpar dal dolor d’innocente agonia
Con un folle ad indicar la via
Deportato a un giogo di rassegnazion
Paventando una sopravvivenza
Nel contare i giorni di disperazion
Un pazzo ci insegnò la vita a tramutar
Oltre i confini della razionalità
Scavalcar il dolor che ci asciuga la via
Lieti di un respiro di follia
Laddove attendono la luce in una mano
Di chi dicono plasmò l’umanità
Ci svegliammo in un destino disumano
Soli in sella ad un’ignota nudità
E in un treno raccogliemmo un dolce incontro
Con un placido delirio di poesia
Per salpar dal dolor d’innocente agonia
Con un folle ad indicar la via
Corre il treno ad ingannare l’apparenza
Di condanne senza colpe e verità
Io conforto cerco nella mia coscienza
Per scovar nel treno la mia libertà
A cerca riparo a lungo condannati
Tra le falde anguste dell’inciviltà
Per trovare la via, per sfuggire al di là
Delle fogne dell’umanità
Non mi lasciare, non dimenticare
La terra che lasciammo per andare via lontan
Fuggimmo come se potessi scavalcare
Muri inumani che avevamo visto già
Ma devo andare, non dimenticare
Non cancellare i sogni agli occhi della gente mia
Scavalchiamo il dolor che ci affonda la via
Con un bel respiro di follia
Nella storia di una vita deportata
Riposata da una lieta assurdità
Vivo il giorno di una sorte malandata
Con un fremito di umana dignità
E scavando il corso di un meschino tempo
Mesto inseguo in un delirio la magia
Per salpar dal dolor d’innocente agonia
Con un folle ad indicar la via
Contributed by DonQuijote82 - 2011/12/29 - 12:35
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Album: Mazel Tov
"Il cinema per me è una passione, e me ne sono servito, cercando nel mio piccolo di omaggiarlo, nell’affrontare il tema della deportazione degli ebrei, nell’intento di non sembrare troppo banale in una tematica in cui si potrebbe cadere nel ripetitivo e nello scontato. Train De Vie, è uno dei film che mi ha più entusiasmato, non solo perché sono molto affascinato dalle atmosfere alla Kusturica – anche se il film è di Mihaileanu - ma anche per l’idea dell’immaginazione per evadere da una realtà ingiusta, una tematica che anche in questo caso poteva rimandare anche alla nostra situazione…."
"Cinema is a great passion for me. I have tried to tribute it in addressing the deportation of the Jews so as not to seem trivial in an issue where one might risk being repetitive and dull. Train De Vie is one of the films that impressed me most, not only because I was fascinated by the atmospheres similar to those by Kusturica - even though the film is by Mihaileanu - but also because the idea of using imagination to escape from an unjust reality is a theme that could also refer to our situation..." [DQ82]
(DonQuijote82)