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La ballata del migrante ignoto

Tj DJ
Langue: italien


Liste des versions


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Sui letti sui tetti
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Non mi ricordo quale muro
quale frontiera o quale mare
o forse era un palmo di terra
cui io volevo arrivare.
Una bandiera sventolava
ma non ricordo più il colore
quel giorno mi toccò morire
non mi ricordo più perché.
Ricordo solo il mio primo amore
ch'era lontano ad aspettare
e che piangeva lacrime amare
il giorno ch'io partii per non tornare più.

Sono partito da lontano
ma il resto l'ho dimenticato
non so neppure più il colore
della mia pelle quale fu.
Non so in che tempo son vissuto
non so se ho vinto o se ho perduto
so che ho gridato per l'orrore
ma non ricordo più perché.
Ricordo solo il mio primo amore
ch'era lontano ad aspettare
e che piangeva lacrime amare
il giorno ch'io partii
per non tornare più.

Sulla mia tomba non c'è nome
io stesso l'ho dimenticato
c'è uno scritta un po' sbiadita
in una lingua sconosciuta.
Ci sono scritte poche parole
ma non ne so il significato
e c'è una fiaccola che brucia
e che per sempre brucerà.
Che bruci solo per il mio amore
ch'era lontano ad aspettare
e che piangeva lacrime amare
il giorno ch'io partii per non tornare più.

envoyé par TjDJ - 22/10/2011 - 15:47


Erri De Luca racconta l'immigrazione dal cimitero di Lampedusa

TjDJ - 22/10/2011 - 16:05


L'idea di questo furto deriva da questo servizio visto l'altro giorno

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/m...

Tj Dj - 27/10/2011 - 10:29



Langue: français

Version française - LA BALLADE DE L'ÉMIGRANT INCONNU – Marco Valdo M.I. – 2012
Chanson italienne – La ballata del migrante ignoto – Tj DJ


Une très bonne chanson, une très belle idée que cette chanson... dit Lucien l'âne. Le destin du migrant est semblable à celui du poilu qu'on envoyait aux tranchées d'une autre guerre.

En effet, dit Marco Valdo M.I., le migrant est un conscrit de la Guerre de Cent Mille Ans que les riches mènent férocement contre les pauvres, sournoisement, par mille manières... Le migrant inconnu est là pour rappeler toutes les horreurs qui poussent les gens à migrer et celles qui l'attendent tout au long de son parcours, quand ce dernier n'est pas brutalement interrompu par la mort.

Décidément, il faut que nous tissions avec acharnement, mais tranquillement le linceul de ce vieux monde esclavagiste, oppresseur, tueur et cacochyme.


Ainsi parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane.
LA BALLADE DE L'ÉMIGRANT INCONNU

Je ne me rappelle pas quel mur
quelle frontière ou quelle mer
ou peut-être était-ce un bout de terre
Où je voulais arriver.
Un drapeau flottait
Je ne rappelle plus sa couleur
Ce jour il m'advînt de mourir
Je ne me rappelle plus pourquoi.
Je rappelle seulement mon premier amour
Qui m'attendait au loin
Et qui pleurait des larmes amères
Le jour où je partis pour ne plus revenir.

Je suis venu de loin
Mais le reste je l'ai oublié
Je ne sais même pas
Quelle fut la couleur de ma peau.
Je ne sais pas en quels temps j'ai vécu
Je ne sais si j'ai gagné ou perdu
Je sais que j'ai crié à cause de l'horreur
Mais je ne me rappelle plus pourquoi
Je rappelle seulement mon premier amour
Qui m'attendait au loin
Et qui pleurait des larmes amères
Le jour où je partis pour ne plus revenir.

Sur ma tombe, il y n'a pas nom
Moi-même, je l'ai oublié
il y a une inscription un po' décoloré
dans une langue inconnue.
Il y a quelques mots écrits
Mais je n'en sais pas le sens
Il y a un flambeau qui brûle
Et qui toujours brûle.
Brûle seulement pour mon amour
Qui m'attendait au loin
Et qui pleurait des larmes amères
Le jour où je partis pour ne plus revenir.

envoyé par Marco Valdo M.I. - 4/1/2012 - 18:05


L'appello del sindaco di Lampedusa all'Unione Europea

da Fahrenheit di RAI Radio3

Sono il nuovo Sindaco delle isole di Lampedusa e di Linosa

Eletta a maggio, al 3 di novembre mi sono stati consegnati già 21 cadaveri di persone annegate mentre tentavano di raggiungere Lampedusa e questa per me è una cosa insopportabile. Per Lampedusa è un enorme fardello di dolore. Abbiamo dovuto chiedere aiuto attraverso la Prefettura ai Sindaci della provincia per poter dare una dignitosa sepoltura alle ultime 11 salme, perché il Comune non aveva più loculi disponibili. Ne faremo altri, ma rivolgo a tutti una domanda: quanto deve essere grande il cimitero della mia isola?

Non riesco a comprendere come una simile tragedia possa essere considerata normale, come si possa rimuovere dalla vita quotidiana l’idea, per esempio, che 11 persone, tra cui 8 giovanissime donne e due ragazzini di 11 e 13 anni, possano morire tutti insieme, come sabato scorso, durante un viaggio che avrebbe dovuto essere per loro l’inizio di una nuova vita. Ne sono stati salvati 76 ma erano in 115, il numero dei morti è sempre di gran lunga superiore al numero dei corpi che il mare restituisce.

Sono indignata dall’assuefazione che sembra avere contagiato tutti, sono scandalizzata dal silenzio dell’Europa che ha appena ricevuto il Nobel della Pace e che tace di fronte ad una strage che ha i numeri di una vera e propria guerra.

Sono sempre più convinta che la politica europea sull’immigrazione consideri questo tributo di vite umane un modo per calmierare i flussi, se non un deterrente. Ma se per queste persone il viaggio sui barconi è tuttora l’unica possibilità di sperare, io credo che la loro morte in mare debba essere per l’Europa motivo di vergogna e disonore.

In tutta questa tristissima pagina di storia che stiamo tutti scrivendo, l’unico motivo di orgoglio ce lo offrono quotidianamente gli uomini dello Stato italiano che salvano vite umane a 140 miglia da Lampedusa, mentre chi era a sole 30 miglia dai naufraghi, come è successo sabato scorso, ed avrebbe dovuto accorrere con le velocissime motovedette che il nostro precedente governo ha regalato a Gheddafi, ha invece ignorato la loro richiesta di aiuto. Quelle motovedette vengono però efficacemente utilizzate per sequestrare i nostri pescherecci, anche quando pescano al di fuori delle acque territoriali libiche.

Tutti devono sapere che è Lampedusa, con i suoi abitanti, con le forze preposte al soccorso e all’accoglienza, che dà dignità di esseri umane a queste persone, che dà dignità al nostro Paese e all’Europa intera. Allora, se questi morti sono soltanto nostri, allora io voglio ricevere i telegrammi di condoglianze dopo ogni annegato che mi viene consegnato. Come se avesse la pelle bianca, come se fosse un figlio nostro annegato durante una vacanza.

Giusi Nicolini

Dead End - 28/11/2012 - 22:11




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