Mi avevano detto è solo un controllo,
perché mai dovrei aver paura?
Mi avevano detto è solo un controllo,
perché mai dovrei aver paura?
E’ vero fumavo ogni tanto qualcosa
che mi rilassava un poco l’anima.
Ma una scelta è una scelta, magari sbagliata,
e non te ne rendi mai conto, e poi scivoli e cadi
come fosse bagnata, proprio mentre sei lì,
lì per la strada
A guardare le facce e gli occhi e i colori,
nelle loro espressioni a cercare i sapori
ma anche i cieli migliori partoriscon tempeste
e poi un vento di urla e nuvole nere.
Due divise per fulmini e per pioggia follia,
la mia vita non sarebbe più stata la mia.
Chi l’avrebbe mai detto? Due manette e una cella,
proprio a me che la vita pareva anche bella.
Da una gabbia all’inferno trascinato di peso,
aggrappato a un angoscia dipinta sul viso.
E giù botte, era tardi, e giù botte, era freddo,
dal potere del forte trascinato all’inferno
E in quell’albergo degli ultimi conobbi un anziano
con tre rughe sul viso e un dolore per mano
e capii dai suoi occhi che non era finita,
la mia voglia diversa andava punita
E giù botte, era tardi, e giù botte, era freddo,
e quei lividi ormai deformavano il tempo.
Finì tutto in un valzer, in un valzer di posti banali
tra dottori distratti, divise e blindati,
tra ministri cialtroni e dottori assassini,
su di un marmo qualunque e lontani gli amici.
Mi avevano detto è solo un controllo,
perché mai dovrei aver paura?
Mi avevano detto è solo un controllo,
è soltanto un controllo.
perché mai dovrei aver paura?
Mi avevano detto è solo un controllo,
perché mai dovrei aver paura?
E’ vero fumavo ogni tanto qualcosa
che mi rilassava un poco l’anima.
Ma una scelta è una scelta, magari sbagliata,
e non te ne rendi mai conto, e poi scivoli e cadi
come fosse bagnata, proprio mentre sei lì,
lì per la strada
A guardare le facce e gli occhi e i colori,
nelle loro espressioni a cercare i sapori
ma anche i cieli migliori partoriscon tempeste
e poi un vento di urla e nuvole nere.
Due divise per fulmini e per pioggia follia,
la mia vita non sarebbe più stata la mia.
Chi l’avrebbe mai detto? Due manette e una cella,
proprio a me che la vita pareva anche bella.
Da una gabbia all’inferno trascinato di peso,
aggrappato a un angoscia dipinta sul viso.
E giù botte, era tardi, e giù botte, era freddo,
dal potere del forte trascinato all’inferno
E in quell’albergo degli ultimi conobbi un anziano
con tre rughe sul viso e un dolore per mano
e capii dai suoi occhi che non era finita,
la mia voglia diversa andava punita
E giù botte, era tardi, e giù botte, era freddo,
e quei lividi ormai deformavano il tempo.
Finì tutto in un valzer, in un valzer di posti banali
tra dottori distratti, divise e blindati,
tra ministri cialtroni e dottori assassini,
su di un marmo qualunque e lontani gli amici.
Mi avevano detto è solo un controllo,
perché mai dovrei aver paura?
Mi avevano detto è solo un controllo,
è soltanto un controllo.
Contributed by adriana - 2011/7/13 - 19:02
Il processo e' fermo.
Ci sono le ferie.
Sono stanca, arrabbiata, delusa.
Io rivoglio Stefano.
Rivoglio mio fratello. Rivoglio il suo sorriso, le sue pazzie, i suoi problemi, le sue angosce, rivoglio i suoi dolori ed i suoi tradimenti....
Rivoglio mio fratello e ed il figlio dei miei genitori.
Lo rivoglio e basta! Pacchetto completo di tutto!! Nel bene e nel male!
La Giustizia.
Ma quale giustizia? Ce l'ha portato via uccidendolo in modo atroce, lento, spietato ed inesorabile.
La giustizia lo ha ignorato. Giudice e pm non lo hanno nemmeno guardato in faccia.
Non ricordano, loro, ma noi si.
Albanese senza fissa dimora. Questo per loro era Stefano. Albanese senza fissa dimora.
Stava male e si è persino scusato.
Nessuno se ne è accorto, nessuno.
Nessuno ricorda, della giustizia, nessuno.
