Ezechia da Verona

[2011]
Testo e Musica di Mimmo Cavallo e Andrea Simiele
Album: Quando Saremo Fratelli Uniti




Le "belle" teorie di Lombroso (Verona 1835 - Torino 1909) – brillante ufficiale-medico nell'esercito italo-piemontese che combatteva "la piaga" del brigantaggio meridionale, nonché grande ideologo del razzismo "scientifico" (in quanto fondatore della cosiddetta "antropologia criminale") – ebbero senz'altro le loro altrettanto "belle" conseguenze informando e influenzando per decenni la ricerca scientifica e gli studi giuridici italiani, e in particolare l'elaborazione del codice penale e di procedura penale, tristemente noti come codice Rocco.. A coloro che ritengono che – forse per l'attenzione per le categorie sociali svantaggiate che si nota leggendo i suoi scritti o perché lui stesso di origine ebraica – non avrebbe approvato il fanatismo dei movimenti xenofobi, va in ogni caso ricordato sia che le sue teorie furono all'origine del peggiore razzismo nazista, sia che il "dottissimo" criminologo Marco Ezechia (chiamato poi Cesare) sostenne comunque sempre con forza la necessità dell'inserimento della pena capitale all'interno dell'ordinamento italiano. Riteneva infatti che, dal momento che il criminale è tale per la sua conformazione fisica, fosse di conseguenza inutile qualunque forma di riabilitazione, individuando così l'obiettivo cui il sistema penale doveva "tendere" per la sicurezza della società.
Collaboratore "involontario" ma importante dell'illustre dott. prof. Cesare Lombroso nei suoi avvincenti studi, fu tale Giuseppe Villella (Motta di Santa Lucia (CZ) 1803 - Pavia 1872), pluripregiudicato per incendio e furto e sospettato di brigantaggio. È infatti dallo studio autoptico del suo cadavere che Lombroso credette di scoprire la cosiddetta "fossetta occipitale mediana": l'anomalia della struttura cranica fonte, a suo dire, dei comportamenti devianti del "tipo criminale". Il teschio del "brigante", manco a dirlo, ci sorride sdentato da una mensola del museo di antropologia criminale "Collezione Lombroso" presso l'Istituto di medicina legale a Torino..

In un recente studio di antropometria, La vera storia del cranio di Pulcinella, il naturalista napoletano Dario David ha messo in luce che in un campione di individui abbastanza esteso, costituito da ex detenuti, confrontato con un campione di individui mai stati sottoposti a misure detentive, i tratti somatici del "delinquente" di Lombroso avevano percentuali significativamente diverse a seconda del quartiere di Napoli da cui proveniva il campione: 50% in alcuni zone popolari (Forcella, Sanità, Quartieri Spagnoli e soprattutto il Cavone), 12% in tutti gli altri quartieri. La causa più probabile, essendo i campioni provenienti da quartieri aree diverse della medesima città, sembra essere il fatto che quei tratti somatici si siano sviluppati in abbondanza in zone particolarmente chiuse e isolate (socialmente e geograficamente) dove la cristallizzazione di un dato carattere sia più facile. In queste stesse zone vigeva un regime di povertà e abbandono da oltre 400 anni, e quindi vi era un maggiore rischio di insorgenza criminale (rispetto ad altri quartieri della stessa città). In un certo senso si potrebbe oggi parlare di "ragioni" di Lombroso: La concomitanza tra caratteri somatici e comportamento umano potrebbe pure esistere, ma non certo secondo il legame diretto causa-effetto, della teoria atavica, quale fu congetturato dal nostro eminentissimo professore...