Pestato dentro il tribunale di Roma. Questa è la Giustizia.
Carcerato abbandonato al suo destino di sofferenze atroci ed in solitudine fino alla morte.
Ma il giudice della convalida d'arresto non ricorda e sbaglia al processo il giorno della nostra disperata richiesta di poterlo vedere.
Non ricorda il Giudice, non ricorda Stefano, non lo ricorda nemmeno il pubblico Ministero.
Stefano in Tribunale ha chiesto aiuto. E' stato ignorato, scambiato per albanese senza fissa dimora. Ucciso.
Cara signora Giustizia noi lo rivogliamo con tutti i suoi problemi, ma lo rivogliamo indietro!
Lei non aveva il diritto di trattarlo in quel modo, Lei che si vanta di essere giusta ed uguale per tutti, non ne aveva il diritto.
Ora abbiamo un processo dove tutti si occupano di lui. O fanno finta.
Ora abbiamo il processo.
Ma il ministro della Giustizia sa cosa vuol dire per noi "persone offese" questo processo?
Io mi chiedo... lo sa?!
Sa il signor Ministro quanto costa per noi questo processo?
Decine di udienze dove si discute degli "eritemi" sul viso martoriato di Stefano!?
Quando non vengono chiamati eritemi vengono definìti, nelle domande sempre uguali dei Giudici, "occhiaie". Lo sa il signor Ministro che non si possono fare domande agli specialisti chiamati per esprimersi sulle possibili complicanze delle fratture alla schiena subite da Stefano, che riguardino le valutazioni che espressero in quel momento? Quando mio fratello era vivo e poteva parlare? Non si può perché spetta ai signori consulenti del pm dire che Stefano Cucchi, su quel letto sofferente e morente, in realtà non aveva nulla se non modeste lesioni "lievi".
Lo sa il signor Ministro come ci sentiamo noi cittadini famigliari di fronte a questi mille cavilli che danno luogo più ad una rappresentazione teatrale che a quello che noi pensavamo essere un processo?!
Noi abbiamo visto partire Stefano Cucchi per il tribunale di Roma sano ed in perfette condizioni di salute e nel tribunale di Roma Stetano e' stato ucciso.
Questo noi sappiamo.
Lo sanno i famigliari tutti.
Lo sanno quelli che tutte le mattine lo vedevano correre.
Lo sanno quelli che lo hanno visto in palestra allenarsi fino all'ultimo giorno, quello dell'arresto.
Lo sa il barista del cappuccino di tutte le mattine.
Lo sa il benzinaio dove si fermava sempre.
Lo sa lo spacciatore che gli ha dato tutta quella droga che aveva.
Lo sa il prete che lo vedeva a messa tutte le mattine.
Lo sanno i carabinieri che lo hanno arrestato.
Lo sanno coloro che lo hanno pestato a morte.
Lo sanno tutti.
Solo al processo si fa finta di nulla.
Ora ci vogliono togliere pure questo bislacco ed irrispettoso processo.
Non bastava la legge che avrebbe vietato la pubblicazione di foto ed atti giudiziari, che ci avrebbe impedito di denunciare pubblicamente il caso terribile di Stefano.
Ora mi dicono che i difensori degli imputati potranno aggiungere migliaia di testimoni al processo obbligando i Giudici a distrarre la loro attenzione dagli eritemi ed occhiaie all' ascolto di tutti i testimoni a loro piacimento.
Il processo non avrà fine.estenuante e tutto a nostro carico
Io non voglio più questo terribile indegno processo, rivoglio da lei sig. Ministro la vita di mio fratello.
Se ne faccia carico perché e' la sua Giustizia che lo ha ucciso.
Altrimenti si abbia il coraggio di dire senza alcuna ipocrisia che e' giusto che sia morto perché la sua vita non valeva nulla .
Questo e' successo e questo e' ciò che ci viene riservato
Con rispetto
Ilaria Cucchi
Ci sono le ferie.
Sono stanca, arrabbiata, delusa.
Io rivoglio Stefano.
Rivoglio mio fratello. Rivoglio il suo sorriso, le sue pazzie, i suoi problemi, le sue angosce, rivoglio i suoi dolori ed i suoi tradimenti....
Rivoglio mio fratello e ed il figlio dei miei genitori.
Lo rivoglio e basta! Pacchetto completo di tutto!! Nel bene e nel male!
La Giustizia.
Ma quale giustizia? Ce l'ha portato via uccidendolo in modo atroce, lento, spietato ed inesorabile.
La giustizia lo ha ignorato. Giudice e pm non lo hanno nemmeno guardato in faccia.
Non ricordano, loro, ma noi si.
Albanese senza fissa dimora. Questo per loro era Stefano. Albanese senza fissa dimora.
Stava male e si è persino scusato.
Nessuno se ne è accorto, nessuno.
Nessuno ricorda, della giustizia, nessuno.
Pestato dentro il tribunale di Roma. Questa è la Giustizia.
Carcerato abbandonato al suo destino di sofferenze atroci ed in solitudine fino alla morte.
Ma il giudice della convalida d'arresto non ricorda e sbaglia al processo il giorno della nostra disperata richiesta di poterlo vedere.
Non ricorda il Giudice, non ricorda Stefano, non lo ricorda nemmeno il pubblico Ministero.
Stefano in Tribunale ha chiesto aiuto. E' stato ignorato, scambiato per albanese senza fissa dimora. Ucciso.
Cara signora Giustizia noi lo rivogliamo con tutti i suoi problemi, ma lo rivogliamo indietro!
Lei non aveva il diritto di trattarlo in quel modo, Lei che si vanta di essere giusta ed uguale per tutti, non ne aveva il diritto.
Ora abbiamo un processo dove tutti si occupano di lui. O fanno finta.
Ora abbiamo il processo.
Ma il ministro della Giustizia sa cosa vuol dire per noi "persone offese" questo processo?
Io mi chiedo... lo sa?!
Sa il signor Ministro quanto costa per noi questo processo?
Decine di udienze dove si discute degli "eritemi" sul viso martoriato di Stefano!?
Quando non vengono chiamati eritemi vengono definìti, nelle domande sempre uguali dei Giudici, "occhiaie". Lo sa il signor Ministro che non si possono fare domande agli specialisti chiamati per esprimersi sulle possibili complicanze delle fratture alla schiena subite da Stefano, che riguardino le valutazioni che espressero in quel momento? Quando mio fratello era vivo e poteva parlare? Non si può perché spetta ai signori consulenti del pm dire che Stefano Cucchi, su quel letto sofferente e morente, in realtà non aveva nulla se non modeste lesioni "lievi".
Lo sa il signor Ministro come ci sentiamo noi cittadini famigliari di fronte a questi mille cavilli che danno luogo più ad una rappresentazione teatrale che a quello che noi pensavamo essere un processo?!
Noi abbiamo visto partire Stefano Cucchi per il tribunale di Roma sano ed in perfette condizioni di salute e nel tribunale di Roma Stetano e' stato ucciso.
Questo noi sappiamo.
Lo sanno i famigliari tutti.
Lo sanno quelli che tutte le mattine lo vedevano correre.
Lo sanno quelli che lo hanno visto in palestra allenarsi fino all'ultimo giorno, quello dell'arresto.
Lo sa il barista del cappuccino di tutte le mattine.
Lo sa il benzinaio dove si fermava sempre.
Lo sa lo spacciatore che gli ha dato tutta quella droga che aveva.
Lo sa il prete che lo vedeva a messa tutte le mattine.
Lo sanno i carabinieri che lo hanno arrestato.
Lo sanno coloro che lo hanno pestato a morte.
Lo sanno tutti.
Solo al processo si fa finta di nulla.
Ora ci vogliono togliere pure questo bislacco ed irrispettoso processo.
Non bastava la legge che avrebbe vietato la pubblicazione di foto ed atti giudiziari, che ci avrebbe impedito di denunciare pubblicamente il caso terribile di Stefano.
Ora mi dicono che i difensori degli imputati potranno aggiungere migliaia di testimoni al processo obbligando i Giudici a distrarre la loro attenzione dagli eritemi ed occhiaie all' ascolto di tutti i testimoni a loro piacimento.
Il processo non avrà fine.estenuante e tutto a nostro carico
Io non voglio più questo terribile indegno processo, rivoglio da lei sig. Ministro la vita di mio fratello.
Se ne faccia carico perché e' la sua Giustizia che lo ha ucciso.
Altrimenti si abbia il coraggio di dire senza alcuna ipocrisia che e' giusto che sia morto perché la sua vita non valeva nulla .
Questo e' successo e questo e' ciò che ci viene riservato
Con rispetto
Ilaria Cucchi
Bartleby - 2011/8/23 - 12:59
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